secondo me aiutarli a casa loro = dobbiamo mandargli gli hell's angels :nod:
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secondo me aiutarli a casa loro = dobbiamo mandargli gli hell's angels :nod:
ps facico presente che il discorso "noi fuori dagli usa siamo pezzecore" non vale, visto che un membro degli hell's angel ha sparato e ammazzato un mebro di una gang rivale dopo un bel periodo di scontri sai dove? In italia. Ah e nel 2017 un altro morto (credo un vostro membro) in seguito a una rissa (proiettile in testa), ancora in Italia. E c'è una perdurante e nota lotta che non va certo avanti a coretti tra hell's angels e bandidos. Sempre in Italia. E un bel po' di fascicoli in giro per le repubblica aperti a carico di membri dell'associazione di cui fai parte.
Quindi smettiamo di raccontarci cazzate almeno.
L'ho fatto io? No, quindi che vuoi da me? Se un mussulmano si fa esplodere si alzano le barricate che e' un caso isolato e che non dobbiamo giudicare gli altri sulla base delle azioni di uno, se un biker fa casino sono tutti criminali. Decidetevi, una soluzione o l'altra, due pesi e due misure sono una soluzione ipocrita.
Oltretutto io non sono nemmeno parte del club, sono parte del support club che e' niente di piu' che gente che esce con gli Angels ed aiuta agli eventi se necessario, ma tutto qui, dire che sono parte di un'associazione criminale perche' ho cucinato gli hamburger all'ultima run e' demenziale.
Sull'ultimo morto nel 2017, in Italia:
http://torino.repubblica.it/cronaca/...ola-156396458/
Due cretini si son messi a fare testacoda nel piazzale davanti alla clubhouse, gli Angels li hanno rimproverati, questi sono andati a casa ed han preso le pistole del padre di uno, son tornati, ne hanno messo sotto uno ed hanno sparato ad un altro. Bell'esempio.
Ed intendiamoci, al solito state a cambiare argomento, i non ho mai detto che siano santi, io ho detto che e' demenziale bannare me perche' esco con loro.
inutile risponderti tbh, avevo pure iniziato ma no, se non capisci la differenza di tuo è proprio tempo perso.
Cioe non sei nemmeno parte dei "SOA de noantri", e ti lamenti pure ? MA di che stiamo parlando ?:gha:
Quale differenza? Che io mi lamento che importiamo illegali che, per stessa definizione della parola, non hanno diritto ad entrare nel paese e non andrebbero fatti entrare per rispetto alla legge che difendete ogni volta che vi fa comodo, ma che e' da ignorare alla stessa maniera quando invece e' piu' comodo cosi', mentre io ti faccio presente che nel mio caso c'e' reale discriminazione perche' io non ho mai fatto niente e, che io mi ricordi, si dice innocente fino a prova contraria, ma siccome la penso diversamente da voi allora e' giusto, eccoci al reato ideologico.
Il problema e' che non sono nero ed africano, in tal caso sareste gia' andati su Facebook a fare un post di protesta :rotfl:
Power sei un pilota di voli pindarici da paura diosanto
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Pouer quanto mi metto un etto di bamba? :sneer:
A me me pare che tra tutti... aho siamo partiti da "affoga il negher" a "pouer bimbonegrodiscriminato"...
Ok torniamo it
Nzonzì, viva la figa, fozzaindà
degre te la faccio semplice semplice così magari ci capiamo.
Te ci sei nato nel club? No. E' una scelta di associarsi e quindi sostenere a un ristretto gruppo di persone che si sono rese colpevoli di condotte criminali, a cui tu, tramite la tua scelta, hai una plausibile possibilità di collegamento.
Uno nato in uno dei paesi soggetti al muslim ban ci è, appunto, nato. Che fino a prova contraria non è una scelta. Non solo, per il solo fatto di essere nato là, è considerato e trattato come pericoloso e associato a una cerchia di terroristi che verosimilmente non ha alcun collegamento con lui.
Essere negri non è una colpa!!!!
E' una sfiga.... :sneer:
Nzonzì Matuidì Keità... ma tutti finiscono con l'accento??? :confused:
Vai in culò! :fuck:
http://www.ilpost.it/2017/07/19/codi...ortamento-ong/
(all'interno dell'articolo del post ci sono i link che ovviamente non ho riportato ma li trovate lì. (sono moltissimi e molto esaustivi)
Quote:
In queste giorni le ong che compiono operazioni di soccorso nel Mediterraneo hanno ricevuto dal Ministro degli Interni italiano la bozza del codice di comportamento che saranno tenute a sottoscrivere per poter continuare a svolgere la propria attività. L’introduzione del codice è stata l’unica misura che l’Italia ha ottenuto quando nelle scorse settimane ha chiesto un maggiore sostegno degli altri paesi europei per gestire il flusso estivo di migranti dal Nord Africa, uno dei più consistenti degli ultimi anni. Le ong potranno discutere le misure contenute nel codice, ma non è chiaro quanto margine avranno per chiedere delle modifiche.
