io mi riferivo più alle aziende medio piccole, 10/20 dipendenti 2 mesi senza fattirare con stipendi e contributi da pagare , anticipi tasse, costi , magari investimenti in macchinari... non tanto alla bottega
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il problema parte dalla bottega in su.
3000€ è un numero piccolo messo per poter iniziare il discorso.
qua sembra che se non hai almeno 20k sul conto corrente e sei il panettiere sotto casa significa che vivi sopra le tue possibilità.
dipende dall'attività. ci sono quelle che con quattro spicci le avvii, quelle che se non lavorano tutti i santi giorni saltano, perchè hanno bassi margini oppure hanno importanti investimenti.
vista la risposta prima, visto che "si è stancato", quante attività in partita iva abbia mai fatto.
poi siccome siamo OT, possiamo chiudere qua.
Il problema parte dalla mentalità.
Tante TROPPE aziende italiane vivono dello scoperto, sono tutte coi conti in rosso con liquidità garantita dai fidi bancari e magari aprono 7-8 conti correnti pur di aumentare questo scoperto.
E molto spesso non perché non potrebbero farne a meno, ma proprio come prassi consolidata (perché così i soci si mettono in tasca i soldini nel frattempo).
Se fai saltare il banco e chiudi tutto, le banche sti fidi 1) tendono a riprenderseli 2) non sai come campare perché la tua "ciambella" di salvataggio (appunto lo scoperto o il fido) lo usi di prassi invece che in emergenza.
Ho un'azienda in ufficio (negozio) che a differenza degli altri non ha mai utilizzato fidi bancari, anzi viaggia sempre a +200/250k in banca fissi. Sapete cosa mi ha detto? "sticazzi, stamo chiusi 2 mesi, pazienza. Ho messo soldi al pizzo proprio per le emergenze impreviste, quando riapriremo, considerando quanti negozi saranno falliti/chiusi, noi andremo anche meglio di prima"... ed i titolari se ne stanno sereni e felici dentro casa.
Messa così è un pò troppo semplicistica la cosa, le variabili sono molte di più del fatto di essere lungimiranti o "spendaccioni"
a me sembra che parliate di imprese e gestione senza però averne direttamente a che fare. Gestire un'azienda è complesso e va ben oltre lo spendere a muzzo o il mettere il soldi sotto il cuscino, e non sempre le difficoltà sono derivate dal primo dei motivi citati. Sto leggendo cose abbastanza semplicistiche e approssimative, quando la realtà delle cose come spesso accade è ben diversa.
Nello specifico: lavorare con gli istituti di credito per qualsiasi azienda è necessario in quanto molto spesso ci si trova ad acquistare materiale all'estero dove il pagamento quando non è anticipato è a 30 giorni mentre in italia si viaggia sui 60, capitalizzare l'azienda (il creare cuscinetto che tu dici) è prassi comune se vuoi accedere al credito dal momento che gli istituti stessi non si espongono più su certe posizioni ritenute a rischio. Infine è ormai prassi comune di qualsiasi consulente, e questo dovrebbe essere il tuo lavoro mi pare quindi dovresti saperlo bene, consigliare caldamente di mantenere gli utili in azienda almeno fino a quando non si raggiunge una certa solidità dal punto di vista di rating e liquidità di cassa. A leggere qui dentro i manager spendono e spandono senza ritegno girando in lamborghini quando a malapena possono permettersi una panda e vivono alla giornata senza alcuna programmazione, manca solo un "te lo avevo detto" e chiudiamo il cerchio.
Sono due cose diverse, in italia il credito non è assicurato, nel senso che tolto il fornaio, ma forse nemmeno lui se fa forniture ad alberghi o ristoranti, le aziende sono molto scoperte sugli incassi quindi molte volte, e in questo momento in particolare, la liquidità d'emergenza viene usata per far fronte a mancati pagamenti, quello che viene minato, forse finora è sfuggito, non è il fatto che andrà a mancare la liquidità per vivere, quanto quella per ripartire perché nel mentre hai usato tutto per parare i colpi.
