Originally Posted by
ihc'naib
A rigore, il discorso tiene anche secondo me. Tutto dipende da quanto dipende sia sincero lui, che parla di buona fede, di poveri soldati che cercano di salvare la patria (imho sacrosanto, una volta che si accetta la stupidaggine di un concetto come la guerra), e quanto invece sia una "tecnica" per sdoganare, con affermazioni retoricamente inoppugnabili, un clima, un ambito che lui ricorda con affetto e che dal punto di vista politico un po' rimpiange.
Con lo stesso rigore retorico, potremmo rispondere: ma dov'era l'amor di patria quando quei soldati assistevano ai nazisti che comandavano e rastrellavano, quando le camicie nere venivano mandate per sistemare i dissidenti (italianissimi concittadini), quando, insomma, quei soldati (o i loro genitori, o cugini o fratelli) venivano mandati a fare i fascisti a giro per l'italia? La storia vuole che il soldato di rado abbia colpe, perche' obbedisce agli ordini.. ma perche' obbedendo agli ordini a Salo' si "meritano" l'onore morale di essere difensori della patria, ma non l'onere morale di essere stati fascisti e aver risposto ad ordini fascisti nei 20 anni precedenti?
Ripeto, non mi interessa molto, ritengo che soldati morti e sepolti andrebbero lasciati in pace e si debba cominciare a pensare a tempi un po' piu' recenti, ma lo penso ora come lo penso il 2 Giugno come lo penso ogni volta che Napolitano se la mena con la Resistenza, eccetera eccetera. Pero' mi insospettisce il comportamento delle persone ATTUALI che parlano di queste cose... sempre.. a prescindere da chi siano.