Originally Posted by ghs
Non è così.
C'è una differenza fra ciò che chiamiamo "suono" e ciò che chiamiamo "musica", ma non è in chi l'ascolta. Se fosse così, sarebbe solo un problema linguistico (e non è che non c'entri nulla la cosa, visto che questa è una delle questioni-cardine del problema dell'arte negli ultimi 120 anni) e, in effetti, ci sarebbe poco di comunicabile.
Noi chiamiamo suono qualsiasi cosa percepisca il nostro udito, compresa la musica. Ciò che riconosciamo come musica è suono ordinato. E', immediatamente, una forma sonora.
Esiste un rapporto fra ciò che è musica e il modo in cui funziona il cervello. E' quello il discrimine fra suono e musica. Il cervello è il luogo dell'ordine. Noi "riconosciamo" la musica, perchè corrisponde direttamente al modo in cui noi conosciamo il mondo o, se preferisci, al modo in cui ordiniamo il mondo e lo rendiamo conoscibile. Musica e matematica, pur non potendo sovrapporsi perfettamente, sono vicine prossime.
E' falso e molto lettarariamente romantico credere la musica come dispiegamento dell'emotività. E' la pretesa artistica contemporanea, tutta concentrata sull'individuo.
Insomma, c'è confusione: che la musica susciti uno stato emotivo è vero; che sia lo stato emotivo a determinare la musica è falso.
Se poi si parla di musica che nasce ed esiste solo in relazione all'esperienza individuale, si parla di interpretazione, di linguaggio e di scrittura, di trasmissione e comunicabilità di informazioni. In questo caso, la musica diventa un veicolo accidentale, ma non è nè l'informazione stessa (ciò che deve essere comunicato), nè il linguaggio (ciò che rende direttamente e chiaramente comprensibile il comunicato), nè la scrittura (ciò che ci fa capire che c'è una comunicazione nel tempo e nello spazio). Ciò che in quel caso è detto attraverso la musica potrebbe essere detto in altro modo. La musica diventa un contenitore utile, un ambiente conveniente, proprio perchè ordinata.
Ma la musica non ha significato. E' l'uso che se ne fa a caricarla innecessariamente. Precisamente quello che dicevo prima: se diamo significato alla musica, che facciamo o che sentiamo, stiamo usando la musica per fare altro.
E' per questo che, per fare musica, usiamo un linguaggio, una scrittura, un sistema, da 400 anni: per essere sicuri di usare la musica per dire cose comprensibili. Ed è per questo che noi, per poter produrre musica, tramandiamo il sistema musicale (teoria, tecnica, notazione, etc...), non la musica.
Tuttavia, la musica esisterebbe lo stesso e evocherebbe stati emotivi anche se non fossimo noi a farla e anche se non fossimo in grado di decifrarli linguisticamente, perchè la comprensione linguistica è parallela, accessoria e non necessaria alla comprensione musicale. La musica esiste al di fuori (al di sotto) di ciò che ne pensiamo, di come ne vogliamo parlare e dell'uso che vogliamo farne.
Altra cosa è il gusto: lì non mi addentro.
Ci sarebbe ancora da dire, ma mi sono stancato...
Di nuovo, scusate la lungaggine.