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View Full Version : Il rispetto della morte.



ihc'naib
4th April 2005, 13:19
Lungi da me, sia ben chiaro per qualche sprovveduto che non conosce il mio atteggiamento nei confronti dei litigi mediatici, l'intenzione di rilanciare una discussione su un argomento che gli admin hanno invitato ad abbandonare.
Potrei mettervi a parte di questi miei pensieri fra qualche settimana, e la scintilla - non e' necessario citarla - che ha li ha generati e' recente, e non credo che una discussione sia offensiva per i credenti. Se lo e' valga questa premessa perche' smettano di leggere. Non sono ne' saro' offensivo nei confronti di nessuno, e non impongo questa discussione a chi e' in un momento emotivamente delicato e trova futile parlare di "cose"...

Quello che mi chiedo, e di cui mi voglio rendere conto e' : che cos'e' il rispetto della morte? Dove inizia, e dove finisce?

Sono stati interrotti programmi televisivi, sono stati dichiarati giorni di lutto, sono scoccate polemiche accese, tutto questo in uno stato che e' laico - non sto usando retorica - e che quindi, evidentemente, si "limita" a offrire un "pensiero" a una classe di persone che lo costituisce in maniera ampia. Il lutto non e' per il deceduto. E' per chi lo piange e ha diritto ad essere "lasciato in pace".
Cosa diventa, dunque, il gesto di "rispettare" la morte? Non sorridere, non ridere, nè scherzare? Non disturbare, nè essere invasivi? Oppure addirittura piangere qualcuno a cui non ci sentiamo legati?
Si' e' spesso accusato di retorica chi invoca il tasso di mortalita' infantile nel mondo come argomento nel definire improprio questo lutto. Forse e' retorica, ma questo non lo rende necessariamente sbagliato.
Il fatto e' che sia i principi della religione - per quanto ne so: invoco correzione - che quelli della democrazia occidentale, dicono che gli uomini sono uguali. E' evidente che e' "oggettivamente" piu' importante un papa, o un politico, di un uomo qualunque.. cio' non toglie che sono due identici cuori, menti, anime. Le anime, nei miei occhi, hanno lo stesso peso.
Se milioni di persone ci chiedono un po' di silenzio, per piangere tutte insieme, e' da aguzzini non concederlo.
Ma per quale motivo milioni di persone sono turbate per la morte di un uomo - importante, si', ma una sola anima cristiana, un solo animo umano - quando in ogni momento animi e anime si spengono, e questo resta un pensiero silenzioso, dei pochi piu' riflessivi che ogni tanto dedicano loro un pensiero di tristezza?
La differenza, evidentemente, sta in cio' che l'essere terreno ha compiuto nella nostra realta', e sul numero di persone che ha attratto intorno a se'. Forse il papa si e' avvicinato come un padre a molte piu' persone, che piangono lui perche' lo hanno avuto vicino, come non hanno avuto vicino altri morti illacrimati.. e allora non sono alieno io, che, distante da questo papa, non soffro..

Il rispetto non puo' essere del deceduto.. e' di chi lo piange o semplicemente lo ricorda. E essere pubblicamente cio' che siamo (calciatori, giornalisti sportivi, piloti di formula uno, presentatori radio irriverenti) puo' essere irrispettoso, ora e non fra 10, 20 giorni, per questa persona ma non per altri?
Le persone che sarebbero state offese da una partita di calcio, sono le stesse che si aggrapperanno alle stesse partite fra qualche tempo, per sconfiggerle la noia. I gesti in causa sono gli stessi.. gli animi di chi compie questi gesti, altrettanto.

Ci sono altri, innumerevoli spunti che queste riflessioni gettano, ma le domande focali che mi vengono in mente sono queste: mancheremo di rispetto nel momento in cui ci prenderemo la liberta' di sorridere e scherzare ancora? E se ce ne andassimo, non vorremmo poter far si' che i nostri cari non soffrano,e siano anzi felici facendo cio' che fanno in ogni momento quando vogliono esser felici?

