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Thread: Il Presidente Trump

  1. #676
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    Quote Originally Posted by powerdegre View Post
    Quale parte di "sto puntando il dito ai media con la loro falsa propaganda anti-Trump" non hai compreso?

    No, perche' dirmi di ignorare i media e guardare alla testimonianza e basta quando io sto puntando alle falsita' dei media, vuol dire che sei ostinatamente di parte e ti rifiuti di ammettere qualsiasi cosa non benefici il tuo pensiero.

    Sei davvero cosi' cocciuto che non riesci ad ammettere che per mesi i media, qui ampiamente riportati, abbian spalato mucchi di merda senza alcuna base?

    Power ma non ti stanchi mai di fare ste figure ? Sei te che hai detto che Comey ha mentito e lo hai associato come un PRO CLINTON, tirando in ballo robba del 90 nella quale il Bill era il principale indagato. Ma apparte questo io ti ho detto che per il fatto di Comey devi guardare la sua testimonianza sotto giuramente, quella conta. Poi se dei determinati giornali riportano una cosa diversa è problema dell editore e dei lettori che gli danno fiducia.
    Ci sono pagine e pagine dove nei miei commenti riguardanti il caso Trump-Russia ho sempre detto che non ce nulla. Questa è l unica cosa a cui no ho mai creduto. Sono certo che ce stata interferenza Russa nelle elezioni (Basti vedere l hack al database della). Interferenza che ha avuto 0 effetti sulle elezioni, di certo ha influiti quel Comey a 1 settimana dal voto dicendo che l'FBI stava ancora investigando le emails.
    Discorso travel bans. La Corte Suprema e' il livello piú alto del Judicial Branch degli US. Loro intervengono solo quando ce la Costituzione di mezzo. Dicendo che sono stati bloccati come hai detto te 'per partito preso', mi spiace ma dimostri tutta la tua ignoranza in tema Costituzionale. Ma te lo sei domandato mai perchè i 7 paese del 9/11 non sono presenti del Ban ? Leggendoti non credo proprio. Il problema su questi ban è stato sempre lo stesso, sono stati scritti male (nel senso giuridico).
    Il pagliaccio arancione se la merita tutta la merda che gli sta piovendo addosso. E' lui che se le cerca ogni volta che apre bocca. E te lo ripeto ancora (forse è qua che non capisci) non è un problema di essere repubblicano ma a me fa schifo proprio come uomo. Rappresenta tutto quello che non vorrei i miei figli diventassero: Arrogante, bigotto, fascista, maiale, etc etc.
    Tralasciamo anche il suo programma politico che in 250 anni fino ad ora è stato uno dei peggior POTUS (insieme a Jimmy Carter degli Stati Uniti.

  2. #677
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    Power ma non ti stanchi mai di fare ste figure ? Sei te che hai detto che Comey ha mentito
    Io ti ho portato il video estratto dalla prima testimonianza ove affermava di non aver ricevuto pressioni e, non avendo visto la seconda, ti ho linkato uno dei vari articoli ove riportano che lui ha affermato di aver ricevuto pressioni.

    Se cio' non fosse vero mi dispiace di aver affermato che ha mentito ma, come da articolo riportato, io mi sono basato su cio' che ho letto sui giornali; se invece lui non lo avesse affermato, e prendo per buona la tua parola che mi dici di aver visto la testimonianza, vuol dire che la stampa sta mentendo per fare propaganda anti Trump, esattamente come sto dicendo da pagine.

    Cosa c'e' che non ti torna? L'articolo l'hai visto, dimmi cosa c'e' in questo discorso che sia falso, qual'e' il motivo per cui dici che faccio queste figure, mi sembra di aver semplicemente riportato i fatti.

  3. #678
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    Ma l'obamacare è ancora li?

    Non erano tipo 7 anni che i repubblicani dicevano che lo avrebbero rimpiazzato?

