guarda, nel diritto di incontestabile c'è davvero poco o niente.
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Vabbè allora provocatoriamente, se vige il relativismo assoluto al punto tale da poter mettere anche in discussione le decisioni della corte costituzionale, massimo organismo giuridico in Italia, tacciandole di partigianeria o di politicizzazione, alla fine conviene abolire lo stato di diritto, tanto alla fine han ragione tutti e nessuno comunque.
La delegittimazione del potere giudiziario a favore di quello esecutivo in virtù della rappresentanza popolare di quest'ultimo è la pietra tombale della sussistenza dello stato di diritto, ovvero un preoccupante passo indietro in termini di società civile.
Incoma, è un dato di fatto, nel diritto in moltissimi casi non c'è una soluzione giusta in senso assoluto, chiaro che ci sono i casi bianco o nero, ma quelli che stanno al limite col grigio non è MAI certo se stanno nel bianco o nel nero.
Pensa solo alle sezioni unite della cassazione, che pronunciano su un argomento quando sezioni diverse della cassazione stessa hanno dato interpretazioni diverse, o pensa solo ai cambiamenti o anche veri e propri ribaltamenti della giurisprudenza su certi argomenti, cazzo, pensa a roba come l'evoluzione della responsabilità medica, la causalità, il concorso esterno, come puoi mai dire che una cosa nel diritto è incontrovertibile. Non puoi, fine.
Questo mi è chiaro e lo accetto senz'altro in prospettiva, in termini di evoluzione del diritto, ma faccio fatica ad accettarlo hic et nunc soprattutto per quanto riguarda la materia costituzionale.
Che si possa rimettere in discussione una decisione ed un principio mutatis mutandis lo posso anche accettare, accetto molto, molto meno il contestare nel merito una pronuncia della CC (che non è una delle tante corti di cassazione ma è una ed una sola) un minuto dopo la decisione presa sostenendo che è in errore in termini di diritto e per di più affermando che questo errore è studiato ad arte e risponde ad un fine politico.
Un po' di dovuto rispetto, insomma, o va a carte e quarantotto tutto quanto.
Poi nel merito mi piacerebbe che, motivazioni della sentenza alla mano, qualcuno mi evidenziasse i passaggi "discutibili".
no babbè dire che c'è un errore di diritto in quella sentenza è una puttanata nè più nè meno, dire che avrebbe potuto essere l'opposto ed essere altrettanto accettabile è cosa ben diversa
edit: btw la cc stessa ha mutato orientamenti più di una volta, basta che vedi anche sull'irresponsabilità politica del presidente della repubblica in rapporto ai suoi poteri e a vari casi negli anni, per dire la grazia è stata talvolta considerata come prerogativa presidenziale senza che il ministro della giustizia (di grazia e giustizia al tempo) avesse parola in merito, altre proprio perchè il pdr è irresponsabile invece è stato detto che ci voleva accordo necessario col ministro, e se guardi a fondo le varie vicende ti rendi conto che alla base delle decisioni c'era una valutazione ANCHE politica, da cui peraltro in certe cose è anche difficile distaccarsi, non ne faccio di certo una colpa alla corte di questo, anzi, a volte è perfino necessaria una certa valutazione politica (in senso lato, non ti dico destra o sinistra, mi rifaccio al significato etimologico della parola) e ti dirò di più spesso è il lato preponderante in una decisione della cc; capiamoci, quando per valutare la costituzionalità di una norma adoperi principi astratti e generici come sono quelli della costituzione, c'è MOLTO spazio per decidere in un verso o in un altro, e se devi decidere in quale delle due direzioni vai di sicuro non lo fai in base al diritto, il diritto lo usi poi per argomentare la tua scelta che fondamentalmente col diritto "in senso stretto" come lo puoi vedere nelle aule di un tribunale ha poco a che fare.
Capisco e sono d'accordo con la tua lettura.
Questo senso di aleatorietà un po' mi preoccupa.