Non credo nell'utilita' delle manifestazioni collettive di dolore, ma le accetto perche' altri non sono come me. Ma chi come me e non soffre, non puo' chiedersi dove andranno tutti quelli che piangono, e quanto rispetto per la vita - piu' importante di quello per la morte - porteranno con se' nella vita di ogni giorno, dopo questa esperienza.

ihc'

Palur
4th April 2005, 13:31
Credo che chi si sente in lutto debba essere rispettato.
Non credo che tutti quelli che dicono di essere in lutto lo siano veramente , perche mi picco di conoscere l'umanità in taluni sui aspetti , e quindi non ci credo.
Credo che i mass media siano mass media.
Quanto al resto da me si continua a scherzare "as usual" e non vedo nessuna cattiva persona qua attorno.Nessuno , peraltro , scherzando , intende mancare di rispetto. Se uno si sente offeso , non puo cambiare canale , ma c'e' san pietro qua dietro , piglia il bus e và li.

Non so non lo vedo il problema.Le persone in vita non si possono riportare.
Vivere la vita in lutto non è possibile , quindi , si tira avanti meglio che si può.
Fatti spiegare l'amleto da uno che ne sa parlare inhc che ti diverti un sacco a trovare non le risposte a questi quesiti , ma a vedere che certe domande su silenzio , coerenza , lutto , tragedia e ipocrisia siano domande che esistono "da sempre" e che sono , per lo più , destinate a rimanere senza risposta , è già tantissimo se riusciamo a trovarci bene con 1 persona , figuriamoci con una comunità.

ghs
4th April 2005, 14:11
Partendo dalla fine: scherzare è non solo divertente e legittimo, ma anche giusto, necessario e vitale.
Quanto al rispetto, ci sarebbero molte parti del problema da esaminare più attentamente. Tagliando preventivamente (e lo faccio per voi...) tutto un lunghissimo preambolo che ho in testa ora e limitandomi alla benevolenza pratica: quando si osserva un dolore a cui non si può partecipare, si deve dare valore all'affioramento della relazione fra le persone coinvolte (anche se ci risultassero odiose) e averne cura in quanto unico elemento in cui davvero ci si possa riconoscere. Perchè non esiste ragione per cui rispettare qualsivoglia persona, se non, appunto, il riconoscere un legame e una potenza in esso. Dire che si rispetta una persona "in sè" è mentire o non dare peso ai propri pensieri e alla storia.
Insomma, il mondo degli uomini esiste perchè esistono gli uomini e la morte è dolorosa perchè chi resta perde un pezzo di quel mondo e chi muore perde il mondo intero. C'è da avere rispetto e considerazione di questo.

Proprio perchè il mondo è relazione, gli uomini partecipano al mondo solo dentro quelle relazioni (basti pensare al linguaggio). Questo genera la nascita e il valore del Simbolo, senza il quale (cioè senza la sua natura sintetica) il mondo e l'uomo (e gli uomini) stanno ognuno per i fatti suoi e diventano sequenze di fatti e azioni incomprensibili.
Il lutto è un groviglio di simboli. Incontrollabile, ma reale e presente.
Il modo in cui l'informazione entra nel mondo è a cavallo dei simboli; non mi stupisce, nè mi scandalizza, la rapidità e l'opportunismo con cui ci si butta sui resti dei morti (che siano figli uccisi da madri o papi epocali) e accetto di buon grado l'inconsapevole "sentimento indotto" di buona parte dei partecipanti alle manifestazioni di piazza (siano operai salariati o fedeli in lutto), perchè questo è ciò che succede da sempre e sempre nelle società e, in fondo, è ciò per cui le società si possono dire vive.

Alkabar
4th April 2005, 16:16
Francamente, leggendo e ascoltando testimonianze di chi si dice essere in lutto o triste, disperato, in molti casi altro non ho visto che una concitazione dettata unicamente dalle circostanze del caso, questo in vero mi ha lasciato assai perplesso sulla capacità di pensiero indipendente delle persone nelle mie dirette vicinanze e non, o meglio sono rimasto allibito dalla capacità dei media di influenzare, anche con retorica niente più che struggevole, l'animo della della gente. Quello che alcuni miei coetanei, ieri notte durante un'uscita, mi hanno fatto notare è che questo è uno stato laico, deve essere data la possibilità di scegliere la propria fede e a ogni modo deve essere data la possibilità di decidere se essere interessati, o meno, a un argomento riguardante una particolare fede, politica, campo di conoscenza. Ciò che ho notato, in generale, nella risposta della popolazione cattolica media a questo evento, non è stata la richiesta di rispetto, ma semmai la pretesa di interesse in modo quasi snobbista, per una questione, la morte di un capo religioso, che può o meno interessare. In uno stato libero ci sono coloro che sono interessati e coloro che non sono interessati: entrambi i gruppi devono necessariamente avere stessi diritti, stessa possibilità di manifestare le proprie idee e stessa possibilità di accedere all'informazione nonostante ci si trovi di fronte a un evento che condiziona pesantemente uno dei due gruppi. Ciò detto è evidente che non deve contare o meno la maggioranza di un gruppo rispetto all'altro, altrimenti non si tratta di democrazia, ma di dittatura delle idee della maggioranza su quelle della minoranza, probabilmente altrettanto valide.

