View Full Version : [Riflessioni] L'uomo è un animale sociale?
Tanek
9th March 2011, 01:22
E' un po' che volevo aprire questo thread perchè è un po' che vorrei sentire un po' di pareri "esterni", primo perchè è una cosa a cui sto pensando molto ultimamente, secondo perchè sto preparando un pezzo proprio su questo argomento (che come al solito non so se pubblicherò mai, ma questa è un'altra storia...).
Non mi riferisco ovviamente all'accezione distorta che ha assunto oggigiorno ("oh ho 34827278423 amici su FB, sono uno cool, conosco tanta genteehh"), ma mi riferisco alla reale (e non informatizzata) natura dell'uomo e cioè alla tendenza che c'è, innata, in ognuno di noi di seguire determinati comportamenti per "natura".
E' vero, secondo voi, che l'uomo, per sua natura, debba interagire con molti suoi simili in "branco" e che quindi l'interazione con persone nuove sia sempre un elemento positivo? Interagire con tante altre persone porta a confrontarci con tante diversità (di pensiero, di carattere, di vita), può forse essere questa una parte integrante del nostro processo di "crescita" (e di "vita" aggiungerei)?
Oppure credete sia possibile mantenere contatti con poche persone ed limitare la conoscenza di persone nuove? E stare con le (poche?) persone con cui ci si trova bene e di cui ci si fida non è meglio?
Ed, eventualmente, in questo caso si può pensare di vivere limitando al minimo le interazioni con le altre persone?
Se vi va, se ne può discutere qui :hm:
ps: Miave, mi aspetto un tuo parere :nod: :P
Madeiner
9th March 2011, 01:27
Uhm io stamattina andando in uni ho visto un 50enne e un 15enne incrociarsi, entrambi con le giacche che vanno di moda oggi stile "sacco spazzatura" e mi è venuta in mente l'immagine di due capre che non capiscono perchè ma seguono il pastore... conta?
Amiag
9th March 2011, 01:39
imo, si è un animale sociale.
Il bisogno "della gente" si puo ignorare, sopprimere o nascondere ma resta sempre, più o meno conscio. Ed indubbiamente le persone che riescono, per natura o per educazione, ad essere piu socievoli sono piu appagate e stabili emotivamente, ed hanno anche tanti vantaggi a livello di società.
Mentre quelli piu "difficili" sono costretti a fare piu compromessi e sacrifici.
Sulla seconda parte della domanda non ti so rispondere, perchè onestamente io di "pochi amici fidati" non ne ho mai avuti, sempre amicizie superficiali o poco piu, mai data cosi tanta confidenza a qualcuno.
Kinson
9th March 2011, 03:32
La risposta è si .
Non si può fare a meno di altre persone , siamo geneticamente creati per interagire :D . Tanto per dirtene una , nei momenti traumatici / isolamento continuato non è raro che ci pensi direttamente il cervello ad intervenire ( vedi disturbi di personalità vari ed il mitico pallone di castaway :D )
Hador
9th March 2011, 09:03
non penso che la definizione di animale sociale sia una questione di branco o quantità. Semplicemente, da solo è peggio, e penso che comunque chiunque abbia compagno/compagna lo possa confermare :nod:
Lupoazzurro
9th March 2011, 11:10
Direi di si.
biologicamente direi che l'uomo è nato come specie sociale, un singolo non sarebbe mai sopravvissuto, la forza è stata la capacità di cooperare in branco.
Vedi anche la gran parte dei primati più evoluti sono tutti generalmente specie sociali.
Le strutture più complesse, linguaggio e scrittura, sono state sviluppate proprio al fine di comunicare, di interagire di rendere possibile il facile passaggio di un vasto flusso di informazioni sia direttamente (linguaggio) che indirettamente (scrittura) fra un individuo e un altro.
portato al mondo odierno direi che l'interazione e il confronto fra individuo e individuo è fondamentale per la crescita.
Il confrontarsi con modi di pensare e di agire diversi stimola sicuramente il cervello e aiuta a formare carattere e personalità.
E' vero che, a livello di nozioni, uno potrebbe apprendere quasi tutto semplicemente leggendo o parlando con pochissime persone, ma il confronto diretto con altri individui ti costringere a un elaborazione e ad una risposta più rapida (leggendo si ha il tempo di pensare e rieleborare con calma, quando si parla, si discute, è necessario elaborare rapidamente risposte a stimoli imprevedibili).
Boh, personalmente il discorso di restringere le interazioni al minimo solo ad una stretta cerchia fidata fa un pò pensare ad una certa insicurezza di fondo...al desiderio di rimanere comunque su un terreno conosciuto.
Interagire e confrontarsi con più persone implica anche il mettersi in gioco, il "rischiare", cosa che, secondo me, è fondamentale per crescere...a volte dal confronto si uscirà con le ossa rotte o con la consapevolezza di aver incontrato un cretino, altre con un bagaglio di nozioni utili o semplicemente di emozioni in più, ma in tutti i casi sono comunque cose che "fanno esperienza" e che potranno sempre tornare utili in futuro.
Necker
9th March 2011, 11:14
penso che lupo abbia snocciolato tutto.
Il confronto e quindi l'interazione con altri individui sono il punto di partenza per la crescita personale in ogni ambito.
Penso inoltre che il livello di complessità ed evoluzione del nostro cervello, ci porti addirittura alla possibilità di un'involuzione anzichè evoluzione, qual'ora fossimo circondati da gente idiota. Vedi il discorso delle mode di cui Tanek faceva riferimento.
Insomma, la socializzazione è un aspetto cosi profondo e sensibile per noi, che, se non stiamo attenti, pur essendo "sociali" rischiamo seriamente di perderci anzichè guadagnarci dalle interazioni con altri individui. Tutto sta nel saper scegliere chi e come frequentare ed in che modo rapportarcisi.
Pic STK
9th March 2011, 12:55
il fatto di aver aperto un topic, dimostra che l'uomo è un animale sociale. Avresti potuto accontentarti del parere del tuo vicino di casa/collega... invece hai preferito avere un parere da molte + persone, postando su un forum...
marchese
9th March 2011, 13:43
la risposta è ovviamente si
detta in generale, chi si estranea dai rapporti con gli altri non lo fa per "scelta" ma per problemi suoi personali. e chiunque dica il contrario lo fa per stupidità/ignoranza, o perchè ha la coda di paglia
se vuoi andare più in profondità allora in discorso diventa + complesso perchè cambia a seconda di che ambito prendi in considerazione.
Quasi tutti sono capaci di avere relazioni superficiali con le persone. L'ambiente di lavoro è l'esempio + ovvio: si sta insieme perchè le circostanze lo richiedono, ma non è richiesto nessun approfondimento del rapporto. Questo rende il tutto molto più semplice ovviamente per quelle persone che hanno problemi a rapportarsi perchè la propria identità personale non è messa in discussione
Diventa più difficile quando si parla dei rapporti sociali aldifuori di questi ambienti dove si sta insieme con una sorta di "cortese indifferenza". quando si sta in compagnia la propria identità viene messa alla prova. Messa alla prova non "per causa" degli altri ma "a causa" degli altri. Ci si sente "aggrediti" anche se l'aggressione da parte degli altri non c'è veramente. Ci si sente "aggrediti" per mancanze proprio rispetto agli altri. Da qui nasce la difficoltà di alcune persone a socializzare e a stare in mezzo alla gente. Chi si isola lo fa perchè ha paura dei rapporti, non perchè è un "uomo asociale"
il discorso diventa estremamente più complesso quando si tratta dei rapporti sentimentali. Qui si toccano tasti molto difficili perchè il rapporto sentimentale, oltre a includere anche il rapporto fisico, è molto più inconscio e non "razionale"
di base la risposta alla domanda di Tanek è la stessa. Si, noi siamo fatti per i rapporti sociali. E aggiungo, siamo fatti ancora di + per i rapporti con l'altro sesso. E la risposta alle difficoltà di rapporto è simile: incontro/scontro di identità. Non solo però di identità personali, come prima, ma anche di identità sessuali
Cosa intendo? che uomini e donne sono diversi. Siamo esseri umani, ma fisicamente e (soprattutto) psicologicamente diversi. Possono sembrare luoghi comuni, ma quando noi uomini rimaniamo di sasso davanti a certi atteggiamenti delle donne, ne è un piccolo aspetto. Le attenzioni che loro danno ad alcuni significati, il modo che hanno di vedere le cose....sono diversi. Allo stesso tempo noi abbiamo atteggiamenti che loro non capiscono.
