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Incoma
L'ideale sarebbe un modello che permette sia la crescita che la ridistribuzione, e quest'ultima la si ottiene solo attraverso un prelievo fiscale differenziato che costringa la crescita degli alti redditi a divenire una curva logaritmica, e non lineare. Condizione necessaria per la ridistribuzione del reddito è una politica fiscale che penalizzi i redditi oltre il limite sociale di profitto (cioè il reddito superiore a quello del 99,9% della popolazione, in Italia è di circa 500.000 euro), in modo da riconvertire le entrate fiscali così aumentate, in servizi per i cittadini.
Io non sono d'accordo, penalizzare un reddito sopra una certa soglia vuol dire non incentivare tale persona a lavorare. E soprattutto, non sono cazzi dello stato, lo stato offre dei servizi e tassa le persone in base ai soldi che gli servono per erogare tali servizi. Non vedo perchè dovrebbe richiedere più soldi solo perchè la gente li ha, incarnando un ruolo di grande fratello sociale che nell'era della globalizzazione secondo me non gli compete.
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Incoma
Dipende poi sempre cosa intendi per tassazione umana e per supertassare. Se pensi che senza sprechi e corruttele basta una tassazione media al 30% per fornire gratuitamente istruzione, sanità, ordine pubblico e servizi sociali di qualità, beh, siamo lontanucci dalla realtà (USA docet) ... paesi come Svezia e Norvegia, di gran lunga i migliori in europa per qualità della vita e bassa forbice tra ricchi e poveri (indice di Gini), hanno tassazioni alte in paticolare sui redditi alti, se non ricordo male in Svezia sopra i 60k euro si paga il 66% di tasse.
Qua c'è da andarci cauti. Gli US hanno una cultura diversa dall'europa, ma erano molto meno corporativi di noi e la scalata sociale era più facile col loro sistema. Sono meno sociali del tipo, ad esempio, se ti crolla la casa per un terremoto e non ti eri assicurato sono cazzi tui che sei scemo. Detto ciò svezia e norvegia sono come la svizzera a qualità di vita (anzi, la svizzera è sopra), le aliquote diverse sono solo scelte di governo, se erogare più servizi e tassare di più o meno servizi e tassare di meno, da nessuna parte c'è scritto che tanti servizi pubblici e tasse alte è meglio che pochi servizi pubblici e tasse basse. Personalmente il primo modello mi piace di più, ma NON in italia, e il secondo, in cui vivo ora, lo giudico secoli avanti a quello italiano (ed ho uno stipendio basso, quindi dovrei essere quello più penalizzato da un sistema simile).
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Il problema della fuga, che peraltro solo pochi logisticamente possono permettersi (hanno attività strettamente radicate al territorio nel quale operano, quindi sostenere che se se ne vanno la metà addirittura per la fiscalità è un danno, visto che è uno scenario inattuabile nella pratica, è un puro esercizio retorico), gli altri restano e pagano, sta poi nel fatto che abbia intenzione di farlo solo la Francia... è il principio dei paradisi fiscali: vado dove pago meno di tasse. Peccato che questo giochino cominci, per fortuna, a prestare il fianco, visto che, in un mondo inevitabilmente sempre più globalizzato, gli stati sempre più adottano misure compensative a recuperare la fiscalità perduta negli accordi tra stati o nella guerra aperta ai paradisi medesimi, vedi USA che ieri han fatto praticamente fallire una banca svizzera...
D'accordissimo ovviamente a defiscalizzare pesantemente tutto ciò che venga investito a vantaggio della collettività.
Questo arricchimento insensato danneggia paradossalmente in primis chi ne beneficia, se è vero come sostengono alcuni, che le curve reddito/qualità della vita hanno un punto, dopo quello di massima efficienza, al di la del quale i guadagni non solo non migliorano ma addirittura peggiorano la qualità della vita anziche aumentarla.
Norme che ostacolano intenzionalmente la mobilità personale secondo me sono un attentato alla libertà della persona, se marchionne utilizza i servizi svizzeri, manda i figli a scuola in svizzera e paga i contribuiti in svizzera, non capisco perchè debba imporgli la tassazione italiana solo perchè lavora in italia. Negli US e in svizzera, stati federali, c'è una forte concorrenza fiscale tra stati e cantoni. Cioè, non c'è nessun limite alla mobilità personale e lo stato nazionale da grandi libertà alle entità federali in termini fiscali. Questo si traduce in amministrazioni che competono tra di loro, cioè che cercano di offrire i miglior servizi facendo pagare meno tasse possibili, addirittura all'interno della stessa entità nazionale, per "fregarsi" cittadini e imprese.