Riguardo al prestito che tu dici, se ne parla anche qui, ma i tempi saranno ben oltre le ore, si tratterà di giorni per aziende di un certo tipo, per mesi per le aziende che veramente ne avrebbero bisogno dal momento che sono quelle che non posso presentare garanzie a copertura del finanziamento richiesto. Purtroppo la tua realtà, ma in generale quella estera, è ben diversa da quella italiana.
La verità sta nel mezzo ma la mala gestione o "ladreria"è la principale causa.
Non so che esempi di consulenti abbiate, ligi o intelligenti, ma di quelli che vedo io la maggior parte asseconda la mala gestione o cerca di metterci una pezza.
D'altra parte ci dovrebbe essere una selezione dei clienti che non pagano e farli fuori subito, la rigidità è fondamentale e apparte in rare eccezioni che non devono pesare sul bilancio i cattivi clienti vanno eliminati.
E' chiaro che poi trovano terreno fertile da chi permette invece di fare come cazzo vogliono....
io non so quanti di voi abbiano mai aperto srl con un fatturto compreso tra il milione e i 4/5, che rappresenta la classica piccola impresa, perchè a giudicare dalla visione che avete in merito credo abbiate molta confusione in testa.
Ognuno porta la sua esperienza dark, anche io ho visibilità su ha "piccola azienda" attiva nel turismo, e che si trova esattamente in questa situazione: nonostante faccia utile chiude ogni anno in rosso, perché l'utile è sempre stato portato fuori senza lasciare due lire dentro.
Basterebbero nel nostro caso uno o due anni per fare abbastanza cassa senza quantomeno dover ricorrere al rosso sul conto, ma non si è mai fatto perché gli altri soci vogliono i soldi (e noi non abbiamo voglia di litigare).
Nessuno sta dicendo che tutti fanno così, ma è innegabile che sia una prassi diffusa e che dipenda più da consapevoli scelte di gestione invece che da meccanismi intrinsechi del mercato italiano.
Questo non vuol dire che non debbano essere elargiti prestiti ponte e casse integrazioni poi. L'interesse di tutti è che non fallisca nessuno. Ma le formiche ne usciranno meglio
So che non rispondevi a me però volevo comunque chiarire il "molti italiani vivono al di sopra delle loro possibilità" e mi riferivo proprio al singolo cittadino, dipendente o meno, autonomo o meno, che con uno storico di tot euro / mese e tot euro / anno vive "a debito" ed è totalmente incapace di gestirsi il proprio denaro a livello personale e familiare e di accettare che non tutto è per tutto. Questa non è una problematica economica ma piuttosto psicologica e derivante dalla percezione dell'essere umano che, anche se sta molto meglio rispetto a 50 anni fa, percepisce di stare sempre male e di essere insoddisfatto. L'auto nuova a rate è un esempio, poi c'è il mutuo, poi c'è netflix, poi c'è sky, poi c'è l'iphone di 1100 euro pagato a 29 euro al mese per ventottomila mesi, poi c'è la tv da 3000 euro che tanto chissenefrega tanto faccio rate di 40 euro, poi vengono le feste e bisogna abbuffarsi, poi c'è il giorno degli acquisti compulsivi online, e via dicendo.
Il comprare tutto ma proprio tutto a rate fa sì che la maggior parte, che non sa controllarsi e non percepisce quanto realmente spende, poi si trova spalle al muro al primo imprevisto un po' più serio. C'è peraltro anche proprio una scienza dietro l'acquisto compulsivo e incontrollato online (il non spendere i contati o comunque usare roba fisica). Sul discorso aziende non mi pronuncio, io non sono un imprenditore e di economia ne capisco molto poco.