Il discorso diventa complicato perchè questi atteggiamenti + o meno evidenti, sono la facciata del nostro differente modo di viverci i sentimenti, le sensazioni e l'irrazionalità. Ed è proprio questa differenza tra di noi che ci attrae. ma che ci spaventa, perchè ci è difficile da comprendere. Abbiamo paura di non capire e venir feriti (come solo una delusione amorosa può fare)
Per noi uomini soprattutto è difficile, e lo sapete. Paradossalmente è molto più facile trovare uomini che sono degli idoli delle folle ma che non riescono ad avere un minimo rapporto con una donna (un esempio semplice, il figaccione che si tromba 100 ragazze al mese, ma che alla fin fine sono solo buchi in cui scaricarsi. Il rapporto, affettivo, non c'è) rispetto ad un uomo che sa veramente portare avanti un rapporto
perchè? è quello che ho detto prima
il rischio di farsi male (psicologicamente ovviamente) è più alto. per cui è molto più facile avere rapporti uomo/donna cercando di esporsi il meno possibile. quindi si cerca di tenersi il più freddi possibile
le donne invece no. non troverai mai una donna che dice di non volere un rapporto sentimentale. Mentre noi questa menzogna la diciamo spesso. Loro si mettono molto + in gioco di noi
alcuni aspetti della nostra società sono uno specchio di questa "paura". per cui la donna è molto meglio che sia una casalinga stupida, controllabile e che non pretenda nulla. Oppure la velina, perfetta e arrapante, ma che porta avanti un tipo di femminilità vuota
come ha detto Necker sopra di me, Il confronto e quindi l'interazione con altri individui sono il punto di partenza per la crescita personale in ogni ambito.. Cazzo quanto è vero. E dico di più: il tipo di rapporto che tu porti avanti con l'altro sesso si rispecchia quasi sempre nel tuo modo di rapportarti in generale
e con questo wall of text non ho toccato che la punta dell'iceberg
Tanek
9th March 2011, 14:15
Perdonatemi, anche oggi sono strapieno di lavoro, vedo se riesco a rispondere con calma nel pomeriggio oppure lo farò stasera, nel frattempo scrivo solo una cosa:
e con questo wall of text non ho toccato che la punta dell'iceberg
Per quanto mi riguarda i WoT sono assolutamente ben accetti in questo tipo di discussioni :)
Nel pomer o stasera leggo tutto :)
Miave
9th March 2011, 14:34
sono ancora rincoglionito visto che ho dormito 2 ore, anyway:
l'uomo è sempre stato un'animale sociale ma secondo me questa sua caratteristica si è evoluta nel tempo: all'inizio fondamentalmente era un'aiuto reciproco per tirare avanti e rendere la vita più facile, un comportamento addirittura inconscio suppongo, ma adesso imo non è più così. Adesso solo il fatto di parlarne fa sì che noi siamo consapevoli di questa attitudine/comportamento, e possiamo osservarla e tentare di valutarla in modo oggettivo; questo comporta secondo me la possibilità di "scegliere", o per lo meno di capire il perchè si voglia/debba essere un animale sociale... ed il motivo non è più il tirare avanti (ok, è ovvio che insieme si "combini" di più, soprattutto secondo il fattore tempo, ma quanta gente ce la fa da sola ormai? parecchia, e che sia per scelta o necessità poco cambia) ma è il "superare". Oggi la molla principale della socialità dell'uomo non è il rendersi la vita più semplice, ma è il confronto. Quante volte nella sua vita l'uomo prende decisioni in base all'opinione (palesata o meno) altrui? Perchè la gente a parità di stipendi accetta lavori che sembrano meno umili? Perchè la gente a parità di caratteristiche acquista certe cose invece di altre?
Quanti di voi si sono dati degli obiettivi (a breve, medio o lungo termine) dall'adolescenza ad oggi? Provate a chiedervi il perchè di questi obiettivi. Sono stati scelti davvero solo ed unicamente in base a voi stessi? Nessuno ha davvero mai visto qualcuno con qualcosa di figo (fisico, macchina, etc etc) e deciso di cambiare, impegnarsi, per ottenere qualcosa di simile o migliore?
Parlando dell'uomo come animale sociale mi è sempre venuto in mente Hobbes: "homo homini lupus", che tradotto signfica "tu dai una mano a me e io la do a te, altrimenti qui va tutto a puttane". Beh, non è più così. Non solo, almeno... anzi oserei dire che più si va avanti più la negatività della socialità umana emerge (vedila come una gaussiana tanek!), semplicemente perchè l'uomo ne è sempre più consapevole.
Con questo voglio dire che siamo arrivati al punto in cui l'essere "sociale" è diventato negativo per l'uomo? Assolutamente no, ma non possiamo in ogni caso prendere per buona solo ed unicamente la definizione passata perchè con il tempo anche la definizione ha dovuto evolversi acquisendo molti altri elementi, alcuni positivi alcuni negativi.
Ed arrivati a questo punto, il passo successivo è ovviamente: è sempre davvero necessario per ogni singolo individuo rispettare quest'etichetta di "animale sociale"? Ni. Io credo che siamo arrivati abbastanza avanti da poter valutare questa nostra caratteristica e da poter decidere se farcene qualcosa o sbattercela sui maroni. Credo che un minimo di interazione serva anche perchè ormai non si vive più raccogliendo bacche, ma stabilire a priori che ognuno "debba" avere rapporti sociali quali amicizie, relazioni sentimentali, vita sociale e che questo sia "il meglio" per ogni singolo individuo beh... no. Ma proprio no.
è semplicemente un qualcosa con cui siamo nati, che abbiamo sfruttato e che ora è lì... ogni tanto fa qualcosa ed ogni tanto fa male. Dopotutto abbiamo ancora l'appendice no?
E marchese ha ragione quando parla della "paura", ma proprio per questo ognuno deve prendere la propria decisione e seguire la propria strada, e non per tutti si tratterà di passare la vita circondati da persone.
(ah marchese se sai dove devo firmare per quelle 100 ragazze al mese fammi un fischio ç_ç)
Se poi con il tempo voi riuscirete ad estirpare tutti i nuovi attributi che il termine "animale sociale" ha acquisito, tornando al vecchio animale sociale che doveva solo mettersi in società per ammazzare dinosauri più grossi e fare bunga bunga per riprodursi allora chiamatemi, a me non dispiacerebbe andare a lavoro nudo facendo l'elicottero con l'uccello e fregandomene di quello che pensa il resto del mondo.
ps: probabilmente ho sparato cazzate e probabilmente nessuno di voi sarà d'accordo con me... questo è perchè voi (animali sociali standard) ed io (asociale complessato) vediamo le cose da differenti punti di vista. L'importante è che nessuno abbia la convinzione di venire qui portando la verità assoluta e decidendo ciò che è oggettivamente giusto per ogni altro singolo individuo, perchè in quel caso contribuirebbe solo alla mia idea che il confronto con le altre persone servono sempre meno per aiutarci a prendere decisioni e ad avere opinioni :D
edit: vado in uni e quando torno non avrò tempo di leggere tutto, mettete degli asterischi dove mi offendete così trovo subito i post
Katzenjammer
9th March 2011, 15:01
Sono in un certo senso d'accordo con Miave.
Sì, siamo nati come animali sociali, ma ora siamo sia meno animali che meno sociali.
Ci siamo evoluti, il nostro cervello si è evoluto (appunto non siamo più "kill animalz fuck womenz" n.d.r. i dinosauri erano estinti quando è sbucato l'uomo) e ora non siamo più comandati dall'istinto che fa si che ci uniamo in branchi. Ora ognuno di noi, crescendo, si fa la sua idea degli altri, della società e accetta o no di farne parte o meno. Chi decide di farsela in solitaria, però, non è che rischia di essere stabbato da un macairodonte.
Il discorso è diverso imho per quanto riguarda il sesso opposto. Quella è una pulsione che nessuno (o quasi) ignora ed in un modo o nell'altro siamo ancora spinti istintivamente a soddisfare.
Lupoazzurro
9th March 2011, 15:47
l'uomo è sempre stato un'animale sociale ma secondo me questa sua caratteristica si è evoluta nel tempo: all'inizio fondamentalmente era un'aiuto reciproco per tirare avanti e rendere la vita più facile, un comportamento addirittura inconscio suppongo, ma adesso imo non è più così. Adesso solo il fatto di parlarne fa sì che noi siamo consapevoli di questa attitudine/comportamento, e possiamo osservarla e tentare di valutarla in modo oggettivo; questo comporta secondo me la possibilità di "scegliere", o per lo meno di capire il perchè si voglia/debba essere un animale sociale... ed il motivo non è più il tirare avanti (ok, è ovvio che insieme si "combini" di più, soprattutto secondo il fattore tempo, ma quanta gente ce la fa da sola ormai? parecchia, e che sia per scelta o necessità poco cambia) ma è il "superare". Oggi la molla principale della socialità dell'uomo non è il rendersi la vita più semplice, ma è il confronto. Quante volte nella sua vita l'uomo prende decisioni in base all'opinione (palesata o meno) altrui? Perchè la gente a parità di stipendi accetta lavori che sembrano meno umili? Perchè la gente a parità di caratteristiche acquista certe cose invece di altre?
