Randolk
14th December 2011, 19:13
E ricordateli alle prossime elezioni, perchè questa è (era, no è ancora) la gente che vi governa.
Gianfranco Rotondi, da democristiano di lungo corso, ne aveva subito fatta una questione di sopravvivenza: «Dobbiamo coccolare i parlamentari», argomentava a fine giugno. «Se un giorno gli si dice che vanno dimezzati, il giorno dopo che gli si taglia lo stipendio, quello successivo l'auto blu, significa voler proprio far cadere il governo». Invece il governo di Silvio Berlusconi è caduto, ma i tagli sono rimasti perlopiù sulla carta. Anzi, al solo sentir parlare di riduzioni all'indennità (che comunque slittano ulteriormente) i parlamentari si indignano: «E' istigazione al suicidio!», «Tagliateci la testa!», «C'è un clima da rivoluzione francese!». A chi sottolinea i privilegi, replicano gridando alla demagogia. E pazienza se, quando la trasmissione 'Gli Intoccabili' ha mandato in onda un collega mentre sosteneva candidamente che il Berlusconi IV era sopravvissuto al voto di fiducia del 14 dicembre 2010 perché «per dieci giorni mi fottevano la pensione», le agenzie non hanno registrato altrettanto veementi ammende e prese di distanza. Del resto, come documenta questa raccolta di dichiarazioni, loro fanno la spesa alla Coop e faticano a pagare il mutuo (quando non rientra nel prezzo di mercato del cambio di casacca). Come i comuni mortali. Solo con qualche migliaio di euro in più in busta paga.
Piergiorgio Stiffoni, Lega Nord: «Se vogliono una classe politica di sciattoni, è una scelta che si può fare, ma mi sembra che un certo decoro ci debba essere anche di chi lavora in Parlamento.» (11 dicembre 2011)
Gioacchino Alfano, Pdl: «Il mio stipendio è contato, non sono nemmeno cinquemila, giuro. Metta il mutuo che grava e tanto». (12 dicembre 2011)
Marina Sereni, Pd: «Scusi, chi ha detto che noi prendiamo un' indennità netta di 11 mila euro? Può arrivare a 5 mila euro, questo sì. Ma io faccio una vita normale, faccio la spesa alla Coop, quelli che mi conoscono lo possono testimoniare.» (12 dicembre 2011)
Michele Pisacane, Pid: «Lo stipendio è troppo basso, è poco. Io guadagno 4.412 euro. Certo, con le indennità si arriva a circa 12 mila euro al mese ma con uno stipendio così, se devi sottrarre i soldi che dai ai tuoi figli, i contributi per la mia professione e le spese per la politica, alla fine ne rimangono solo la metà, seimila euro». (...) «Io e mia moglie insieme prendiamo circa 30 mila euro di stipendio netti al mese, ma non vedo qual è il problema. Io non prendo né finanziamenti né tangenti e dunque questi soldi che io guadagno sono pochi se devo poi investirli nella politica.» (28 novembre 2011)
Alessandra Mussolini, Pdl: «E' come se ci mandassero nudi per strada (togliendo o ritardando il vitalizio, ndr). Poi è ovvio che uno si ammala, prende l'influenza, si aggrava, arriva la polmonite e quindi...» (...) «Per i cittadini soffriamo ancora poco. Vogliono vederci soffrire ancora di più. Se abbassassero i nostri stipendi a mille euro al mese, la gente ci vorrebbe veder prendere 500 euro.» (9 dicembre 2011)
Maurizio Paniz, Pdl: «Io farei il parlamentare anche gratis, e sarei onorato di farlo. Gli altri prendono 3.600 euro. Sarebbero dei nababbi? Ma andiamo!» (12 dicembre 2011).
