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View Full Version : Il Papa e l'Europa...



Smoker
21st June 2004, 10:17
Ieri all'Angelus il Papa si è incazzato dibbestia perchè nella nuova costituzione europea non viene menzionata l'origine Cristiana dell'Unione.

Ora io sarò ignurante dibbestia ma a me non sembra che l'origine dell'Unione Europea sia derivata dalla Chiesa, forse la cristianità è un fatto comune delle popolazioni (o meglio, della maggioranza delle popolazioni), forse la chiesa in molti paesi è stato il primo organo educativo, ma, onestamente, citare una religione in un trattato Politico e Economico, non mi sembra proprio il caso...

Boh...

Voi ammazzapreti e fedeli, che ne dite? :D

Jarsil
21st June 2004, 11:32
Sinceramente trovo ridicolo anche a livello storico sto frignare su presunte (e false) radici giudaico cristiane dell'Europa.

Se proprio vogliamo vedere storicamente le origini di qualcosa che in realtà non esiste come unione di popoli, allora le fondamenta dell'Europa risiedono nella prima unione "forzata" dei popoli europeei realizzata ben prima del cristianesimoi dall'Impero Romano, quando esso era ancora di religione politeistica (e pagana).

Ben prima cioè di Carlo Magno cui si vuole far riferire la nascita del concetto di Europa.

Tralasciando la notazione storica, io non capisco che cosa ci sia di unito in un'Europa fatta di piccoli interessi ribaltati su un piano transnazionale e dominata da una schiera di Burocrati al 100%, buoni solo a snocciolare cifre credendo in esse come fosse la Bibbia e senza prendersi la briga di guardare fuori dalla finestra per controllare se magari la situazione contingente richiede un particolare modo di agire che nei manuali non è riportato...

(ogni riferimento al patto di stabilità è puramente voluto)

ghs
21st June 2004, 17:06
Questione interessante.

Da un punto di vista culturale, è innegabile che l'Europa si sia formata, nell'arco di una decina di secoli, anche attraverso le vicende della cristianità, intesa sia come alveo storico e geografico delle popolazioni cristiane, sia come nucleo di formazione filosofica e politica.
Il ruolo che, per ragioni puramente storiche e non in virtù di un progetto lungimirante, ha svolto la Chiesa (qui intendo proprio la chiesa di roma, la curia papale, non l'ecumene) a partire dall'ottavo secolo (circa) e la diffusione e il successo dei suoi istituti (il proselitismo cristiano non ha pari in altre religioni) hanno dato un'impronta e una direzione a tutta l'identità culturale europea.
Qui non si parla di questioni spirituali o simpatie personali, ma di storia.
La religione cristiana esce vittoriosa dai secoli caotici della fine di Roma e fornisce alla montante civilizzazione europea un sistema semplice (e filosoficamente fondato e condiviso) di credenza religiosa; una teologia priva di radici etniche, facilmente plasmabile e adattabile alle tendenze e alle tradizioni di ogni collettività (basti vedere il modo in cui il Papa è romanamente "pontifex"); una mitologia sufficientemente lontana, ma sincretica, riconoscibile e assimilabile da tutte le tradizioni locali. E riscuote un enorme successo presso i ceti bassi, il che significa rapida e facile diffusione di tutto l'apparato pragmatico-educativo e, soprattutto, radicamento di strutture e categorie di pensiero.
Che lo si voglia o no, per esempio, Scisma d'Oriente, riforme e Controriforma sono ciò che costituisce ancora oggi il nocciolo delle differenze (e, a volte, degli attriti) fra le tradizioni e le identità nazionali dei popoli europei. E questo appartiene ancora alla storia della Chiesa nella storia d'Europa: i due percorsi non sono così facilmente separabili.
Ora: è vero che, sul piano politico-militare e su quello filosofico-utopistico, si possono trovare altrove esempi e tentativi, ma la realtà delle cose è che la cultura europea ha la sua culla nell'elemento di identità che è il sistema semplice cristiano.

