San Vegeta
20th June 2008, 16:48
Non scrivo tutti i dettagli perchè non mi pare il caso, ma il mio caso familiare ha iniziato a farmi pensare... e volevo intavolare una piccola discussione.
http://www.alzheimeruniti.it/legale.html (http://www.alzheimeruniti.it/legale.html)
La legge prevede che per tutelare il patrimonio e i diritti di una persona disabile (handicap fisici o mentali) ci si debba rivolgere a un tribunale che nomina un curatore (a meno che il malato non abbia delegato qualcuno con un atto ufficiale quando era ancora nel pieno delle sue facoltà).
Io mi rendo conto che uno che è infame nell'animo possa approfittarsi di un parente stretto affetto da alcuni tipi di handicap e appropriarsi in un modo o nell'altro del suo patrimonio, oltre che a rovinare la vita del malato. Ma perchè, per non incorrere in questo rischio, TUTTI siano costretti a seguire la strada del tribunale e di un curatore esterno? Chi mi assicura che il giudice, il curatore o chi per essi sia così avveduto da capire che io sto amministrando gli affari di famiglia per il bene della famiglia e non per i miei porci comodi?
Cosa succede se per sfiga uno deve vendere dei beni per poter curare il malato e non può farlo perchè non c'è una delega e non c'è un'autorizzazione a farlo? Non è un controsenso che un familiare, una moglie ad esempio, che ha condiviso la propria vita col malato non possa amministrare beni che alla fine sono di entrambi?
Io sono letteralmente allibito, non riesco a credere che la legge sia così rigida in casi simili.
Edit: l'ultimo paragrafo del link sembra dare sollievo ai miei dubbi. resta comunque la perplessità del dover fare riferimento a un tribunale e a un amministratore di sostegno per assistere un familiare
http://www.alzheimeruniti.it/legale.html (http://www.alzheimeruniti.it/legale.html)
La legge prevede che per tutelare il patrimonio e i diritti di una persona disabile (handicap fisici o mentali) ci si debba rivolgere a un tribunale che nomina un curatore (a meno che il malato non abbia delegato qualcuno con un atto ufficiale quando era ancora nel pieno delle sue facoltà).
Io mi rendo conto che uno che è infame nell'animo possa approfittarsi di un parente stretto affetto da alcuni tipi di handicap e appropriarsi in un modo o nell'altro del suo patrimonio, oltre che a rovinare la vita del malato. Ma perchè, per non incorrere in questo rischio, TUTTI siano costretti a seguire la strada del tribunale e di un curatore esterno? Chi mi assicura che il giudice, il curatore o chi per essi sia così avveduto da capire che io sto amministrando gli affari di famiglia per il bene della famiglia e non per i miei porci comodi?
Cosa succede se per sfiga uno deve vendere dei beni per poter curare il malato e non può farlo perchè non c'è una delega e non c'è un'autorizzazione a farlo? Non è un controsenso che un familiare, una moglie ad esempio, che ha condiviso la propria vita col malato non possa amministrare beni che alla fine sono di entrambi?
Io sono letteralmente allibito, non riesco a credere che la legge sia così rigida in casi simili.
Edit: l'ultimo paragrafo del link sembra dare sollievo ai miei dubbi. resta comunque la perplessità del dover fare riferimento a un tribunale e a un amministratore di sostegno per assistere un familiare