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Thread: Furio colombo da l'Unita'

  1. #1
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    Default Furio colombo da l'Unita'

    personalemente condivido tutto quello che dice

    L'UNITA'
    16 aprile 2006
    L’Italia in pericolo
    di Furio Colombo

    Una terribile frase italiana, che mi disorientava quando, da bambino, la sentivo dire da adulti che si guardavano prudentemente intorno è: «qui lo dico e qui lo nego». È una espressione intraducibile che rappresenta il peggio dell’opportunismo italiano.
    È ciò che sta accadendo adesso, in questo Paese, sotto gli occhi del mondo, dopo la vittoria di Prodi.

    In alto e in basso, e persino a sinistra e non solo a destra, si dice o si nega, si afferma e si attende, si contano i numeri giusti ma poi si fa finta di non saperli, si usa l’esiguità del margine (ormai tipico di tutte le democrazie, e consacrato da ben due successive elezioni americane) per dire che la vittoria di Prodi forse è accaduta e forse no, e magari sarebbe meglio trattare.
    Trattare che cosa, trattare con chi?

    C’è infatti una variazione molto importante al modello nazionale di dire e negare che ha consentito tante decisioni ambigue nella storia italiana.
    Berlusconi, il leader battuto (nel voto italiano in casa e nel voto italiano dall’estero) della Casa delle libertà non dice. Nega. In questo unico senso è più moderno. Nega risolutamente di avere perduto, nonostante l’evidenza e cogliendo lo spazio libero che gli viene offerto da un grande silenzio. Come in tanti suoi processi, Berlusconi nega tutto. Esattamente come in tribunale, accusa di broglio chi lo ha battuto. La stampa internazionale nota l’affinità fra processi e politica. La stampa nazionale appare affascinata dalla sua straordinaria capacità di negare. E benché la negazione sia sprezzante e deliberatamente provocatoria, intorno al leader che ha inventato il “sit in” dello sconfitto, una Valle di Susa delle elezioni perdute, si forma un capannello di interlocutori interessati a vedere che cosa si può mediare con lui.

    Siamo in presenza di un paradossale abbaglio logico: l’idea che sia bene trattare e progettare scambi con chi ha rifiutato e continua a rifiutare di avere perso le elezioni, persino in presenza della ammissione (purtroppo tardiva) del ministro dell’Interno.

    Per avere un resoconto attendibile e definitivo di ciò che è accaduto davvero in Italia, occorre rivolgersi non alla televisione, in cui Berlusconi continua ad apparire come il protagonista, non ai giornali, colmi di retroscena che coprono di cortine fumogene i fatti. Non ai politici, anche del centrosinistra, alcuni dei quali discutono volentieri di scenari di possibile collaborazione saltando il dato: chi ha vinto?

    Occorre la voce di un cardinale. Sentite le parole di Mons. Severino Poletto, arcivescovo di Torino, raccolte ieri da La Stampa e dite se non sono l’unica cronaca attendibile di ciò che è appena accaduto in Italia. «C’è stato un evento che ha interessato non soltanto noi, ma l’Italia intera. Una lunga e non serena campagna elettorale, e poi le elezioni politiche di cui già conosciamo i risultati, che in una democrazia matura devono essere accettati e rispettati. I risultati dunque li conosciamo. Attendiamo ora che il nuovo Parlamento si insedi, che il Governo sia formato e si metta all’opera. Ora non è più tempo di parole ma di fatti per dimostrare che governare un Paese significa realizzare il bene comune non con strumentali finalità ma con sincerità di intenti. Bene comune vuol dire soprattutto il bene dei ceti più poveri e svantaggiati della nostra società».

    Ciò che consola ma anche tormenta, in queste parole di un cardinale, è la chiarezza con cui la sequenza delle vicende italiane è descritta.
    Provate a smentirle. Primo, le elezioni sono finite, sono state vinte, e la democrazia matura le accetta. Secondo, è evidente il messaggio del risultato delle elezioni: governare per il bene di tutti e non con strumentali finalità. Terzo, che cosa si aspetta a dare seguito ai risultati e mettere il Parlamento in condizione di riunirsi e il Governo in condizione di cominciare a governare? Si può essere più chiari?