Il problema qui è un altro: posto che esiste un'unificabilità culturale dell'Europa e che in grande parte è dovuta al ruolo che si è trovata a svolgere la cristianità nei secoli, che bisogno c'è, ora, di affermare e difendere una religione in una federazione di stati politica, laica, di ispirazione illuministica?
L'Europa non deve costituirsi come centro, baluardo e roccaforte della cristianità nel mondo, ma come entità civica e politica indipendente e liberale. Non ci sono alternative.
Il fatto che si possa riconoscere una matrice cristiano-cartesiana negli elementi di identità europea non può significare che si debba privilegiare e proteggere le istituzioni cristiane moderne; a ben vedere, infatti, costituire un'Europa su punti condivisi dai membri è già riconoscere proprio il fondamento culturale comune. Oltre non si deve andare.

Tabris
22nd June 2004, 18:36
Ahah il papa sta sukando http://tabris.ioioio.it/asd.gif

Assolutamente giusto cosi', prima ci togliamo questo cappio al collo che e' la religione, meglio e' per tutti.

Un passo per volta e arriveremo a spianare il vaticano con le granate e i bulldozer, ci facciamo sopra un bel multisala http://tabris.ioioio.it/asd.gif

Emme
22nd June 2004, 22:16
Un passo per volta e arriveremo a spianare il vaticano con le granate e i bulldozer, ci facciamo sopra un bel multisala http://tabris.ioioio.it/asd.gif


+ probabile che veltroni ci faccia sopra una moschea.

mio dio, spero di essere gia' morto da un pezzo quando tireranno giù la madonnina dal Duomo per rimpiazzarla con quella merda di mezzaluna.

Alkabar
22nd June 2004, 22:41
in europa per fortuna il papa non lo cagano .... ma in italia .... tutte quelle questioni di etica dettate dalla convenienza ... QUANDO CE NE LIBEREREMO ?

Kant
23rd June 2004, 11:14
come illustrato nella firma di un utente del forum...
http://www.bloggerheads.com/images/popelackfaith.jpg

Wulfila
24th June 2004, 16:51
vabbò ke siete atei...e vabbò ke lo sono anche io.....ma il papa è ancora quello kè, o per lo meno lo sembra (come figura intendo) quindi sparare a 0 su di lui nn mi sembra chissà ke finezza contando ke come dice alka qui in italia conta ancora qualcosa e soprattutto (e forse purtroppo) c'è ancora molta gente ke pende dalle sue labbra...nn diventiamo offensivi :nono:

in ogni caso sono d'accordo anche io sul fatto ke tutto fuor ke la cristianità è stato un elemento spontaneo e naturale nell'unificazione e nella nascita dell'europa...ke il papa scazzi mi pare spontaneo, si stà rendendo conto pure lui d come conti sempre meno nello scenario europeo (e direi mondiale), è naturale ke si aggrappi a tutto ciò a cui puo ancora aggrapparsi....

my 2 cents ;)

Gilles
24th June 2004, 19:36
La Guerra

ner mejo che un sordato annava in guerra

er cavallo je disse chiaramente :

io nun ce vengo! e lo butto' per terra precipitosamente.



no,nun ce vengo disse,e me ribbello

all'omo che t'ha messo l'odio in core <---------- :nod:

e te comanna de scanna' un fratello

in nome der signore



io dice,so' na bestia troppo nobbile

p'associamme a l'infamie che fai tu:

se voi la guerra vacce in automobbile

n'ammazzerai de piu!

Wulfila
25th June 2004, 09:40
:nod:

Estrema
25th June 2004, 17:05
Muahah certo però che La chiesa istituzione glie ne scrive di fregnacce da dire a sto poveretto vestito di bianco :rotfl:




Ps cmq sto Papa ha fatto sempre Politica non mi pare nulla di nuovo sentirgli dire cose del genere ;)

molli
26th June 2004, 12:16
Il Vaticano conta e continuera' a contare finche' la gente non si rendera' conto di quanto e' assurdo il pensiero, non della religione in quanto tale (l'aldila' e blablabla - ognuno puo' credere quello che gli pare, persino che Paperinik esista e salvi il mondo tutti i giorni), della propria religione come l'unica VERA e in quanto tale unica degna di sopravvivere. In questa ottica, la propria visione del mondo deve essere OBBLIGATORIAMENTE applicata, anche a costo di costringere le altre persone a vivere secondo i principi di qualcun'altro.