Quanti di voi si sono dati degli obiettivi (a breve, medio o lungo termine) dall'adolescenza ad oggi? Provate a chiedervi il perchè di questi obiettivi. Sono stati scelti davvero solo ed unicamente in base a voi stessi? Nessuno ha davvero mai visto qualcuno con qualcosa di figo (fisico, macchina, etc etc) e deciso di cambiare, impegnarsi, per ottenere qualcosa di simile o migliore?
mmm...non sono del tutto d'accordo, o almeno non è secondo me un concetto universalmente applicabile.
Almeno, parlando personalmente, la molla non è il confronto, il voler superare, quanto piuttosto una soddisfazione personale.
Se scelgo un lavoro più impegnativo (e nemmeno sempre è così, molta gente accetta apposta lavori meno remunerativi ma che hanno rotture di cazzo inferiori) o mi do un obbiettivo o cerco di possedere qualcosa di "figo" in genere lo faccio perchè mi piace l'oggetto (e spesso fa cagare all'universo mondo :sneer: ), perchè mi voglio mettere alla prova o semplicemente perchè riuscire in qualcosa di difficile mi dà soddisfazione.
In tutto questo il voler sopravanzare qualcun altro conta relativamente poco...
Ed arrivati a questo punto, il passo successivo è ovviamente: è sempre davvero necessario per ogni singolo individuo rispettare quest'etichetta di "animale sociale"? Ni. Io credo che siamo arrivati abbastanza avanti da poter valutare questa nostra caratteristica e da poter decidere se farcene qualcosa o sbattercela sui maroni. Credo che un minimo di interazione serva anche perchè ormai non si vive più raccogliendo bacche, ma stabilire a priori che ognuno "debba" avere rapporti sociali quali amicizie, relazioni sentimentali, vita sociale e che questo sia "il meglio" per ogni singolo individuo beh... no. Ma proprio no.
è semplicemente un qualcosa con cui siamo nati, che abbiamo sfruttato e che ora è lì... ogni tanto fa qualcosa ed ogni tanto fa male. Dopotutto abbiamo ancora l'appendice no?
E marchese ha ragione quando parla della "paura", ma proprio per questo ognuno deve prendere la propria decisione e seguire la propria strada, e non per tutti si tratterà di passare la vita circondati da persone.
(ah marchese se sai dove devo firmare per quelle 100 ragazze al mese fammi un fischio ç_ç)
Ognuno può e deve giustamente prendere la propria decisione.
Però credo che inizialmente la socialità sia importante nella crescita di qualunque individuo, io penso che il rapportarsi con "altri sè" aiuti moltissimo lo sviluppo delle capacità di ragionamento, di linguaggio, di confronto/scontro anche, e sia indispensabile per la formazione di una personalità completa.
Questo proprio perchè siamo intrinsecamente una specie sociale e bene o male è impensabile vivere completamente isolati.
Come dici è una cosa, una capacità, che è li, ma è li per un motivo preciso e cioè che bene o male ci serve.
Che poi, successivamente, una persona dopo aver fatto esperienza di socialità decida di staccarsene almeno in parte, bè li penso intervengano le differenze che ci sono da individuo a individuo.
Quale sia "il meglio" in questo caso penso che stia a ciascuno capirlo o scoprirlo, non credo si possa avere "un meglio" assoluto proprio come la storia personale di ciascuno ha portato allo sviluppo di una personalità diversa e unica.
Personalmente trovo che il rapportarsi con altre persone stimoli il cervello, allenandolo a elaborare risposte a situazioni assolutamente imprevedibili, a volte piacvoli altre meno, serva insomma a "fare esperienza", a crescere anche per tentativi ed errori.
Qui può intervenire il fattore "paura": per rapportarsi uno si deve per forza esporre, non esiste un rapporto se si rimane chiusi a riccio.
Ed esponendosi si può ricevere qualcosa di positivo ma anche qualcosa di molto negativo.
Ma io penso che questa sia una caratteristica fondamentale della nostra vita non solo di esseri sociali ma sopratutto di esseri pensanti: una patata o un albero possono rimanere sempre li ad aspettare il passare dei giorni, senza emozioni e senza problemi.
Mettersi in gioco ti può portare a "vincere" qualche volta e a "perdere" molte altre, nessuno avrà mai la certezza di vincere al 100%.
Ma personalmente preferisco "rischiare" e perdere piuttosto che non giocare affatto proprio perchè è anche attraverso i tentativi andati male che si cresce.
ps: probabilmente ho sparato cazzate e probabilmente nessuno di voi sarà d'accordo con me... questo è perchè voi (animali sociali standard) ed io (asociale complessato) vediamo le cose da differenti punti di vista. L'importante è che nessuno abbia la convinzione di venire qui portando la verità assoluta e decidendo ciò che è oggettivamente giusto per ogni altro singolo individuo, perchè in quel caso contribuirebbe solo alla mia idea che il confronto con le altre persone servono sempre meno per aiutarci a prendere decisioni e ad avere opinioni :D
se pensassi che quello che ho scritto sia una verità oggettiva probabilmente non sarei qui ma avrei già fondato una religione :sneer:
e' semplicemente come la penso io, diciamo una verità relativa alla mia esperienza, ho visto che funziona per me, per come sono fatto io.
in generale potrebbe tranquillamente essere una fregnaccia ;)
Vynnstorm
9th March 2011, 16:42
Sono d'accordo con Miave, che in pratica ha riportato il pensiero di Schopenhauer. Se vi interessa l'argomento e non lo avete già fatto allora leggetevi "Aforismi sulla saggezza del vivere" di Schopenhauer appunto, è accessibile a tutti ed è >9000. Poi vabbè io sono un fanboi:)
Miave
9th March 2011, 18:06
sartre > schopenauer btw
dariuz
9th March 2011, 18:13
-si è un animale sociale e si migliora confrontantosi con gli altri , piu sono meglio è
-non è una necessità , puoi benissimo startene isolato nel tuo piccolo microcosmo vivere la tua vita , non evolverti e prepararti all'estinzione , ma se ti va bene cosi GG.
Mirera
9th March 2011, 20:21
credo che il vivere insieme agli altri e confrontarsi con gli altri sia essenziale per uno sviluppo "completo" della propria vita.
ho scritto completo tra virgolette proprio per puntualizzare che anche in casi di asocialità e di isolamento c'è un sviluppo ma è, appunto, incompleto perchè manca di tutta quella parte che i rapporti con gli altri comportano.
a parte la mera "utilità" di avere una cerchia di amici e conoscenze (utilità che può essere evidente nel momento del bisogno) c'è secondo me la parte più importante, e cioè la ricchezza che dà il confrontarsi con gli altri.
poter condividere idee, esperienze, poter sentire racconti su cose e posti sconosciuti, avere consigli su un libro insomma.. mille e mille cose da poter mettere sul piatto della conoscenza comune, e questo non si raggiungerà mai stando chiusi in casa sui libri o cercando informazioni su internet.
per come sono fatta io, non riesco onestamente a capire come possano vivere bene le persone che decidono invece di isolarsi dal mondo, di non avere contatti con gli altri (se non superficiali). Si perdono davvero tanto.
i più bei ricordi che ho della mia vita son sempre legati ad altre persone, e anche i successi personali sono tante volte più belli se condivisi dalle persone a cui vuoi bene.
quando ho avuto belle soddisfazioni sul lavoro, oppure mi è successo qualcosa di grandioso a livello personale il primo impulso è stato quello di condividere la mia gioia, e di vedere nella mia famiglia, nel mio compagno, nei miei amici, la contentezza per quello che mi stava succedendo.
tutte queste sensazioni inevitabilmente si perdono se ci si comporta da animali asociali.
che poi adesso l'uomo sia meno "animale" .. su questo ho i miei dubbi. se per "animale" si intende che non andiamo più in giro vestiti di pelli (a parte Power :D) o che emettiamo suoni gutturali, è vero; ma tutto il resto è rimasto.
i bisogni fondamentali sono sempre gli stessi, sia quelli fisiologici (mangiare, avere un riparo e riprodursi) che quelli comprotamentali: infatti la maggior parte della gente vive in mezzo agli altri.
tra tutte le persone che conoscete, che percentuale vive isolata dagli altri? personalmente è una cifra molto molto bassa. E questo non credo che sia dovuto all'abitudine, ma a un nostro bisogno.
di abitudini e bisogni nella nostra evoluzione ne abbiamo cambiati tanti, se non è successo per il nostro essere sociali ci sarà un motivo...
non so se quello che ho scritto sia facilmente comprensibile o quanti errori ci siano, ma ne vengo da 6 ore di riunione per le procedure delle certificazioni ISO.. capitemi :gha:
Darkmind
9th March 2011, 20:23
l'uomo attuale è un animale e basta, il carattere sociale lo ha perso quando ha iniziato a bastarsi
per poter soddisfare le necessità. Gli attuali rapporti, dall'amicizia al classico rapporto di
natura lavorativa (intenso come collega non come rapporto capo-sottoposto random),
hanno in comune il semplice scopo utilitaristico e basta. Può risultare alquanto mero e
restrittivo ma imho se ognuno di noi riuscisse a soddisfare da solo il fatto di potersi riprodursi
non staremo qui manco a perder tempo a trovare una troia che te lo succhia con più o meno piacere.