La creazione del codice è stata appoggiata sia dai ministri degli Interni dell’Unione Europea – che la settimana scorsa si sono riuniti a Tallinn per una riunione informale – sia dalla Commissione Europea. Secondo lo Huffington Post, uno dei giornali italiani più informati su questa vicenda, il codice è stato inviato dal ministero alle ong coinvolte il 18 luglio, e sarà discusso insieme ai funzionari del ministero in un incontro che si terrà il 25 luglio. Nei giorni scorsi, i rappresentanti di diverse ong si sono detti genericamente contrari a un codice di comportamento definitivo troppo restrittivo nei loro confronti: contattata dal Post Medici Senza Frontiere, una delle ong più attive nel Mediterraneo, ha detto di non voler commentare ufficialmente la bozza, perché è ancora in attesa di una convocazione ufficiale da parte del governo italiano. Due giorni prima aveva però diffuso un comunicato in cui spiegava che se le informazioni sul codice trapelate sui giornali erano vere, «ci sarebbero meno navi disponibili nell’area di ricerca e soccorso e questo potrebbe condannare le persone in pericolo nel Mediterraneo ad una morte certa».
Le ong che compiono operazioni di questo tipo nel tratto di mare fra Italia e Libia sono una quindicina, e la loro attività è iniziata circa due anni fa. Da diversi mesi operano a poche decine di chilometri dalle coste della Libia, cosa che secondo loro rende più rapide le operazioni di soccorso, ma che secondo altri sta spingendo i trafficanti a imbarcare i migranti su barconi o gommoni sempre più malandati, che devono stare a galla solamente per qualche chilometro (il peggioramento delle condizioni delle barche è un fenomeno che va comunque avanti da diversi anni).
Un tempo il ruolo delle navi private che compivano soccorsi in mare era piuttosto marginale, anche per merito della missione italiana Mare Nostrum, che aveva come specifico obiettivo quello di soccorrere i migranti diretti in Italia. Le navi “istituzionali” – cioè quelle della Guardia Costiera e della Marina Militare italiana e dell’agenzia europea Frontex – continuano a compiere la maggior parte delle operazioni di soccorso, ma secondo una stima di Frontex sugli ultimi mesi del 2016, circa il 40 per cento delle operazioni di salvataggio in mare è stato compiuto dalle ong. Per ragioni di praticità e di diritto marittimo, le ong trasportano tutti i migranti che soccorrono nei porti italiani, cosa che il governo italiano non apprezza: qualche settimana fa ha persino minacciato di impedire l’accesso delle loro navi ai porti italiani, se non si fosse trovata una soluzione. In questi mesi le ong sono state anche oggetto di critiche e sospetti da parte di alcune procure italiane – appoggiate da alcuni partiti, come il Movimento 5 Stelle – che però non hanno saputo trovare nessuna prova di crimini o attività poco trasparenti.
Una bozza del codice di comportamento è stata pubblicata il 14 luglio dallo Huffington Post. Tre giorni dopo la portavoce della Commissione Europea Natasha Bertaud ha confermato a Repubblica che la Commissione aveva fornito dei «pareri legali» sul codice e che «tocca all’Italia adottare definitivamente il Codice, di concerto con l’esecutivo comunitario e le Ong».
Nella bozza, sono elencati diversi punti su cui il governo italiano sta insistendo da mesi. Il primo punto prevede l’impegno a «non entrare nelle acque internazionali libiche a meno di situazioni di grave e immediato pericolo che richiedano assistenza, e non impedire interventi di ricerca o soccorso da parte della Guardia Costiera libica». Altri punti importanti sono il terzo, che prevede l’impegno a non avere dei contatti che possano «facilitare la partenza e l’imbarco di navi che trasportano migranti» (anche se relazioni di questo tipo fra ong e scafisti non sono mai state dimostrate) e l’ottavo, che prevede la comunicazione alle autorità italiane di «tutte le fonti di finanziamenti per l’attività di soccorso in mare». Alcuni passaggi del codice sono piuttosto bizzarri: il decimo punto impone ad esempio alle ong di «recuperare, se possibile, le barche o i motori usati dai trafficanti», per contrastare sia ulteriori traffici sia «l’inquinamento marino».
