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La continuità aziendale è il presupposto in base al quale, nella redazione del bilancio, l’impresa viene normalmente considerata in grado di continuare a svolgere la propria attività in un prevedibile futuro. Tale principio prevede che i valori iscritti in bilancio siano considerati nel presupposto che l’azienda prosegua la sua attività nel suo normale corso, senza che vi sia né l’intenzione né la necessità di porre l’azienda in liquidazione o di cessare l’attività ovvero di assoggettarla a procedure concorsuali.
In sostanza, si presume che un’impresa sia in condizioni di continuità aziendale quando può far fronte alle proprie obbligazioni ed agli impegni nel corso della normale attività. Ciò significa che la liquidità derivante dalla gestione corrente, insieme ai fondi disponibili (in cassa, in banca, mediante linee di credito,ecc.) saranno sufficienti per rimborsare i debiti e far fronte agli impegni in scadenza.
Da ciò consegue che le attività e le passività sono contabilizzate tenendo conto della capacità dell’impresa di realizzare tali attività e di assolvere ai propri impegni nel normale svolgimento della sua attività.
Nel caso in cui, viceversa, le prospettive future non permettano l’adozione del presupposto della continuità aziendale, risulta evidente che il bilancio d’impresa assumerà valori fondati su considerazioni completamente diverse rispetto all’ipotesi di continuità aziendale: si pensi ai macchinari di un’azienda produttiva che in ipotesi di continuità aziendale sono valutati considerando la vita utile e la recuperabilità mediante l’uso, mentre in ipotesi di liquidazione, viene considera preso a riferimento il valore di realizzo.
Con riferimento alla disciplina nazionale, il principio di continuità aziendale è richiamato dall’art. 2423-bis, 1° comma, del codice civile che recita: “La valutazione delle voci deve essere fatta secondo prudenza e nella prospettiva della continuazione dell’attività, nonché tenendo conto della funzione economica dell’elemento dell’attivo o del passivo considerato”.
ora considerate il going concern o continuità aziendale che è sempre stato un parametro ed uno dei più fondamentali del FPF alla luce di COSA è ora il milan, chi è la sua proprietà, gli assets che ha dichiarato di avere ma che NON ha o che quelli realmente esistenti sono stati bloccati dai tribunali in cina per bancarotta, il fatto che chi deve garantire la continuità aziendale ancora non ha nemmeno garantito che sarà in grado di saldare il fondo d'investimento che gli ha di fatto prestato il denaro per comprarlo il milan etc.