Una volta era molto diverso poichè, come ha detto Miave, gli uomini dovevano far fronte a problematiche
superiori alle loro disponibilità, al giorno d'oggi invece, vuoi per l'avanzamento tecnologico vuoi perchè
chi più chi meno, si ha un certo benessere di vita ognuno si coltiva il prorpio orto di cazzi suoi e buona li
e fanculo al migliorarsi, alla gente in generale frega meno di zero di essere considerato una merda o
una buona persona al di fuori dalla sua famiglia, dal momento che le considerazioni degli altri quando chiudi
la porta di casa tua rimangono fuori assieme alla spazzatura e agli animali randagi.
Questo ovviamente facendo un discorso generico sulla natura umana,ovviamente poi ci sono diversi modi
e gradi di "intesità" ma penso che questa sia la linea che stiamo attualmente seguendo come "uomini".
Tanek
10th March 2011, 00:34
Premetto che tutto quello che scriverò di seguito potrebbe essere influenzato dalla negatività (che scorre copiosa) di questi giorni.
Quello su cui volevo riflettere un po' riguarda il fatto che, probabilmente, tutta questa "necessità" di interagire con N mila persone diverse è una forzatura del mondo moderno.
Sulla seconda parte della domanda non ti so rispondere, perchè onestamente io di "pochi amici fidati" non ne ho mai avuti, sempre amicizie superficiali o poco piu, mai data cosi tanta confidenza a qualcuno.
Non considerarlo solo un difetto, io per carattere tendo ad avere 4/5 persone fidate di cui mi fido ciecamente, beh dopo 29 anni di vita posso dirti che alcune tra le più grosse pugnalate me le sono prese proprio da persone con cui avevo un rapporto del genere.
Tanto per dirtene una , nei momenti traumatici / isolamento continuato non è raro che ci pensi direttamente il cervello ad intervenire ( vedi disturbi di personalità vari ed il mitico pallone di castaway :D )
Perdonami però, per rimanere nel tuo esempio anche il mitico Wilson era UNA "persona", non una folla, quindi ciò non implica necessariamente che ci sia bisogno di più persone.
non penso che la definizione di animale sociale sia una questione di branco o quantità. Semplicemente, da solo è peggio, e penso che comunque chiunque abbia compagno/compagna lo possa confermare :nod:
Secondo me oggigiorno molto spesso da solo è assolutamente meglio (vedi reply di Darkmind), e non te lo dico per auto-supportare il mio status di single.
Però questo è un altro terreno, io non sto parlando di partner (certo avrei un sacco da dire anche su questo argomento) ma di interazioni sociali.
Insomma, la socializzazione è un aspetto cosi profondo e sensibile per noi, che, se non stiamo attenti, pur essendo "sociali" rischiamo seriamente di perderci anzichè guadagnarci dalle interazioni con altri individui. Tutto sta nel saper scegliere chi e come frequentare ed in che modo rapportarcisi.
Ooooh, ecco questo è un punto su cui vorrei soffermarmi.
E' questa la natura sociale "deviata" dalla società moderna imho: conosci tanta gente, parla di cazzate, "oh io conosco questo e quello" (si ma, in realtà, lo conosci davvero?), superficialità dei rapporti, ipocrisia e opportunismo.
E allora in certi casi non è meglio "evitare di incontrare" certe persone?
il fatto di aver aperto un topic, dimostra che l'uomo è un animale sociale. Avresti potuto accontentarti del parere del tuo vicino di casa/collega... invece hai preferito avere un parere da molte + persone, postando su un forum...
Mmmm, no Pic, non lo dimostra, io sto cercando un parere da più persone perchè sono curioso e perchè mi interessa il tema, non perchè mi sento "obbligato" a farlo (diverso imho sarebbe stato il discorso se vi avessi chiesto consiglio su qualcosa, allora lì si che avevi ragione).
la risposta è ovviamente si
detta in generale, chi si estranea dai rapporti con gli altri non lo fa per "scelta" ma per problemi suoi personali. e chiunque dica il contrario lo fa per stupidità/ignoranza, o perchè ha la coda di paglia
[...]
di base la risposta alla domanda di Tanek è la stessa. Si, noi siamo fatti per i rapporti sociali. E aggiungo, siamo fatti ancora di + per i rapporti con l'altro sesso. E la risposta alle difficoltà di rapporto è simile: incontro/scontro di identità. Non solo però di identità personali, come prima, ma anche di identità sessuali
[...]
il rischio di farsi male (psicologicamente ovviamente) è più alto. per cui è molto più facile avere rapporti uomo/donna cercando di esporsi il meno possibile. quindi si cerca di tenersi il più freddi possibile
[...]
come ha detto Necker sopra di me, Il confronto e quindi l'interazione con altri individui sono il punto di partenza per la crescita personale in ogni ambito.. Cazzo quanto è vero. E dico di più: il tipo di rapporto che tu porti avanti con l'altro sesso si rispecchia quasi sempre nel tuo modo di rapportarti in generale
In ordine: a) io non ne sono per niente sicuro sinceramente, e non mi sento nè stupido/ignorante nè lo dico solo per sostenere a vuoto la mia tesi.
Sia chiaro, non sono uno completamente asociale, come ho scritto sopra tendo ad avere un numero limitato di amici completamente fidati (direi mai non più di 4/5) e poi tot di persone a cui sono legato per amicizia, sono il resto delle persone del mondo che spesso non mi fanno nè caldo nè freddo.
b) Anche qui, sforiamo un po' in un campo diverso, secondo me le due cose sono nettamente separate.
c) Vero, e dov'è l'errore? Non capisco perchè tutto il mondo può voler approfittare delle persone (di certe persone, con una serie di tratti caratteriali ben precisi) e io non posso volermene strafregare di quelli che lo fanno, anche "a priori" senza la minima conferma, laddove la conferma comporterebbe un coinvolgimento che in realtà è meglio evitare.
d1) Perchè dici così? Perchè poni sugli "altri" le basi per la crescita? E se questi altri invece ti sminuiscono? Ti rovinano? Ti cambiano in peggio?
d2) Su questo ci penso, mi hai messo in crisi con questa affermazione. :P
[...]
Parlando dell'uomo come animale sociale mi è sempre venuto in mente Hobbes: "homo homini lupus", che tradotto signfica "tu dai una mano a me e io la do a te, altrimenti qui va tutto a puttane". Beh, non è più così. Non solo, almeno... anzi oserei dire che più si va avanti più la negatività della socialità umana emerge (vedila come una gaussiana tanek!), semplicemente perchè l'uomo ne è sempre più consapevole.
Con questo voglio dire che siamo arrivati al punto in cui l'essere "sociale" è diventato negativo per l'uomo? Assolutamente no, ma non possiamo in ogni caso prendere per buona solo ed unicamente la definizione passata perchè con il tempo anche la definizione ha dovuto evolversi acquisendo molti altri elementi, alcuni positivi alcuni negativi.
Ed arrivati a questo punto, il passo successivo è ovviamente: è sempre davvero necessario per ogni singolo individuo rispettare quest'etichetta di "animale sociale"? Ni. Io credo che siamo arrivati abbastanza avanti da poter valutare questa nostra caratteristica e da poter decidere se farcene qualcosa o sbattercela sui maroni. Credo che un minimo di interazione serva anche perchè ormai non si vive più raccogliendo bacche, ma stabilire a priori che ognuno "debba" avere rapporti sociali quali amicizie, relazioni sentimentali, vita sociale e che questo sia "il meglio" per ogni singolo individuo beh... no. Ma proprio no.
è semplicemente un qualcosa con cui siamo nati, che abbiamo sfruttato e che ora è lì... ogni tanto fa qualcosa ed ogni tanto fa male. Dopotutto abbiamo ancora l'appendice no?
