Perche' potresti lavorare da casa, quindi la locazione del posto di lavoro dice poco, mentre le bollette sono una chiara indicazione di dove risiedi.
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Ryanair è sotto accusa perchè c'è un disposizione europea che obbliga le società a pagare le tasse sui dipendenti che iniziano e finiscono la loro giornata di lavoro in un unico stato, quindi è fuorilegge in tutti i tratti nazionali italiani, dato che piloti e altri usufruiscono della previdenza sociale italiana e non ne pagano i contributi.
no, Ryan air è chiamata a rispondere di due diversi comportamenti.
Contributivo, che è appunto attinente a norme europee che precisano il luogo di pagamento dei contributi.
fiscale che attiene a quell'oscuro concetto di stabile organizzazione.
E qui si va sul sofisticato....
a me Stato appartenente all'Ocse tendenzialmente mi frega il giusto dove hai la sede sociale. Infatti ti tasso anche nel luogo in cui produci un reddito.
Per cui se ho la sede in fanculistan ma poi apro una struttura produttiva di reddito in salcazzistan sei tassato in questo paese per il reddito che produci qui. Dopo prendi il reddito che hai prodotto in salcazzistan e lo sbatti nella dichiarazione che fai nel fanculistan. Qui se esiste una convenzione contro le doppie imposizioni hai il privilegio di scomputarti le tasse che hai pagato in salcazzistan.
La stabile organizzazione e la residenza di una società viene determinata ovunque sulla base di parecchie situazioni. Luogo della sede dell'amministrazione, esistenza di magazzini, punti vendita, uffici e bla bla bla.
La cosa è ogni tanto controversa, dove ad esempio finisce una generica attività di rappresentanza ed inizia una attività passibile di produrre reddito locale? più o meno la risposta è BHO!?, o meglio da vedere caso per caso.
Questo in generale perchè il trattamento può essere diverso per categorie di reddito.
sulla persona fisica, un tizio italiota prende e va all'estero. Bene, non si iscrive all'aire? presenta dichiarazione in Italia sicuramente, da cui può detrarre in presenza di convenzioni le tasse pagate all'estero. Cosa può succedere? esempio reddito estero 100, tasse estere 20. Mette i 100 nella dichiarazione italiana e vengono fuori tasse per 36. Bene se non ci sono altre modalità applicative (che ci sono ma sono complicate ed è inutile vederle qui) prende i 20 pagati all'estero e quindi paga i 16 residui in Italia. Cosa è successo? che ha pagato le tasse solo in Italia come richiesto dalla convenzione perchè è residente qui. Nella situazione descritta può essere che debba presentare anche la dichiarazione all'estero in quanto qui passa più di 183 gg. Non è una cosa secondaria visto che se risiede in paesi come la francia si pagherà pure una patrimoniale su tutti i beni posseduti, pure in Italia.
se lo stesso tizio si iscrive all'aire. è formalmente residente all'estero e presenta la dichiarazione solo qui. Finito tutto? no perchè poi può essere che venga esaminata la residenza sostanziale. quindi si vanno a vedere, il centro di interessi economici, dove fanno le scuole i figli, dove risiede la famiglia ecc ecc e si può essere nuovamente attratti ad imposizione in Itaia.
la "scappatoia" è che le norme in realtà non sono strettamente collegate tra di loro, quindi se è vero che l'aire è necessario, in teoria se tu dimostri che comunque sei residente all'estero ma ti sei "dimenticato" di iscriverti all'aire potresti/dovresti vincere il ricorso. Ma dato che fino ad ora l'agenzia delle entrate in merito a queste questioni non ha mai indagato un gran che, anche e soprattutto perchè non c'è comunicazione tra gli stati e quindi l'italia non sa se tu lavori all'estero, non ci sono gran precedenti da prendere come esempio.
Aldilà del fatto che appoggio il governo attuale.
Io sono venuto in australia col working holiday e sto rispettando tutte le condizioni legali del caso, sto pagando le tasse nel paese in cui mi trovo e dichiarerò una certa parte dei miei redditi attuali quando tornerò in italia, ma non certo adesso.
ho più di un dubbio su questa cosa. Il riferimento alla residenza fiscale è infatti nell'art. 2 del TUIR che la collega all'iscrizione all'anagrafe. è una norma di legge non una prassi/interpretazione/orientamento giurisprudenziale ecc. Dubito seriamente che in un processo tributario possano sovvertire una legge.
si ma lo stesso articolo premette che sono considerati residenti in Italia le persone fisiche che per la maggior parte del periodo d'imposta (183 giorni): ... il domicilio
se non hai il domicilio, cioè se risiedi di fatto all'estero, in teoria puoi provare a giocartela.
"si considerano residenti le persone che per la maggior parte del periodo di imposta sono iscritte nelle anagrafi della popolazione residente O hanno nel territorio dello stato il domicilio o la residenza ai sensi del codice civile"
non è roba per cui si può andare a caso. Se sei iscritto all'anagrafe sei residente. punto. c'è poco da giocare.
non solo, sono residenti fiscalmente nel bel paese due categorie di privilegiati, gli iscritti all'anagrafe ed anche tutti quelli che pur residenti in altri Paesi hanno qui domicilio o residenza.
Quella seconda parte che citi, riferita al domicilio, non serve ad attenuare il significato della prima parte ma aggiunge un concetto diverso.
poi ognuno può fare quello che gli pare e "giocarsela" come dici ma il testo questo dice e più o meno è come puntare sulla roulette che esca il 37
ok quando me la avevano spiegata suonava meglio... effettivamente messa così bho.
Cmq grazie all'iscrizione all AIRE, Equitalia mi ha mandato una cartella esattoriale di 356 euro a 3500km di distanza :rotfl::rotfl::rotfl::rotfl: