Faramjr
22nd February 2007, 18:05
Comincio col dire che il grande pubblico dovrebbe starne il più lontano possibile, non è film per le masse. Anzi, finchè siete in tempo non leggete neanche quello che sto per scrivere (se mai ne aveste voglia).
Volendo usare un metro di giudizio piuttosto rozzo si potrebbe dire infatti che non c'è nessuna novità in questo polpettone da 3 ore senza trama. In pratica è il solito pasticcio alla David Lynch. Molteplicità di piani spaziali e temporali, personaggi che si fondono in un unico ruolo, attori che interpretano più personaggi (in effetti in molti casi risulta difficile capire se stiamo osservando due personaggi diversi con le stesse sembianze, o se si tratti dello stesso personaggio in diversi spazi/tempi).
In realtà non è così, ci sono diverse novità rispetto ai predecessori di questo film. Innanzitutto, dal punto di vista tecnico, la luce (o meglio, l'assenza di) e il sonoro hanno un'importanza decisamente maggiore. Non solo come in Eraserhead, Velluto Blu, Lost Highway e Mulholland Drive hanno la funzione di straniare, disorientare e inquietare lo spettatore, in questo caso suscitano vero spavento. Per rendere terrorizzante una lampada bisogna saperci fare.
In secondo luogo il film è molto più "serio" rispetto agli altri, in questo senso è molto più simile ad Eraserhead. Ci sono i soliti momenti di comicità grottesca tipici di Lynch, ma sono decisamente pochi. E c'è da far notare una nuova, ed abbastanza inquietante passione per il musical: fantastica la scena con "The Locomotion" come sottofondo.
Non mi addentro nei dettagli della trama, più che dettagli nelle "figure", visto che fino a due terzi il film si svolge in "luoghi" abbastanza delineati e riconoscibili, così come lo sono i personaggi. Dico soltanto che a differenza dei precedenti film, qui piuttosto che essere immersi in un'incubo, sembra di navigare nella metne di una persona che scivola pian piano verso la follia. Di chi sia questa mente è difficile da dire, della ragazza perduta? Di Laura Dern?
Nella terza parte del film si perde per un attimo il filo del discorso (la terza parte corrisponde all'ultima ora di film...), quando ci vengono fatte vedere le vicende del marito(?) di Laura Dern e della ragazza perduta. Una parte del film è recitata in polacco, e proprio quando gli attori che ricorrono in queste scene cominciano ad avere una parte un po' piu' ampia, cominciamo a perdere il senso del film. Senso che era rappresentato dal filo conduttore che legava fino a quel momento i vari frammenti, ossia il/i personaggi di Laura Dern.
Se fino a questo momento il film mi aveva interessato e intrigato, nell'ultima parte, in cui tra l'altro i tempi si dilatano e le scene durano di più, ho cominciato ad avvertire un distacco quasi irreversibile. Forse tre ore sono tante e indubbiamente si fanno sentire. E' certo che il film ha una forte componente femminile, e ho la sensazione che con una sensibilità che io non possiedo si riuscirebbe ad essere raggiunti meglio dal film, che riuscirebbe a suscitare emozioni che per me sono rimaste aliene.
Non è che non mi sia piaciuto, Laura Dern è impressionante, soprattutto nelle scene in cui il suo personaggio racconta sboccatamente diverse strane storie: un semplice "C'era un uomo..." diventa inquietante in vero senso lovecraftiano. E pio ci sono Jeremy Irons e Harry Dean Stanton che aggiungono spessore con le loro grandi interpretazioni. E' solo che non mi ha coinvolto come altre pellicole di Lynch.
Da menzionare sicuramente c'è la sit-com interpretata da asini. Che se all'inzio del film è divertente, alla fine si scopre essere decisamente disturbante.
In definitiva, per gli appassionati di Lynch è assolutamente da vedere, per gli altri assolutamente da evitare.
Volendo usare un metro di giudizio piuttosto rozzo si potrebbe dire infatti che non c'è nessuna novità in questo polpettone da 3 ore senza trama. In pratica è il solito pasticcio alla David Lynch. Molteplicità di piani spaziali e temporali, personaggi che si fondono in un unico ruolo, attori che interpretano più personaggi (in effetti in molti casi risulta difficile capire se stiamo osservando due personaggi diversi con le stesse sembianze, o se si tratti dello stesso personaggio in diversi spazi/tempi).
In realtà non è così, ci sono diverse novità rispetto ai predecessori di questo film. Innanzitutto, dal punto di vista tecnico, la luce (o meglio, l'assenza di) e il sonoro hanno un'importanza decisamente maggiore. Non solo come in Eraserhead, Velluto Blu, Lost Highway e Mulholland Drive hanno la funzione di straniare, disorientare e inquietare lo spettatore, in questo caso suscitano vero spavento. Per rendere terrorizzante una lampada bisogna saperci fare.
In secondo luogo il film è molto più "serio" rispetto agli altri, in questo senso è molto più simile ad Eraserhead. Ci sono i soliti momenti di comicità grottesca tipici di Lynch, ma sono decisamente pochi. E c'è da far notare una nuova, ed abbastanza inquietante passione per il musical: fantastica la scena con "The Locomotion" come sottofondo.
Non mi addentro nei dettagli della trama, più che dettagli nelle "figure", visto che fino a due terzi il film si svolge in "luoghi" abbastanza delineati e riconoscibili, così come lo sono i personaggi. Dico soltanto che a differenza dei precedenti film, qui piuttosto che essere immersi in un'incubo, sembra di navigare nella metne di una persona che scivola pian piano verso la follia. Di chi sia questa mente è difficile da dire, della ragazza perduta? Di Laura Dern?
Nella terza parte del film si perde per un attimo il filo del discorso (la terza parte corrisponde all'ultima ora di film...), quando ci vengono fatte vedere le vicende del marito(?) di Laura Dern e della ragazza perduta. Una parte del film è recitata in polacco, e proprio quando gli attori che ricorrono in queste scene cominciano ad avere una parte un po' piu' ampia, cominciamo a perdere il senso del film. Senso che era rappresentato dal filo conduttore che legava fino a quel momento i vari frammenti, ossia il/i personaggi di Laura Dern.
Se fino a questo momento il film mi aveva interessato e intrigato, nell'ultima parte, in cui tra l'altro i tempi si dilatano e le scene durano di più, ho cominciato ad avvertire un distacco quasi irreversibile. Forse tre ore sono tante e indubbiamente si fanno sentire. E' certo che il film ha una forte componente femminile, e ho la sensazione che con una sensibilità che io non possiedo si riuscirebbe ad essere raggiunti meglio dal film, che riuscirebbe a suscitare emozioni che per me sono rimaste aliene.
Non è che non mi sia piaciuto, Laura Dern è impressionante, soprattutto nelle scene in cui il suo personaggio racconta sboccatamente diverse strane storie: un semplice "C'era un uomo..." diventa inquietante in vero senso lovecraftiano. E pio ci sono Jeremy Irons e Harry Dean Stanton che aggiungono spessore con le loro grandi interpretazioni. E' solo che non mi ha coinvolto come altre pellicole di Lynch.
Da menzionare sicuramente c'è la sit-com interpretata da asini. Che se all'inzio del film è divertente, alla fine si scopre essere decisamente disturbante.
In definitiva, per gli appassionati di Lynch è assolutamente da vedere, per gli altri assolutamente da evitare.