E marchese ha ragione quando parla della "paura", ma proprio per questo ognuno deve prendere la propria decisione e seguire la propria strada, e non per tutti si tratterà di passare la vita circondati da persone.
(ah marchese se sai dove devo firmare per quelle 100 ragazze al mese fammi un fischio ç_ç)
Se poi con il tempo voi riuscirete ad estirpare tutti i nuovi attributi che il termine "animale sociale" ha acquisito, tornando al vecchio animale sociale che doveva solo mettersi in società per ammazzare dinosauri più grossi e fare bunga bunga per riprodursi allora chiamatemi, a me non dispiacerebbe andare a lavoro nudo facendo l'elicottero con l'uccello e fregandomene di quello che pensa il resto del mondo.
ps: probabilmente ho sparato cazzate e probabilmente nessuno di voi sarà d'accordo con me... questo è perchè voi (animali sociali standard) ed io (asociale complessato) vediamo le cose da differenti punti di vista. L'importante è che nessuno abbia la convinzione di venire qui portando la verità assoluta e decidendo ciò che è oggettivamente giusto per ogni altro singolo individuo, perchè in quel caso contribuirebbe solo alla mia idea che il confronto con le altre persone servono sempre meno per aiutarci a prendere decisioni e ad avere opinioni :D
Upperrimo a tutto, anche al "ps"sull' "oggettività" di cose che in realtà di oggettivo non hanno proprio nulla.
Sulla prima parte (che ho saltato nel quote) invece non mi ritrovo, nel senso che probabilmente hai ragione e per "la massa" è così, ma io credo di essere immune a questo tipo di influenze (o quantomeno cerco di esserlo).
To be continued...
Tanek
10th March 2011, 00:47
Sono d'accordo con Miave, che in pratica ha riportato il pensiero di Schopenhauer. Se vi interessa l'argomento e non lo avete già fatto allora leggetevi "Aforismi sulla saggezza del vivere" di Schopenhauer appunto, è accessibile a tutti ed è >9000. Poi vabbè io sono un fanboi:)
Segnato :P sta 6 euro su amazon.it, potrei anche prenderlo sulla fiducia, anche perchè è un po' che voglio (ri)avvicinarmi alla filosofia.
(in realtà in questi giorni sto pensando di cominciare a studiare psicologia, l'ho sempre denigrata ma ho avuto un paio di esempi clamorosi che mi hanno fatto riflettere molto... e soprattutto credo che la combo ingegnere + psicologo, anche se probabilmente matematicamente impossibile, possa essere un win totale :D )
-si è un animale sociale e si migliora confrontantosi con gli altri , piu sono meglio è
-non è una necessità , puoi benissimo startene isolato nel tuo piccolo microcosmo vivere la tua vita , non evolverti e prepararti all'estinzione , ma se ti va bene cosi GG.
No, non ci siamo (imho eh :P ).
E sulla seconda frase, secondo me banalizzi troppo :)
per come sono fatta io, non riesco onestamente a capire come possano vivere bene le persone che decidono invece di isolarsi dal mondo, di non avere contatti con gli altri (se non superficiali). Si perdono davvero tanto.
Solo una cosa, attenta che anche tu stai portando il discorso agli estremi: io non parlavo di isolamento totale globale (anche se, lo ammetto, è una ipotesi che non escludo a priori) ma di interazione "massiva" con altre persone. E' il classico "ma si, fa bene conoscere gente nuova" su cui vorrei puntare il dito, è vera questa affermazione? E' davvero nella nostra natura?
l'uomo attuale è un animale e basta, il carattere sociale lo ha perso quando ha iniziato a bastarsi
per poter soddisfare le necessità. Gli attuali rapporti, dall'amicizia al classico rapporto di
natura lavorativa (intenso come collega non come rapporto capo-sottoposto random),
hanno in comune il semplice scopo utilitaristico e basta. Può risultare alquanto mero e
restrittivo ma imho se ognuno di noi riuscisse a soddisfare da solo il fatto di potersi riprodursi
non staremo qui manco a perder tempo a trovare una troia che te lo succhia con più o meno piacere.
Una volta era molto diverso poichè, come ha detto Miave, gli uomini dovevano far fronte a problematiche
superiori alle loro disponibilità, al giorno d'oggi invece, vuoi per l'avanzamento tecnologico vuoi perchè
chi più chi meno, si ha un certo benessere di vita ognuno si coltiva il prorpio orto di cazzi suoi e buona li
e fanculo al migliorarsi, alla gente in generale frega meno di zero di essere considerato una merda o
una buona persona al di fuori dalla sua famiglia, dal momento che le considerazioni degli altri quando chiudi
la porta di casa tua rimangono fuori assieme alla spazzatura e agli animali randagi.
Questo ovviamente facendo un discorso generico sulla natura umana,ovviamente poi ci sono diversi modi
e gradi di "intesità" ma penso che questa sia la linea che stiamo attualmente seguendo come "uomini".
Reply davvero molto interessante, sulla parte "utilitaristica" mi trovi assolutamente d'accordo (che poi è uno dei motivi che mi spinge a sostenere il secondo gruppo di affermazioni del mio reply iniziale).
Bon crollo a letto che sono stanco morto e anche un po' psicologicamente provato. :/
Hador
10th March 2011, 00:57
io ero e sono il capo dei misantropi. Però in 2 è meglio che da soli :_D
se così non è, l'altro non è azzeccato. Qualsiasi discorso sui massimi sistemi si perde, imo, in questa semplice verità. Anche fare gli associali in due è più bello che farlo da solo. Ora usiamo la parola "sociale" pensando al mondo intero, social di qua, social di la, come termine ha acquistato un valore vastissimo, che secondo me rischia di far casino. A me generalmente non piace stare con gli altri e tantomeno in mezzo a tanta gente, rifuggo qualsiasi luogo e occasione stile "festa di tante persone" e sono 3 anni che faccio le vacanze in luoghi sperduti. MA non è che sto solo, sto con pochi ma buoni, principalmente ragazza, nucleo familiare, pochi (molto pochi) amici. E anche se da solo io sto benissimo, non ce n'è, con gli altri, se sono quelli giusti, si sta meglio.
Amiag
10th March 2011, 02:19
credo il discorso fosse piu "quantità" vs "qualità"
penso che l'isolamento totale siam tutti d'accordo che fa male ... o meglio puo pure andare bene finche riesci a sopperire alla mancanza in altri modi, ma il giorno in cui questo viene meno sei fregato di brutto ...
comunque secondo me il problema di fondo è considerare il "socialializzare" come un qualcosa di "positivo" o "negativo" in sè, di base sei tu che gli dai un "valore" in base a quello che ci investi e quello che ti aspetti di ricevere. Anche la socializzazione "da facebook" è positiva se il fine è semplicemente le "due chiacchiere".
I problemi nascono quando non riesci ad avere rapporti "alla pari".
Se un tuo amico fidato è un coglione, beh mi dispiace ma matematicamente prima o poi ci resti fregato quindi forse non dovrebbe esserlo.
Se esci con gente che ha interessi totalmente diversi dai tuoi, sai gia che il massimo che riceverai son le "due chiacchiere", se ti sta bene ok se no ... si taglia ;)
questo è come cerco di comportarmi io, anche se a dire il vero il "si taglia" alla fine capita molto piu spesso di quel che vorrei :sneer:
edit , faccio una parentesi su questo
il rischio di farsi male (psicologicamente ovviamente) è più alto. per cui è molto più facile avere rapporti uomo/donna cercando di esporsi il meno possibile. quindi si cerca di tenersi il più freddi possibile
le donne invece no. non troverai mai una donna che dice di non volere un rapporto sentimentale. Mentre noi questa menzogna la diciamo spesso. Loro si mettono molto + in gioco di noi
alcuni aspetti della nostra società sono uno specchio di questa "paura". per cui la donna è molto meglio che sia una casalinga stupida, controllabile e che non pretenda nulla. Oppure la velina, perfetta e arrapante, ma che porta avanti un tipo di femminilità vuota
Non sono assolutamente d'accordo, il discorso uomini superficiali, donne sentimentali vale fino a un certo punto ... non si puo generalizzare.
E' PIENO di donne che scappano dai sentimenti, o perche sono in una fase particolare della loro vita (lasciate da poco con l'ex, avuta qualche brutta delusione, passati da poco i 30 ... :sneer:) o proprio per carattere. Cosi come ci sono quelle che si accontentano di "quello che capita" perche troppo vigliacche per cercare un coinvolgimento maggiore ...
Il discorso vale forse per i piu giovani, ma andando avanti con l'età non direi proprio.
Shock
10th March 2011, 02:25
L'uomo, per gli ottimisti, è socievole. Io dico che è un animale sociale con forti tendenze all'opportunista.