Chiaramente non sto facendo riferimento a cose banali (passatemi il termine infelice) quale l'omicidio o cose cosi'. Parlo di aborto, di inseminazione artificiale, di divorzio (che sono le cose piu' lampanti che mi vengono in mente). Nessuno obbliga nessun'altro a divorziare, a abortire o a fare figli con l'inseminazione artificiale, ma ci sono persone (i cattolici nel nostro caso) che possono invece obbligare gli altri a non fare queste cose. Che non consentono agli altri di vivere la vita come loro la vorrebbero.

Personalmente sarei persino favorevole alla poligamia (che nel nostro paese e' ancora punibile): se uno/una sono d'accordo ad essere sposati tra loro e con altre persone... perche' impedirglielo?

Jarsil
28th June 2004, 07:28
Un piccolo appunto ad alcuni. Non confondete la Chiesa (istituzione) con la Chiesa (fede del singolo) con il Papa che oggi siete sullo scranno vaticano.

Detto da un non credente (me): questo Papa ha il merito, con la sua personalità e il potere di cui puo' disporre, di aver consentito al mondo di disfarsi del comunismo come modo di costruire uno stato, di avere in un paio di occasioni evitato la terza guerra mondiale, e in generale, sebbene il pensiero a molti non andrà giù, di aver regolato molto piu' di quanto si pensi alcune tensioni internazionali che avrebbero potuto sfociare in conflitti di una certa rilevanza.

Non sono gli appelli alla pace a cui mi riferisco, ma a ciò che la struttura diplomatica - e molto spesso segreta - della chiesa riesce a fare nel mondo con una organizzazione molto piu' capillare di qualunque servizio segreto del mondo.

Io personalmente darei un braccio per poter entrare nella Biblioteca Segreta del vaticano (la parte nascosta e accessibile solo al papa e al segretario di stato vaticano della biblioteca vaticana)... là dentro probabilmente c'e' scritta ogni cosa riguardante ogni evento accaduto da circa 2000 anni...

Llaydee
7th July 2004, 17:47
Penso che sia un enorme passo avanti per l'Europa e forse per l'Italia intera lo svincolarsi da un assurda mentalità religiosa assolutamente fuori dal contesto sociale che si sta vivendo.

In Italia siamo in una situazione aberrante proprio a causa della continua interferenza da parte della Chiesa negli affari dello stato.

Volete degli esempi ?

Fecondazione assistita , Genetica applicata e cura di alcune malattie genetiche con l'utilizzo delle cellule staminali.

Adesso per l'interferenza indegna della Chiesa e di una falsissima moralità paleocristiana di alcuni partiti politici in Italia molti malati non avranno accesso a cure sperimentali che potrebbe salvargli la vita o quantomeno permettergli di terminare la propria esistenza in maniera onorevole .

Altro esempio ?

io da qualche tempo convivo , amo la persona che sta con me, ho un figlio che aodro ma la mia famiglia vale meno di quella di Caio per il solo fatto che Caio è sposato civilmente (ed in Italia quasi al 100% anche religiosamente) e quindi il suo amore per la sua famiglia vale più del mio.
Nel caso entrambi avessimo necessità di una casa popolare a parità di requisiti e punteggi lui avrebbe la casa io no.

Ancora ? ne volete ancora ?

Parliamo allora di quello che hanno combinato con le stupidaggini che hanno diffuso in merito al preservativo ? Parliamo di quando bloccarono la diffusione di un volantino disegnato da Silver che spiegava come utilizzare il profilattico per evitare la diffusione dell'AIDS e di altre malattie veneree?

Vergogna, in un mondo come quello odierno certe prese di posizione sono assolutamente e completamente fuori luogo ...... e poi ci riteniamo superiori come civiltà....

