non vedo come possa farti ridere la definizione "variante naturale", visto che tecnicamente e semanticamente parlando è perfetta, infatti non è stata scelta a caso, visto che implica con "variante" da un lato la differenza rispetto al comportamento prevalente e al tempo stesso con "naturale" afferma che 1. è conforme ai principi della natura ed alle sue leggi 2. non è associato a patologia o alterazioni.
Per quanto riguarda il discorso statistico attenzione perchè se è sicuramente vero come diceva Il Nando che il termine "norma" e "normale" identificano in statistica il dato prevalente è altrettanto vero che in quella definizione di normalità (quella statistica) non è contenuto alcun assunto di "giudizio", si prende asetticamente atto della differenza e della conseguente maggior (o minor) prevalenza di un fenomeno,
è però altrettanto vero che, uscendo dalla mera statistica, etimologicamente parlando "norma" (e "normale" che ne deriva) ha come significato prevalente quello di regola di comportamento, modello a cui attenersi nei vari ambiti (morale, giuridico, sociale).
Quindi, nell'accezione comune, normale = giusto, corretto, conforme ai principi morali giuridici e sociali; anormale = sbagliato, deviato, non conforme ai principi morali giuridici e sociali.
Quindi purtoppo nei più nasce spontaneo il sillogismo: comportamento % più frequente = comportamento giusto, corretto, conforme ai principi morali giuridici e sociali.
Attenzione quindi ai termini che si usano specie se si trattano argomenti "sensibili" come quello dell'omofobia, perchè in base a quanto detto sopra dobbiamo definire anormali ad esempio:
gli individui coi capelli rossi
gli individui con gli occhi azzurri
gli individui maschi italiani più alti di un metro e 77 e più bassi di un metro e 73
o venendo ai comportamenti
gli individui non religiosi (sono solo il 20% circa della popolazione mondiale)
gli individui che possiedono un auto o un cellulare (sono meno del 50% della popolazione mondiale)
gli individui che utilizzano un pc
e così via per milioni di comportamenti/caratteristiche non prevalenti.
E fa molto più ridere questo rispetto al concetto forse un po' arzigogolato di "variante naturale".
Chiudo ricordando lapalissianamente che, se di normalità vogliamo parlare, non vi è nulla di più normale in natura della diversità.
Ovvero la diversità è la cosa più normale e naturale che ci sia!