Ci vorrebbe un bel reset economico mondiale ma è fantapolitica
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Ci vorrebbe un bel reset economico mondiale ma è fantapolitica
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Cronistoria D.Trump
22 gennaio
«La situazione è decisamente sotto controllo, si tratta di una sola persona arrivata dalla Cina»
(all’indomani del primo caso americano di coronavirus)
2 febbraio
«Lo abbiamo praticamente sconfitto, arrivava dalla Cina»
10 febbraio
«In aprile dovrebbe scomparire, con l’arrivo del bel tempo»
14 febbraio
«Le temperatura più alte, storicamente, sono in grado di uccidere il virus»
25 febbraio
«Le persone che hanno contratto il virus stanno meglio, stanno tutti meglio»
26 febbraio
«Ora abbiamo 15 casi ma presto questi diventeranno praticamente zero» Conferenza stampa alla Casa Bianca
27 febbraio
«Un giorno sparirà, come un miracolo il virus sparirà e starete tutti bene»
28 febbraio
«Nel nostro enorme Paese ci sono soltanto 15 contagiati, avremmo potuto avere molti più casi, ma stiamo lavorando molto bene. Il nostro Paese sta facendo un grande lavoro. «35mila persone muoiono ogni anno di influenza. Lo sapevate? Finora non abbiamo perso nessun per il coronavirus negli Stati Uniti. Ora i democratici stanno politicizzando il coronavirus… è l’ultima loro bufala»
Durante un comizio
3 marzo
(riferendosi alle stime Oms sul tasso di mortalità globale del virus)
«Penso che il 3,4% sia davvero un numero falso. Questo è solo un mio presentimento basato sulle conversazioni che ho avuto con molte persone» «Molti si riprendono molto in fretta senza neanche vedere un medico, sedendosi e persino andando al lavoro»
5 marzo
«State calmi, tutto funzionerà bene (...) Devo dire che la gente ora sta negli Stati Uniti, spende i suoi soldi negli Stati Uniti – e mi piace»
In un dibattito sulla Fox mentre i casi nel Paese superavano quota 200, Trump si è compiaciuto del fatto che molti turisti non sarebbero potuti tornare a casa tra quarantene e voli cancellati verso i Paesi già colpiti dall’emergenza
6 marzo
«Il numero dei contagi negli Stati Uniti è inferiore a quello di qualsiasi altro Paese. Mi piace questa roba. La capisco... La gente è sorpresa che io la capisca ... i medici chiedono: come fai a saperne così tanto? Forse ho un’abilità naturale. Mio zio ha insegnato al MIT per un numero di anni record, era un super genio, forse ce l’ho nel sangue. Forse avrei dovuto fare il medico invece di candidarmi alla presidenza».
Intervento durante la visita al Center for Disease Control di Atlanta
«Siamo riusciti a fermare il virus»
Intervento alla Casa Bianca
10 marzo
«Tutto sta funzionando, ci aspettano molte cose buone»
Trump annuncia misure Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato misure “drammatiche” per contrastare l’impatto economico dell’epidemia di coronavirus. Martedì pomeriggio (presenterà alcune di queste misure in una conferenza stampa, ha detto Trump lunedì. I mercati azionari statunitensi hanno avuto il loro peggior giorno di negoziazione dalla crisi finanziaria del 2008 a causa del virus della corona e di un calo del prezzo del petroli
11 marzo
«stiamo gestendo la situazione in modo serio e professionale»
12 marzo
«Il virus andrà via»
13 marzo
«È emergenza nazionale»
15 marzo
«Andrà bene, staremo tutti bene»
16 marzo
«La situazione non è sotto controllo. Se facciamo un buon lavoro la crisi potrebbe passare per luglio o agosto. La mia amministrazione chiede che tutti gli americani, inclusi i giovani e le persone in salute, si adoperino per fare scuola da casa, evitino gli assembramenti di più di 10 persone, i viaggi e di mangiare e bere in bar e ristoranti»
In conferenza stampa a Washington
18 marzo
«Questa è una pandemia, l’avevo capito ben prima dell’annuncio, bastava guardare agli altri Paesi. Ora è il nostro momento dobbiamo sacrificarci tutti»
18 marzo
«Sono un presidente in tempo di guerra»
19 marzo
«Grazie a tutti per essere venuti, continuiamo i nostri sforzi senza sosta per sconfiggere il virus cinese. Sarebbe stato molto, molto meglio se avessimo saputo del virus qualche mese fa. Avrebbe potuto essere contenuto in quell’unica regione della Cina da cui è partito. Ma ora tutto il mondo, o quasi, è contagiato da questo terribile virus e paga un prezzo alto per quello che loro hanno fatto»
Conferenza stampa alla Casa Bianca
23 marzo
«Mi piacerebbe che il Paese fosse riaperto e pronto entro Pasqua. Il nostro Paese vuole tornare al lavoro. Una massiccia recessione sarebbe più letale del virus»
Conferenza stampa alla Casa Bianca
29 marzo
«Se i morti fossero 100mila avremmo fatto un buon lavoro»
31 marzo
Trump: «Saranno settimane molto dure»
4 aprile
«Mascherine? Consigliano di usarle, io non lo farò».