  4. #679
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    /cut
    Il descrivere (pagine fà) Comey come un pro Clinton è sintomo di ignoranza. Poi che la stampa ci sguazzi su queste fake/semifake/real news è cosa ben nota. Ma poi non credo che qua (almeno sul Wayne) si schifi Trump perchè repubblicano o democratico. Ma per quello che rappresenta.


    Quote Originally Posted by Drugnon View Post
    Ma l'obamacare è ancora li?

    Non erano tipo 7 anni che i repubblicani dicevano che lo avrebbero rimpiazzato?
    Si ce ancora. Basterebbe migliorarla invece che rimuoverla e poi proporre un alternativa. Vediamo come va, l ultimo health care plan proposto dal GOP è stato un fail pesante.

  5. #680
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    Quote Originally Posted by Zi Piè View Post
    Il descrivere (pagine fà) Comey come un pro Clinton è sintomo di ignoranza. Poi che la stampa ci sguazzi su queste fake/semifake/real news è cosa ben nota. Ma poi non credo che qua (almeno sul Wayne) si schifi Trump perchè repubblicano o democratico. Ma per quello che rappresenta.
    E' bello come, anche nell'ammettere che ho ragione a tirar merda alla stampa di regime che gli da contro per propaganda, riesci a volermi offendere comunque e non riesci ad accettare che mi avete dato contro per niente.

    Ma vabbe', bona!

  6. #681
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    Quote Originally Posted by powerdegre View Post
    E' bello come, anche nell'ammettere che ho ragione a tirar merda alla stampa di regime che gli da contro per propaganda, riesci a volermi offendere comunque e non riesci ad accettare che mi avete dato contro per niente.

    Ma vabbe', bona!

    Io ho detto sin dall inizio che non ce nessuna prova (bastava leggere), ma che un interferenza della Russia ce stata (con le prove). Le nostre 'divergenze' erano sun ben altre cose. Dalla ACA legge di merda, alla positiva elezione dell buffone arancione per la Siria, andando a come la Yates è stata fatta fuori nel finire a Comey amico della clinton.
    Poi oh cantatela e suonatela da solo che ti devo dire !

  7. #682
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  8. #683
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    Intanto sto maiale con le sanzioni all'amico Putin mi sta creando casini per il prossimo contratto >.<

  9. #684
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    soldati in afganistan, meno male che non è quello guerrafondaioh, parte 2.

  10. #685
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    "It is time to get out of Afghanistan, We are building roads and schools for people that hate us. It is not in our national interests.” ™

  11. #686
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    Intanto sto maiale con le sanzioni all'amico Putin mi sta creando casini per il prossimo contratto >.<
    perchè in inghilterra non vi appoggiate alla bielorussia per aggirare le sanzioni come fanno tutti i paesi europei?

  12. #687
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    Quote Originally Posted by Estrema View Post
    perchè in inghilterra non vi appoggiate alla bielorussia per aggirare le sanzioni come fanno tutti i paesi europei?
    Il mio (futuro) cliente è svizzero/austro/tedesco è il progetto é per un gasdotto che passa per la russia (da quel poco che so..)

    Tanta politica di mezzo... Ma tanta..

  13. #688
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    Quote Originally Posted by Drugnon View Post
    Il mio (futuro) cliente è svizzero/austro/tedesco è il progetto é per un gasdotto che passa per la russia (da quel poco che so..)

    Tanta politica di mezzo... Ma tanta..
    ahhh pensavo cose di commercio

  14. #689
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    126 milioni di utenti su Facebook videro i post degli account russi
    I tentativi di condizionare le elezioni statunitensi furono molto più ampi di quanto annunciato finora, dicono le anticipazioni su cosa diranno Facebook, Twitter e Google oggi al Congresso