L'identità di una persona si costruisce trovando differenze e somiglianze con gli altri. Il resto è aria fritta...
Più investi in una relazione, più rischi di perderci. Più vai con lo zoppo, più impari a zoppicare a meno che tu abbia coscientemente scelto di zoppicare/non-zoppicare.
(non ho letto tutto.)
Galandil
10th March 2011, 03:33
per come sono fatta io, non riesco onestamente a capire come possano vivere bene le persone che decidono invece di isolarsi dal mondo, di non avere contatti con gli altri (se non superficiali). Si perdono davvero tanto.
Ma anche no.
Io ero una persona parecchio socievole, sempre in giro con persone, conoscenti, amici, amici intimi, ecc. Col passare del tempo, finita la fase "ventenni allo sbaraglio", mi sono accorto di quanta pochezza, ipocrisia, ignoranza, ottusità e idiozia è venuta fuori da tutta quella gente. E col passare di altro tempo, mi sono reso conto di quanto ormai la gente faccia letteralmente schifo, di quanto siano pronti ad esercitare il loro (per quanto minuscolo e patetico) briciolo di potere e di arroganza, o, nel migliore dei casi, a dimostrare il loro essere sciatti e profondi quanto un contenitore da coltura batterica.
So anche che, forse, 1 su 200 è una persona a modo e interessante. Peccato che ormai mi sono abbondantemente rotto i coglioni di imbattermi nelle altre 199 (quando poi ti va di culo e la peschi, quell'1 su 200).
Alkabar
10th March 2011, 10:44
E' un animale TROPPO sociale.
Necker
10th March 2011, 11:09
Ma anche no.
Io ero una persona parecchio socievole, sempre in giro con persone, conoscenti, amici, amici intimi, ecc. Col passare del tempo, finita la fase "ventenni allo sbaraglio", mi sono accorto di quanta pochezza, ipocrisia, ignoranza, ottusità e idiozia è venuta fuori da tutta quella gente. E col passare di altro tempo, mi sono reso conto di quanto ormai la gente faccia letteralmente schifo, di quanto siano pronti ad esercitare il loro (per quanto minuscolo e patetico) briciolo di potere e di arroganza, o, nel migliore dei casi, a dimostrare il loro essere sciatti e profondi quanto un contenitore da coltura batterica.
So anche che, forse, 1 su 200 è una persona a modo e interessante. Peccato che ormai mi sono abbondantemente rotto i coglioni di imbattermi nelle altre 199 (quando poi ti va di culo e la peschi, quell'1 su 200).
vero, ma implicitamente stai ammettendo che nemmeno l'isolamento totale sia la strada da seguire, quell'unica persona su 200... varrà si o no la pena d'essere inclusa nella propria cerchia di amici...
marchese
10th March 2011, 12:46
replico velocemente a Tanek
e allora? no scusa, ma forse ci siamo capiti male. Essere sociali mica vuol dire avere 200000 amiconi. Mi sembra che la tua "autodescrizione" rientri perfettamente nell'essere normali. Hai i tuoi amici "del cuore", a cui affideresti la vita. Hai poi la tua cerchia di amici con cui magari esci regolarmente e ti ci trovi bene, ma con cui non hai quel livello di confidenza al 100%. e poi ci sono il resto della gente, che finchè non succede qualcosa per cui ci entri in confidenza, è ovvio che li ignori
non capisco il pensiero che stai portando avanti. Che sei indifferente verso gli altri? Boh, come ho detto non è un problema. il problema è se quando capita l'occasione di fare amicizia tu ti tiri indietro
Darkmind è invece diverso (bel nickname a proposito). figliolo, datti na chiodata. Non ho idea se/cosa ti è successo per portarti a pensare questo ma vedi di cambiare perchè cosi vivrai di merda. Se hai conosciuto solo persone arriviste e stronze hai sbagliato tu a non capirle. Il mondo è pieno di stronzi, sta a noi capirlo e scartarli dai rapporti prima che ci inculino. Sei hai avuto solo donne rompicoglioni e matte, chiediti perchè le trovi tutte te
non dare la colpa al mondo se il problema sei tu
credo il discorso fosse piu "quantità" vs "qualità"
penso che l'isolamento totale siam tutti d'accordo che fa male ... o meglio puo pure andare bene finche riesci a sopperire alla mancanza in altri modi, ma il giorno in cui questo viene meno sei fregato di brutto ...
comunque secondo me il problema di fondo è considerare il "socialializzare" come un qualcosa di "positivo" o "negativo" in sè, di base sei tu che gli dai un "valore" in base a quello che ci investi e quello che ti aspetti di ricevere. Anche la socializzazione "da facebook" è positiva se il fine è semplicemente le "due chiacchiere".
I problemi nascono quando non riesci ad avere rapporti "alla pari".
Se un tuo amico fidato è un coglione, beh mi dispiace ma matematicamente prima o poi ci resti fregato quindi forse non dovrebbe esserlo.
Se esci con gente che ha interessi totalmente diversi dai tuoi, sai gia che il massimo che riceverai son le "due chiacchiere", se ti sta bene ok se no ... si taglia ;)
questo è come cerco di comportarmi io, anche se a dire il vero il "si taglia" alla fine capita molto piu spesso di quel che vorrei :sneer:
edit , faccio una parentesi su questo
Non sono assolutamente d'accordo, il discorso uomini superficiali, donne sentimentali vale fino a un certo punto ... non si puo generalizzare.
E' PIENO di donne che scappano dai sentimenti, o perche sono in una fase particolare della loro vita (lasciate da poco con l'ex, avuta qualche brutta delusione, passati da poco i 30 ... :sneer:) o proprio per carattere. Cosi come ci sono quelle che si accontentano di "quello che capita" perche troppo vigliacche per cercare un coinvolgimento maggiore ...
Il discorso vale forse per i piu giovani, ma andando avanti con l'età non direi proprio.
scusami, mi sono spiegato male (come immaginavo che avrei fatto in qualche parte del mio reply :) )
non intendevo dire che solo gli uomini fuggono dai rapporti. Il mio era un discorso in generale, ma in quel paragrafo parlavo degli uomini perchè con i nostri atteggiamenti ne siamo l'esempio + facile da fare. Basta guardarsi intorno. siamo pieni di esempi di "puttanieri". Berlusconi (e scusate se lo tiro in ballo anche qui) ne è l'esempio lampante
Ovvio che anche le donne lo fanno, ma in maniera meno marcata di noi. Tranne le rare eccezioni, nessuna donna, anche se ha difficoltà, anche se ferita e magari dice "ok con gli uomini ho chiuso", sotto sotto trovarsi un ragazzo con cui stare bene lo vuole. Raramente le donne arrivano a un punto tale da volere rapporti superficiali
Noi uomini invece questo "annullamento" lo facciamo molto + facilmente. siamo + freddamente razionali (come ho detto non in maniera positiva)
chiamateli luoghi comuni, ma è cosi...per quanto riguarda la socialità e il giostrarsi con le sensazioni le donne ci danno una pista. per questo normalmente per noi portare avanti un rapporto serio è + stressante. siamo su due marce diverse. Ma è proprio questa differenza di pensiero che le rende affascianti
Ma anche no.
Io ero una persona parecchio socievole, sempre in giro con persone, conoscenti, amici, amici intimi, ecc. Col passare del tempo, finita la fase "ventenni allo sbaraglio", mi sono accorto di quanta pochezza, ipocrisia, ignoranza, ottusità e idiozia è venuta fuori da tutta quella gente. E col passare di altro tempo, mi sono reso conto di quanto ormai la gente faccia letteralmente schifo, di quanto siano pronti ad esercitare il loro (per quanto minuscolo e patetico) briciolo di potere e di arroganza, o, nel migliore dei casi, a dimostrare il loro essere sciatti e profondi quanto un contenitore da coltura batterica.
So anche che, forse, 1 su 200 è una persona a modo e interessante. Peccato che ormai mi sono abbondantemente rotto i coglioni di imbattermi nelle altre 199 (quando poi ti va di culo e la peschi, quell'1 su 200).
il tuo reply descrive la situazione (anche se un bel pò pessimisticamente eh)
se la domanda è: l'uomo di per se è un animale sociale? come ho detto la risposta è certamente si
se poi ci mettiamo in mezzo la domanda: è facile avere i rapporti validi? la risposta allora diventa no
non raccontiamoci favole, il mondo è strapieno di stronzi, persone vuote e semplici coglioni. Sta a noi sviluppare un inteligenza e sensibilità tale da trovarle, ignorando il resto
vero, ma implicitamente stai ammettendo che nemmeno l'isolamento totale sia la strada da seguire, quell'unica persona su 200... varrà si o no la pena d'essere inclusa nella propria cerchia di amici...
