Una scelta difficile

La riconoscenza, la paura e il senso del dovere. La giovane Maga poteva leggere chiaramente negli occhi di ghiaccio del Necromante venuto dal nord la presenza del significato di queste tre parole. L'imperturbabilità che da sempre aveva accompagnato Dalanov fin dal suo arrivo si era sgretolata come neve al sole, un paragone che, viste le origini del Necromante e l'attuale luogo di scontro, avrebbe quasi fatto sorridere Faelyn se soltanto la situazione non fosse stata cosi tesa.Quale dei tre sentimenti avrebbe preso il sopravvento? lei non lo sapeva, sapeva cosi poco di quella gente e in quel momento maledì i pregiudizi che le avevano sempre impedito di conoscere qualcosa di più sulla loro etica. Se fosse sopravvissuta a quest'incontro, di certo qualcosa sarebbe cambiato.

La fine dello scontro arrivò portato dal bagliore dell'acciaio freddo ed inesorabile brandito dai coraggiosi soldati, il gruppo di esploratori partiti dalla città aveva fatto luce sugli ultimi oscuri eventi, ma a quale prezzo?. Difficile gioire di questa vittoria, difficile definire un nemico chi non ti muove rancore anche di fronte alla tua intenzione di fargliela pagare. Probabilmente il giovane Necromante era tormentato da questi pensieri, lei Faelyn, si avvicinò a fissare in silenzio la scena, le parole non avevano posto in quel momento.

Poco dopo, la ragazza si avvicinò al ragazzo che portava con se il corpo dello sconfitto. La sua voce era bassa ma decisa.

Non posso dirti se tu abbia fatto la cosa migliore ma... ti devo la vita questo devo riconoscerlo. Non so neanche quali erano le tue reali intenzioni e quali saranno quelle di adesso, ma forse l'esito di questa storia potrebbe essere l'inizio di un importante cambiamento, anche se...questo non spetterà ne a me ne a te. Mi dispiace Dalanov

Le parole della giovane maga si insinuavano lontane nella mente di Dalanof, ormai presa da pensieri che non lo avevano mai sfiorato prima d'ora.
Era sempre stato devoto, aveva fatto dei sacrifici per il suo Ordine, aveva perfino lasciato la sua amata per l'Ordine, esso era il bene supremo a cui si aggrappava giorno dopo giorno, nella sua piena fiducia.
Ma adesso, quel piccolo pungiglione assopito da sempre lo aveva punto nel suo spirito facendolo sussultare di pensieri a lui ignoti. L'Ordine era davvero nel giusto? Adesso non ne era più sicuro. L'Ordine aveva sempre effettuato opere per la salvaguardia di se stesso e di Necropolis? Incertezza, paura.
Che cosa c'era in quella borsa? Perchè era stato scelto propio lui? Perchè aveva dovuto uccidere un suo fratello? ...Dalanof pensava a tutto questo mentre la calda voce di Faelyn lo faceva ritornare alla realtà.
La lacrima che aveva solcato il volto pallido e freddo del necromante era sul punto di lasciare il viso di Dalanof per cadere sfracellandosi a terra. Il mago sperò che non fosse così anche per lui...

*alcuni anni prima*

"Talvolta mi viene chiesto se dobbiamo temere la morte, se è giusto dare la vita che apparentemente è la cosa più preziosa che abbiamo nel nome di uno scopo. Se guardiamo alla storia, vedremo che nei secoli milioni di uomini sono morti nel nome di un ideale, uno scopo o un fine. Possibile che milioni di uomini abbiano sbagliato? Altre volte vi ho parlato di quanto sia giusto non fidarsi delle scelte della maggioranza e ascoltare il propio istinto, ma secoli di vite immolate per delle idee forse possono esserci di aiuto nella comprensione.

Cos'è la vita, che valore dobbiamo dargli?

I superstiziosi, gli stolti e gli sciocchi dicono che noi necromanti ci intendiamo solo di morte. Niente di più falso. La morte è un momento della vita, e noi studiamo le energie che regolano la vita. Noi più degli altri teniamo in considerazione la vita, nostra e del prossimo, perchè noi sappiamo quanto sia 'divina'. Eppure, non dobbiamo temere la morte. Una vita concessa a prezzo della negazione dei nostri ideali non è vita. E' un simulacro di quello che dovremmo essere.

In ogni caso non preoccupatevi, non è così semplice per un necromante perdere la vita"

*La classe rise alla battuta finale del Necromante Melkinof, che per una volta aveva abbandonato il suo sguardo impenetrabile a favore di un lieve sorriso. I giovani accoliti, poco più che bambini, apprezzarono la rara nota umoristica nella lezione. Tra loro c'era un ragazzo biondo, di nome Dalanof, che con gli altri rideva.*