San Vegeta
4th April 2005, 16:35
Mia zia poco prima di morire disse: non voglio nessuno vestito di nero al funerale e dite ai bambini (io e i miei cugini, per inciso) che devono vivere felici e non piangere, io adesso non avrò più problemi.

Credo non ci sia bisogno di aggiungere altro per dire quello che penso, il resto è tutta moda e voglia di essere presenti, che col lutto o con il reale dispiacere, a mio avviso, non ha nulla a che fare

Morpheus
4th April 2005, 16:49
Mia zia poco prima di morire disse: non voglio nessuno vestito di nero al funerale e dite ai bambini (io e i miei cugini, per inciso) che devono vivere felici e non piangere, io adesso non avrò più problemi.

Credo non ci sia bisogno di aggiungere altro per dire quello che penso, il resto è tutta moda e voglia di essere presenti, che col lutto o con il reale dispiacere, a mio avviso, non ha nulla a che fare

bhè... attenzione... ognuno è libero di vivere un lutto per quello che sente, poi ci sono le persone che cmq si mettono dietro le telecamere e fanno i deficenti...

In teoria (almeno quella mia...) bisognerebbe esser felici della morte terrena di una persona, perchè, come detto anche dal Papa, la vita ricomincia dalla morte.

Thuslands
4th April 2005, 20:07
bhè... attenzione... ognuno è libero di vivere un lutto per quello che sente, poi ci sono le persone che cmq si mettono dietro le telecamere e fanno i deficenti...

In teoria (almeno quella mia...) bisognerebbe esser felici della morte terrena di una persona, perchè, come detto anche dal Papa, la vita ricomincia dalla morte.

Senza darti torto per cio' che dici , e sperando di non passare per l'ateo di turno non credo sia cosi facile credere alla frase con cui chiudi il reply.
Ed è questo , a mio avviso , che rende spesso difficilissimo ( per alcuni , addiruttura impossibile ) accettare la scomparsa di una persona , specie se in maniera improvvisa e in età piuttosto giovane.

L'uomo , si sa, non è fatto per comprendere cio' che non esiste.
Figuriamoci , se puo' concepitre una scomparsa improvvisa di una persona che è esistita qualche giorno prima, e poi non c'è piu.
Ovviamente non mi riferisco ai casi di persone malate o cmq molto anziane , attorno alla quale la rassegnazione assume aspetti molteplici, spesso ammirabili e con grandi insegnamenti.

Una forte fede nella vita dopo la morte puo rendere il tutto piu morbido e accessibile alla razionalita umana, ecco perche sono nate le religioni.

Necker
5th April 2005, 12:26
Mia zia poco prima di morire disse: non voglio nessuno vestito di nero al funerale e dite ai bambini (io e i miei cugini, per inciso) che devono vivere felici e non piangere, io adesso non avrò più problemi.

Credo non ci sia bisogno di aggiungere altro per dire quello che penso, il resto è tutta moda e voglia di essere presenti, che col lutto o con il reale dispiacere, a mio avviso, non ha nulla a che fare

anche mio nonno ha voluto le stesse identiche cose!!

Alkabar
5th April 2005, 14:05
anche mio nonno ha voluto le stesse identiche cose!!

e pure mio zio.

Io lo farò presente ai miei figli: se qualcuno dovesse mettere una croce sulla mia bara, giuro che il giorno del mio funerale ritorno dalla morte per picchiarlo. Ressurrection ftw.

tanto per rimanere in tema di cose allegre :).