Originally Posted by ghs
Certo che no. La fede non dipende da una scelta. Ed è assolutamente vero che il dubbio è la posizione più difficile e più feconda.
Ma non è che il credente non si ponga le domande; è che trova le risposte nella fede. Da parte di un credente, biasimare chi non trova risposte nella fede non ha senso; nello stesso modo, da parte di un non credente, non ha senso biasimare chi le trova nella fede.
Qui si apre una voragine: la logica, tutta la logica, che è poi lo specchio del pensiero umano, ti permette di arrivare a un punto minimo oltre il quale non è possibile andare. Qualcuno che di logica capiva parecchio diceva, ormai quasi un secolo fa, "i limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio mondo", intendendo dire che tutto ciò che si può pensare e dire correttamente rappresenta ciò che del mondo (della natura in genere) si può conoscere, perchè la misura del mondo, per l'uomo, è il suo pensiero razionale. Da lì in poi, decostruendo e riducendo, si arriva al pensiero limite: non è possibile stabilire una conoscenza che si fondi su qualcosa di non originariamente arbitrario. E qui si danno due possibilità, che non sono altro che le cose rimasticate da millenni di pensiero occidentale: ipotizzare una presenza, anche totalmente inerte e disinteressata, oltre a ciò di cui io posso parlare (sempre riferendomi a quel grande logico che citavo prima, per il quale "poter parlare" è descrivere, quindi conoscere); oppure astenersi dal dare una risposta su ciò a cui non si può arrivare razionalmente.
Nel primo caso, si parla di Dio, qualsiasi nome gli si dia; nel secondo, ci si limita a una posizione puramente e interamente scientifica.
Non vedo come una delle due posizioni possa dirsi migliore dell'altra e come si possa arrivare a insultarne una o l'altra.
E' evidente che le due posizioni sono incommensurabili, ma, ripeto, non capisco l'acredine di una verso l'altra, nè la pretesa di essere in possesso di conoscenze "migliori", quando è chiaro che le conoscenze a disposizione sono sempre le stesse per tutti e la differenza sta solo nel come ci si comporta rispetto alla domanda capitale che riguarda, precisamente, la limitatezza delle possibilità umane: la morte, in fondo.