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mi inquieta il fatto che i predicatori d'odio islamici possano individuare nella condanna del Papa una qualsivoglia giustificazione alla loro strategia della violenza, che colpisce indiscriminatamente tutti e di cui gli stessi musulmani sono le principali vittime. Mentre il Papa, giustamente, è intento a recuperare nell'ovile del cristianesimo le proprie «pecorelle smarrite», nel rispetto della libertà di coscienza dei singoli, gli estremisti islamici, che hanno già istituito delle solide roccaforti in Occidente, mirano a sottomettere al loro arbitrio tutti noi, cristiani, musulmani, ebrei o di altra fede e ideologia, volenti o nolenti.
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Questa è la tragica realtà dell'ideologia dell'odio che riesce a coagulare il consenso tra tutti i musulmani obnubilati dall'antiamericanesimo, dall'antioccidentalismo e dall'ostilità pregiudiziale al diritto di Israele all'esistenza. I pretesti che possono scatenare la loro furia mutano, dall'occupazione israeliana alla guerra americana, dalle vignette su Maometto alle dichiarazioni del Papa. Ma il problema è tutt'interno a un islam trasformato dagli estremisti da una fede in Dio in un'ideologia tesa a imporre un potere teocratico e totalitario su tutti coloro che non sono a loro immagine e somiglianza. E mi spaventa constatare che anche i cosiddetti musulmani moderati hanno rinunciato al senno della ragione e si siano allineati alla "guerra santa" di cui loro saranno le principali vittime.