Figa, Nostradamus spostatati proprio.
Irlanda e Olanda non offrono aliquote custom (come facevano Lussemburgo e Svizzera) semplicemente hanno tasse nulle sull'utile all'estero nel primo caso, e una legislazione sugli azionisti molto conveniente nel secondo.
Ad ogni modo di nuovo, il problema non sono le grandi aziende che sono quelle che sono meglio equipaggiate per gestire queste situazioni, e che useranno in minor misura gli aiuti statali (globalmente eh, in Italia Alitalia da sola ha già cannibalizzato un miliardo dopo una settimana).
Di nuovo, il mito della piccola media impresa italiana si riconferma essere un mito: paesi più focalizzati sulla grande impresa ne usciranno meglio (Francia, per dire).
Che poi il problema non è nelle PMI di per sé, ma del settore in cui operano e di come vengono gestite. Scrivete quel che volete sugli imprenditori coraggiosi che mettono tutto in azienda. Io per lavoro ne vedo tanti con decine di milioni di euro investiti all'estero. Decine di milioni di euro che forse fossero rimasti in azienda ora potrebbero aiutare.
Il mio nome è Robert Paulson
Attachment 11342
Sisi bello il concetto di "reset economico". Ma che vuol dire esattamente? Niente.
Qua l'unica cosa che rischiamo è una recessione pesantissima che rischia di impoverire noi tutti. Se siete contenti, beh contenti voi...
Provo schematicamente a titolo esemplificativo, non pensavo ce ne fosse bisogno:
Famiglia A con un reddito di 3k totali: fa una vita in base al reddito ti cui dispone, fa il mutuo solo per comprare la casa, cerca di mettere da parte qualcosa per far fronte a future evenienze (università dei figli, dover lasciare il lavoro per nerdare su un MMORPG ecc);
Famiglia B con un reddito di 3k totali: fa una vita al di sopra delle proprie disponibilità, compra auto a debito ad un costo più alto del proprio reddito annuo, fa 5 vacanze all'anno ecc, non mette da parte un euro ed al primo imprevisto è in difficoltà.
In caso di patrimoniale chi paga di più?
Ovviamente è una estremizzazione eh. Però è per farti capire perché, pur essendo il comportamento della Famiglia B più produttivo nel nostro tipo di economia, è fuori discussione che in caso di patrimoniale chi lo prende nel culo qualche cm in più è la famiglia A. Senza considerare magari chi ha fatto il grosso del suo lavoro in nero. Anche se in questo caso, mi dispiace, ma se lo prenderanno nel culo visto che gli eventuali interventi pubblici saranno bilanciati rispetto al calo del fatturato degli esercizi precedenti. Se non fatturavi, bè giustamente ti attacchi al cazzo.
E' anche normale così, la famiglia B andando fuori a cena , comprando la macchina, spendendo in varie cose ha contribuito a sostenere l'economia molto di più rispetto alla famiglia A , in caso di crisi e necessità di patrimoniale o prelievo forzoso la famiglia A contribuisce a sostenere l'economia.... vabbè dovevo scrivere qualcosa perchè sto aspettando di entrare su boardgame arena ma i server sono full :sneer:
Era evidentemente una frase senza senso senso, però in realtà a noi menomale ce lo compra proprio la nostra la Banca Centrale, altrimenti sarebbero cazzi amarissimi :nod:
Vabbé Salvini ormai è un anno che sta dicendo tutto e il contrario di tutto, non c'è neanche più da meravigliarsi.
Renzi sta nuotando verso il basso con la storia del "impariamo a convivere col virus".
Ma Salvini ha davvero scavato più del fondo del barile...
hai trovato la soluzione, grandi aziende in Italia salveranno l'economia.
