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Roma, 22 aprile 2021 - Uscire dalla Super league costa milioni di euro: i club che hanno deciso di lasciare rischiano di pagare caro l'addio, anche se immediato. Le 12 società fondatrici della Superlega europea di calcio, se decidono abbandonare il progetto, è scritto nero su bianco nel contratto firmato, comunque dovranno rimborsare parte dei 3,25 miliardi di euro di "sovvenzione infrastrutturale" previsto inizialmente.
l debito a cui sarebbero chiamati a rispondere in 12 club fondatori riguarda il finanziamento concesso dalla banca statunitense JpMorgan Chase. La ''exit clause'', come spiega Financial Times, era stato evocato da Florentino Perez già due giorni fa: le società fondatrici avevano concordato delle clausole di uscita, in caso di rinuncia prima di giugno 2025. E comunque da quella data in poi sarebbero state obbligate a comunicare la volontà di uscire con almeno una stagione di anticipo.
Il presidente dellla Super League, Florentino Perez, patron anche del Real Madrid, ha difeso il progetto di un torneo d'élite, e ha annunciato che è "in stand-by", parlando alla radio spagnola Cadena Ser. "La società esiste ancora". Perez ha anche assicurato: "Juventus e Milan non se ne sono andate. Stiamo tutti insieme: riflettiamo, lavoriamo".
Quasi subito, martedì, hanno cambiato idea le sei britanniche: Manchester City, seguito da Chelsea, Liverpool, Manchester United, Tottenham e Arsenal hanno risposto agli inviti dei tifosi, e alle pressioni della Premier League, della Federcalcio (La FA ha ringraziato i supporter britannici), della Uefa, ma anche del governo con il premier Boris Johnson in testa. I proprietari hanno anche chiesto scusa ai rispettivi fan.
E il Barcellona resta diviso, con il presidente Laporta costretto ad attendere il verdetto dei soci (ma con la fortuna, pare, di aver previsto il passaggio obbligatorio nel contratto con la Superlega, schivando così una probabile penale). Mercoledì poi hanno sciolto i dubbi lasciando, ed era nell'aria, anche Atletico Madrid, Inter, Milan e Juventus. Ma Il Diavolo e la Signora, secondo Perez sono ancora della partita.
"Oggi un club mi ha mandato il programma delle gare della Superlega: era molto divertente, perché giocano solo Real e Juventus ogni giorno". Scherza il presidente dell'Uefa Aleksander Ceferin, mentre prepara la vendetta: "Se qualche club vuole giocare nelle nostre competizioni, dovrà avvicinarsi a noi. Sicuramente terremo conto del fatto che i club inglesi hanno ammesso di aver sbagliato. Ora ci aspettiamo che tutti si rendano conto del loro errore e ne subiscano le conseguenze. Ne parleremo la prossima settimana".
Sulla bilancia una punizione esemplare per chi non vuole cambiare idea: la clamorosa esclusione del Real Madrid dalle semifinali di Champions League: "C'è una probabilità relativamente piccola, rischiamo che le tv ci presentino una richiesta di risarcimento se non si giocano le semifinali. Ma in futuro sarà un po' diverso. Le porte della Uefa sono aperte e allo stesso tempo tutti dovranno subire le conseguenze delle proprie azioni. Di certo non avrò mai più un rapporto personale con certe persone", ha assicurato Ceferin: "Ci hanno tutti sottovalutato. Ma ora mi aspetto che in futuro nessuno nel mondo del calcio mi sottovaluti". E ne ha anche per Andrea Agnelli: "Se qualcuno mette in discussione il destino del calcio europeo e mondiale con le sue bugie, è qualcosa che va detta pubblicamente ma capisco che per lui sia più facile dire che si tratta di una cosa privata". Croce su Perez: "Non mi vuole? Questo è un incentivo ancora più grande per me per restare. Lui vuole un presidente che gli obbedisca, che lo ascolti e che faccia quello che lui pensa. E io cerco di fare quello che penso sia il bene del calcio europeo e mondiale", la rappresaglia di Ceferin è iniziata.