Fausto Bertinotti: «Se mi toglierei il vitalizio? Se mi dessero qualcos'altro per vivere sì, se mi dessero una pensione sì. Ho lavorato una vita e ho diritto a una pensione. Poi come si chiami non conta, basta che sia congrua con ciò che ho versato» (22 novembre 2011)
Mario Pepe, ex Pdl e Responsabili, ora Gruppo Misto: «Se toccassero il mio vitalizio sarei in difficoltà. Facevo il medico e faccio il parlamentare da 12 anni. Prenderei solo una pensione da 1.200 euro al mese. Una miseria» (2 dicembre 2011)
Giuliano Cazzola, Pdl: «A proposito di 'Casta', quando sentiremo dai banchi del governo, a Montecitorio, un professore o un magistrato o un giornalista o un banchiere pronunciare la fatidica frase: 'avrei potuto fare di quest'aula sorda e grigia un bivacco per i miei manipoli'?» (12 dicembre 2011, citando Benito Mussolini)
Giacomo Chiappori
Lega Nord: «Qui siamo tutti matti! Mi sto stufando davvero: non ho più voglia di sentirmi dire che sono un ladro. Io non mi vergogno di niente, io non lavoro gratis!» (...) «Cosa mi resta se mi tagliano altri cinquemila euro? Il senatore lo faccio fare a qualcun altro. Voglio vedere chi va a fare il parlamentare.» (11 dicembre 2011)
Francesco Giro, Pdl: «Dopo aver letto i giornali di oggi e i soliti commenti dei gazzettieri dell'antipolitica suggerirei di tagliare ai parlamentari oltre agli stipendi anche la testa. Ormai demonizzare chi fa il deputato o il senatore è uno sport nazionale a scapito della verità dei fatti.» (11 dicembre 2011)
Antonio Mazzocchi, Pdl: «Nella Prima Repubblica i costi erano anche maggiori ma nessuno ha mai protestato. Adesso si esagera. Non vorrei che si compromettesse la democrazia e che in Parlamento entrassero soltanto gli industriali.» (11 dicembre 2011)
Benedetto Della Vedova, Fli: «Qui c'è un clima da Rivoluzione francese. Quando cominciano a rotolare le teste è inutile stare a dire 'ma io non ho fatto niente di male, lavoro seriamente e i sacrifici sono pronto a farli': ormai, anche se guadagnassimo 500 euro al mese, sarebbero sempre troppi...» (12 dicembre 2011)
ecco, vorrei soffermarmi sul prossimo
Roberto Rosso, Pdl: «Guardi, io proporrei tante altre misure, ma non il taglio di diritti acquisiti.» (3 dicembre 2011)
«Guardi, io proporrei tante altre misure, ma non il taglio di diritti acquisiti.»
Gianfranco Rotondi, da democristiano di lungo corso, ne aveva subito fatta una questione di sopravvivenza: «Dobbiamo coccolare i parlamentari», argomentava a fine giugno. «Se un giorno gli si dice che vanno dimezzati, il giorno dopo che gli si taglia lo stipendio, quello successivo l'auto blu, significa voler proprio far cadere il governo». Invece il governo di Silvio Berlusconi è caduto, ma i tagli sono rimasti perlopiù sulla carta. Anzi, al solo sentir parlare di riduzioni all'indennità (che comunque slittano ulteriormente) i parlamentari si indignano: «E' istigazione al suicidio!», «Tagliateci la testa!», «C'è un clima da rivoluzione francese!». A chi sottolinea i privilegi, replicano gridando alla demagogia. E pazienza se, quando la trasmissione 'Gli Intoccabili' ha mandato in onda un collega mentre sosteneva candidamente che il Berlusconi IV era sopravvissuto al voto di fiducia del 14 dicembre 2010 perché «per dieci giorni mi fottevano la pensione», le agenzie non hanno registrato altrettanto veementi ammende e prese di distanza. Del resto, come documenta questa raccolta di dichiarazioni, loro fanno la spesa alla Coop e faticano a pagare il mutuo (quando non rientra nel prezzo di mercato del cambio di casacca). Come i comuni mortali. Solo con qualche migliaio di euro in più in busta paga.