In ogni caso come era prevedibile qui non aspettano, e ripartono lo stesso:
https://www.ilgazzettino.it/nordest/...a-5152651.html
Pure noi ripartiti oggi (senza alcuna protesta sindacale)
le aziende riaprono perchè lo stato non ha i soldi da dare a confindustria altrimenti resterebbero chiuse:sneer:
ovviamente.
io ho avuto un dipendente che dopo le consegne passava a farsi le lampade e tornava fucsia.... e negava di essersi fatto le lampade (l ho incrociato che usciva dal solarium).
caricava amici e parenti e li portava dove serviva durante l'orario di lavoro.
è riuscito a tentare la causa di lavoro, per fortuna ho sommerso l'ispettorato di prove e documenti.
Si ma se i numeri riniziano a salire si rischia un nuovo lockdown il fatto è questo, evitare di aprire una settimana e rimanere di nuovo chiusi per 3
Nessuno per quello che ne sono a conoscenza è stato costretto ad andare al lavoro, in generale le aziende sono attente anche perché ci sono un sacco di soluzioni (dallo Smart working alla cassa integrazione) .
Il COVID in termini di assicurazione è una malattia come un'altra e ha le stesse tutele, inoltre molte aziende versano anche una polizza integrativa che copre quello che potrebbe non essere coperto.
Alla fine i lavoratori dipendenti sono in una botte di ferro.
Si....sempre che non fallisca l'azienda.
Non fraintendetemi, concordo con voi che i lavoratori dipendenti al momento sono quelli che stanno soffrendo di meno, xò se gli fallisce l'azienda sotto il culo non è bello ritrovarsi in cassa integrazione da un giorno all'altro.
molte aziende hanno costretto al consumo delle ferie che, leggendo alcuni articoli di sindacalisti, sarebbe pratica non consentita...
c'è gente in cassa anche senza che l'azienda sia fallita...
e col blocco incerto, ci sono alcune industrie (prendo esempio qui nella zona, la parte di abbigliamento, scarpe ecc...) che perderanno totalmente mesi superiori (stava iniziando la spedizione della merce estiva che è stata bloccata oppure è stata sospesa accettando sconti da strozzino) e avendo l'azienda ferma, rischiano di arrivare in ritardo per il campionario invernale.
Comunque finora tutti a dire che comunque il cibo non mancherà, ma c'è stato un rincaro di frutta e verdura dovuta al fatto che non ci sono gli immigrati a raccoglierle nei campi....
a volte leggervi sembra di rivedere i post di Ungrim su daoc
perché secondo te un'azienda continua a fornire clienti che non pagano? tra l'altro fosse facile capire se uno è un buon pagatore o meno dal momento che nemmeno CERVED è attendibile dato che basa la sua payline 9/10 sul pagamento della bollette ... le assicurazioni del credito danno un mano limitando i danni per eventuali mancati guadagni dal momento che in caso di insolvenza riesci a recuperare almeno le spese però intanto la botta la devi assorbire. In generale i rischi di impresa sono enormi al momento dal momento che le tutele sono pressoché inesistenti e i margini tendono ad assottigliarsi.
sul discorso consulenti non entro nel merito dal momento che per me è più che normale affidarmi a figure solide se agli altri piace dare soldi a cerebrolesi o incapaci, ben venga
per i sindacati non so cosa non sia contro i diritti dei lavoratori, il problema però sorge quando l'azienda non riesce più a sopportare certe situazioni e allora deve lasciare a casa gente, ma vero, lì è perché il titolare si è comprato il rolex al posto dello swatch ...
il rincaro per ora non c'è stato perché la GDO ha contratti che prevedono prezzi fissi fino alla fine della fornitura, se si nota infatti in certe catene sta iniziando a scomparire merce italiana per far posto a quella spagnola.
La retorica sugli immigrati lasciala a chi di mestiere dal momento che le aziende agricole sono veramente in difficoltà per mancanza di manodopera e non riesco a raccogliere solo che al momento non se ne sta ancora vedendo le conseguenze. Tra l'altro il momento di raccolta è un altro perché di certo non raccogli la frutta ad aprile o vendemmi a maggio ecc.
Noi essendo abbastanza grossi ci hanno fatto una polizza assicurativa aggiuntiva con indennità maggiorate in caso contagio da covid.
