avrei voluto scrivere qualcosa io ma sono a corto di tempo quindi copio e incollo un articolo da toronews.
Le ultime notizie giunte dal mondo del calcio confermano quello che un po’ tutti ci aspettavamo: possono passare gli anni, cambiare i vertici degli organi federali, alternarsi governi, spegnersi vite di poliziotti e di tifosi ma, alla fine, quello che conta “super omnia” è la semplice legge dello spettacolo.
Non è per essere retorici, ma gli avvenimenti che giorno dopo giorno vanno alternandosi all’interno dell’ambiente calcistico sono quantomeno imbarazzanti, un esempio?
Domenica si giocherà una partita considerata ad altissimo rischio, una partita per cui i tifosi ospiti non potranno seguire la propria squadra e quelli “di casa” non potranno entrare con abbonamenti o biglietti dati in delega (a meno che essa non sia antecedente ai provvedimenti dell’osservatorio), una partita nota per gli scontri che negli anni si sono succeduti tra i supporters delle due squadre, acerrime nemiche e rivali: di quale partita si tratta? Ma è ovvio, di Torino – Genoa.
E a nulla conta che i granata e i grifoni rappresentino uno dei più duraturi, felici e esemplari gemellaggi d’Italia.
Non provate a far presente questa cosa ai Magnifici componenti dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, i quali sosterrebbero il divieto posto sulla partita di domenica rispondendo
che esso non rappresenta tanto un atto di prevenzione quanto un atto punitivo e un forte segnale nei confronti di quelle due tifoserie resesi protagoniste di gravi scontri dall’inizio del campionato (Vedere i rispettivi derby).
E allora viva l’Osservatorio e la sua presa di posizione contro il calcio violento!
Poi mi sorge un dubbio e vado a controllare le disposizioni nei confronti delle altre partite, notando alcune cose che mi lasciano perplesso (per non usare un termine più forte):
l’osservatorio ha disposto che per i match Juventus- Atalanta e Livorno-Roma, previsti
per il 9 dicembre, le due tifoserie ospiti potranno regolarmente recarsi in trasferta.
La decisione presa fa pensare, oltre che a una barzelletta, che i problemi “extrasportivi” del calcio siano affrontati da persone che, di calcio, capiscono poco o nulla.
Com’è possibile che i Genoani, per gli scontri prima del derby, non possano venire a Torino mentre, al contrario, Romani e Bergamaschi, nonostante abbiano i primi messo a fuoco una città (ricevendo addirittura denuncie per terrorismo) e i secondi interrotto con la violenza una partita di calcio, possano recarsi regolarmente in trasferta?.
Dopo un’ attenta riflessione durata addirittura qualche secondo (perché è inutile perdere altro tempo per cercare di trovare un senso a cose che, un senso, non ce l’hanno) non riesco a trovare risposta.
Ma il silenzio attorno a questo argomento è assoluto, i media per lo più tacciono, i pochi presidenti che provano a lamentarsi della situazione vengono zittiti (un esempio sono gli articoli che alcuni giornali hanno scritto nei confronti di Cairo) e lo spettacolo va avanti come se nulla fosse.
D’altronde, in Italia, un delinquente che ha ucciso 4 persone sponsorizza linee stilistiche, ex-terroristi, condannati altrove a cinquant’anni di carcere, divengono consulenti politici, perché stupirsi che anormalità e controsensi prevalgano sul buon senso?.
premetto che non sarei andato a vedere la partita (penso andrò a vedere il ritorno, se me lo permetteranno) pero a me questa sembra veramente una porcata indegna![]()