Una delle questioni più controverse sollevate dal codice di comportamento riguarda i rapporti delle ong con la Guardia Costiera libica, un’agenzia che utilizza attrezzature fornite dall’Unione Europea e dall’Italia e i cui membri hanno ricevuto o riceveranno addestramento in Europa. L’Italia e la Commissione Europea fanno molto affidamento sulla cooperazione della Guardia Costiera libica per ridurre il flusso di migranti: il problema è che la cosiddetta Guardia Costiera libica risente dell’instabilità politica della Libia, e come diverse altre autorità locali è controllata da milizie armate. Come ha scritto su EuObserver l’analista Giulia Laganà, il timore delle ong è che fra le altre cose l’approvazione del codice di comportamento «limiti la loro capacità di documentare gli abusi compiuti dalla Guardia Costiera libica».
Negli ultimi mesi i giornali internazionali hanno raccontato diversi episodi di violenze compiute dalla cosiddetta Guardia Costiera libica: a fine maggio, durante un’operazione di soccorso, alcuni suoi membri hanno sparato alle imbarcazioni su cui si trovavano i migranti, e successivamente hanno rubato soldi e telefoni ai passeggeri. In un altro caso una nave della ong Sea-Watch è stata quasi speronata da una della Guardia Costiera durante un’operazione di soccorso, come ha raccontato un portavoce della ong. Pochi giorni fa il Washington Post ha raccontato che la Guardia Costiera della città libica di Zawiya, da dove partono alcune imbarcazioni di migranti, è controllato da una milizia armata locale. Le navi libiche inoltre sono solite riportare indietro i migranti che vengono intercettati in mare, che a quel punto vengono trasferiti in centri di detenzione dove il rispetto dei diritti umani è contestato da diverse associazioni internazionali.
Un’altra misura piuttosto strana presente nella bozza è quella relativa alla “trasparenza” sui finanziatori: le ong interessate si sostengono perlopiù con piccole donazioni private o con investimenti di singole associazioni o filantropi, come nel caso della ong MOAS, fondata dagli imprenditori italo-americani Regina Catrambone e Christopher Catrambone. Non è chiaro per quale motivo le autorità italiane intendano chiedere di conoscere tutti i nomi dei finanziatori, e se sospettino irregolarità di qualche tipo.
Non è nemmeno chiaro perché Medici Senza Frontiere teme che le sue operazioni saranno rallentate dalle misure del codice, come ha spiegato nel comunicato di due giorni fa: forse ritengono che alcune misure come la disponibilità a far salire a bordo autorità italiane come la polizia possa rallentare le loro attività, e quindi impedirgli di compiere l’attuale quantità di operazioni (senza contare che nel loro statuto e in quello di Save the Children c’è il divieto di cooperare con qualsiasi forza armata, per garantire la loro neutralità). Il codice di comportamento non ha generato perplessità solamente fra le ong. Secondo Francesco Del Freo, avvocato esperto di diritto del mare contattato da Lettera 43, più in generale «le problematiche sollevate dal codice sono del tutto irrilevanti. Le leggi internazionali già prevedono sanzioni [per questi comportamenti], il codice non aggiunge nulla».
Sito del ministero degli interni.
http://www.interno.gov.it/it/notizie...-jugend-rettet
- È stata sequestrata questa mattina, presso il porto di Lampedusa (AG), la motonave Iuventa per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Il fatto
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017...fisti/3772378/
- Nave sequestrata alla ong, testimone: “Dopo un salvataggio operatori della Iuventa ridiedero gommone agli scafisti”
https://st.ilfattoquotidiano.it/wp-c...Rettet-675.jpg
Quindi non solo erano in contatto con loro, ma andavano a prenderli, rendevano il gommone ai trafficanti e poi li sdoganavano a navi piu' grosse per andare a prenderne altri.
Questo e' traffico di schiavi, ora difendetelo.
Saluti e baci.
As usual citi la news con almeno un giorno di ritardo..
Non so se sia il fuso... Orario.
Cmq a memoria nessuno ha mai detto "vanno aiutati gli scafisti"
Questa è una palese violazione e infatti sarà trattata come giusto che sia. Ora si alzerà ancora di più il livello di guardia e si continuerà comune a SALVARE VITE UMANE.
Si parla di 1mln di profughi in attesa di partire dalla Libia, molti chiusi come bestie nei campi di concentr... Ops campi di accoglienza libici.
Ps:luglio 2017 segno negativo per numero di sbarchi dopo non so quanto tempo.. Forse anche loro sanno che sono in ferie gli italiani che li accoglierebbero a braccia aperte
http://www.ilpost.it/2017/08/10/codice-ong-sbarchi/
Articolo di qualche giorno fa sul perché gli sbarchi potrebbero essere diminuiti