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Originally Posted by jamino
A quanto mi risulta l'attentato non colpi la banda della Wermacht ma L'11° compagnia del terzo battaglione dell’SS Polizei Regiment Bozen, che da quindici giorni era solita percorrere quella strada. Dopo l'esplosione della bomba vennero lanciate bombe a mano in direzione della colonna tedesca. Questa a mio parere è un azione di guerra, oltretutto contro un bersaglio più che leggittimo come le SS. Secondo la tua distinzione non sarebbero azioni di guerra i sabotaqgi e bombardamenti.
Sul tema se queste persone rischaiassero o meno la vita ricordo che i caduti tra i partigiani sono stati calcolati in circa 50.000 (tra morti in combattimento e fucilati) molti dei quali proprio tra i GAP (gruppi di azione patriottica, chi organizzo e realizzò l'attacco di via Rasella). Per ciò che riguarda Roma il prezzo di sangue pagato dai GAP fu di circa 1700 caduti (fonte ANPI).
sono andato a riguardarmi un po' di dati. La banda fu colpita in un attentato differente, era effettivamente la compagnia Bozen a Via Rasella.
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Scorrere i loro nomi è utile: circa 30 appartengono al Centro militare clandestino di tendenze monarchiche guidato dal colonnello Giuseppe Cordero di Montezemolo del Comando supremo italiano; 52 appartengono al Partito d’Azione e alle formazioni di Giustizia e Libertà; 75 sono artigiani, commercianti e intellettuali di religione ebraica; 68 militavano in Bandiera Rossa. Nessuno apparteneva al Partito comunista italiano, che pure contava a Roma di un forte apparato militare e di consistenti complicità coperte. Molti militanti e confidenti erano stati già arrestati, indiziati e, alcuni, tristemente perseguitati. Nessun comunista si trovò in carcere a Regina Coeli o nel luogo di detenzione esattamente in quel giorni della strage e della rappresaglia. Vi si trovarono invece tutte persone che il Pci considerava nemici esecrandi, da mettere fuori combattimento: comunque. Soprattutto sono considerati nemici giurati gli appartenenti a Bandiera Rossa. Essi sono valutati, senza mezzi termini, puramente “trotzkisti”: i peggiori avversari di Stalin. Leone Trotzkji, ebreo, fondatore dell’Esercito rosso, era stato, infatti, prima condannato, poi esiliato, braccato in tutto il mondo dalla polizia sovietica, per essere assassinato a Città del Messico da un esecutore di origine italo-spagnola, nel 1940, dopo una spietata caccia durata vent’anni. Dopo la guerra civile spagnola del 1936-38, nella Roma di quegli anni feroci, continuava il massacro. L’apparato comunista organizzò e seppe cogliere l’occasione di via Rasella e le sue conseguenze.