ihc'naib
8th July 2004, 14:41
Mi incuriosisce la discussione sul matrimonio. (chiedo venia, ho dimenticato il nome del poster che convive): di tutte le assurdita' che si possono imputare alla chiesa (come sistema) e in generale a uno stato troppo poco separato dalla morale cristiana, questa non mi torna molto.
Tu dici che quasi al 100% i matrimoni sono concordatari (civile-religioso).. questo non mi pare un buon motivo per disconoscere il valore del matrimonio civile.
Tu ti arrabbi perche' essendo una coppia di fatto e non di legge, perdi alcuni diritti nei confronti di chi ha deciso di sposarsi (e si parla di matrimonio civile, quindi non ha a che fare con la religione). Io credo- e in questo ovviamente non c'e' niente di personale - che sia giusto. Il matrimonio civile e' un contratto fra due persone che decidono di stabilirlo proprio perche' vogliono essere considerati un unita' familiare unica dalla legge. La domanda - non a te, ma in generale a chi non si sposa neanche in comune - e' : perche'?
Perche' decide di "limitare" il tuo impegno? (che so.. indovino) :
- ha paura che il legame non sia eterno, e quindi non vuole mentire a se stesso e all'altro affermando che lo sia.
- Ritiene aberrante qualsiasi minima forma di intervento della legge nella vita personale.
- non mi vengono in mente altri motivi.
Se il motivo e' il primo, penso che sia giusto che chi ha preso una decisione cosi' totale come un matrimonio civile (e che quindi sappia o senta di avere un legame cronologicamente illimitato) abbia qualche diritto sociale in piu'.
Se il motivo e' il secondo: rifiutando l'intervento statale non puoi pretendere nulla, sarebbe incoerente.
Poi, naturalmente, lego questo concetto a fatti che considero ovvi e automatici, ovvero che lo stato non dovrebbe in alcun modo avere vie preferenziali _per i figli_ di matrimoni nei confronti dei "figli dell'amore"... e che dovrebbe essere legalizzato il matrimonio civile per coppie omosessuali.

La tua scelta di vita dice che credi che io mi sbagli..in che cosa?

Ihc'

Llaydee
9th July 2004, 11:39
Mi incuriosisce la discussione sul matrimonio. (chiedo venia, ho dimenticato il nome del poster che convive): di tutte le assurdita' che si possono imputare alla chiesa (come sistema) e in generale a uno stato troppo poco separato dalla morale cristiana, questa non mi torna molto.
Tu dici che quasi al 100% i matrimoni sono concordatari (civile-religioso).. questo non mi pare un buon motivo per disconoscere il valore del matrimonio civile.
Tu ti arrabbi perche' essendo una coppia di fatto e non di legge, perdi alcuni diritti nei confronti di chi ha deciso di sposarsi (e si parla di matrimonio civile, quindi non ha a che fare con la religione). Io credo- e in questo ovviamente non c'e' niente di personale - che sia giusto. Il matrimonio civile e' un contratto fra due persone che decidono di stabilirlo proprio perche' vogliono essere considerati un unita' familiare unica dalla legge. La domanda - non a te, ma in generale a chi non si sposa neanche in comune - e' : perche'?
Perche' decide di "limitare" il tuo impegno? (che so.. indovino) :
- ha paura che il legame non sia eterno, e quindi non vuole mentire a se stesso e all'altro affermando che lo sia.
- Ritiene aberrante qualsiasi minima forma di intervento della legge nella vita personale.
- non mi vengono in mente altri motivi.
Se il motivo e' il primo, penso che sia giusto che chi ha preso una decisione cosi' totale come un matrimonio civile (e che quindi sappia o senta di avere un legame cronologicamente illimitato) abbia qualche diritto sociale in piu'.
Se il motivo e' il secondo: rifiutando l'intervento statale non puoi pretendere nulla, sarebbe incoerente.
Poi, naturalmente, lego questo concetto a fatti che considero ovvi e automatici, ovvero che lo stato non dovrebbe in alcun modo avere vie preferenziali _per i figli_ di matrimoni nei confronti dei "figli dell'amore"... e che dovrebbe essere legalizzato il matrimonio civile per coppie omosessuali.

La tua scelta di vita dice che credi che io mi sbagli..in che cosa?

Ihc'

L'utente ero io :)

La legge a cui faccio riferimento non tratta per l'appunto di matrimonio religioso ma di matrimonio in senso lato , pero' si deve anche tenere ben presente che al momento in Italia i matrimoni esclusivamente civili sono tutt'ora la minoranza (parliamo di unn 5% massimo) mentre i matrimoni civili/religiosi sono a tutt'ora la maggioranza, se a questo andiamo a sommare che i principali promotori di questa serie di normative sono proprio i partiti legati indissolubilmente all'area democristiana (UDC e limitrofi ) viene da se che un interferenza da parte della Chiesa c'e' stata.

Mi chiedo per quale motivo una persona che ha sottoscritto un contratto per un legame "cronologicamente illimitato" debba per forza di cose avere maggiori diritti rispetto ad uno che non la ha fatto ?

