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l caso di Eriksen ha scosso il mondo del calcio, per fortuna è fuori pericolo. Gli altri casi di malore in campo, a lieto fine
Fabrice Muamba, Lionello Manfredonia, Giancarlo Antognoni, David Ginola: quelli che ce l’hanno fatta. I sopravvissuti a un malore o a un terribile scontro di gioco, scrive La Gazzetta dello Sport. Casi diversi da quello di Davide Astori, scomparso tragicamente durante il sonno a Udine il 4 marzo 2018. Muamba e Manfredonia smisero di giocare, ma sono vivi. Fabrice Muamba è forse il caso più clamoroso. Il centrocampista del Bolton ebbe un arresto cardiaco il 17 marzo 2012, in una gara giocata nello stadio del Tottenham.
MUAMBA. Muamba aveva all’epoca 23 anni. Quel sabato 17 marzo, ebbe un infarto sul campo alla fine del primo tempo. Fu soccorso dagli staff sanitari delle due squadre, ma fu decisivo l’intervento di un medico, tifoso del Tottenham, presente allo stadio: Andrew Deaner. Muamba trascorse 78 minuti in uno stato di morte apparente. Dopo una ripetuta serie di scariche del defibrillatore, sul prato e in ambulanza, il cuore tornò a battere e fu trasportato all’ospedale, ricoverato in terapia intensiva. Il timore che il malore potesse aver lasciato danni permanenti svanì due giorni dopo, quando Muamba ricominciò a muovere le gambe e riconobbe la famiglia, rispondendo alle domande. Il recupero fu prodigioso. Un intervento chirurgico gli installò un defibrillatore cardiaco impiantabile e fu dimesso dall’ospedale il 16 aprile. Il 15 agosto 2012 il centrocampista del Bolton annunciò l’addio al calcio.
MANFREDONIA. Lionello Manfredonia si accasciò sul campo al 5’ di Bologna-Roma il 30 dicembre 1989. Uno dei primi a soccorrerlo fu l’ex compagno di squadra dei tempi della Lazio, Bruno Giordano. L’intervento del massaggiatore della Roma, Giorgio Rossi, fu decisivo: evitò il peggio aprendo la bocca con l’aiuto delle forbici per evitare che la lingua rivoltata potesse soffocarlo. Il massaggio cardiaco del dottor Alicicco, la defibrillazione praticata in ambulanza dal medico Naccarella e il trasporto tempestivo all’ospedale Maggiore, in appena 7 minuti, furono gli altri elementi determinanti. Dopo 48 ore, Manfredonia si risvegliò dal coma. Manfredonia voleva tornare in campo, ma l’Istituto di Scienza dello Sport non gli diede l’idoneità e nella primavera del 1990 la carriera di Lionello, all’epoca trentatreenne, si concluse.
UNICO DIECI. Giancarlo Antognoni rischiò la vita in uno scontro di gioco con il portiere avversario Silvano Martina, il 22 novembre 1981, nella partita Fiorentina-Genoa. Il fuoriclasse di Masciano fu colpito da una ginocchiata, riportando una frattura al volto e una temporanea interruzione del battito cardiaco. Il medico del Genoa, Pierluigi Gatto e il massaggiatore viola, Ennio Raveggi, praticarono a Antognoni la respirazione bocca a bocca, riattivando il battito cardiaco. Un intervento chirurgico perfettamente riuscito permise al campione della Fiorentina di riprendersi e tornare a giocare.
GINOLA E DZICZEK. Tra i sopravvissuti c’è anche David Ginola, ex calciatore francese di Psg, Newcastle e Aston Villa, oggi 54 anni. Nel maggio 2016, fu colpito da arresto cardiaco in una gara di beneficenza di vecchie glorie. Il cuore si fermò per otto minuti. Si salvò grazie all’intervento di un amico che compresa la gravità della situazione, praticò la respirazione bocca a bocca e riattivò il battito cardiaco. Tra gli spaventi più recenti, l’episodio avvenuto a Ascoli il 20 febbraio scorso, quando il polacco della Salernitana, Patryk Dziczek, ebbe un malore sul campo. Dopo i soccorsi, il giocatore si riprese. Dziczek aveva già vissuto un episodio simile il 21 settembre 2020, in allenamento. Oggi è ancora sotto osservazione e non ha l’abilitazione per tornare in campo.
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