Non esistono individui che non siano parte di una cultura. Il concetto occidentale di individuo è fuorviante. E, anzi, è esso stesso un prodotto della nostra storia. Anche la "Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo" non è davvero universale; è un'affermazione di principio contestata da più parti.
Già parlare di "interculturalità", poi, esclude la possibilità di parlare solo di individui.
L'interculturalità è un mito sociologico. Le integrazioni culturali non sono mai avvenute per progetto. Qualsiasi progetto di società è impossibile. Una società che funziona ha sempre un carattere culturale spontaneo e irriducibile, che affonda le radici nella storia, nella memoria, nella tradizione, tutte cose alle quali non si può aderire e nemmeno rinunciare.
Cercare di installare un tipo di società dove non si sia prodotta spontaneamente è impossibile e dannoso (e questo è anche il motivo per cui "esportare la democrazia" è uno slogan efficace, ma evidentemente insensato). Non è possibile calare dall'alto un progetto di società che ridisegni forzatamente l'"ésprit" di una nazione o anche solo di un gruppo sociale. In genere, operazioni di questo tipo sollevano reazioni identitarie o sfociano in regimi totalitari.
E' temporaneamente possibile una convivenza, a patto che esista un sistema di regole rigoroso, ma condividere le regole non significa partecipare a una cultura. Questo porta inevitabilmente a una società frammentata, divisa in gruppi etnici chiusi, che cambiano anche l'aspetto delle città (quartiere cinese, quartiere arabo, etc...) e, prima o dopo, generano i peggiori conflitti sociali.
Estendo, così non rischio di prendermi del razzista.
Un certo livello di conflitto sociale è fisiologico ed è la ragione per cui l'integrazione, quando c'è, parte dal basso, dall'emersione spontanea di un nuovo tema sociale reale, non da un modello teorico preventivo. In questo modo, l'integrazione non è più un momento di assimilazione o sterile e pericolosa inclusione, ma un fenomeno vitale e generativo nell'evoluzione di una cultura.