Il mio apporto nei confornti della società e del suo sviluppo e' forse minoritario rispetto al suo ? Oppure il mio sentimento e' inferiore ? Oppure ancora riteniamo che il mio impegno nei confronti della mia compagna o della mia famiglia sia minore ?

E se io non credessi in quell'istituzione che e' il contratto di matrimonio ? E se buttacaso non ritenessi che sia un foglio di carta bollato a sancire il mio sentimento ma fossi un inguaribile romantico che crede che basti la propria parola ed il proprio sentimento a sancire un Unione?

Perchè quindi io devo sentirmi discriminato nei confornti di chi invece ha firmato un foglio di carta ?

Penso che stiamo andando parecchio OT , anche se e' una discussione che mi affascina.

ihc'naib
9th July 2004, 12:13
Uhm. La realta' clericale la conosco solo di sfuggita, in realta': i miei sono in quel 5%, io non sono battezzato, e neanche i Testimoni di Geova considerano casa mia :)
Scherzi a parte. L'esperienza personale mi fa vedere che la critica: "non mi sposo perche' non sono religioso" non ha senso: non c'e' nessun gesto che lo stato faccia per rendere difficile un matrimonio civile e favorirne uno concordatario. Per cui la religione non la considero un buon motivo. rimangono i casi come il tuo, di chi sa che potrebbe sposarsi senza presentarsi di fronte a Dio, ma sceglie di non farlo.
Permettimi di fare un confronto, un po' rischioso perche' non conosco l'argomento, proprio con un sacramento: il battesimo.
Bisogna distinguere causa ed effetto. L'ingresso nella comunita' cristiana non e' l'effetto del battesimo, ma viceversa. E' a causa del proprio ingresso nella CC che uno decide di battezzarsi: ha "trovato" Dio nella sua vita, e decide di rendere l'evento pubblico.
Riattacchiamoci al matrimonio (civile): non e' che siccome ti sposi, la tua unione diventa importante.
Ma siccome c'e' un'unione importante fra voi due, hai diritto che venga riconosciuta. Con un gesto simbolico ed effettivo, rendi tale unione pubblica, ti fai carico di doveri che senti comunque tuoi e dimostri a un esterno (che non si puo' fidare del tuo romanticismo!) che vi meritate dei diritti per cio' che siete.

Nessuno mette dunque in discussione questo :

"ma fossi un inguaribile romantico che crede che basti la propria parola ed il proprio sentimento a sancire un Unione"

Il fatto e' che uno stato, per forza di cose (e giustamente, visto che il male alberga nell'uomo! :) ) e' fatto _anche_ di contratti.
Dalle tue parole suppongo che anche tu ammetti che la famiglia sia un valore importante per la societa'. Ora: quando tu convivi, puoi farlo in due modi, che mi vengano in mente:
- Non sono pronto per un impegno definitivo: convivo per scoprire.
- Non credo nel foglio di carta: convivo e convivero' per sempre. (quello che pensi tu, no?)
Io stato, io potere, non posso "fidarmi" della tua parola, che mi dici che la vostra unione e' un valore valido su cui posso costruire la mia salute, non quando tu sei capace da un giorno a un altro di dirmi: ehm. scusa. ci eravamo sbagliati. Vabeh. Ci si vede, eh? :) (scherzino)
Il matrimonio civile _NON RIGUARDA_ quello che c'e' fra due compagni, ma quello che c'e' fra loro e il mondo.

In effetti si puo' affermare che il tuo apporto per la societa' sia minore, e che il tuo impegno nei confronti del compagno altrettanto, perche' chi si sposa, per avere i diritti, ha accettato dei _doveri_ : sostentamento, rispetto (maggiore di quello che porti a un normale concittadino).. e altre cose. Questi sono valori su cui lo stato in certi frangenti vorrebbe investire...e nel tuo caso sono solo promesse verbali.
Se sei un inguaribile romantico, non hai bisogno di un contratto per prometterti a una persona in eterno. E' molto bello, ma proprio perche' riguarda voi due, non puoi pretendere che sia un criterio di decisione per esterni.
Di nuovo, io stato, che devo confrontarvi con una coppia _identica_, ma sposata: loro mi hanno detto (me lo hanno firmato, sono "dolcemente costretti" dalla legge, si potrebbe dire) che non si abbandoneranno. Che per quanto male andranno le cose, si aiuteranno comunque nel bisogno, (anche dopo il divorzio), che nella difficolta' non molleranno tutto all'improvviso (con la separazione).
Tu invece me lo hai solo detto... e io posso aver paura che ti pigli lo schiribizzo, parti per l'Argentina e chi ti vede piu'?