Peccato che :
tassazione diversa in altri paesi, o paese dove spostare il domicilio fiscale conviene e la grande azienda viene a lavorare in italia, ma paga dove gli pare.
il tessuto sociale le grandi aziende non lo creano.
il negozio di vicinato/la piccola impresa sono la nostra realtà, o rendi tutto statale e poi lo riunisci in piccole giga aziende (non siamo in cina dove muovi 20 milioni di persone come nulla fosse), oppure il controllo sul territorio non lo fa più nessuno.
che poi le piccole imprese siano mal gestite è un altro discorso. ma torno a dire che non solo le grandi aziende sono più attrezzate (disponibilità di capitali) ma sono spesso le più avvantaggiate.
esempio pratico : io evado 1000€
mi scrive l'ade. soluzione : pago oppure faccio ricorso (causa)
evate pincopallo 10M euro.
gli scrive l'ade. soluzione paghi, oppure ci accordiamo che mi dai il 30% e chiudiamo qui.
in realta il problema non è questo, ma di classe imprenditoriale, in italia non esistono piu grandi industriali seri o visionari, qui ci siamo venduti aziende prima alo stato che le ha risanate e vendute all'estero o direttamnte al primo offerente, perchè semplicemnte questo è l'italiano monetizza subito a breve termine in tutti i settori dal piccolo imprenditore al grande, tranne rari casi di aziende storiche gestite da generazioni si andati avanti con questa linea di pensiero vai in perdita ti risana lo stato altrimenti vendi stop.
è esilerante come aziende gestite da italiani erano a picco e dopo 10 anni prese da stranieri son rifiorite, anche in settori morti vedi ducati e lamborghini.
sulla modalità di gestione sono d'accordo.
Ma ducati e lamborghini non sono un esempio di piccola azienda.
io parlo proprio di piccola azienda, che non fattura milioni, ma da lavoro direttamente e indirettamente a centinaia di famiglie.
questo tipo di aziende ora è in crisi totale perchè non ce verso che stando chiusa 1-2 mesi possa avere liquidità necessaria per ripartire.
il flusso di cassa di solito è compro oggi , pago a 30-60 giorni, nel frattempo incasso per poter pagare quanto ho comprato, imposte e tasse, dipendenti e magari accantonare qualcosa.
di solito funziona cosi anche con medie imprese (fatturati da 1M) per poca lungimiranza dell'imprenditore (di solito sa cosa aveva in cassa ieri, non cosa avrà in cassa tra 30 giorni)
Non si tratta di poca lungimiranza degli imprenditori, ma anche di incapacità di riscossione del credito che si vanta nei confronti dei clienti. Se tutto fosse come avete descritto voi, fare impresa non è nulla di più che gestire un negozio più grande, purtroppo però non è così. Senza dilungarsi in ambiti che porterebbero tutto OT, il fatto è che molto spesso un'azienda acquista magazzino per trasformare in merce da vendere e andrà a incassare negli stessi tempi di acquisto. L' imprenditore contrae un debito ma sa che è coperto dalla sua vendita peccato che alla scadenza, il cliente non lo paga e lui si trova davanti a due scelte: iniziare la catena degli impagati (lui non pagato a sua volta non paga il fornitore che a sua non pagherà altre persone e così via) o metterceli di tasca propria attendendo il pagamento che Guess what? Potrebbe molto ma molto più in là nel migliore dei casi. Ecco quindi che la liquidità delle aziende sopratutto quelle medio piccole, viene a essere minata non tanto dal fatto dalla cattiva gestione aziendale volta a non capitalizzare l'azienda o a non far cassa, quanto dalla difficoltà di riscuotere quello che sarebbe sacrosanto e non 3essere minimamente tutelati.
Dai cominciamo il toto-finanziarie post emergenza...
Imho avremo una tassazione anche sulle prime case, si alza l’Iva su determinati acquisti non primari o di lusso, tagli spese Stato su tutto meno che sulla sanità, dove sarà rivisto sicuramente qualcosa nell'impostazione Stato-Regioni in tema emergenza. Saltano quota 100 e forse anche il reddito di cittadinanza per una misura diversa che passi dalle imprese che assumono, anziché erogare direttamente soldi ai cittadini. Taglio di tutte le detrazioni sulle ristrutturazioni, bonus facciate ecc. meno che sulle cure mediche.
Obbligo di pagare in forma tracciabile, quindi no contanti, tutti i lavori edili risultanti da notifiche preliminari aperte online, su portale di ogni singola regione.
Sulla reintroduzione della webtax non ci credo molto, per via delle minacce Usa di dazi sui nostri prodotti se osiamo tassare Google, Amazon e co.
Altro? Su su, cacciate fuori idee su dove fare cassa.
