ah. ero già pronto a controflammarti :sneer:
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Ma quindi quando le indagini coinvolgono quelli che stanno sulle balle allora sono fatte da santi magistrati difensori della cosa pubblica, sono buone, giuste ed equivalenti ad una sentenza in via definitiva.
Quando coinvolgono i propri paladini.. Tutto il contrario.
Discriminante per il giudizio?
Ovviamente il proprio gusto personale :sneer:
Non mi interessa difendere Di Pietro e non mi interessa se il figlio ha o meno rubato le caramelle, però converrai che c'è differenza tra reagire con:
"Magistratura bolscevica!"
e
"...non c'è figlio che tenga: le indagini devono andare avanti" anche se sfiorano la famiglia. E ben vengano le intercettazioni, "non ci uniremo alla politica paludata che chiede la riforma delle intercettazioni: noi, sia io che mio figlio, non abbiamo nulla da nascondere."
non credi?
cmq se le intercettazioni vengono usate in questo modo se c'è qualcosa da riformare è la stampa non la magistratura, al di la del fatto che siano pubblicabili o meno
devono sbattere il muso sulla legge dell'audience, per quanto questo abbia altri risvolti negativi, se no si continua ad avere i giornali (e i telegiornali) che usano le finte notizie per creare consensi o confusione all'occorrenza
è veramente vergognoso che i giornali siano pagati dai contribuenti che non li comprano e siano la voce delle segraterie di partito
ps: di pietro ha incassato bene il colpo ma è logico che il popolino riporterà la notizia distorta, immaginatevi come corrono le voci nei bar o dai parrucchieri...
io continuo a pensare che vedere le intercettazioni in mano ai mezzi di stampa sia uno scandalo, a prescindere dall'intercettato
uhm non del tutto.
Il problema è quali intercettazioni arrivano alla stampa, e l'uso che questa fa di esse.
Raga, ricordiamoci sempre che il watergate lo ha tirato fuori la stampa, il problema è quando si iniziano a mettere intercettazioni scandalistiche che non c'entrano un cazzo, riportarne solo alcune per dare un aria di coplevolezza tralasciandone altre, e così via. Oltre poi ovviamente al modo stesso in cui il giornalista le commenta e indirizza il lettore verso una certa opinione.