:nod:
Evildark
10th March 2011, 13:14
i agree con marchese!
Alkabar
10th March 2011, 13:20
Riguardo alla socialità, mi creano un grosso problema le regole artificialmente messe dai ben pensanti, per cui divento un tantino misantropo.
Esempio:
-Non eccellere. Altrimenti ti verrà usato come colpa contro, anche nel caso in cui non ne parli.
-Non avere ragione. Se hai ragione, tientela. Se non puoi fare a meno di tenertela, aspetta che gli altri si facciano veramente, veramente male, e poi discutine. Insomma aspetta che l'argomento diventi tanto oggettivo che a negarlo equivalga essere tacciati per stupidi.
-Non desiderare qualcosa, non pianificare qualcosa, non immaginare qualcosa, qualunque cosa essa sia, se fuori dall'ordinario, la società comune ti dirà che sei stupido e che fallirai nel tentativo di ottenerla.
-Non avere caratteristiche fuori dal comune, non è buona cosa.
-Non avere interessi fuori dal comune, non è buona cosa.
-Non risparmiare troppo. Non è buona cosa. Nemmeno in periodo di crisi economica.
-Non parlare di soldi (Solo in Svizzera -> ma se ne ho bisogno ne parlo e s'attaccano, vaffanculo anche).
-Non andare mai contro all'ordine comune delle cose, anche se in totale contraddizione con l'effettivo stato del mondo.
Eventualmente, quando nessuno guarda e nessuno sospetta nulla, dagli un calcetto fino a che non cade sotto alle sue stesse contraddizioni.
-Non esprimere un problema, se lo esprimi poi il problema diventa colpa tua. Oppure se lo vuoi proprio esprimere, esprimi la soluzione assieme al problema (Neppure gli Dei possono nulla Contro gli Idioti?, Asimov, cit).
-Non pensare di poter risolvere un problema che altre persone non hanno voluto o potuto risolvere, non sei migliore, non sei in grado.
Insomma, è chiaro che poi uno diventa saggio col tempo, e mette su un sacco di procedure per gestire tutte le contraddizioni della società che ho portato su. Tuttavia, non posso fare a meno di pensare che la società non dovrebbe fondarsi sul mantenere la mediocrità perchè questa non crea fatica.
Katzenjammer
10th March 2011, 15:34
io ero e sono il capo dei misantropi. Però in 2 è meglio che da soli :_D
se così non è, l'altro non è azzeccato. Qualsiasi discorso sui massimi sistemi si perde, imo, in questa semplice verità. Anche fare gli associali in due è più bello che farlo da solo. Ora usiamo la parola "sociale" pensando al mondo intero, social di qua, social di la, come termine ha acquistato un valore vastissimo, che secondo me rischia di far casino. A me generalmente non piace stare con gli altri e tantomeno in mezzo a tanta gente, rifuggo qualsiasi luogo e occasione stile "festa di tante persone" e sono 3 anni che faccio le vacanze in luoghi sperduti. MA non è che sto solo, sto con pochi ma buoni, principalmente ragazza, nucleo familiare, pochi (molto pochi) amici. E anche se da solo io sto benissimo, non ce n'è, con gli altri, se sono quelli giusti, si sta meglio.
Mi rivedo particolarmente in questa visione della cosa, più che in tutte le altre.
Più volte mi sono trovato a riflettere su quanto riesco a star bene da solo e quanto le situazioni che comprendono folla/confusione/festa mi facciano sentire a disagio.
Ma ci sono 2 cose su cui continuo a soffermarmi:
1. il mio "stare solo" vuol dire stare a casa, spesso al pc, spesso su ts/forum/chat bla. Stare REALMENTE isolato mi verrebbe drasticamente complicato.
2. la sensazione che provo quando mi trovo REALMENTE solo a casa. No internet/no famiglia o amici. Certe volte è piacevole, per poco tempo, poi la "quiete" della solitudine mi si trasforma lentamente nell'altra faccia dell'ansia che provo in mezzo alla folla.
Mi sono considerato misantropo e loner per un lungo periodo, ma riflettendoci su mi sono convinto che era una specie di abbaglio.
Anche fare gli associali in due è più bello che farlo da solo.
This.
ilsagola
10th March 2011, 15:56
Mi allaccio al 3d per esporvi una situazione sulla quale sto ragionando in questo periodo (magari poi non c'entra neanche pienamente comunque,).
Siccome da anni un mio pallino è andare nelle valli Himalayane a visitare i villaggi autonomi che si trovano nelle svariate valli appunto, ed essendomi da poco messo in contatto con un esperto di tali territori, sto iniziando già a fantasticare sulle svariate cose che potrò fare, sulle cose in cui potrei imbattermi e cazzate del genere.
Mi sono ritrovato proprio stamani a pormi la seguente domanda: meglio andare da solo o andare con qualcuno???
Ovviamente la domanda implica un bel pò di fattori che vanno dalla condivisione dell "obiettivo" al rapporto stesso che ci dovrebbe essere con la persona che ti accompagna, e alle motivazioni per le quali mi sia venuto in mente proprio questo dilemma.
Ancora non ho trovato quale sarebbe la soluzione migliore per me (e dire che mi conosco piuttosto bene :sneer:) perchè analizzando i 2 casi riesco a trovare sia dei pro che dei contro in entrambi.
Come analizzereste voi questa situazione?
:kiss:
Alkabar
10th March 2011, 16:06
Mi allaccio al 3d per esporvi una situazione sulla quale sto ragionando in questo periodo (magari poi non c'entra neanche pienamente comunque,).
Siccome da anni un mio pallino è andare nelle valli Himalayane a visitare i villaggi autonomi che si trovano nelle svariate valli appunto, ed essendomi da poco messo in contatto con un esperto di tali territori, sto iniziando già a fantasticare sulle svariate cose che potrò fare, sulle cose in cui potrei imbattermi e cazzate del genere.
Mi sono ritrovato proprio stamani a pormi la seguente domanda: meglio andare da solo o andare con qualcuno???
Ovviamente la domanda implica un bel pò di fattori che vanno dalla condivisione dell "obiettivo" al rapporto stesso che ci dovrebbe essere con la persona che ti accompagna, e alle motivazioni per le quali mi sia venuto in mente proprio questo dilemma.
Ancora non ho trovato quale sarebbe la soluzione migliore per me (e dire che mi conosco piuttosto bene :sneer:) perchè analizzando i 2 casi riesco a trovare sia dei pro che dei contro in entrambi.
Come analizzereste voi questa situazione?
:kiss:
Da solo e tromba il trombabile :nod:
ilsagola
10th March 2011, 16:25
Da solo e tromba il trombabile :nod:
:confused:
Vorrei andare in dei villaggi dove se tocchi un abitante son 100 rupie (50€), lo scopo non è affatto quello.
E comunque non mi serve un consiglio, ma semplicemente un analisi della questione.
In ogni caso vedrò di accontentare la tua richiesta
Necker
10th March 2011, 16:33
vai a esplorare la tua essenza stando nei monti o vai a vedere dei bei posti sconosciuti ai più e infinitamente belli?
Evildark
10th March 2011, 16:36
vai a esplorare la tua essenza stando nei monti o vai a vedere dei bei posti sconosciuti ai più e infinitamente belli?
effettivamente quoto neck
andando lì sei "in cerca di te stesso" o "semplicemente" vuoi vedere quei posti? se il secondo vai con qualcuno, altrimento vivi l'avventura da solo! Tanto sicuramente non sarai mai solo...
io sono andato in Australia un mese a caso e da solo e cmq ho conosciuto e incontrato un sacco di persone... è stato bello, forse la più bella esperienza che ho avuto in 25 anni...
ilsagola
10th March 2011, 16:45
Ho sempre pensato a questo viaggio come un viaggio sia introspettivo che poi effettivamente di piacere e di cultura avendo una forte passione per le culture orientali ed in generale questi "paesini isolati" hanno una gestione, una lingua e delle credenze che si differenziano di tantissimo da quelle più conosciute e tantissimo da villaggio a villaggio.
Amiag
10th March 2011, 16:52
il problema non si pone, tanto chi cazzo ci viene sull'himalaya ?
BlackCOSO
10th March 2011, 17:01
Ed, eventualmente, in questo caso si può pensare di vivere limitando al minimo le interazioni con le altre persone?
SI
io per lavoro sono COSTRETTO a parlare e conoscere o interagire con molte persone , piu le conosco ( per la maggiore) e piu mi stanno sui coglioni , purtroppo noto troppo i loro difetti ( principalmente comportamentali) che offuscano magari le buone qualità che hanno , questo e' derivato anche dal fatto di stare in un ambiente Bancario che odio .Mi sento a disagio nei posti dove c'e troppa gente e se posso le ferie me le passo in montagna da solo o con i cani ( preferisco di piu gli animali all'uomo )
L'uomo e' il vero " animale " e se fa' branco non porta mai a nulla di buono.