E comunque se dopo questo macello sociale le nostre politiche non si orientano pesantemente a riappropriarci di una manifattura interna, si anche imponendo dazi in barba all’Europa se non ci vorrà seguire, possiamo pure chiudere bottega. Non si può contare così tanto sul turismo se poi succedono eventi del genere anche più avanti. Ci serve ricostruire una economia da “piano B”. Magari, già che ci siamo, che consenta meno nero.
guarda la lungimiranza della classe politica italiana e dell'imprenditoria negli anni di boom economico è famosa .....ricorda l'olivitti poteva diventare piu grande dell'ibm probabilmente ma sai com'è gli han fato costruire le fabbriche al sud mai aperte, non hanno aiutato come dovevano quando c'era bisogno( eh ma che so sti calcolatori non prenderanno mai piede) e soprautto gli hanno fatto acquistare un azienda americana fallita e pure di brutto perchè ne andava del prestigio nazionale..........e l'olivetti è soltanto uno dei tanti esempi, se vuoi ti parlo di fiat, che fa macchina da prima di tanti e fino a l'altro ieri era una goccia nell'oceano del mercato mondiale dell'automobile, pur avendo avuto finzniamenti statali sostianziosi comesse statali per obrori con cui so morti italiani e anche tanti fin dallla grande guerra..........vuoi che continuo sull'imprenditoria media italiana?
cioè a renault per la stessa cosa che ha fatto agnelli a fine guerra l'han condannato a morte e gli ha nazionalizato l'azieda capiamoci come funziona in italia e non mervaigliamoci se c'0è ancora gente che crede che un paese lo fai grande fabbricando magliette da 100 euro golfini da 200 e scarpe da 300, e nitanto la gemrania produce frigoriferi e ferri da stiro per tutta europa da sempre ..................
Il mio era un discorso diverso non legato alla capacità o meno dell'imprenditoria italiana a essere lungimirante, ma di come certe difficoltà di liquidità aziendali specie delle piccole medie imprese non siano sempre legate al fatto di vivere alla giornata quanto alle difficoltà oggettive del sistema creditizio italiano.
o ragazzi ok la lungimiranza e l'evidenziare tanti piccoli e grandi difetti delle media piccola impresa ma ricordiamoci che c'è in corso una pandemia, non è che un'azienda e' una merda perchè con una pandemia in corso non può lavorare e quindi non riesce a sopravvivere.
ma che la liquidita in italia delle aziende è un problema lo sappiamo tutti ma le cause non sono sempre il sistema italia è anche l'abitudine italiana a pagare quando si ha voglia, che ha retaggi antichi, perchè tu è da lavora io ti paghero sicuro ma quando lo dico io ..............penso siamo l'unico paese al mondo che usava gli assegni come cambiali e come prassi normale :sneer:
wolfo la pandemia colpira i paesi meno organizzati a livello economico piu degli altri e l'italia è in prima fila anche per il problema legato a quello che si dice liquidita sistema fatto a cazzo di cane accesso al credito quasi impossibile ecc ecc, è per questo che renzi nella sua deficenza totale sotto soto dice una cosa sacrosanta l'italia deve purtroppo imparare a convivere con questo virus perchè abbiamo pochissimi margini di manovra a livello economico non possiamo chiudere tutto per troppo tempo.
Meanwhile nel Regno Unito - Inghilterra - Londra/Surrrey - Richmond, l'ignoranza, blitz spirit e keep calm and carry on regnano sovrani.
https://twitter.com/Urban_Pictures/s...768290305?s=20
Video di Sabato 3 Aprile 2020..
Nel mentre gli Italiani (indisciplianti) danno contro a quelli che pisciano il cane, corrono o escono col bambino.
Inoltro questa considerazione del Prof. Enrico Bucci, Biologo Ph.D. in Biochimica e Biologia molecolare e professore alla Temple University di Filadelfia (USA)
Vi sono segnali che inducono a pensare che, in Italia, una prima crisi epidemica grave stia passando. Mi riferisco in particolare al fatto che da qualche giorno il tasso di nuovi ricoveri in malattia intensiva sembra rallentare; e questo è quello che ci serve, perchè il grosso dei morti di questo orribile periodo ha a che vedere anche con l'inevitabile e previsto collasso del sistema sanitario, inadatto a fronteggiare un'epidemia seria.
Ho deciso quindi questa mattina di presentarvi alcune considerazioni sparse, ma a mio giudizio importanti, in un lungo post da leggere con calma. Proprio perchè si tratta di argomenti distinti, leggete pure separatamente i vari pezzi quando avete voglia.
1. LE "NOVITA'" SCIENTIFICHE DELLA SETTIMANA. Considerate innanzitutto una precondizione: in un momento in cui l'informazione è concentrata su un solo tema, tutti cercano notizie adatte a fare lanci che differenzino una testata dall'altra, un giornalista dall'altro, un articolo dal precedente, catturando l'attenzione del lettore grazie al meccanismo della novità disvelata per primi. Questo implica che siamo sommersi da un mare senza precedenti di spazzatura informativa: più che fake news (che pure ci sono), in massima parte informazione scientifica molto preliminare trasformata in fatti assoluti e importanti. Fatta questa premessa, rimettiamo al loro posto le cose riportandole alla loro giusta importanza. Sono stati discussi nei minimi dettagli le modalità di trasporto di goccioline emesse in condizioni diverse (starnuti, tosse, conversazione) da esseri umani, principalmente perchè sono state pubblicate una lettera di una giovane ricercatrice del MIT che dimostra che, in dipendenza delle condizioni di temperatura, umidità e turbolenza, tali goccioline possono arrivare fino a 8 metri di distanza e perchè sono stati riportati (in video) i risultati di una equivalente ricerca giapponese (basata anche su una simulaizone al calcolatore) che dimostra la permanenza in aria calma di tali goccioline per tempi lunghi.
Questi dati, uniti al campionamento in 11 stanze con ricoverati COVID-19 effettuato in USA, che ha mostrato come sia possibile rivelare RNA virale nell'aria, e ad un precedente studio cinese, che aveva trovato RNA virale in ospedale su superfici molto lontane dai pazienti (a metri di altezza sul soffitto), indica che vi sono le premesse per il trasporto del virus a distanza e per la sua permanenza in aria calma (lo stesso studio giapponese dimostra che aprire le finestre è sufficiente a disperdere le goccioline all'istante). SI tratta di dati inattesi o novità? No, perchè per esempio lo stesso gruppo di MIT aveva già publicato dati equivalenti (stavolta su rivista peer-reviewed) nel 2014, e su altri virus (come quello influenzale) si era già dimostrata l'emissione con il respiro. Inoltre, e questo è il punto più importante, nei due studi in cui si è trovato il virus a distanza dal paziente (campionando l'aria nelle stanze con pazienti in USA e campionando le superfici a distanza di esso in Cina), anche se la PCR ha dato esito positivo, il potere infettivo è risultato nullo: questo o perchè la carica virale è troppo bassa, o perchè il virus è inattivato (per esempio dall'evaporazione rapida delle microscopiche goccioline in cui viaggia). Quindi, OMS ha giustamente riservato attenzione a questi dati preliminarissimi, ma non si possono e non si devono trarre conclusioni circa la dimostrazione del contagio a distanza o della permanenza lunga del virus infettivo in aria, un fatto che resta indimostrato ed improbabile. La ricerca scientifica produrrà le evidenze necessarie per risolvere questo problema, ma ad oggi sono piuttosto arrivate evidenze contrarie (i campioni di aria con tracce di virus ma non infettive in stanze di pazienti ed il fatto che la minima turbolenza disperde tutto).
Come impattano questi dati sull'uso delle mascherine? In nessun modo, naturalmente; invece, i dati che contano in proposito sono i dati sulla trasmissione da asintomatici. Su questo, le evidenze cominciano ad essere molte; per cui, non sapendo se uno sia infetto, ma asintomatico o presintomatico, è necessario pensare all'uso diffuso delle mascherine per prevenire la diffusione del virus da parte di inconsapevoli portatori sani.
Infine, un commento alle notizie giornaliere di vaccini pronti su cerotto, nuovi farmaci australiani e rimedi vari: si tratta di notizie tutte interessanti, ma tutte riferite a studi in stadio precocissimo. Anche se questa volta si tratta di progetti preliminari con buon senso scientifico e dati solidi, i titoli dei giornali hanno già adottato lo stile "trovata la cura per il cancro": non è così, ed è sbagliato creare ammuina per l'ennesimo, piccolo progresso scientifico. Lasciate lavorare i ricercatori in pace, lontano dai riflettori.
Stesso discorso per la trasmissibilità del virus da animali: vi sono dati utili ad accertare che gli animali possano essere infettati, sporadici "in natura" e un po' più solidi "in laboratorio" con infezione sperimentale; non vi è nessun dato che indichi alcun pericolo per l'uomo o che questo giochi un ruolo importante nella diffusione. Piuttosto, la dimostrazione che il grosso dell'epidemia proceda in comunità chiuse ove non era presente alcun animale (navi in isolamento, ospedali, monasteri, comunità per anziani) fa capire come non abbiamo bisogno di ipotesi aggiuntive per spiegare ciò che sta succedendo; se dovesse alla fine risultare che qualche specie fa da riserva virale, bisognerà senza dubbio preoccuparsi, ma questo è almeno per ora ininfluente ai fini della trasmissione di un virus che si diffonde efficientemente per via aerea tra umani.