    È un testo (rileggete, vi prego, il virgolettato) che non nasconde l’ansia di un cittadino democratico per lo “stallo” che non esiste. Ma è stato creato con «strumentali finalità» e ci butta in un tempo vuoto e con un pericolo immenso.
    Nell’ansia del cardinale c’è una domanda che è anche un ammonimento autorevole: «che cosa aspettate?».

    Ma se le parole di Saverio Poletto sono chiare, non prendetele come la controprova che Silvio Berlusconi sia uno stravagante che, per autodifesa interiore, ha scelto di separarsi dalla realtà.
    L’uomo è un calcolatore accorto che si muove fuori e lontano dalla «democrazia matura», continuamente mosso da «finalità strumentali».
    Questa volta la finalità strumentale è non far finire la campagna elettorale. Se finisce, lui ha perso. Se non finisce, le sue probabilità di rivincita aumentano di giorno in giorno, a mano a mano che si espandono il silenzio istituzionale e il vuoto in cui sono stati lasciati gli italiani.
    Ha teso una trappola: discutiamo di possibili accordi.

    Deliberatamente butta sul tavolo questioni che hanno mobilitato l’opposizione democratica fino all’ultimo voto. La giustizia, per esempio, e l’umiliante precariato del lavoro.
    Cadere nella trappola vuol dire sciogliere le fila di una grande mobilitazione civile, mandare a casa chi si è battuto per vincere anche senza Tv e senza miliardi.

    Tutta la gente che non si lascia dire di aver dato l’anima per questa vittoria (senza neppure sapere i nomi di coloro per cui votava, a causa della «porcata» detta nuova legge elettorale) e poi sentirsi annunciare che «si può trattare» prima ancora di sapere che Romano Prodi ha ricevuto l’incarico.
    Berlusconi, il candidato battuto, sa fare bene una cosa, con rabbia e dovizia di mezzi: la campagna elettorale. La sta facendo, proprio mentre alla sinistra giungono segnali, (per fortuna solo da parte di alcuni) di benevola smobilitazione. E mentre la vittoria, faticata, rischiata e conseguita, continua a non diventare un incarico di governo.

    Berlusconi sta dimostrando di poter continuare a tenere sotto ferreo controllo mediatico la sua metà dell’Italia. Ha perso, ma non gli importa. Lui non è stupido come Al Gore o John Kerry, che hanno pensato prima di tutto alla pace istituzionale del loro Paese. Lui tiene tirata la corda dello scontro, tiene la tensione altissima. Lui stesso, e chi lo rappresenta, rifiutano ogni gesto di accettazione democratica. Fino al punto da fare in modo che manchi al legittimo risultato elettorale del nostro Paese il riconoscimento degli Stati Uniti. È un fatto su cui andrebbe concentrata tutta l’attenzione dei leader della coalizione vittoriosa. Chi sta mentendo all’America, Berlusconi o il suo ministro degli Esteri Fini? Non sarebbe il caso di chiedere un chiarimento all’ambasciatore degli Stati Uniti che è uomo esperto, buon conoscitore del nostro Paese e che certo ha a cuore la profonda amicizia fra i due Paesi, radicata nella storia della nostra libertà, del nostro diritto di decidere col voto?

    È vero, la situazione è grottesca, ha venature di ridicolo. Ma una cosa occorre oggi riconoscere, una cosa che su questo giornale abbiamo detto fin dall’inizio. Berlusconi, che adora se stesso ed è davvero convinto di avere sempre ragione, è un pericolo per la democrazia.
    In questi lunghi giorni di inspiegabile silenzio istituzionale, lui e i suoi stanno sbarrando la porta al verdetto del voto. Lui vede benissimo il rischio in cui sta buttando l’Italia. Lo calcola. Gli giova che tanti, che dovrebbero essere infaticabili e senza pace come lui, ma in senso opposto, in difesa della democrazia, sembrano non notare il pericolo.

    Tre sono i risultati che Berlusconi sta incassando con la sua azione eversiva: tiene in ostaggio il Paese affinché, in un modo o nell’altro, la sua sconfitta venga annullata. Pone una minaccia pesante sul futuro italiano. Tiene i suoi mobilitati e pronti a nuove elezioni, che sono il suo vero progetto, contando sulla smobilitazione di chi ha votato per mandarlo a casa e ha vinto.

