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Originally Posted by laphroaig
Già perchè noi ci siamo sempre retti in piedi grazie alla piccola e media impresa che oltretutto lavorava in settori a bassa tecnologia e ad alta intensità di mano d'opera (tessile, mobilifici, calzatureria, utensileria ecc.). Poi avevamo i grandi poli dell'acciaio e del chimico/farmaceutico peccato che erano settori in cui contava la dimensione (non si cresce e si chiude, quello che è capitato e che sta capitando alla fiat visto che è sottodimensionata per sopravvivere).
Fino a qui ok.
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Qualche anno fa si studiava il modello imprenditoriale italiano fatto di distretti industriali di piccole imprese dotate di grande flessibilità, tutto molto bello e molto vero in quel contesto competitivo.
Ora le cose son cambiate, maggiore concorrenza e a livello globale, circolazione più veloce delle tecnologie e Paesi che sono in grado di produrre quelli che erano i nostri prodotti a costi inferiori.
Anche fino a qua va bene.
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Questo nuovo contesto ha messo in luce la principale debolezza della piccola impresa e cioè che è piccola: non è in grado di reggere lunghi periodi di crisi, non ha capitali da investire per andare in nuovi mercati o per riconfiguare la produzione, non ha le competenze culturali, non è in grado di attrarre capitali privati (i quattrini o li mollano le banche e li mollavano parecchio in passato oppure nisba, ed oggi hanno ristretto i cordoni della borsa).
Non è così: la piccola impresa è per definizione più agile e più disposta al cambiamento, inoltre ben disposte alla collaborazione. Il paradigma grande industria= ricerca è superato. Adesso si parla di collaborazione e ricerca tra piccole industrie che fanno accordi. I grandi colossi fanno ricerca, ma tendono a essere dei grossi elefanti (Vedi Olivetti).
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Insomma quello che era la nostra forza oggi è probabilmente a livello internazionale (ed un sistema economico ha bisogno che i quattrini vengano da fuori, se girano sempre gli stessi si ha stagnazione) la nostra debolezza.
UHMM va presa con le pinze questa: le pmi tengono in piedi l'intera europa. Per varie ragioni: intanto la competitività, non essendoci monopoli de facto, è a livelli incredibili, in secondo luogo come ti dicevo, sono industrie agili, in terzo luogo, l'enfasi è messa sulla collaborazione tra produttori e fornitori.
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é quindi tutto nero? certo che no si tratta di rinnovare il nostro modello imprenditoriale di riferimento, ci siamo riusciti altre volte e penso che ci riusciremo ancora, si tratta di cambiare un po' la nostra mentalità e studiare i cambiamenti avvenuti per trovare nuovi spunti.
Si sta rinnovando per forza, le grosse industrie in Italia stanno affondando, quelle che restano sono Medie industrie e piccole industrie, diversamente non potrebbe essere, le grosse industrie potevano andare negli anni 70, adesso serve flessiilità. Nessuna demonizzazione, solo diverse necessità.
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Alcune delle manovre di questo tanto odiato governo sono state rivolte proprio a rimediare ad alcune delle carenze delle piccole e medie imprese.
Ad esempio la riforma delle società nel codice civile ha introdotto degli istituti che rappresentano degli strumenti per raccogliere capitale privato (la possibilità di emettere titoli di debito anche nelle srl, i patrimoni ed i finanziamenti dedicati ad uno specifico affare, l'emissione di titoli azionari con diversi diritti e partecipazioni agli utili ecc). Da un punto di vista fiscale si è cercato di tassare in altro modo (meno il più delle volte) i redditi derivanti da partecipazione azionaria e si sono recepiti istituti comunitari (direttiva madre e figlia o participation exemption) che rendevano più attraente schiaffare le holding non in Italia ma in olanda o lussemburgo per esempio ecc ecc.
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Dall'altro lato si è osteggiato il fenomeno del ricorso al capitale di debito da parte dei soci in modo da voncolare gli apporti dei soci nelle società in modo più durevole (thin capitalization e disciplina dei finanziamenti soci nel codice civile).
In altri termini i quattrini alle imprese devono arrivare, le banche non li danno più come una volta ed allora occorre fare in modo che gli arrivino dai privati.
Quello che è stato fatto è un piccolo passo in avanti.
Di questo non conosco nulla. Forse ho intuito, ma non ne sono sicuro quindi non mi esprimo.
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x alkabar ma guarda il Brasile avrà bisogno ancora di fondi dalll'Fmi e stanno tutti pregando che non segua l'Argentina se no possiamo salutare il Sud America visto che al di fuori del Brasile lì è un disastro.
La Russia ha altri problemi, non è ancora giudicata completamente stabile ed infatti sono ancora pochi gli investitori che si buttano o i rapporti di partnership. Sono corteggiati parecchio perchè galleggiano sulle materie prime ma a livello industriale non sono proprio all'avanguardia e di prodotti Russi non se ne vedono poi così tanti.
L'india nel tessile fa paura e la Cina bhe è la Cina
Brasile e Russia infatti sono più indietro rispetto a Cina e India (stati bric giusto ??).
India e Cina da sole sono preoccupanti. In india ci sono anche i programmatori.... non solo il tessile. Scusa, i miei hanno una lavanderia industriale(alberghi ristoranti), quindi un po' di ste cose le so, ma non era la cina che spaccava nel tessile ??