2. NOI CONTRO DARWIN
Dopo la fantomatica ricerca di inesistenti picchi (che non esistono in una curva prodotta da dati rumorosi e composti di tantissimi effetti diversi) oggi ci si è spostati a scrutare il futuro per individuare la data del giorno a "contagio zero". Ho una notizia per voi: è ancora una volta un esercizio inutile. Per vari motivi: innanzitutto, perchè un giorno senza contagi non preclude al fatto che il giorno dopo ve ne saranno. In secondo luogo - e questo è il punto importante - perchè stiamo parlando di un sistema darwininiano in rapida evoluzione. Il virus rimarrà, come insegna il fatto che la peste sia ancora fra noi: ogni soluzione deve quindi prevedere il fatto che dovremo convivere con questo e con tantissimi altri nuovi parassiti emergenti.
Attenzione: questo significa anche che farmaci e vaccini saranno – come sono sempre stati – una soluzione tanto più utile quanto meglio saranno disegnati, tenendo conto della capacità mutazionale dei coronavirus e degli altri patogeni all’orizzonte; ma rischiano comunque di essere soluzioni temporanee (anche su tempi lunghi, va detto). In questo senso, quei farmaci che agiscono su di noi, invece che sul virus – abbattendo per esempio l’infiammazione anomala causata dal virus – potrebbero essere fondamentali perché, non esercitando pressione selettiva sul virus, non ne selezionano ceppi mutati che eliminino la risposta farmacologica (come invece accade per ogni antivirale).
Ma perché improvvisamente dobbiamo preoccuparci di queste cose, e non possiamo pensare che si tratti di un caso unico? È il nostro modo di vivere che ha creato le condizioni ideali per replicatori darwiniani in rapida evoluzione (i virus ed i batteri): siamo molti, siamo fortemente interconnessi, ci spostiamo rapidissimamente in ogni angolo del globo. Dobbiamo quindi adattarci, senza credere di poter tornare indietro. Che significa adattarci? Idealmente, significa spostare il peso dei nostri investimenti in sanità pubblica verso un sistema di sorveglianza epidemiologica (tamponi e test serologici) per questo virus, in modo che quando decideremo di riaprire saremo in grado di isolare rapidamente i nuovi focolai; ma significa anche predisporre un sistema rapido di intercettazione di focolai di sintomatologie atipiche, che ci avrebbe permesso di scoprire i gruppi di polmoniti atipici alla fine di dicembre e di sviluppare test rapidi di ricerca molecolare del nuovo parassita (questo o i prossimi, il discorso non cambia). Questo sistema di sorveglianza, prevenzione ed isolamento locale rapido prevede anche che la sanità pubblica debba tornare ad essere molto diffusa sul territorio, senza più concentrarsi solo sugli ospedali di eccellenza (che concentrando i pazienti sono luoghi pericolosi per la diffusione di patogeni infettivi sconosciuti).
Il contagio zero è una chimera, dobbiamo attrezzarci: questo è il succo. Con una postilla: nessun sistema democratico che non sia capace di garantire la salute e la vita dei cittadini sopravvive ad un replicatore darwiniano, quale il virus è. Adattamento è la chiave.
3. TEST SEROLOGICI ED INDIPENDENZA SANITARIA
Smettiamola di prenderci in giro. I test serologici devono essere unici e validati in ambiti territoriali il più vasti possibile. Chi rifiuta questa idea, in nome della difesa della sanità regionale e del federalismo sanitario, non capisce che nessuna regione può difendersi dall'eventuale minore efficienza delle regioni circostanti, e nessun muro salverà i cittadini di quelle regioni che credono di essere più furbe. Non buttate in vacca la scienza, in nome della difesa delle idee federaliste: e ricordiamoci che il federalismo è nato per unire ciò che era diviso, non per separare ciò che era unito. Detto questo, non vi è nessuna ragione perchè si debba tornare ad una gestione centralizzata ed inefficiente, che si traduca in un livellamento verso il basso: perchè le risorse e le forze di ciascuna regione possono essere amministrate in maniera indipendente, purchè tutti remino nella stessa direzione scientifica (test validati e strategie di contenimento uniche).