    Non so rispondere, nelle frequenti interviste con le televisioni europee e americane, alla domanda: perché glielo lasciano fare? È vero, è ricco, è potente, controlla i media, possiede molti giornalisti, è senza scrupoli. Ma perché glielo lasciano fare, visto che ha perso? I colleghi della stampa internazionale notano che, a volte la fermezza di Prodi appare isolata. Lo si lascia a patire l’oltraggio del negato riconoscimento della vittoria (che è una offesa a una bella parte degli italiani). Una delle due campagne elettorali continua a svolgersi furiosamente, dopo avere provocato una spaccatura che si vuole a tutti i costi allargare.

    Per mettere fine a questa situazione mai accaduta (un Paese ostaggio del premier battuto) alcuni esortano a “mediare”. Dicono per esempio che bisogna “mediare” sulla giustizia. Bene, da dove cominciamo, dai «giudici infami» o dai «giudici malati di mente»? Dal complotto delle toghe rosse con l’attività criminale delle cooperative, o della riforma Castelli che trasforma i magistrati in impiegati dello Stato sotto controllo del governo?
    Ma il Cardinale ha detto bene. I risultati ci sono. Adesso gli italiani si aspettano che si formi il legittimo governo del Paese. Potrà chi deve proclamare ufficialmente i risultati continuare a non farlo? Potrà Prodi restare il vincitore senza incarico di formare il governo? Come racconteremo questi giorni, che dovrebbero essere di normale e civile alternanza democratica, nei nostri libri di Storia, fra qualche anno? Diremo che soltanto il Cardinale Poletto ha letto i risultati, ha constatato che il vincitore era Prodi e che era bene per il Paese consentirgli di cominciare subito a governare?

    Possiamo continuare a dire e a negare i risultati delle elezioni politiche italiane del 9 e del 10 aprile 2006?


    E' di uno squallore tremendo come si stanno comportando al cd.

    "Per me Berlusconi era proprio come un parente. La fiducia che aveva in me era pari a quella che io avevo in lui e nella sua famiglia. A Berlusconi ci voglio bene, fino a oggi. E' una persona onesta, scrivetelo" (Vittorio Mangano, boss mafioso del clan Porta Nuova, già "stalliere" nella villa di Arcore e poi condannato per traffico di droga e omicidio, Corriere della sera, 14 luglio 2000)

  2. #2
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    Prima posto perchè voglio essere il primo a farlo in seguito ad un tuo copiaincolla , poi leggo ^_^ e edito per aggiungere qualcosa di serio


    Edit:

    "Occorre la voce di un cardinale. Sentite le parole di Mons. Severino Poletto, arcivescovo di Torino, raccolte ieri da La Stampa e dite se non sono l’unica cronaca attendibile di ciò che è appena accaduto in Italia. «C’è stato un evento che ha interessato non soltanto noi, ma l’Italia intera. Una lunga e non serena campagna elettorale, e poi le elezioni politiche di cui già conosciamo i risultati, che in una democrazia matura devono essere accettati e rispettati. I risultati dunque li conosciamo. Attendiamo ora che il nuovo Parlamento si insedi, che il Governo sia formato e si metta all’opera. Ora non è più tempo di parole ma di fatti per dimostrare che governare un Paese significa realizzare il bene comune non con strumentali finalità ma con sincerità di intenti. Bene comune vuol dire soprattutto il bene dei ceti più poveri e svantaggiati della nostra società»."


    Questa parte la trovo giustissima , sono il primo in questo momento a criticare l'atteggiamento di Berlusconi , perchè come si suol dire , dovrebbe semplicemente sedere sulla sponda del fiome , e aspettare che passi il cadavere dell'avversario , nulla di più.

    Ha vinto l'unione , è giusto che governi e si accomodi , per dimostrare quello che è in grado di fare.

    Il resto dell'articolo lo trovo commovente , tanto per dire , la parte in cui dice che l'unione ha vinto sia in italia che nei voti all'estero è una travisazione della realtà , e lo sai bene , i dati dei voti "italiani" non sono interpretabili.

    Non mi va comunque di fare polemica , è un giornale schierato e per tale lo prendo , giornale che qualche volta mi sono accinto a leggere , scritto molto bene , decisamente troppo fazioso per quelli che sono i miei canoni.
    Io trovo che il vero problema dell'unione sia l'assuefazione al Berlusconi-ladro-antidemocratico-padrone di tutto.

