"Se l'ente pubblico che ha commissionato un lavoro e chi quel lavoro lo ha eseguito vanno a litigare sui soldi, possono chiedere che a stabilire le ragioni e i torti non sia la lentissima giustizia civile ma una specie di giurì."
A me ciò sembra cosa buona giusta perche ci sono N aziende, tipo le edili, che spendono un mucchio di soldi per fare dei lavori commissionati da chi che sia e che poi falliscono perchè i commissionatori non vogliono pagare etc.
Quindi siccome l'azienda s'indebita, poi con come è facile oggi prendere i soldi a prestito

, e poi deve pagare... Deve essere chiaro al più presto la faccenda soldi perchè altrimenti prendono a pignorarli le cose.
Poi il fatto che sia lo stato che di solito perde in queste cause, non vedo perchè non possa essere così. Anche perchè la situazione che si delinea è la seguente:
stato-- comissiona un lavoro
ditta finisce il lavoro.
Se non ci sono problemi di soldi lo stato paga e la cosa non fa stastistica.
Le volte in cui lo stato, che avrà fatto un preventivo o che so io e che per una ragione o per l'altra la ditta avrà sforato, non vuole pagare la ditta che è certa d'aver ragione richiede l'arbitrato e vince.
Francamente sta cosa mi va bene.
Quel che mi lascia perplesso è l'ultimo paragrafo.
Ma lascia perplesso da come è posto da come è scritto e dalla solita invidia sociale che vuole, e riesce, a scatenare.
Su 30 ammessi all'esame 3-4 sono persone "note"... Embeh?