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Usa, capo stato maggiore definisce l'omosessualità immorale
WASHINGTON, 13 marzo (Reuters) - Il generale americano Peter Pace, capo degli stati maggiori riuniti dell'esercito statunitense, giudica gli atti omosessuali immorale, schierandosi a favore della politica del Pentagono che accetta gli omosessuali nei ranghi dell'esercito solo nel caso non si comportino come tali. Lo rivela oggi il Chicago Tribune. Il generale Pace ha detto al giornale di avere la sensazione che l'immoralità delle relazioni omosessuali sia paragonabile ad una liaison adultera tra un membro delle forze armate e la moglie di uno dei suoi colleghi. "Credo che le relazioni omosessuali tra due persone sono immorali e che non dovremmo mai chiudere gli occhi davanti ad atti immorali. Non penso che gli Stati Uniti siano ben serviti da una politica che consideri accettabile essere immorali in un qualunque modo", ha detto Pace in un'intervista con il giornale. All'interno del quadro politico "don't ask, don't tell" ("non chiedete, non dite") adottato nel 1993 sotto la presidenza di Bill Clinton, i responsabili militari non hanno il diritto di chiedere ai loro subordinati i loro orientamenti sessuali, ma gli omosessuali possono servire la loro patria solo se mantengono il loro orientamento sessuale nella sfera privata e si astengono dal tenere relazioni sessuali con altri militari. Questa politica era pensata per dare agli omosessuali la possibilità di avere una carriera militare, ma viene giudicata discriminatoria da alcuni detrattori, che la considerano anche controproducente per il Pentagono, che sta incontrando difficoltà a mantenere un numero di effettivi sufficiente in Iraq ed Afghanistan. (Reuters)