    Oggi i rappresentanti di Facebook, Google e Twitter avranno la loro prima audizione davanti al Congresso degli Stati Uniti per rispondere alle domande sull’utilizzo dei loro servizi, soprattutto pubblicitari, da parte di centinaia di account russi per condizionare la campagna elettorale e le elezioni presidenziali dello scorso anno. La loro testimonianza è molto attesa, soprattutto in seguito alle anticipazioni che hanno fornito nelle settimane scorse sulla portata del fenomeno e sulle loro responsabilità nel non averlo identificato, o per lo meno gestito con più attenzione. Secondo le informazioni raccolte dai media statunitensi, Facebook, Google e Twitter ammetteranno che il tentativo di condizionamento fu molto più ampio e diffuso di quanto finora ipotizzato.
    Stando alle fonti consultate da Recode, di solito molto affidabili, almeno 126 milioni di utenti di Facebook negli Stati Uniti videro post e altri contenuti creati da account riconducibili al governo russo, con lo scopo di condizionare il loro orientamento politico e in ultima istanza sfavorire Hillary Clinton rispetto a Donald Trump, che avrebbe poi vinto le elezioni. Il dato è enormemente più grande rispetto ai 10 milioni di utenti segnalati in precedenza da Facebook, che avevano invece visto pubblicità acquistate direttamente da quegli account. Questo significa che buona parte dell’operazione per interferire nella campagna elettorale fu organizzata attraverso i classici strumenti di Facebook – come l’utilizzo di migliaia di account per produrre post e farli circolare il più possibile tramite le condivisioni – senza investire più di tanto su altri strumenti come i post sponsorizzati, che consentono di mettere in evidenza i propri contenuti pagando (i post di questo tipo sono indicati sul social network come “sponsorizzati”). Facebook ha inoltre scoperto almeno 170 account legati alla Russia su Instagram, app di sua proprietà, che in tutto hanno pubblicato almeno 120mila contenuti, a loro volta ricondivisi e visualizzati da milioni di iscritti.
    Anche Twitter ha proseguito le proprie indagini interne e ha scoperto più di 2.700 account legati all’Agenzia per la Ricerca su Internet, un’organizzazione nota per essere strettamente legata al governo russo e che si occupa di campagne online di vario tipo, utilizzando centinaia di troll e migliaia di account fasulli, gestiti sia da persone sia da sistemi automatici (“bot”). Inizialmente Twitter aveva detto di avere trovato non più di 200 account riconducibili alla Russia. Il fenomeno è quindi molto più ampio ed è probabile che l’azienda fornisca ulteriori dati, soprattutto sulla portata della loro attività online. La settimana scorsa, probabilmente in vista dell’audizione di oggi, Twitter ha bandito per sempre dalla sua piattaforma pubblicitaria le testate Russia Today e Sputnik, finanziate dal governo russo: potranno continuare a pubblicare tweet dai loro account, ma non potranno più acquistare tweet sponsorizzati.
    Google finora non aveva fornito molte informazioni e aveva spiegato di essere al lavoro per ricostruire le attività di account sospetti sul suo sistema per la pubblicità online. In vista dell’audizione, l’azienda ha pubblicato un post sul suo blog dicendo di avere scoperto account che in tutto spesero almeno 4.700 dollari per fare pubblicità durante la campagna elettorale, e parla di loro sospetti legami con la Russia. Google ha anche identificato 18 canali YouTube riconducibili alla propaganda del governo russo, che caricarono in totale 1.108 video visualizzati circa 309mila volte tra giugno 2015 e novembre 2017, ma solo il 3 per cento di questi video aveva più di 3mila visualizzazioni. Gli account sospetti sono stati tutti sospesi così come diversi indirizzi di posta elettronica Gmail, utilizzati per aprire account di vario tipo online e dalle attività sospette. È probabile che nelle prossime settimane siano rivelati ulteriori dettagli, in seguito alle indagini interne ancora in corso.
    Da settimane Facebook e le altre aziende dicono di volere affrontare con attenzione il problema, ma al tempo stesso cercano di minimizzarlo dicendo che ha interessato una parte minima dei loro sistemi e dei servizi per fare pubblicità online. Facebook ha ricordato che in media un suo utente vede circa 200 contenuti al giorno nella sua sezione Notizie (“News Feed”) e che quindi quel tipo di post erano controbilanciati dagli altri. I membri del Congresso nelle commissioni che si stanno occupando della vicenda non sono però convinti e hanno dimostrato un grande scetticismo nei confronti delle aziende coinvolte. In molti casi i dubbi sono ben riposti, in altri sono frutto di semplice calcolo politico per dimostrare la propria indipendenza e autonomia da alcune delle aziende più grandi del mondo (il prossimo anno si vota per le elezioni di metà mandato e c’è chi cerca la rielezione).
    La prima prova per Facebook, Twitter e Google sarà oggi davanti alla commissione del Congresso che si occupa di crimini e terrorismo; all’audizione non parteciperanno i CEO delle aziende, ma dirigenti che si occupano della sicurezza dei dati e più in generale di consigliare le politiche legali aziendali. Domani le stesse aziende dovranno presentarsi davanti alle commissioni d’intelligence di Camera e Senato. Ai dirigenti sarà chiesto come gestiscono i post ordinari, non quelli sponsorizzati, che sfruttando un certo numero di account possono essere diffusi e resi molto popolari senza spendere denaro e rendendoli soprattutto meno tracciabili. Solo su Facebook tra gennaio 2015 e agosto 2017 i troll russi sono riusciti a creare più di 80mila contenuti, che hanno poi raggiunto 29 milioni di utenti. È stato il punto di partenza di un meccanismo che tramite migliaia di “Mi piace”, commenti e condivisioni ha portato quei post a essere visualizzati nel News Feed di 126 milioni di persone. Facebook spiegherà che comunque nel complesso i tentativi di disinformazione da parte della Russia hanno interessato lo 0,004 per cento dei contenuti mostrati dal News Feed.
    In vista delle audizioni al Congresso e temendo nuove leggi che possano limitare le loro attività online, negli ultimi giorni Facebook, Twitter e Google hanno annunciato diverse iniziative per riformare il sistema con cui gestiscono i servizi per la pubblicità, la loro più importante fonte di ricavo. Con sfumature e soluzioni diverse, hanno promesso sistemi di controllo e tracciamento più accurati, ma soprattutto maggiore trasparenza nei confronti degli utenti. Saranno adottati sistemi per rivelare chi commissiona gli annunci pubblicitari di tipo politico, soprattutto per le campagne elettorali, così come nuovi sistemi per distinguere le pubblicità elettorali dalle altre. In questo modo le tre aziende confidano di ricevere un trattamento meno duro da parte del Congresso, che finora ha mantenuto un atteggiamento molto severo con diversi suoi membri determinati a ottenere molti più dati e informazioni su come andarono le cose durante la campagna delle presidenziali 2016.