Io personalmente non ho preconcetti politici e non mi interessa essere tirato su nessun terreno di scontro politico: mi limito ad osservare che la conoscenza scientifica va applicata ovunque nello stesso modo, senza lasciarci distrarre da localismi inopportuni. Altrimenti, regioni efficientissime finiranno travolte dai loro vicini pigri o folli.
4. QUANTO, QUANDO.
Quanto possiamo resistere così? Quando torneremo ad una vita migliore?
Nelle condizioni attuali, non possiamo resistere ancora a lungo. Meno ancora di chi scrive, possono resistere tutti quei cittadini che vivono in case piccole e buie nei vicoli di qualche città, coloro che non hanno nessun mezzo di sussistenza (legale o illegale che sia, non è questo il punto), coloro che hanno impedimenti fisici e faticano già in condizioni normali (e sono tanti, perchè vi sono anche moltissimi anziani) ed infine tutti noi, perché siamo una specie di primati sociali a spiccata attitudine esploratoria, il cui equilibrio mentale dipende sia dalla possibilità di incontrare altri che dalla possibilità di muoversi liberamente (una libertà, non a caso, sancita nella nostra Costituzione).
Tuttavia, possiamo resistere ancora un poco se siamo motivati positivamente a farlo. Basta comunicazioni deboli ed incoerenti: è arrivato il momento di una comunicazione chiara, positiva ma non falsa, che spieghi alcune semplicissime cose e dia un motivo per restare ancora un poco in casa. Eccone alcuni, di motivi per resistere: i risultati di prove su larga scala, in cieco, con tutti i crismi della scientificità su alcuni farmaci di massimo interesse (primo tra tutti il remdesivir, ma ve ne sono altri) arriveranno entro la prima metà di maggio, a vedere i disegni degli studi in corso. Avere farmaci significa poter riaprire senza intasare troppo gli ospedali e senza rischiare centinaia di migliaia di morti anche in presenza del virus, prima che sia disponibile un vaccino (non credete a chi vi dice che è pronto a produrre decine di migliaia di dosi in un mese, perché il problema non è la produzione, ma la validazione dei vaccini). Dunque, attendiamo innanzitutto i risultati di queste prove sperimentali. Se tutte dovessero essere negative – e lo sapremo a maggio, ripeto – potremo cominciare comunque a pensare di riaprire, ad alcune condizioni.
La prima è quella di cui abbiamo già parlato: un sistema di sorveglianza epidemiologico stretto – test, trace and track – che serva a spegnere nuovi focolai.
La seconda, quella di rinforzare le norme di isolamento e compartimentazione negli ospedali, dando per scontato che non si sia fuori dall’epidemia, ma in una semplice fase di diminuzione transitoria. La terza, quella di cominciare a tracciare gli immuni fra il personale sanitario, in modo da impiegare il personale giusto in condizioni di emergenza; così come tracciare gli immuni a partire da tutte quelle professioni maggiormente esposte a contatti sociali, come le forze dell’ordine, la protezione civile, i commercianti. Sempre, lo ripeto ancora, a condizione di usare tet serologici validati, a taso di errore noto e compatibile con le grandezze epidemiologiche note per questa epidemia.
Avremo ancora morti, per molto tempo, anche se sperabilmente di meno, se riusciremo ad agire razionalmente: altrimenti, avremo un picco epidemico dopo l’altro.
5. SCIENZA SOLIDA O NULLA
Non possiamo basare le nostre decisioni sulla produzione scientifica di questo periodo, senza fare una attenta analisi metodologica. Il problema è che siamo invasi da montagne di pubblicazioni precoci, infondate, o palesemente falsate da dati inconsistenti e mal raccolti. Editoriali e lettere prevalgono in numero su articoli con dati o revisioni statistiche della letteratura precedente; i preprint, articoli che cioè non hanno passato nessuna revisione, hanno nell’emergenza più peso che mai, e nessuno si sofferma a considerare se uno studio abbia i numeri per significare alcunchè.
Abbiamo quindi urgentissimo bisogno che la comunità scientifica ritorni al suo robusto modo di procedere, che non consiste solo nel produrre dati e scoperte, ma anche nel separare il grano dal loglio, analizzando in profondità e con severità la propria stessa produzione scientifica. Questo significa una cosa semplice: vagliare metodi e statistica di ogni singolo articolo scientifico che si intende usare come base di evidenza per prendere decisioni. E, d’altra parte, significa anche che la politica deve lasciar perdere i titoli dei giornali, le interviste dei ricercatori, i video su youtube: solo dati, ed in loro assenza decisione assunte senza chiamare in campo una scienza che non c’è (assunzione di responsabilità, dunque).