Non credo che stiamo andando OT. Se lo pensi, posta un nuovo thread, lo chiami: valore contrattuale del matrimonio civile
e diventiamo IT :)

Simone

Alkabar
15th July 2004, 04:45
Uhm. La realta' clericale la conosco solo di sfuggita, in realta': i miei sono in quel 5%, io non sono battezzato, e neanche i Testimoni di Geova considerano casa mia :)
Scherzi a parte. L'esperienza personale mi fa vedere che la critica: "non mi sposo perche' non sono religioso" non ha senso: non c'e' nessun gesto che lo stato faccia per rendere difficile un matrimonio civile e favorirne uno concordatario. Per cui la religione non la considero un buon motivo. rimangono i casi come il tuo, di chi sa che potrebbe sposarsi senza presentarsi di fronte a Dio, ma sceglie di non farlo.
Permettimi di fare un confronto, un po' rischioso perche' non conosco l'argomento, proprio con un sacramento: il battesimo.
Bisogna distinguere causa ed effetto. L'ingresso nella comunita' cristiana non e' l'effetto del battesimo, ma viceversa. E' a causa del proprio ingresso nella CC che uno decide di battezzarsi: ha "trovato" Dio nella sua vita, e decide di rendere l'evento pubblico.
Riattacchiamoci al matrimonio (civile): non e' che siccome ti sposi, la tua unione diventa importante.
Ma siccome c'e' un'unione importante fra voi due, hai diritto che venga riconosciuta. Con un gesto simbolico ed effettivo, rendi tale unione pubblica, ti fai carico di doveri che senti comunque tuoi e dimostri a un esterno (che non si puo' fidare del tuo romanticismo!) che vi meritate dei diritti per cio' che siete.

Nessuno mette dunque in discussione questo :

"ma fossi un inguaribile romantico che crede che basti la propria parola ed il proprio sentimento a sancire un Unione"

Il fatto e' che uno stato, per forza di cose (e giustamente, visto che il male alberga nell'uomo! :) ) e' fatto _anche_ di contratti.
Dalle tue parole suppongo che anche tu ammetti che la famiglia sia un valore importante per la societa'. Ora: quando tu convivi, puoi farlo in due modi, che mi vengano in mente:
- Non sono pronto per un impegno definitivo: convivo per scoprire.
- Non credo nel foglio di carta: convivo e convivero' per sempre. (quello che pensi tu, no?)
Io stato, io potere, non posso "fidarmi" della tua parola, che mi dici che la vostra unione e' un valore valido su cui posso costruire la mia salute, non quando tu sei capace da un giorno a un altro di dirmi: ehm. scusa. ci eravamo sbagliati. Vabeh. Ci si vede, eh? :) (scherzino)
Il matrimonio civile _NON RIGUARDA_ quello che c'e' fra due compagni, ma quello che c'e' fra loro e il mondo.

In effetti si puo' affermare che il tuo apporto per la societa' sia minore, e che il tuo impegno nei confronti del compagno altrettanto, perche' chi si sposa, per avere i diritti, ha accettato dei _doveri_ : sostentamento, rispetto (maggiore di quello che porti a un normale concittadino).. e altre cose. Questi sono valori su cui lo stato in certi frangenti vorrebbe investire...e nel tuo caso sono solo promesse verbali.
Se sei un inguaribile romantico, non hai bisogno di un contratto per prometterti a una persona in eterno. E' molto bello, ma proprio perche' riguarda voi due, non puoi pretendere che sia un criterio di decisione per esterni.
Di nuovo, io stato, che devo confrontarvi con una coppia _identica_, ma sposata: loro mi hanno detto (me lo hanno firmato, sono "dolcemente costretti" dalla legge, si potrebbe dire) che non si abbandoneranno. Che per quanto male andranno le cose, si aiuteranno comunque nel bisogno, (anche dopo il divorzio), che nella difficolta' non molleranno tutto all'improvviso (con la separazione).
Tu invece me lo hai solo detto... e io posso aver paura che ti pigli lo schiribizzo, parti per l'Argentina e chi ti vede piu'?