Sono un felice associale , vuoi studiarmi ?
ilsagola
10th March 2011, 17:10
il problema non si pone, tanto chi cazzo ci viene sull'himalaya ?
:sneer:
Evildark
10th March 2011, 17:35
un buon riassunto condivisibile
http://posterous.com/getfile/files.posterous.com/lanamaniac/jydoygpkwuqJEDsrxxglrAxIlyghDtztvIaqeIaiuFagweACGh bqrmDfAcdh/media_httpcdnshopifyc_vpkGv.jpg.scaled1000.jpg
Amiag
10th March 2011, 17:37
evitiamo di scadere nella roba da facebook pls :sneer:
Shock
10th March 2011, 18:18
:rotfl:
Galandil
10th March 2011, 18:41
vero, ma implicitamente stai ammettendo che nemmeno l'isolamento totale sia la strada da seguire, quell'unica persona su 200... varrà si o no la pena d'essere inclusa nella propria cerchia di amici...
il tuo reply descrive la situazione (anche se un bel pò pessimisticamente eh)
se la domanda è: l'uomo di per se è un animale sociale? come ho detto la risposta è certamente si
se poi ci mettiamo in mezzo la domanda: è facile avere i rapporti validi? la risposta allora diventa no
non raccontiamoci favole, il mondo è strapieno di stronzi, persone vuote e semplici coglioni. Sta a noi sviluppare un inteligenza e sensibilità tale da trovarle, ignorando il resto
Attenzione, io non nego che l'essere umano abbia delle POTENZIALITA' incredibili: le ha, e anche tante. E queste potenzialità vengono fuori più facilmente in un contesto collaborativo di gruppo (da cui l'essere "animali sociali") che non in un contesto di "solitaria misantropia". Il confronto, anche solo quello, è utile e porta sempre a dei miglioramenti, personali e, di conseguenza, del gruppo.
Il problema vero è che tali potenzialità si perdono in una marea di preconcetti, stupidità, ignoranza, ecc. E se il gruppo è composto da "omini", non si migliora, MAI.
La cooperazione fra esseri umani, se fatta con intelligenza, razionalità e onestà, ci porterebbe (imo eh) a costruire la prima Enterprise nell'arco di ben poco tempo. Invece siamo costretti in un mare di egoismo e intolleranza, di profitto personale a scapito degli altri, ecc., cosa che ci fa rimanere identici a quel che eravamo centinaia di migliaia di anni fa, scimmie lievemente più evolute con la clava in mano.
Il discorso poi relativo all'1 su 200 è puramente basato sull'analisi e calcolo delle probabilità: è +EV cercare in continuazione, con il sottinteso di poter passare una vita alla Diogene senza raggiungere mai lo scopo, oppure fregarsene e, avendo trovato almeno UNA persona che per noi è "ottimale", lasciar perdere il resto della ricerca e, se poi dovesse capitare per caso la conoscenza di un terzo che rientra in quello 0,5%, meglio così ma non ci perdo tempo a cercarlo? Da un punto di vista razionale, io penso che la seconda sia la via migliore, e mi ritengo già fortunato nell'aver trovato quell'unica persona che, purtroppo, ad altri può non capitare per tutta la vita.
In sostanza, è tutta questione di decidere se la "spesa vale l'impresa": a 37 anni, sono arrivato alla conclusione che no, non ne vale la pena.
Ovviamente mi rendo anche conto che la mia conclusione è basata sull'esperienza personale, e che magari ad altri è andata meglio, o che magari molti altri sono semplicemente meno pretenziosi (e di conseguenza, per i miei gusti personali, rientrano in quel 99,5% di cui sopra).
Tanek
12th March 2011, 01:29
Premetto che anche oggi quello che scrivo potrebbe essere influenzato da un tot di negatività...
io ero e sono il capo dei misantropi. Però in 2 è meglio che da soli :_D
se così non è, l'altro non è azzeccato. Qualsiasi discorso sui massimi sistemi si perde, imo, in questa semplice verità. Anche fare gli associali in due è più bello che farlo da solo. Ora usiamo la parola "sociale" pensando al mondo intero, social di qua, social di la, come termine ha acquistato un valore vastissimo, che secondo me rischia di far casino. A me generalmente non piace stare con gli altri e tantomeno in mezzo a tanta gente, rifuggo qualsiasi luogo e occasione stile "festa di tante persone" e sono 3 anni che faccio le vacanze in luoghi sperduti. MA non è che sto solo, sto con pochi ma buoni, principalmente ragazza, nucleo familiare, pochi (molto pochi) amici. E anche se da solo io sto benissimo, non ce n'è, con gli altri, se sono quelli giusti, si sta meglio.
Perchè continui a mettere in mezzo un partner nel discorso?
A me sembrano due cose davvero separate, mentre posso dirti che probabilmente non si può vivere senza "conoscenti" mi sento di dire che si può benissimo vivere senza partner.
credo il discorso fosse piu "quantità" vs "qualità"
penso che l'isolamento totale siam tutti d'accordo che fa male ... o meglio puo pure andare bene finche riesci a sopperire alla mancanza in altri modi, ma il giorno in cui questo viene meno sei fregato di brutto ...
comunque secondo me il problema di fondo è considerare il "socialializzare" come un qualcosa di "positivo" o "negativo" in sè, di base sei tu che gli dai un "valore" in base a quello che ci investi e quello che ti aspetti di ricevere.
[...]
Esatto, sull'isolamento totale non mi sento di esprimere un giudizio positivo (anche se devo essere sincero non sono sicuro al 100% che non sia fattibile) quindi il mio discorso era proprio su "quantità" contro "qualità" e nello specifico, e qui mi ricollego alla seconda parte del tuo quote, al perchè il "conoscere gente" sia visto sempre e comunque come cosa positiva (dalla maggioranza delle persone da quel che vedo) anche se non è affatto vero! :)
Ma anche no.
Io ero una persona parecchio socievole, sempre in giro con persone, conoscenti, amici, amici intimi, ecc. Col passare del tempo, finita la fase "ventenni allo sbaraglio", mi sono accorto di quanta pochezza, ipocrisia, ignoranza, ottusità e idiozia è venuta fuori da tutta quella gente. E col passare di altro tempo, mi sono reso conto di quanto ormai la gente faccia letteralmente schifo, di quanto siano pronti ad esercitare il loro (per quanto minuscolo e patetico) briciolo di potere e di arroganza, o, nel migliore dei casi, a dimostrare il loro essere sciatti e profondi quanto un contenitore da coltura batterica.
So anche che, forse, 1 su 200 è una persona a modo e interessante. Peccato che ormai mi sono abbondantemente rotto i coglioni di imbattermi nelle altre 199 (quando poi ti va di culo e la peschi, quell'1 su 200).
Ecco, Gala ha riassunto bene quello che mi passa per la testa.
Perchè (e mi ripeto) tutti sembrano considerare assolutamente positivo il fatto di conoscere gente nuova? Perchè nessuno sembra rendersi conto che, in realtà, alcune di quelle persone tendono a renderti peggiore? Perchè non si tiene conto di tutti quei cambiamenti al carattere che sono stati causati proprio da conoscenze del genere?
vero, ma implicitamente stai ammettendo che nemmeno l'isolamento totale sia la strada da seguire, quell'unica persona su 200... varrà si o no la pena d'essere inclusa nella propria cerchia di amici...
Non è detto per niente, sei ing anche tu, sai benissimo che il "vale la pena" si riduce ad una serie di + e di - la cui somma algebrica deve essere positiva affinchè sia una definizione valida ;)
To be continued...
Domani, perchè stasera sono ancora più a pezzi...
Hador
12th March 2011, 01:39
[QUOTE=Tanek;1719464]Perchè continui a mettere in mezzo un partner nel discorso?
A me sembrano due cose davvero separate, mentre posso dirti che probabilmente non si può vivere senza "conoscenti" mi sento di dire che si può benissimo vivere senza partner./QUOTE]conoscere gente è positivo se la gente è "giusta". Ma non può essere fatto un discorso di analisi quantitativa, dato che il trovare una sola persona giusta, e tiro in ballo l'esempio del partner perchè è quello più forte, giustifica l'aver dovuto sopportare ennemila teste di cazzo.
Fermo restando che "conoscere gente" è difficilmente una cosa negativa.
Powered by vBulletin® Version 4.2.5 Copyright © 2025 vBulletin Solutions Inc. All rights reserved.