Ipnotik
9th January 2007, 21:19
Ormai mi sono innamorato di Gentiloni... :love:
LA FONDAZIONE
La Fondazione - ha spiegato il ministro - garantisce autonomia dal governo, rappresenta i cittadini-utenti, difende l'indipendenza aziendale nei confronti di diversi poteri, verifica l'andamento del contratto che regola Stato e servizio pubblico, definisce gli statuti delle società operative Rai e ne nomina i vertici. La fondazione che dovrebbe guidare la Rai del futuro sarà guidata da un consiglio di amministrazione che avrà una diversa articolazione a seconda che si opti per il «modello tedesco» o per quello «spagnolo». Nella prima ipotesi il Consiglio della Fondazione sarebbe composto da sette membri, con 4 componenti più il futuro presidente che verrebbero nominati dal Parlamento. Due sarebbero invece i membri nominati dalle Regioni. Tutti i componenti, presidente compreso, sarebbero eletti con maggioranza qualificata dei due terzi. Gentiloni ipotizza in sei anni la durata in carica del Consiglio, che non si rinnova mai interamente, ma viene rinnovato per un terzo ogni due anni. Per il presidente tuttavia c'è anche l'ipotesi che la sua indicazione possa scaturire dalla proposta congiunta dei presidenti dei due rami del Parlamento.
Nella seconda ipotesi invece il consiglio di amministrazione della fondazione deriverebbe da designazioni di organismi diversi, non solo quindi il Parlamento e Regioni, ma anche organi accademici, sindacali ecc...: in tal caso il numero di componenti sarebbe maggiore. Entro il mese di febbraio sarà ultimata una consultazione pubblica avviata dal ministero delle Comunicazioni sulla base delle linee guida, cui seguirà un disegno di legge governativo di riforma della Rai da sottoporre al confronto parlamentare.
LE SOCIETA'
La fondazione, secondo quanto proposto da Gentiloni, controllerà a sua volta tre società, ciascuna delle quali avrà un consiglio di amministrazione, nominato dalla fondazione-azionista. Le società funzioneranno in base alle norme del codice civile. Duplice, secondo Gentiloni, l'obiettivo di quella che definisce la «proposta principale» per il futuro assetto di Viale Mazzini: «garantire una più chiara separazione tra ciò che è finanziato dal canone e ciò che è basato sugli introiti pubblicitari e creare le condizioni per eliminare l'eccessiva dipendenza del servizio pubblico dalla pubblicità, che rende difficile la sua differenziazione dalla tv commerciale». La presenza di una società interamente finanziata dalla pubblicità, con indici di affollamento da tv commerciale, facente capo a una delle tre reti Rai («quale, spetterà all'azienda deciderlo», ribadisce Gentiloni) non apre necessariamente le porte a una sua privatizzazione: «Non è irrealistico ipotizzare la presenza di un competitor su un mercato aperto che abbia però proprietà pubblica. Ovviamente tale società non potrebbe però ricevere anche le risorse del canone. Pensiamo all'inglese Channel 4, una tv pubblica interamente finanziata dagli spot». Spetterà inoltre alla fondazione decidere l'eventuale societarizzazione di altri rami d'azienda: Gentiloni, per esempio, vedrebbe con favore quella della radio, «per garantirle maggiore autonomia, anche grazie a una quota garantita di canone, e evitare che sia una sorella minore nel sistema».
[http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2007/01_Gennaio/09/rai.shtml]
Insomma 3 canali, 3 società che li controllano.2 canali che fanno servizio pubblico e finanziati perlopiù dal canone, 1 canale finanziato solo dalla pubblicità. A me piace...:thumbup:
Spero adottino il modello Spagnolo per la nomina del CdA...
LA FONDAZIONE
La Fondazione - ha spiegato il ministro - garantisce autonomia dal governo, rappresenta i cittadini-utenti, difende l'indipendenza aziendale nei confronti di diversi poteri, verifica l'andamento del contratto che regola Stato e servizio pubblico, definisce gli statuti delle società operative Rai e ne nomina i vertici. La fondazione che dovrebbe guidare la Rai del futuro sarà guidata da un consiglio di amministrazione che avrà una diversa articolazione a seconda che si opti per il «modello tedesco» o per quello «spagnolo». Nella prima ipotesi il Consiglio della Fondazione sarebbe composto da sette membri, con 4 componenti più il futuro presidente che verrebbero nominati dal Parlamento. Due sarebbero invece i membri nominati dalle Regioni. Tutti i componenti, presidente compreso, sarebbero eletti con maggioranza qualificata dei due terzi. Gentiloni ipotizza in sei anni la durata in carica del Consiglio, che non si rinnova mai interamente, ma viene rinnovato per un terzo ogni due anni. Per il presidente tuttavia c'è anche l'ipotesi che la sua indicazione possa scaturire dalla proposta congiunta dei presidenti dei due rami del Parlamento.
Nella seconda ipotesi invece il consiglio di amministrazione della fondazione deriverebbe da designazioni di organismi diversi, non solo quindi il Parlamento e Regioni, ma anche organi accademici, sindacali ecc...: in tal caso il numero di componenti sarebbe maggiore. Entro il mese di febbraio sarà ultimata una consultazione pubblica avviata dal ministero delle Comunicazioni sulla base delle linee guida, cui seguirà un disegno di legge governativo di riforma della Rai da sottoporre al confronto parlamentare.
LE SOCIETA'
La fondazione, secondo quanto proposto da Gentiloni, controllerà a sua volta tre società, ciascuna delle quali avrà un consiglio di amministrazione, nominato dalla fondazione-azionista. Le società funzioneranno in base alle norme del codice civile. Duplice, secondo Gentiloni, l'obiettivo di quella che definisce la «proposta principale» per il futuro assetto di Viale Mazzini: «garantire una più chiara separazione tra ciò che è finanziato dal canone e ciò che è basato sugli introiti pubblicitari e creare le condizioni per eliminare l'eccessiva dipendenza del servizio pubblico dalla pubblicità, che rende difficile la sua differenziazione dalla tv commerciale». La presenza di una società interamente finanziata dalla pubblicità, con indici di affollamento da tv commerciale, facente capo a una delle tre reti Rai («quale, spetterà all'azienda deciderlo», ribadisce Gentiloni) non apre necessariamente le porte a una sua privatizzazione: «Non è irrealistico ipotizzare la presenza di un competitor su un mercato aperto che abbia però proprietà pubblica. Ovviamente tale società non potrebbe però ricevere anche le risorse del canone. Pensiamo all'inglese Channel 4, una tv pubblica interamente finanziata dagli spot». Spetterà inoltre alla fondazione decidere l'eventuale societarizzazione di altri rami d'azienda: Gentiloni, per esempio, vedrebbe con favore quella della radio, «per garantirle maggiore autonomia, anche grazie a una quota garantita di canone, e evitare che sia una sorella minore nel sistema».
[http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2007/01_Gennaio/09/rai.shtml]
Insomma 3 canali, 3 società che li controllano.2 canali che fanno servizio pubblico e finanziati perlopiù dal canone, 1 canale finanziato solo dalla pubblicità. A me piace...:thumbup:
Spero adottino il modello Spagnolo per la nomina del CdA...