    Una persona falsa, letteralmente
    Jenna Abrams aveva 70mila follower su Twitter, era popolare e veniva citata dai grandi giornali americani: solo che se l'erano inventata i russi

    Dal 2014 un profilo di Twitter, uno di Medium, un sito e un account di posta di Gmail sono stati creati da dipendenti del governo russo per costruire una persona finta, una giovane donna americana, che partecipasse online al dibattito politico degli Stati Uniti, contribuendo a influenzarlo. È una delle cose scoperte durante le indagini della commissione intelligence della Camera statunitense, che sta indagando sulle interferenze della Russia nella scorsa campagna elettorale: il suo profilo Twitter è citato in un elenco di account fasulli diffuso dalla commissione. Questa “donna” era talmente credibile ed efficace nei suoi messaggi, e diventò così popolare online, che moltissimi siti autorevoli tra cui quelli del New York Times e di BBC l’hanno citata in articoli su diversi argomenti, dalle ascelle non depilate ai selfie senza vestiti di Kim Kardashian, dal “manspreading” ai missili balistici. The Daily Beast ha ricostruito la sua storia e il modo in cui i suoi messaggi sono stati ripresi online.
    Il nome di questa persona inventata era Jenna Abrams. Ora i suoi account sono stati chiusi. La sua esistenza e il suo successo negli ultimi anni mostrano il livello di sofisticazione a cui sono arrivati i “creatori di troll” usati dal governo russo per influenzare la politica statunitense. Il suo profilo è uno dei 2.752 che sono stati chiusi perché Twitter ha scoperto che erano gestiti da un’organizzazione legata al governo russo, così come 36mila bot creati per ritwittare automaticamente contenuti propagandistici
    Le indagini fatte negli ultimi anni sui profili come quello di Abrams hanno svelato che vengono creati da cosiddette “fabbriche di troll”, la più famosa delle quali è nota come “Internet Research Agency” e in passato veniva chiamata “Glavset”. Nei fatti queste “fabbriche” sono degli uffici in cui persone che conoscono bene l’inglese seguono la politica e l’attualità americane e quando succede qualcosa di cui tutti parlano – ad esempio un attentato – si mettono a scrivere dei post usando diversi profili sui social network, allo scopo di influenzare il dibattito. A questi profili corrispondono persone inventate: in alcuni casi non è impossibile intuirlo, in altri, come quello di Jenna Abrams, è impossibile per gli altri utenti dei social network. Poi i bot, creati sempre dalle “fabbriche di troll”, contribuiscono a diffondere i messaggi di questi profili fasulli.
    Non tutte le “fabbriche di troll” si occupano degli Stati Uniti: la giornalista russa Ludmila Savchuk ha lavorato per due mesi sotto copertura in una di queste dedicata ai social network russi e ha raccontato al New York Times come funzionano.
    Sia i bot che i profili di troll creati in Russia possono essere identificati da chi gestisce i social network andando a vedere da dove sono stati messi online. Twitter non ha spiegato con precisione come siano stati identificati i profili come quello di Jenna Abrams durante la relativa udienza alla commissione intelligence della Camera, in cui è stato semplicemente detto che sono stati analizzati uno a uno dopo essere stati «identificati come legati all’Internet Research Agency grazie a informazioni ricevute da fonti terze».