Piergiorgio Stiffoni, Lega Nord: «Se vogliono una classe politica di sciattoni, è una scelta che si può fare, ma mi sembra che un certo decoro ci debba essere anche di chi lavora in Parlamento.» (11 dicembre 2011)
Gioacchino Alfano, Pdl: «Il mio stipendio è contato, non sono nemmeno cinquemila, giuro. Metta il mutuo che grava e tanto». (12 dicembre 2011)
Marina Sereni, Pd: «Scusi, chi ha detto che noi prendiamo un' indennità netta di 11 mila euro? Può arrivare a 5 mila euro, questo sì. Ma io faccio una vita normale, faccio la spesa alla Coop, quelli che mi conoscono lo possono testimoniare.» (12 dicembre 2011)
Michele Pisacane, Pid: «Lo stipendio è troppo basso, è poco. Io guadagno 4.412 euro. Certo, con le indennità si arriva a circa 12 mila euro al mese ma con uno stipendio così, se devi sottrarre i soldi che dai ai tuoi figli, i contributi per la mia professione e le spese per la politica, alla fine ne rimangono solo la metà, seimila euro». (...) «Io e mia moglie insieme prendiamo circa 30 mila euro di stipendio netti al mese, ma non vedo qual è il problema. Io non prendo né finanziamenti né tangenti e dunque questi soldi che io guadagno sono pochi se devo poi investirli nella politica.» (28 novembre 2011)
Alessandra Mussolini, Pdl: «E' come se ci mandassero nudi per strada (togliendo o ritardando il vitalizio, ndr). Poi è ovvio che uno si ammala, prende l'influenza, si aggrava, arriva la polmonite e quindi...» (...) «Per i cittadini soffriamo ancora poco. Vogliono vederci soffrire ancora di più. Se abbassassero i nostri stipendi a mille euro al mese, la gente ci vorrebbe veder prendere 500 euro.» (9 dicembre 2011)
Maurizio Paniz, Pdl: «Io farei il parlamentare anche gratis, e sarei onorato di farlo. Gli altri prendono 3.600 euro. Sarebbero dei nababbi? Ma andiamo!» (12 dicembre 2011).
Fausto Bertinotti: «Se mi toglierei il vitalizio? Se mi dessero qualcos'altro per vivere sì, se mi dessero una pensione sì. Ho lavorato una vita e ho diritto a una pensione. Poi come si chiami non conta, basta che sia congrua con ciò che ho versato» (22 novembre 2011)
Mario Pepe, ex Pdl e Responsabili, ora Gruppo Misto: «Se toccassero il mio vitalizio sarei in difficoltà. Facevo il medico e faccio il parlamentare da 12 anni. Prenderei solo una pensione da 1.200 euro al mese. Una miseria» (2 dicembre 2011)
Giuliano Cazzola, Pdl: «A proposito di 'Casta', quando sentiremo dai banchi del governo, a Montecitorio, un professore o un magistrato o un giornalista o un banchiere pronunciare la fatidica frase: 'avrei potuto fare di quest'aula sorda e grigia un bivacco per i miei manipoli'?» (12 dicembre 2011, citando Benito Mussolini)
Giacomo Chiappori
Lega Nord: «Qui siamo tutti matti! Mi sto stufando davvero: non ho più voglia di sentirmi dire che sono un ladro. Io non mi vergogno di niente, io non lavoro gratis!» (...) «Cosa mi resta se mi tagliano altri cinquemila euro? Il senatore lo faccio fare a qualcun altro. Voglio vedere chi va a fare il parlamentare.» (11 dicembre 2011)
Francesco Giro, Pdl: «Dopo aver letto i giornali di oggi e i soliti commenti dei gazzettieri dell'antipolitica suggerirei di tagliare ai parlamentari oltre agli stipendi anche la testa. Ormai demonizzare chi fa il deputato o il senatore è uno sport nazionale a scapito della verità dei fatti.» (11 dicembre 2011)
Antonio Mazzocchi, Pdl: «Nella Prima Repubblica i costi erano anche maggiori ma nessuno ha mai protestato. Adesso si esagera. Non vorrei che si compromettesse la democrazia e che in Parlamento entrassero soltanto gli industriali.» (11 dicembre 2011)
Benedetto Della Vedova, Fli: «Qui c'è un clima da Rivoluzione francese. Quando cominciano a rotolare le teste è inutile stare a dire 'ma io non ho fatto niente di male, lavoro seriamente e i sacrifici sono pronto a farli': ormai, anche se guadagnassimo 500 euro al mese, sarebbero sempre troppi...» (12 dicembre 2011)
ecco, vorrei soffermarmi sul prossimo
Roberto Rosso, Pdl: «Guardi, io proporrei tante altre misure, ma non il taglio di diritti acquisiti.» (3 dicembre 2011)
«Guardi, io proporrei tante altre misure, ma non il taglio di diritti acquisiti.»