    Io non vedo l'ora di vedere come l'unione si districherà riguardo certi argomenti:

    Pacs
    Iran (problema che prima o poi salterà fuori purtroppo , questo preferirei non vederlo...)
    Grandi opere
    Problema energetico
    Legge sul conflitto d'interesse
    Legge elettorale (visto che questa che vi ha permesso la vittoria è una cagata )
    Legge Biagi

    e tante altre belle cose...

    Io mi siedo , aspetto e nel caso sapranno affrontare bene questi cinque anni di governo sarò anche pronto ad applaudire.
    Last edited by Wolfo; 17th April 2006 at 01:55.

  3. #3
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  4. #4
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    Sindacati e centrosinistra
    scossi dalla legge Biagi

    ROMA - Il futuro della legge Biagi agita il centrosinistra. L'ipotesi di una sua completa abrogazione, lanciata dalla Cgil e sostenuta da alcuni partiti dell'Unione come Rifondazione, Verdi e Comunisti italiani non trova l'appoggio degli altri partiti. Contrari alla richiesta della Cgil anche Cisl e Uil: "La legge Biagi non va abrogata - dichiara Luigi Angeletti, segretario della Uil - ma va solo modificata in alcune sue parti" sottolineando come una eventuale abrogazione "porterebbe il mercato del lavoro in condizioni molto peggiori di quelle attuali". D'accordo anche il segretario in pectore della Cisl Raffaele Bonanni.

    Marco Rizzo presidente della Delegazione dei Comunisti italiani al Parlamento Europeo insiste: "La legge Biagi viene evocata come una spada di Damocle che spaccherebbe la coalizione di centrosinistra. Sulla questione credo si debba ascoltare l'autorevole voce della Cgil. La legge 30, proprio perché esaspera la competizione sfrenata nel mondo del lavoro, va abrogata, cioè cancellata completamente".
    Una posizione lontana da quella dei vertici Ds, con Vincenzo Visco che parla di possibile modifiche ma della necessità di mantenere il lavoro flessibile. Per Daniele Capezzone, della segreteria della Rosa del Pugno, "la linea della pura e semplice abrogazione è un errore grossolano. Altra cosa, sarebbe dire che non possono essere solo i lavoratori a pagare il prezzo della flessibilità. Siamo stati i primi a parlare di un completamento e di un riequilibrio".


    Pezzo di articolo preso da l'espresso.... Vi ha tenuto e vi tiene ancora uniti l'odio verso berlusconi , avete basato tutto su quello , e ora che è battuto (siete fortunati che ancora fa caciara) la vostra solidità comincia a vacillare...
    Per me la solidità dev'essere uno delle principali caratteristiche , la base , perchè solo con la buona salute una coalizione può governare , se si sgretola per così poco significa che hanno raccontato cazzate sapendo di raccontarle , solo ed unicamente per fottere berlusconi... non tanto per il bene della nazione , ne più , ne meno di quello che tanto criticate voi della cdl.

  5. #5
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    Colombo è un grande, c'è poco da dire.Ha solo riportato i fatti come stanno quindi non si può che essere daccordo con lui, oppure si nega la realtà.
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  6. #6
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    Quote Originally Posted by Wolfo
    Sindacati e centrosinistra
    scossi dalla legge Biagi

    ROMA - Il futuro della legge Biagi agita il centrosinistra. L'ipotesi di una sua completa abrogazione, lanciata dalla Cgil e sostenuta da alcuni partiti dell'Unione come Rifondazione, Verdi e Comunisti italiani non trova l'appoggio degli altri partiti. Contrari alla richiesta della Cgil anche Cisl e Uil: "La legge Biagi non va abrogata - dichiara Luigi Angeletti, segretario della Uil - ma va solo modificata in alcune sue parti" sottolineando come una eventuale abrogazione "porterebbe il mercato del lavoro in condizioni molto peggiori di quelle attuali". D'accordo anche il segretario in pectore della Cisl Raffaele Bonanni.

    Marco Rizzo presidente della Delegazione dei Comunisti italiani al Parlamento Europeo insiste: "La legge Biagi viene evocata come una spada di Damocle che spaccherebbe la coalizione di centrosinistra. Sulla questione credo si debba ascoltare l'autorevole voce della Cgil. La legge 30, proprio perché esaspera la competizione sfrenata nel mondo del lavoro, va abrogata, cioè cancellata completamente".
    Una posizione lontana da quella dei vertici Ds, con Vincenzo Visco che parla di possibile modifiche ma della necessità di mantenere il lavoro flessibile. Per Daniele Capezzone, della segreteria della Rosa del Pugno, "la linea della pura e semplice abrogazione è un errore grossolano. Altra cosa, sarebbe dire che non possono essere solo i lavoratori a pagare il prezzo della flessibilità. Siamo stati i primi a parlare di un completamento e di un riequilibrio".