    Il profilo Twitter di Abrams aveva circa 70mila follower e inizialmente non pubblicava messaggi su temi molto controversi, né contenuti associabili a un troll, ma plausibili opinioni di una giovane donna americana che dice quello che pensa e pensa cose sensate, e che lo dice abbastanza bene da essere ritwittata e citata dagli articoli di costume. Per esempio un suo tweet fu incluso in un articolo del Telegraph intitolato “I 15 tweet più divertenti di questa settimana”; un sito per ragazze ha dedicato un intero articolo a un suo tweet di critica a Kim Kardashian. Il tipo di messaggi diffusi dal profilo sono cambiati una volta che il numero dei suoi follower era cresciuto e allo stesso tempo si avvicinavano le elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Pur avendo scritto nella sua biografia «Calmatevi, non sono pro-Trump. Sono solo pro-buon senso», il profilo cominciò a pubblicare tweet in favore di Donald Trump, sull’immigrazione o sulla segregazione razziale. L’ex consigliere per la sicurezza nazionale Michael Flynn ritwittò un suo tweet almeno una volta.
    The Daily Beast dice che il tweet più virale di Jenna Abrams in questo filone pro-Trump era stato quello pubblicato lo scorso aprile, quando negli Stati Uniti si discuteva già dei monumenti sudisti:
    «Alle persone che odiano la bandiera confederata. Lo sapevate che la bandiera e la guerra non riguardavano la schiavitù, ma solo i soldi?».
    A questo tweet hanno risposto in moltissimi, tra cui giornalisti, storici e persone famose, per smentirne il contenuto. Il conduttore radiofonico afroamericano Al Letson continua ad avere come tweet fissato la sua risposta a quel tweet: «È molto facile dire che la Guerra Civile riguardava il denaro quando i tuoi antenati non erano la valuta di scambio». La risposta dello storico Kevin Kruse – «No, la Guerra Civile riguardava la schiavitù. Cordialmente, gli storici» – è stata ritwittata 41mila volte. Molte altre persone, soprattutto con idee di estrema destra, nel frattempo ritwittavano il messaggio di Abrams e se la prendevano con chi lo criticava.
    Oltre al tweet sulla Guerra Civile, Jenna Abrams era anche l’autrice di un post su Medium intitolato “Perché dobbiamo tornare alla segregazione razziale” (è stato cancellato ma si può vedere qui) e di un’immagine di olive nere e verdi che prendeva in giro il movimento Black Lives Matter e che fu ripresa da CNN. Persone autorevoli come Michael McFaul, l’ex ambasciatore degli Stati Uniti in Russia ed esperto di propaganda russa, hanno litigato più volte con il profilo di Jenna Abrams e anche un “vero” troll americano come l’utente Ironghazi – che non vuole che si conosca la sua vera identità ma ha parlato con The Daily Beast – l’aveva scambiato per il profilo di una persona reale quando l’aveva presa in giro per il suo tweet sulla Guerra Civile. Ironghazi pensava che Abrams fosse vera per il modo in cui mescolava cose a volte divertenti, spesso stupide e quasi sempre arrabbiate.
    L’elenco dei siti che secondo la ricostruzione di The Daily Beast hanno dato spazio ai messaggi del profilo di Jenna Abrams è molto lungo: ci sono siti legati al governo russo come Russia Today e Sputnik e siti di estrema destra come Breitbart, ma anche molti siti di pubblicazioni affidabili, tra cui USA Today, Sky News, il Washington Post, Quartz, il Times of India, BuzzFeed e il New York Times. Secondo The Daily Beast: «La diffusione capillare di Abrams nei siti di news americani mostra quanto sia grande l’impatto della “fabbrica di troll” della Russia nel dibattito americano durante la campagna elettorale del 2016 – e fa capire come gli argomenti della Russia siano potuti filtrare nei media di massa americani senza che un singolo dollaro fosse speso in pubblicità».
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  15. #690
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    Quote Originally Posted by Mellen View Post
    126 milioni di utenti su Facebook videro i post degli account russi
    I tentativi di condizionare le elezioni statunitensi furono molto più ampi di quanto annunciato finora, dicono le anticipazioni su cosa diranno Facebook, Twitter e Google oggi al Congresso
    Spoiler
    da ilpost.it de MARTEDÌ 31 OTTOBRE 2017


