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Hador
Noi riceviamo CV da gente che viene dal CERN e parla 4 lingue, sia i cv sia del diplomato che dello studente fuori corso finiscono dritti nel trita documenti. Anche perché, ad un certo livello, conta tantissimo quanto tu abbia costantemente voglia di imparare e restare aggiornato. Uno che ha smesso di studiare a 18 anni già si presenta malissimo a tal riguardo.
Voi ragionate da italiani per il mercato italiano. Dove l'informatico è "il ragazzo del software", che nell'idea del management è una specie di carrellista, e l'obiettivo è fare il team leader/manager e sfilarsi dal lavoro tecnico. Ma in contesti dove il lavoro tecnico è valorizzato, conta cosa sai fare. E avere una laurea è il modo migliore per ottenere dei posti di lavoro che ti permettano di crescere dal punto di vista professionale.
L'esperienza in quanto meri anni di lavoro non solo non serve a un cazzo, ma è anche controproducente. Se mi arriva uno che ha fatto siti web in wordpress per 5 anni, cazzo mi frega? Preferisco il neo laureato o ancora meglio il neo phd. Allo stesso modo, a noi sono arrivati una marea di curriculum di "project manager" in piccole medie aziende del nord italia, ma ce ne facciamo pochissimo. Avere un ruolo di responsabilità in una realtà semplice non è qualificante in un contesto più complesso. Preferisco di gran lunga quello che lavorava al CERN, quello che si è fatto le intership a google e facebook, quello che ha il dottorato etc.
Oggi bisogna impostare il proprio percorso di studi e lavorativo per essere sempre competitivi. Devi pensare, se perdessi il lavoro domani, sarei comunque attrattivo - più attrattivo degli altri - sul mercato del lavoro? Poi che faccia schifo come meccanismo tutti d'accordo, ma è l'unico modo per campare decentemente senza spinte. In quest'ottica, farsi un CV di "lavoretti" semplici, non serve a nulla. Bisogna puntare il più in alto possibile.