Uhm. Mc, io il 163 l'ho in parte letto, e mi vengono da farti queste osservazioni:
a) Per quel che ho visto e sentito non e' cosi' facile ricondursi a contesti di trattativa ristretta, perche' in ogni caso l'apertura iniziale dovrebbe essere ampia e pubblica. L'unico contesto in cui non esiste alcuna forma di pubblicità è la Procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara (art. 57) che pero' prevede condizioni estremamente straordinarie per essere applicata.
b) in generale, il problema della concessione di forniture e servizi e' la corruzione, che di fatto va a incastonarsi nel meccanismo dei criteri di valutazione delle offerte. Secondo il decreto, utilizzando il criterio di offerta economicamente piu' vantaggiosa (che e' quello, come dici tu, in cui non si deve tener conto solo del prezzo) devono essere previsti dei meccanismi chiari per la determinazione di un punteggio riassuntivo unico da associare all'offerta, punteggio che sia confrontabile con quelli delle altre offerte (in alternativa, e' necessario mettere in ordine di importanza i criteri di cui si terra' conto nella valutazione delle offerte). Rimane pero' un'operazione di valutazione soggettiva, ad opera di una commissione, di 3 o 5 componenti. Al momento della valutazione, che difficilmente potrà essere completamente meccanica, da parte della commissione, si annida la possibilità di corrompere. Purtroppo, pero', a differenza di tanti altri fenomeni, non esiste altra soluzione che affidarsi alla sorveglianza e alla presunzione d'onestà. Perche' mi risulta difficile immaginare un meccanismo virtuoso che spinga i componenti della commissione ad essere onesti. Forse, una responsabilità oggettiva sull'esito dei lavori, ma mi pare un po' "far fetched"
c) I sistemi per escludere dalla partecipazione alle gare aziende "sospette" o eticamente non trasparenti ci sono, anche al di fuori di tutto il discorso sull'antimafia.
Per esempio sono escluse da appalti e subappalti aziende (art. 38):
e) che hanno commesso gravi infrazioni debitamente accertate alle norme in materia di sicurezza e a ogni altro obbligo derivante dai rapporti di lavoro, risultanti dai dati in possesso dell'Osservatorio;
f) che, secondo motivata valutazione della stazione appaltante, hanno commesso grave negligenza o malafede nell'esecuzione delle prestazioni affidate dalla stazione appaltante che bandisce la gara; o che hanno commesso un errore grave nell'esercizio della loro attività professionale, accertato con qualsiasi mezzo di prova da parte della stazione appaltante;
g) che hanno commesso violazioni, definitivamente accertate, rispetto agli obblighi relativi al pagamento delle imposte e tasse, secondo la legislazione italiana o quella dello Stato in cui sono stabiliti;
h) che nell'anno antecedente la data di pubblicazione del bando di gara hanno reso false dichiarazioni in merito ai requisiti e alle condizioni rilevanti per la partecipazione alle procedure di gara, risultanti dai dati in possesso dell'Osservatorio;
i) che hanno commesso violazioni gravi, definitivamente accertate, alle norme in materia di contributi previdenziali e assistenziali, secondo la legislazione italiana o dello Stato in cui sono stabiliti;
l) che non presentino la certificazione di cui all'articolo 17 della legge 12 marzo 1999, n. 68, salvo il disposto del comma 2;
Come tutto questo si applichi al discorso della maddalena, non so.
d) la tua argomentazione circa i lavoratori onesti vittime di perdita di lavoro per la disonestà dei dirigenti e' un nonsense: nel caso della FIAT che porti ad esempio quello che viene protetto non e' l'operaio della fiat in se' per se', ma l' "operaio italiano in italia". Perche' le concorrenti della FIAT sono estere e vederla fallire avrebbe significato vedere "scappare" all'estero un sacco di soldi e un sacco di lavoro.
Qui stiamo parlando di un pezzetto dello stato che da' un lavoro a un'azienda di torino o a una di milano, per dire. Se "chiudesse un occhio" con le aziende grandi per proteggere i lavoratori, penalizzerebbe altrettanti lavoratori (ipoteticamente, i lavoratori onesti dipendenti di impresari onesti). Anzi, in linea di massima mi verrebbe da dire che una maggiore distribuzione del lavoro, portando ad un minore accentramento della ricchezza, protegge piu' persone. Insomma, per permettere una situazione di monopolio o oligopolio non solo dovrebbe essere categoricamente impedito che i membri di tale oligopolio fossero "protetti" per il bene dei loro lavoratori, dovrebbero anzi essere SMACCATAMENTE i migliori sul mercato, perche' in generale la soluzione preferenziale sarebbe quella di lavoro diffuso e distribuito.