
Originally Posted by
ghs
Tento di spiegarlo di nuovo, semplificando.
Punto 1.
La citazione dei professori è sbagliata.
Ratzinger ha citato Feyerabend, per il quale, da un punto di vista relativistico, la condanna a Galileo era più ragionevole delle sue teorie, che Galileo stesso non era in grado di dimostrare compiutamente; più sotto, Ratiznger dice che non sarebbe corretto rivedere il processo a Galileo in questi termini e che la Chiesa non può farlo.
Quindi si dichiara contrario a Feyerabend. Non lo condivide; ne evidenzia la portata nell'evoluzione del mondo scientifico del secolo scorso (e attuale).
Infatti, la citazione di Feyerabend era all'interno di una considerazione sulla crisi del pensiero scientifico del '900, che tende a negare il suo stesso fondamento (l'oggettività e l'aderenza alla realtà) e la sua storia, contrariamente a quanto faceva Galileo, che, anzi, affermava Verità che non poteva ancora dimostrare. Com'è ovvio, Ratzinger non può sposare questa tendenza novecentesca e, di fatto, sta con Galileo (per il quale spenderà parole anche in anni più recenti) più di quanto faccia Feyerabend nella frase riportata.
Su questo mi fermo qui, altrimenti non si finisce più. Ma ho ragione.
Punto 2.
Ho già scritto qui che evidentemente non sarebbe stato un dibattito, quindi non ci sarebbe stato un confronto dal vivo. Ma succede che i testi restino e che su quelli si discuta, anche a distanza. Così funziona il mondo accademico. Ed è un bene, perchè le argomentazioni di commento a un testo diventano più dettagliate e puntuali.
Il testo dell'intervento, infatti, è stato diffuso, anche senza la partecipazione del papa alla cerimonia. Se lo si legge, si nota anche che, in realtà, è del tutto innocuo e non c'è niente su cui dibattere davvero. E' un testo perfetto per una cerimonia d'inaugurazione, appunto.
La protesta dei professori era tesa a negare la presenza del papa in quanto papa, cioè in quanto rappresentante massimo della religione cattolica, nell'evento specifico che è la cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico. Perchè? Perchè, secondo loro, il papa sarebbe stato fuori luogo nel tempio del sapere e la sua partecipazione in un momento inauguale e istituzionale avrebbe avuto un valore simbolico contrario al significato dell'istituzione universitaria. Già presa così, questa è una presa di posizione stravagante, ideologica e decisamente estranea a una concezione liberale della convivenza e del sapere.
Questo significa che nessun metalmeccanico potrebbe mai intervenire a una cerimonia universitaria, suppongo.
Ma ci sono altri motivi.
Come ho già detto, le cerimonie sono mascherate che si fanno con personaggi di prestigio. Da questo punto di vista, non c'era alcuna ragione per negare a un papa la parola o la presenza, in quanto papa e vescovo (cioè figura notabile e rilevante) della città universitaria, così come non è stato ritenuto inopportuno invitare ministri e sindaci, i quali non erano certamente lì per amore della scienza o perchè avessero da dire qualcosa di scientificamente interessante.
Questo, poi, è anche il caso di un papa che fu professore universitario e che è ritenuto il massimo teologo degli ultimi decenni. Non da me, ma proprio dagli ambienti accademici di tutto il mondo.
Se poi si pensa, come sembrano fare questi professoroni, che lui sia il capo carismatico di un popolo ignorante e anti-scientifico, tanto da temere che una sua partecipazione alla cerimonia abbia il valore simbolico dell'abdicazione della scienza in favore della superstizione, mi chiedo perchè mai si debba pensare di invitarlo in altri momenti per discutere con lui. Con chi si vorrà discutere? Con un papa ignorante o, stavolta, con un ex professore stimato nel mondo? Ammesso che non siano la stessa persona, dove vorremo tenere questo dibattito? In un'università o in un circolo culturale privato?
Nel secondo caso, bastano, appunto, gli scritti.
Ora, per quanto riguarda la posizione degli scienziati, non crediate che la esauriscano quei 67 professori. Chiedete al massimo filosofo della scienza italiano, ovvero Giulio Giorello, il quale non è mai stato tenero con la Chiesa, nè con questo papa.
E, ripeto, chiedete ad Habermas, il più laico dei tedeschi, se si sente minacciato dal suo lungo e diretto confronto con Ratzinger.
Troverete che la maggioranza del mondo accademico, e nella sua parte più eminente, vedrà la cosa in maniera diversa dai 67 professori della Sapienza. Com'è ovvio che sia, per chi sia laico e per chi abbia interesse per l'università e la scienza.
Che sia stato fatto un gran casino per una piccola cosa, è vero. E la colpa è della meschina illiberalità dei professori.
Non cito gli studenti, perchè sono sciocchi e puerili come solo gli studenti universitari sanno essere. Io stesso lo ero, all'epoca.