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A creare tale situazione secondo le indagini della Procura, attraverso una vorticosa campagna acquisti l'ultima delle quali quella su Popolare di Crema in cui si erano 'collaudati' i metodi impiegati poi per la scalata Antonveneta, era stata l'associazione a delinquere formata da Fiorani, Boni, Spinelli. Un'organizzazione messa in piedi con il concorso dei due gestori del fondo Victoria and Eagle Paolo Marmont e Fabio Massimo Conti oltre ad altri sei persone. L'associazione a delinquere, secondo gli inquirenti, poteva disporre di una "rete di protezione" di politici, finanzieri italiani e esteri ancora operativa. Manteneva intatta la galassia di societa' off-shore e aveva accesso a conti esteri milionari, non collaborava con gli inquirenti ma anzi cancellava documenti e aveva complicita' ramificate "all'esterno e all'interno dell'istituto, anche istituzionali".