Il datore di lavoro può 'importi' una parte delle ferie a noi anche se stiamo in smartworking e la produttività della nostra area è rimasta praticamente la stessa ci è stato comunque chiesto di usarne un po' di ferie più che altro per coprire le aree dell'azienda che in questo momento non possono andare in smart per il lavoro che fanno.
Noi stiamo usando la cassa integrazione per gli operativi, ma anche un mix di smart working e turnazione con cassa integrazione per i responsabili d'ufficio. Diciamo che abbiamo tutti accettato di usare la cassa invece delle ferie per alleggerire le spese dell'azienda per il personale. Siamo solo una trentina di dipendenti e si cerca di dare una mano perchè si capisce la situazione.
Io stesso sto rimanendo un paio di giorni in più a casa questa settimana perchè ho un po' di mal di schiena, ma non sono in mutua (anche potendo farla). Ci vuole equilibrio come in tutte le cose. Noi siamo tra quelli fortunati, perchè il lavoro al momento c'è e, nonostante il calo strutturale, ci sarà da rimboccarsi le maniche appena migliorata un po' tutta la situazione.
Noi siamo convenzionati con un assicurazione sanitaria, che ora ha incluso una "copertura pandemia" per tutti i metalmeccanici per gli effetti di "patologie pandemiche relative all'apparato respiratorio"
Eh, se l'azienda è chiusa e non puoi fare smart working l'alternativa era smaltire le ferie o cassa integrazione.
Ed è il motivo per cui alla fine oggi erano tutti abbastanza contenti di tornare, anche gli RSU aziendali non hanno fiatato, anzi...
nessuna retorica, è vero...
manca manodopera e sappiamo che gran parte di essa è legata agli immigrati (regolari o meno, non siamo qui a discutere) visto che di italiani che raccolgono i pomodori credo se ne vedrebbero pochi in giro..
Inoltre ci sono alcune produzioni che durano diversi mesi e le temperature decisamente miti con un inverno non freddissimo, può aver fatto sballare anche i tempi di maturazione.
Siamo nella media di correttezza nel rapporto.
La domanda era per coloro che parlavano di forzartura ad andare a lavorare o di ferie da consumare forzatamente.
Mi chiedevo appunto come avessero il rapporto con il rischio.
"Ecco l'unico grafico che andrebbe mostrato a tutti per spiegare l'efficacia delle misure prese fino a questo momento: l'andamento dei decessi in relazione ai vari provvedimenti presi dal governo, spostati in avanti nel tempo di 25 giorni (ovvero i 5 giorni di media per l'incubazione + in 20 giorni che di media intercorrono tra la manifestazione dei primi sintomi e la morte).
E mi stupisco che nessuno abbia ancora pensato di proporla in questo modo, mentre cisi ostina a guardare i dati dei nuovi contagi, dando la falsa impressione che la diffusione del virus stia continuando ad aumentare in modo più lento, ma sempre inesorabile. Non ha nessun senso prendere alla lettera i numeri snocciolati ogni giorno nella conferenza stampa della protezione civile se non ci si rende conto che si stanno confrontando patate con pomodori: il numero di nuovi contagi di due settimane fa non è affatto comparabile al numero di nuovi contagi di oggi, per il semplice motivo che l'efficienza del SSN nel rilevare i contagiati non è stabile nel tempo ed è in costante e rapido miglioramento.
Sarebbe come pretendere di stimare l'andamento della popolazione di branzini nel golfo pescando la prima settimana con la canna da pesca da Barcola e andando in giro con un peschereccio la settimana successiva, pretendendo che i numeri possano essere confrontabili. Difficile dire con certezza quale sia, in termini assoluti, la percentuale di contagiati rilevati con tampone in Italia, ma si può fare una ragionevole stima della sensibilità relativa (decessi del giorno X/contagiati rilevati al giorno X-25), che dimostra come questa si quadruplicata nel giro di circa una settimana a metà marzo. Sicuramente il trend di miglioramento sarà continuato negli ultimi 20 giorni, anche se ad oggi è impossibile calcolare di quanto.