Che vuol dire che una grande azienda non crea tessuto sociale? Comunque mi sfugge il punto di sto rant.
Il mio commento è semplice: nel 2008 già si diceva di come le PMI italiane fossero esposte per le loro dimensioni troppo ridotte e per la loro poca liquidità. 12 anni dopo, non è cambiato un cazzo. Vedete voi.
Wolfo, è ovvio che se uno non lavora è in difficoltà, ma non è normale che se uno non lavora un mese non ha i soldi per mangiare. (Intendo autonomi e pmi, chiaro che il lavapiatti lasciato a casa muore di fame. Ma tanto dei poveri veri non si parla)
Mi domando se i media siano martellanti come qui.
Magari non c'è la sensazione dell'importanza come qui in cui ogni 2spot mandano il messaggio, dove ogni ora ci sono almeno due programmi sull'argomento e il tg parla per il 95% dell'argomento.
Meanwhile gli italiani disciplinati
https://www.ansa.it/sito/notizie/cro...4e5a7f7c5.html
Secondo me devono cambiare la comunicazione è inutile dare delle date vicine per poi allungarle sempre di piu' , la gente sta cominciando a stufarsi e se pensa che fra 1 settimana sarà tutto finito allora magari un giretto se lo fa.
C'è bisogno di piu' chiarezza mettere magari ogni settimana gli aggiornamenti sul numero di vittime e dire già da ora che fino al 16 maggio si sta a casa.
Ormai a 800 morti giornalieri ci siamo abituati , fallo su base settimanale e vediamo se 5000 morti colpisce di piu' e mette un po' più di paura
Ti confermo che i media non parlano d'altro
Social distancing stare in casa limitare le uscite all'essenziale nhs gran lavoro (95% death rate in UK. Se vieni ricoverato.. ottimo lavoro...)
Edit ero che parlavo con amico ieri che mi ha confermato che c'era tanta gente fuori a prendere il sole in tutta Londra.
Oggi peggio che ci sono 20 gradi (son fuori pure io, in un parco privato dietro casa aperto ai residenti che sono 1000 persone in tutto)
Devono mettere le statistiche sui morti raffrontate con gli anni precedenti, altrimenti la gente non percepisce l'aumento, pensa che avere 700 morti al giorno sia normale in ogni caso.
E in effetti, se googlo quanti morti abbiamo avuto complessivamente in Italia nel 2019 viene fuori oltre 600.000, che in media fa oltre 1.600 decessi al giorno. Quei 7-800 che dicono ogni sera dalla PCivile vanno rapportati a qualcosa, altrimenti chi sta a casa comincia a pensare siano fisiologici, sbagliando.
perchè ci sono spese anche forti da dover sostenere e un mese (va che è piu di un mese che sta roba si trascina + o - dal 26 febbraio con la chiusura delle scuole, tutto quello che gli gravita intorno)
affitto, canoni di locazione, scadenze di pagamento forniture, mutui.
metti la bottega sotto casa (autonomo)
600€ affitto
600€ locazione macchinari (e siamo moolto scarsi)
600€ forniture
sono 1800€ molto sottostimati.
chiusi per ormai sicuro 1.5 mesi ( in aumento), hai portato un negativo di circa 3000€ senza alcun incasso
l'autonomo random quei 3000€ in italia non li riprende tra ora e fine anno, perchè alla "riapertura" non sarà una corsa all'acquisto, se non viene fatto qualcosa per sostenere la domanda.
(non ho inserito volutamente i vari costi dovuti a scadenze statali)
oggi sentivo di prestito garantito 100% del 30% del fatturato 2019... sarebbe già un inizio...
Oggi un bel calo come numeri assoluti...
Cmq bello che tutti abbiamo schifato la proposta di Salvini..
Le chiese pero' sono comunque aperte , anche se non praticano funzioni , e ci va purtroppo comunque tanta gente , sopratutto gente di una certa eta' ancora peggio .
Oh poi basta che sta discusse ha stancato.
Che vada fatto qualcosa nessuno lo nega, mi fa comunque specie se uno che ha una attività non ha 3000, non trecento mila, tremila euro per tirare a campare fino a che lo stato di inventi qualcosa.
Il prestito ha garanzia statale qua è stata la prima cosa che han fatto, in due ore con una autocertificazione ti danno fino a mezzo milione (max 20% del fatturato).
Cmq giustamente si fa notare come tra poco la Mafia ci sguazzerá benissimo a dare prestiti a tutti i disperati che rischiano di chiudere