    Pezzo di articolo preso da l'espresso.... Vi ha tenuto e vi tiene ancora uniti l'odio verso berlusconi , avete basato tutto su quello , e ora che è battuto (siete fortunati che ancora fa caciara) la vostra solidità comincia a vacillare...
    Per me la solidità dev'essere uno delle principali caratteristiche , la base , perchè solo con la buona salute una coalizione può governare , se si sgretola per così poco significa che hanno raccontato cazzate sapendo di raccontarle , solo ed unicamente per fottere berlusconi... non tanto per il bene della nazione , ne più , ne meno di quello che tanto criticate voi della cdl.


    vedi, potrei farti l'elenco delle innumrrevoli contraddizioni del Cd dove ti ricordo all'interno ci sono 2 partiti che basano la loro esistenza su valori completamente opposti (AN e Lega), ma ormai il cd nn e' piu al governo.
    I 5 anni che c'e' stato e' andato avanti tra rimpastini et similia tramite la mediazione del nano che ha concesso le peggio porcherie pur di poter fare quello che interessava a lui.
    Ora in politica la mediazione e' praticamente tutto indi non vedo perche su una legge che alcuni vogliono abrogare altri modificare non sia possibile mediare. sarebbe stato peggio se per qualcuno fosse un pilastro non toccabile e per altri da abrogare non credi?
    Perfino quando c'era la vacchia dc con il psi non avevano tutte le posizioni in comune, basta mediare e il cs ha scelto Prodi per farlo.

    "Per me Berlusconi era proprio come un parente. La fiducia che aveva in me era pari a quella che io avevo in lui e nella sua famiglia. A Berlusconi ci voglio bene, fino a oggi. E' una persona onesta, scrivetelo" (Vittorio Mangano, boss mafioso del clan Porta Nuova, già "stalliere" nella villa di Arcore e poi condannato per traffico di droga e omicidio, Corriere della sera, 14 luglio 2000)

  7. #7
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    Wolfo il tema della legge Biagi sollevato dall CGIL ha già avuto una risposta non solo da Prodi ma, sopratutto, da Rifondazione che ha detto: Si noi saremmo per abrogarla ma il punto non è all'ordine del giorno visto che non è in programma.
    Ergo il caso è stato smontato immediatamente da chi, a parere degli elettori del cdx doveva crearlo. Gli elettori del cdx continuano a fraintendere un punto fondamentale, dicono che il csx sia una coalizione estremamente disomogenea e sia unita solo dall"odio per berlusconi". Errore ... la prima parte dell'affermazione è corretta, la seconda estremamente sbagliata, oserei dire "plasmata" dalla campagna televisiva che ha cercato di convincere l'elettorato che sia così.
    Il csx è unito da alcuni ideali fondamentali, che nulla hanno a che fare con Berlusconi e molto con ilo berlusconismo. Il csx è unito innanzitutto dall'idea che in un paese civile ci debbano essere delle regole che valgono per tutti, dall'idea che una democrazia è una democrazia avanzata solo nel momento in cui allarga il più possibile la fascia di inclusione dei suoi cittadini (che tradotto in termini Berlusconiani è esattamaente "fare il modo che il figlio dell'operaio sia come il figlio del professionista), dall'idea che un paese civile deve avere una politica estera che non sia succube dell'unica potenza mondiale rimasta, anzi debba contribuire a costruire un sistema che equilibri la potenza statuintense attraverso la costruzione di un altro polo politico economico (europa)...
    Insomma di odio verso berlusconi c'è poco e nulla... c'è semplicemente una comunanza di valori forti che è tuttavia (questo lo ammetto senza problemi) a volte molto diversa nel modo di declinarli. Su questo si media, sui valori in se no.
    Per fare un esempio concreto non è un caso che io, da sempre schierato a sx, anzi ex militante di estrema sx ed ex iscritto al PCI, e mio padre, cattolico e addirittura membro della chiesa di roma in quanto diacono, abbiamo votato lo stesso schieramento. Ciò che ci unisce, a livello di valori, è molto più di ciò che ci divide.
    Quote Originally Posted by saltaproc View Post
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  8. #8
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    La richiesta di una medizazione non mi pare affatto scandalosa vista la differenza di voti tra le due fazioni, le schede contestate e chi non ha votato . . . direi che le 2 "forchette" s interesecano al dentino di mezzo eh!

