Mellen, Glorifindel: la vostra concezione di detenzione è direttamente o indirettamente punitiva e accetta la sopravvivenza del criminale solo se occupato a struggersi nel rimorso e nel dolore e/o rendendogli la vita un inferno. Diversamente puo`stare ben morto.
È pesantissimo accettare che si tuteli la vita di chi ne ha portate via così tante. Ma prendersi quella vita sarebbe solo uno sfogo tardivo e inutile
Non tollerate l'idea che quel pezzo di merda possa vivere dopo quello che ha fatto. Più che comprensibile. Ma è la reazione di pancia, immediata e istintiva.
Non si risolve nulla: il danno lo ha già fatto, difficilmente si ripeterà con lui. E` come schiacciare un'ape che ha gia` punto.
Partite dall'idea che il delinquente sia una malattia, mentre l'approccio norvegese vede il delinquente come un malato.
Una malattia la si cura debellandola. Ma se uccidi un virus, gli altri virus non attaccano più per paura? Risolvi solo un'istanza del problema, non la classe del problema.
Un malato lo si cura eliminando la malattia, e non il paziente. Non è detto che guarisca, ma almeno ci si ha provato. E nel provarci puoi trovare comunque suggerimenti e indizi per evitare che quella malattia si ripresenti, in lui come in altri.
E` un approccio per nulla facile da adottare. Io stesso faccio fatica in simili casi ad aderirvi in toto. Ma spesso le medicine che funzionano meglio sono anche quelle piu` amare.