Originally Posted by
McLove.
Non è così facile come la fanno tutti. Nello specifico il Martines era il mio testo di diritto costituzionale all' università e chiaramente quanto detto nell' articolo è vero ma si deve sempre tenere conto che è un testo e ogni autore abbraccia una determinata dottrina.
Se da un lato questo potere di veto sembra essere accolto dalla dottrina dominante, cioè dalla maggior parte di studiosi del diritto, esiste anche dottrina minoritaria, cioè altri studiosi del diritto, che afferma il contrario cioè che la firma del presidente serva solo a dare una responsabilità istituzionale e basta negando ogni potere di veto.
Se prendi un qualunque manuale di diritto costituzionale ad esempio sugli atti del presidente della Repubblica se ne evincono di 3 tipi.
Il primo Atti formalmente e sostanzialmente presidenziali, ad esempio una grazia, viene firmata dal ministro di grazia e giustizia la la firma del ministro non fa si che si possa opporre, deve firmare e basta.
Il secondo, atti formalmente presidenziali e sostanzialmente governativi, sono atti firmati dal presidente della Repubblica ma non ha alcun potere decisorio in merito agli stessi, l'esempio di scuola è la fissazione di un referendum che è firmato ed emanato dal presidente della Repubblica ma è un atto deciso dal governo.
Infine la terza sono gli atti formalmente e sostanzialmente complessi, cioè quelli dove si devono incontrare la volontà di entrambi, Pdr e governo.
Ora parte della dottrina ritiene che la nomina dei ministri sia un atto complesso(quindi che il Pdr abbia voce in capitolo e quindi anche il veto), l'altra parte ritiene che invece sia un atto formalmente presidenziale e sostanzialmente governativo, dove il Pdr deve limitarsi a firmare per dare valore instituzionale alle nomine.
Il fatto che si parli di dottrina cioè il pensiero di studiosi di diritto e NON di giurisprudenza cioè di decisioni o sentenze emesse da un organo giudicante già fa capire che non ci sia mai stata una risoluzione certa delle interpretazioni che restano ad oggi solo pensiero di studiosi, potremmo dire in modo discorsivo , che nessuno ha mai detto se giuste o sbagliate.
Premettendo che tantissime volte il Pdr ha indicato la poca opportunità di un ministro in un dicastero anche recentemente, vedasi B che voleva mettere Previti alla giustizia, non si è mai arrivati al cazzo contro cazzo perché hanno sempre trovato una soluzione che andasse bene ad entrambi.
Al di là dei poteri del Pdr in questo caso e quindi se si è mosso nei margini istituzionali dettati dalla costituzione, ognuno può di fatto pensarla come vuole visto che non c'è certezza ne in un senso ne nell' altro, sicuramente la decisione di Mattarella è una decisione _anche_ politica e su questo c'è certezza che il Pdr non può essere organo politico e trovo abbastanza deboli le argomentazioni de il doppio passaggio cioè che che la decisione politica sia giustificata da una _possibile_ sovversione dell' ordine costituzionale visto che per quello ci sono altre garanzie, vedasi la procedura del 138 cost etc.
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