Guardare al numero di nuovi contagi rilevati dal SSN per monitorare l'andamento dell'epidemia diventerà cosa utile e sensata solo una volta che saremo sicuri che l'efficienza dei sistemi di monitoraggio si sia stabilizzata. Oggi, chi comunica i dati, dovrebbe rendersi conto che sarebbe molto più efficace spingere sull'analisi del numero dei decessi e sul numero di ricoverati in terapia intensiva, sia per i cittadini che per chi ci governa. Il numero di casi attivi continua ad aumentare solo in modo apparente, visto che decine i migliaia di persone asintomatiche e mai censite si stanno negativizzando senza essere conteggiate nei numeri ufficiali, mentre allo stesso tempo persone con sintomi molto lievi che una settimana fa non sarebbero nemmeno state sottoposte a campione ora vengono testate e trovate positive.
La continua caccia all'untore, l'odio per gli sportivi, per chi porta a spasso il cane o in generale per chiunque inizi a chiedere un lento ritorno alla normalità, la frustrazione nel pensare che ci sia "troppa gente in giro" e che le misure prese non funzionino, la gara a chi mette in campo misure più restrittive tra Zaia, Fontana e Fedriga (a quando l'obbligo di uscire con la muta da palombaro?) sono tutte il prodotto degli stessi due fattori: 1) l'incapacità di leggere i dati in modo razionale e 2) la mancanza della pazienza di attendere 25 giorni, "pretendendo" che gli effetti si vedano immediatamente.Attachment 11345
Non entro nel dettaglio, ma la gestione che vedo io non è per niente trasparente e contribuiamo tantissimo al sommerso purtroppo. Mi piacerebbe poter lavorare come si dovrebbe, ma da me si tende un po' troppo a far "sparire" ciò che può sparire per non pagare iva, per non pagare tasse, per prendere utili senza distribuirli ecc ecc... così facendo i capi fanno i fighi per attrarre clienti "ti aiuto io a risanare l'azienda" (grazie al cazzo fai sparire tutto ciò che deve sparire te credo che la risani... se poi lo beccano?) però alla prima difficoltà che non puoi "parare" vai gambe all'aria.
Ed infatti in questi giorni il simpatico capo si sta abbastanza defilando perché arriveranno cetrioli (tradotto "inculate") veramente grosse e temiamo che voglia sparire per lasciare i casini a chi resta...
L'Italia è un paese fondato sul lavoro ... ah no spe ... l'Italia è un paese fondato sul NERO, quando non puoi gestirlo salta il banco.
.Quote:
Veneto studia ipotesi disoccupati nei campi - Mancano braccia nei campi per la raccolta di fragole, asparagi e primizie, per le operazioni di primavera nelle vigne e per l'avvio dalle colture estive: l'assessore veneto all'agricoltura, Giuseppe Pan, tra i primi a proporre di reintrodurre l'utilizzo dei voucher semplificati, è impegnato su una nuova ipotesi di reclutamento straordinario di manodopera. Con la collega alle politiche per il lavoro Elena Donazzan sta studiando la modalità per coinvolgere i Centri per l'impiego nell'intermediazione diretta tra i disoccupati e le aziende del primario rimaste senza manodopera straniera, a causa dei blocchi alle frontiere e dei rischi di quarantena per gli operai dell'Est europeo.
BoJo se lo giocamo!
Fammi applicare un po' di cinismo che tanto è caro al buon BoJo. Non sarebbe mica male se invece il COVID ce ne liberasse.
Prova ultima dell'idiozia di questo omuncolo, che ha portato UK e Europa in una situazione atroce, per poi farsi figo contro l'emergenza virus anche per distanziare le sue politiche da quelle troppo volte alla cautela del resto d'Europa.
Ti dirò, sarò stronzo, la morte non si augura a nessuno etc etc, ma a me non spiace per un cazzo che stia male.