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Ed è esattamente quel che succede negli esempi che ti ho riportato, NON ti studi il campo, ti studi il contesto. Non ti studi i cocci antichi, ad archeologia chissà quanti minchia di esami hai, ti studi a grandi linee i parametri che ti servono. Altrimenti il tuo bioinformatico dovrebbe sapere tutto di biologia/chimica, ma sai meglio di me che non è così.
C'è una stracazzo di differenza tra collaborazione e unire due materie per farne una nuova, più specializzata e pratica ma sicuramente meno versatile, perchè se io faccio la specialistica di bioinformatica non è che vado a fare il quality manager poi.
Nel mio esempio un archeologo specializzato in vasi di merda va da un informatico specializzato in classificatori, entrambi si leggono 2 paper e 3 pagine di wikipedia per contestualizzare e iniziano a parlare. Mica ti devi studiare web semantica (dove per studiare web semantica ti servono almeno altri 5 corsi tra rudimenti di informatica e logica). Ed è esattamente così che funziona per tutte le discipline nelle quali applichi l'informatica
Il fatto che beni culturali non ti piaccia non vuol dire che se elimini la metà dei corsi e li sostituisci con roba di informatica allora diventa una facoltà utile, diventa una scienza informatica di beni culturali, uno che sa qualcosina di informatica e qualcosina di beni culturali. Anche e soprattutto perchè se vuoi spiegare OWL non puoi presentarti da una classe di psicologi e dire "ciao, parliamo di OWL", dato che, ripeto, ti alzano la mano per chiederti cos'è la U girata sul lato.
Sei.... molto ottimista... la realta' che ho visto io e' che l'archeologo va dall'informatico, iniziano a discutere nel loro gergo atroce e escono fuori dalla stanza pensando entrambi "questo e' un idiota che capisce solo la sua materia, ma siccome ci sono dei soldi per sto progetto, devo continuare a collaborarci anche se sara' un ditarculo", che non aiuta per niente.