Non credo che stiamo andando OT. Se lo pensi, posta un nuovo thread, lo chiami: valore contrattuale del matrimonio civile
e diventiamo IT :)

Simone

tu studi/fai legge o affini vero ? Le frasi iniziate col soggetto "IO STATO" di solito le usano solo i docenti di legge.
Cmq confermo quello che dici riguardo alle unioni di fatto (convivenza) : lo stato avendo in mano il contratto di matrimonio è come se avesse una garanzia in più. Nel caso delle case popolari si traduce in un punteggio maggiore. Il che è logico e ha senso. Sono scelte ...

ihc'naib
20th July 2004, 10:03
No.. io studio ingegneria elettronica... pero' sono abituato al liceo, dove ho scoperto le formule.. e sono cmq un po' troppo pomposo nel parlare ... :)

Ihc'

Alkabar
20th July 2004, 23:07
No.. io studio ingegneria elettronica... pero' sono abituato al liceo, dove ho scoperto le formule.. e sono cmq un po' troppo pomposo nel parlare ... :)

Ihc'

argh ing elettronicaaa io ingegneria informatica. Semmai dovrai fare delle relazioni o dei progetti essere pomposo ti fara' solo che bene : sanno un cazzo loro di come si fa una relazione.... la maggior parte dei docenti legge una riga si e una no :rotfl: ! quindi almeno quella riga si che sia scritta in modo impressionante che ti danno 30 ovunque.

skald74
22nd July 2004, 19:39
Permettimi di fare un confronto, un po' rischioso perche' non conosco l'argomento, proprio con un sacramento: il battesimo.
Bisogna distinguere causa ed effetto. L'ingresso nella comunita' cristiana non e' l'effetto del battesimo, ma viceversa. E' a causa del proprio ingresso nella CC che uno decide di battezzarsi: ha "trovato" Dio nella sua vita, e decide di rendere l'evento pubblico.


OT
Paragone azzardato potrebbe andare se uno si battezza a 20 anni , calcolando che il battesimo viene fatto agli infanti , il rapporto causa-effetto è l opposto di quello che dici tu , i genitori battezzano il figlio per farlo entrare nella CC e nn viceversa.

LSR-87
22nd July 2004, 23:23
Ieri all'Angelus il Papa si è incazzato dibbestia perchè nella nuova costituzione europea non viene menzionata l'origine Cristiana dell'Unione.

Ora io sarò ignurante dibbestia ma a me non sembra che l'origine dell'Unione Europea sia derivata dalla Chiesa, forse la cristianità è un fatto comune delle popolazioni (o meglio, della maggioranza delle popolazioni), forse la chiesa in molti paesi è stato il primo organo educativo, ma, onestamente, citare una religione in un trattato Politico e Economico, non mi sembra proprio il caso...

Boh...

Voi ammazzapreti e fedeli, che ne dite? :D

Dovevano menzionarla, se non altro per tutelare la nostra identita` culturale.

Un arcinemico della Chiesa :nod:

Zurlaccio è_é
23rd July 2004, 00:34
Bah... sono mezzo credente e per nulla praticante, sinceramente non ci avrei visto nulla di male ad inserire il pezzo sulle radici cristiane; del resto fortunatamente al giorno d'oggi la religione è vista da (credo) la maggioranza degli europei più come un folkrore che una credenza, (un po' come succedeva per i greci con i loro dei) quindi una cosa innoqua per lo più.

ArrotadeBastard
23rd July 2004, 01:24
Bah... sono mezzo credente e per nulla praticante, sinceramente non ci avrei visto nulla di male ad inserire il pezzo sulle radici cristiane; del resto fortunatamente al giorno d'oggi la religione è vista da (credo) la maggioranza degli europei più come un folkrore che una credenza, (un po' come succedeva per i greci con i loro dei) quindi una cosa innoqua per lo più.

non e' stato inserito perchè è ora di svincolarsi dalla religione. un conto e' come si muove il mondo e un conto è la spiritualità. Il papa avrebbe avuto mille scuse in più per mettere i suoi ridicoli veti etici se ci fosse stato qualcosa al suo riguardo nella costituzione europea. tutto imho ovviamente.

ihc'naib
23rd July 2004, 09:54
Beh..per la cronaca: :-) ovviamente mi riferivo al battesimo come dovrebbe essere.. non alla tradizione incoerente che vige adesso...

Ihc'