Mia figlia? È nata il giorno del mio sedicesimo compleanno. Buffo, no? Nessuno sa chi sia il padre. È successo una sera… eravamo fuori… vino, alcool, fumo…
Ho i ricordi annebbiati, confusi… attimi, momenti, baci, sesso… e un mese dopo il ritardo, il test rubato in farmacia - rubato per la paura e la vergogna più che per i soldi - e nel bagno di un bar… la sorpresa del veder colorare le due linee, l’incredulità iniziale, il pianto isterico, infine l’accettazione.
Nove mesi dopo è arrivata, con dolore forse, non ricordo…era troppo grande l’emozione che mi travolgeva.
I miei amici erano tutti lì. Quelli di quella sera e anche gli altri.
I forse-padri e le mie amiche, tutti li a sorreggermi.
L’erba? No, non è stata colpa della mia famiglia. E’ perfetta, non ha nulla da cui vorrei fuggire. Mio padre e mia madre sono separati; io, mio fratello e mia sorella litighiamo e fingiamo di odiarci, ma siamo i primi a venire l’una in soccorso dell’altro.
È una famiglia come tante di quelle delle mie amiche che di canne ne hanno solo parlato.
Il giorno del parto la mia famiglia era lì e mia madre mi stringeva la mano. Mi hanno accettata e aiutata. Mi amano, ognuno a modo suo.
Sapevano che fumavo e sanno che lo faccio tuttora, ma hanno rinunciato a ricondurre sulla giusta via questa bimba che a pochi mesi hanno adottato e cresciuto come fosse figlia loro.
E’ stato il mio primo ragazzo a portarmi all’erba o almeno credo. Era bello ,irraggiungibile, non sorrideva mai, ma quando lo faceva… ti scioglieva dentro.
Siamo diventati amici, lentamente, un ciao a mezza bocca, una battutina buttata là, un passaggio a casa e poi…e poi è arrivato l’amore. Cos’era poi l’amore a 14 anni? Erano lacrime e sussulti, risate e baci, ma era pur sempre amore, il mio amore bambino.
Con lui ho conosciuto il mondo, la droga, il sesso e poi….beh…poi è finita. E’ durata otto mesi, lui poi è andato all’università.
Ci siamo amati ancora a lungo, in segreto, di nascosto l’uno dall’altra, ora…ora siamo amici.
Forse è lui il padre di mia figlia…chi lo sa…c’era anche lui quella sera. O forse è uno degli altri ch’erano lì.
Mi sono ancora tutti accanto ogni giorno.
Si, fumo ancora. Mi faccio qualche canna a volte perché, anche se madre, sono ancora una ragazza che vuole vivere divertendosi e -perché no?- sballandosi un po’.
Pentita?
Di cosa? Della mia vita? Della mie scelte? Di aver avuto mia figlia? No, MAI.
Guardo lei, così piccola che mi dorme in braccio e continua a stringermi il dito. La vita non sarà facile per lei, lo so.
Crescerà senza l’affetto di un padre, senza sapere chi lui sia, sarà figlia di una ragazza-madre, la gente storcerà il naso al nostro passaggio.
Non sarà facile neanche per me.
Dovrò difendere la mia scelta di tenerla, dovrò crescerla secondo i valori che ritengo valgano davvero, prepararla alle intemperie della vita ,insegnarle a divenire umile e chiedere aiuto quando necessario rinunciando all’orgoglio, ma insegnarle anche a tener duro e proseguire per la propria strada se si crede fermamente che sia giusta, difendendo le proprie scelte, le proprie ragioni e i propri valori.
Sarà dura, ma se penso che lei sarà sempre lì a stringermi il dito, il fagotto delle nostre vite unite e indissolubili per sempre mi sembra un peso irrisorio e ogni difficoltà sembra alleviarsi davanti al suo sorriso.
Grazie piccola mia di illuminare ogni giorno della mai vita