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Infatti, nelle previsioni aggiornate - testé rese note dallo stesso governo - si ammette che i conti del 2009-2010 saranno drammatici. La crescita del Pil cadrà di almeno il 4,2 per cento quest'anno, con forse un rimbalzo dello 0,3 nel prossimo. Il rapporto deficit-Pil salirà ben oltre la fatidica quota 3 per collocarsi al 4,6 per cento, mentre il debito pubblico avrà un'impennata spettacolare: dal 105,8 del 2008 si passerà al 114,3 nel 2009 per arrivare al 117 nel 2010 e superare il 118 nel 2011.
Per completezza bisognerebbe aggiungere che altri organismi autorevoli - come il Fondo monetario internazionale - hanno diffuso stime sull'Italia ben peggiori di quelle dichiarate dal governo. Ma già quest'ultime sembrano più che sufficienti per certificare la totale inconsistenza delle promesse di sicurezza contabile profuse a piene mani in questi mesi da Palazzo Chigi e dal ministero dell'Economia.
Notizia di oggi che il PIL invece cala del 5.1% o giù di lì, ancora più in basso. Rapporto deficit/pil a 118, il che aumenta ancora il deficit per via degli interessi, ed ecco il circolo vizioso inarrestabile che finisce con la bancarotta.