    Quote Originally Posted by Mellen View Post
    Una persona falsa, letteralmente
    Jenna Abrams aveva 70mila follower su Twitter, era popolare e veniva citata dai grandi giornali americani: solo che se l'erano inventata i russi
    Spoiler
    da ilpost.it de VENERDÌ 3 NOVEMBRE 2017
    Le masse saranno sempre al di sotto della media. La maggiore età si abbasserà, la barriera del sesso cadrà, e la democrazia arriverà all'assurdo rimettendo la decisione intorno alle cose più grandi ai più incapaci.
    Sarà la punizione del suo principio astratto dell'uguaglianza, che dispensa l'ignorante di istruirsi, l'imbecille di giudicarsi, il bambino di essere uomo e il delinquente di correggersi. Il diritto pubblico fondato sulla uguaglianza andrà in pezzi a causa delle sue conseguenze.
    Perché non riconosce la disuguaglianza di valore, di merito, di esperienza, cioè la fatica individuale: culminerà nel trionfo della feccia e dell'appiattimento. L'adorazione delle apparenze si paga.
    "Frammenti di diario intimo", 12 giugno 1871

    They are entitled to their opinion but they suffer from the notable disadvantage of being completely wrong

    Discutere con certe persone è come giocare a scacchi con un piccione. Puoi essere anche il campione del mondo ma il piccione farà cadere tutti i pezzi, cagherà sulla scacchiera e poi se ne andrà camminando impettito come se avesse vinto lui.

    ~-~-~ νῦν μὴ κακά στοχάζομαι ~-~-~

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