    Cmq fossi in Berlusconi starei contento d'aver perso, cosi risulta che lui ha abbassava le tasse, ha perso per una legge elettorale infame contestata duramente dalla sinistra ma visto che ora gli fa comodo se ne esce con " c'è la legge e va rispettata " quando sappiamo come la pensavano.

    Se ne dovrebbe uscire semplicemetne con " i fatti sono chiari, la gente m ha votato nonostanate lo sputtanamento che subisco da 5 anni a questa parte, volevo cavare l ici, ho mantenuto stabilità in Italia per 5 anni, e per il rincaro dei prezzi con l'euro qua avete il vero responsabile, vado 6 mesi alle chaiman [o coem si scrive lol] , torno per le prox elezioni "

  9. #9
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    Hudlock sai con che percentuale vinsie il centro destra nel 2001, o detto in altri modi sai se la forchetta, in termini di consenso assoluto, tra maggioranza e opposizione, fu molto diversa da questa?
    E ti risulta per caso che dopo le elezioni qualcuno del centro destra, nel 2001, fece qualche riflessione sul paese spaccato?

    No sai perché le cose per essere valutate vanno ricordate.

    Per inciso la legge quando c'è si rispetta punto... Se il cdx ha fatto a maggioranza una riforma elettorale che gli si è ritorta contro vuol dire che paga i prezzi della sua incompetenza in materia e arroganza istituzionale...
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    Quote Originally Posted by jamino
    Hudlock sai con che percentuale vinsie il centro destra nel 2001, o detto in altri modi sai se la forchetta, in termini di consenso assoluto, tra maggioranza e opposizione, fu molto diversa da questa?
    E ti risulta per caso che dopo le elezioni qualcuno del centro destra, nel 2001, fece qualche riflessione sul paese spaccato?

    No sai perché le cose per essere valutate vanno ricordate.

    Per inciso la legge quando c'è si rispetta punto... Se il cdx ha fatto a maggioranza una riforma elettorale che gli si è ritorta contro vuol dire che paga i prezzi della sua incompetenza in materia e arroganza istituzionale...

    Boh mi pare che nelle elezioni del 2001 il cdx prese il circa il 60% alla camera e sopra al 40% al senato.
    Mi sembra un attimo diversa la "forchetta"


  11. #11
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    Quote Originally Posted by jamino
    Hudlock sai con che percentuale vinsie il centro destra nel 2001, o detto in altri modi sai se la forchetta, in termini di consenso assoluto, tra maggioranza e opposizione, fu molto diversa da questa?
    Non credo si possa fare un paragone, Mi spiego.

    Ricordo nel 2001 un centinaio di deputati e una cinquantina di senatori in più per il cdx, a fronte di una lieve maggioranza di voti al csx, quindi una vittoria schiacciante pur con un paese che era schierato in% più col csx che col cdx,
    ma il sistema era maggioritario uninominale da almeno 2 tornate elettorali se non vado errato, e con il maggioritario per definizione contano le teste in parlamento molto più della percentuale dei voti che hanno portato alla loro elezione (anche se il mattarellum prevedeva un recupero proporzionale con lo scorporo).

    Il consenso assoluto in termini di % di votanti a favore di uno schieramento o l'altro in un sistema maggioritario perde di valore e di significato rispetto ad ciò che significa in un sistema proporzionale. In queste condizioni (sistema maggioritario) nessuno guarda alla percentuale di consenso assoluto proprio perchè è insito nel sistema maggioritario che si possa tranquillamente vincere pur avendo la minoranza assoluta in termini di consenso; le elezioni americane sono quasi ogni volta l'esempio lampante di tale situazione.

    Ben diversa è la situazione odierna, dove, avendo votato con un sistema maggioritario con premio di maggioranza, non si può non considerare, da un punto di vista puramente politico (non di vittoria elettorale che è indiscutibile) che il paese è praticamente spaccato a metà, e B. gode del consenso di metà degli italiani aventi diritto di voto.

