Ti rispondo passo a passo, sperando che arriviamo a capirci, immagino comunque dove andrà a parare la tua risposta.
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Originally Posted by ghs
Secondo me state confondendo le cose.
Il problema non è scientifico. Non c’è alcuna evidenza possibile, né ora, né negli ultimi 20 anni, né nei prossimi 20, che dimostri per certo alcunché (in positivo o in negativo) riguardo alla condizione dell’individuo adottato o educato da coppie omosessuali, per una serie di ragioni.
Quindi cerchi di confutare le mie ipotesi, ok vediamo.
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La prima è che non ha alcuna importanza l’essere “educato” da tutori omosessuali, perché gli individui omosessuali (sempre che non ritengano stupidamente di fondare la loro identità sulla differenza sessuale) sono persone qualsiasi, meritevoli o criminali come tutti e, come tutti, possono avere ogni capacità di prendersi responsabilità nei confronti di altri. Ma fra trovarsi ad educare un ragazzo e volerne il possesso per omologazione a un modello ideale indotto (la chiamerei mimesi, se il termine fosse privo di possibilità di fraintendimento) c’è differenza.
Vediamo se la dimostri.
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Il caso in cui un ragazzo, per ragioni contingenti, venga educato, allevato e sostenuto da una coppia omosessuale (del tutto in grado di farlo) è diverso dal caso in cui una coppia omosessuale pianifichi l’adozione o il concepimento per commissione di figli. Nel primo c’è l’assunzione di responsabilità di fronte agli eventi e nei confronti di un terzo individuo; nel secondo c’è il tentativo di rispondere a un puro desiderio personale che relega il terzo nella condizione di oggetto.
Questo vale non solo per le coppie omosessuali, ma anche per quelle eterosessuali, con l’unica, ineccepibile, differenza che riguarda da vicino la struttura necessaria della famiglia (padre, madre, figli) nella sopravvivenza della società.
La struttura della famiglia non è necessaria, non giocare su questi termini, semmai è sufficiente. Non è espresso in nessun teorema che condizione necessaria per formare una famiglia sia avere padre e madre, semmai è condizione sufficiente. Una famiglia può essere formata MATEMATICAMENTE, anche da un solo padre o una sola madre e il figlio. Dato che il sistema analizzato comprende due padri o due madri, è sufficiente per creare una famiglia.
La sopravvivenza della società non è minata in alcun modo da famiglie composte in cotal modo, semmai porta la società a una evoluzione, cioè la porta ad avere un pensiero più aperto. La dimostrazione di quanto dico risiede negli studi fatti negli ultimi anni dai pediatri d tutto il mondo riguardo a questo tema attuale.
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Mi ricordo che tempo fa, qui, molti di voi sostenevano che, trovandosi a dover scegliere se concedere un’adozione a una coppia eterosessuale o a una omosessuale, sia da privilegiare la coppia eterosessuale. Questo nell’interesse del bambino.
Mi auguro che non abbiate cambiato idea così rapidamente (si tratta di una discussione di pochi mesi fa)
Alla luce dei fatti è una discriminazione inutile, dettata dalla paura del diverso. Gli effetti studiati sulla società dimostrano che non c'è nessun pericolo, dai 2 ai 14 milioni di bambini sono un campione di studio molto grande, anche se il tempo di studio è relativamente breve.
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e torno a chiedermi: perché, allora, si decide di dare un bambino in adozione a una coppia omosessuale senza accorgersi che quel bambino sarebbe adottabile da una coppia eterosessuale? E ripeto un’altra domanda: le leggi sulle adozioni devono tutelare prima il diritto del bambino o quello dell’adulto?
Fai delle assunzioni implicite, te le rivelo perchè non te ne rendi conto, ma sono salti logici:
L'assunzione implicita, errata, è che il bambino starà peggio con la coppia di omosessuali che con la coppia di eterosessuali. Non è dimostrata, anzi semmai i dati statistici affermano che non c'è ALCUNA differenza. Quindi ti stai ponendo delle non domande.
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Concedere l’adozione alle coppie omosessuali sarebbe comunque far pesare il diritto dell’adulto prima di quello del bambino. Perché, ancora, le comunità omosessuali, se il loro altruismo è davvero così urgente, non chiedono non già di adottare bambini, ma di essere ammessi a forme di sostentamento e di tutela che lascino aperta la possibilità dell’adozione eterosessuale?
Per brevità, tralascio le considerazioni sul “meno peggio” come forma accettabile di soluzione.
L'assunzione implicita, questa volta, è che l'uomo sia una bestia e non abbia il diritto ad avere desideri basali come quello della famiglia, sia esso eterosessuale che omosessuale. Diritti di avere un desiderio, SANO, e di portarlo a termine
Sono duro con te, solo perchè so che sei un passo avanti.
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La seconda ragione per cui non possono esistere evidenze scientifiche significative è il mutevole rapporto fra la parola “normale” e la parola “realtà”. Qui c’è un intrico semantico in cui spesso a molti piace disperdere i propri argomenti.
In che modo si può definire “anormale” un prodotto dei tempi? O si suppone l’esistenza di costanti fondamentali non soggette a cambiamenti graduali (e, quindi, solo sostituibili in toto), oppure non si ha possibilità di distinzione qualitativa fra fenomeni.
Dall’altra parte, chi non assume come valida per sé l’esistenza di fondamenti inalterabili non è in grado di definire una “normalità”, così non è nemmeno in grado di dimostrare che qualcosa non sia “anormale”.
Quindi è inutile discutere di un paradosso.
E qui ci sei, però so che ora ci metterai un ma.
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Un’altra ragione è ideologica. Molti non si rendono conto di quello che dicono, non si prendono la briga di capire per bene le cose e si fidano del rullo compressore pseudo-progressista.
Per esempio, ho letto qui che qualcuno, che vuole annullare la differenza fra omosessuale ed eterosessuale nell’accesso all’adozione, accusa qualcun altro, che invece vuole mantenerla, di non accettare le differenze.
A me piacciono le differenze. E credo che si debba conservare la capacità di vederle e difenderle, non omologare tutto a un principio instabile di neutralizzazione sociale.
Cerchi di creare una contraddizione giocando sulle parole, ma gli argomenti sono diversi: uguali nei diritti, diversi nella sessualità . La differenza sessuale, come di pelle, o di religione, non deve portare a una differenza nei diritti.
Non c'è contraddizione nelle mie parole .
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Un’ulteriore ragione è lo status scientifico incerto di alcune discipline, su cui, però, non credo si possa dire molto qui.
Si può dire che risulta molto difficile che 55.000 mila studiosi della stessa disciplina affermino in coro e con forza qualcosa di errato, sostenendolo con dati e prove sul campo. A meno che tu non ammetta che abbiano una sfiga colossale e che tutti i dati presi, sul campione di 2 milioni minimo di bambini, siano sbagliati. Poteva succedere nell'ottocento che affermavano le cose a vanvera ancora, ma oro mi pare proprio improbabile, scusa il gioco di parole, che anche la legge dei grandi numeri sia errata.