    Quest'ultimo, al di la di ogni sterile polemica e faziosità, è un dato che politicamente non si può non tenere in considerazione, e credo sia il motivo per cui nessuno si può permettere di sentenziare che B. possa essere estromesso dai giochi politici italiani, come gran parte della sinistra invece desidererebbe di tutto cuore.

  12. #12
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    No prese quei seggi, ma in valore assoluto di voti la differenza era analoga... vi a vederti su un qualsiasi sito il numero assoluto dei voti.
    Il paese era spaccato allo stesso modo, ma una legge elettorale diversa dava una maggioranza netta a camera e senato...
    Il discorso del paese spaccato è solo un discorso strumentale... non vi fate prendere in giro. Ripeto non lo dicvo io guardate da voi i dati e verificate quale fu la forchetta nel 2001.
    Non stiamo aprlandso di seggi (governabilità) ma di valori assoluti (spaccatura del paese)...
    Quote Originally Posted by saltaproc View Post
    IO mi diverto se NOI vinciamo rubando
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  13. #13
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    Incomna non confondere anche tu i 2 discorsi per favore.
    E' chiaro che la maggioranza al senato è esigua, ma il problema sollevato da Berlusconi e da FI non è un problema fi governabilità, è un problema di spaccatura politica del paese. Visto che tale spaccatura c'è sempre stata il sollevarlo ora è l'ennesimo problema pretestuoso. Per ciò che riguarda Berlusconi lo affermo esplicitamente, va "fatto fuori" nel senso che va eliminata l'anomalia italiana. Fai la legge sul conflitto di interessi e fai tornare l'italia in paese normale... poi vediamo come vanno le cose alle urne...
    Quote Originally Posted by saltaproc View Post
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  14. #14
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    Quote Originally Posted by jamino

    Per inciso la legge quando c'è si rispetta punto... Se il cdx ha fatto a maggioranza una riforma elettorale che gli si è ritorta contro vuol dire che paga i prezzi della sua incompetenza in materia e arroganza istituzionale...
    Berlusca ha fatto sta legge perchè non credeva manco lui che tanti coglioni [che ironia ] lo votassero e quindi sventolavano sta cosa delle tre punte

    Cmq son daccordo pur io che è un Pirla con la P maiuscola e che dovrebbe levarsi dalle palle ma affermo anche che le obiezioni da lui poste sono piuttosto lecite anche se ripeto fossi in lui mi leverei dalle palle per un po e lascerei la sinistra nella merda per poi tornare a governo caduto a dire "vel avevo detto" . . . . ora su meno tasse per tutti e votateme senza far stornzate gg lol
    Last edited by Hudlok; 17th April 2006 at 12:38.

  15. #15
    Capitan Harlock Incoma's Avatar
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    Quote Originally Posted by jamino
    Incomna non confondere anche tu i 2 discorsi per favore.
    E' chiaro che la maggioranza al senato è esigua, ma il problema sollevato da Berlusconi e da FI non è un problema fi governabilità, è un problema di spaccatura politica del paese. Visto che tale spaccatura c'è sempre stata il sollevarlo ora è l'ennesimo problema pretestuoso. Per ciò che riguarda Berlusconi lo affermo esplicitamente, va "fatto fuori" nel senso che va eliminata l'anomalia italiana. Fai la legge sul conflitto di interessi e fai tornare l'italia in paese normale... poi vediamo come vanno le cose alle urne...
    Non confondo nulla. Ti ribadisco la mia opinione: se il sistema è maggioritario il numero assoluto di cittadini che votano da una parte o dall'altra lascia il tempo che trova, se è proporzionale da un punto di vista politico assume un'importanza notevole, specie se il risultato finale è un sostanziale pareggio. E lo è ASSOSLUTAMENTE a prescindere da chi si aggiudica la maggioranza parlamentare. Sollevare il problema non è affatto pretestuoso, lo sarebbe stato se si fosse votato col maggioritario uninominale.

    Edit: ma davvero sei convinto che B. in presenza di una legge seria sul conflitto di interessi non avrebbe il consenso di metà degli italiani? Sei davvero convinto che sia consenso frutto del potere mediatico? Io per nulla. E te lo dice un radicale, non un berlusconista.
    Last edited by Incoma; 17th April 2006 at 13:10.

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