e mentre il corriere della sera da tranquillamente spazio e visibilità a quel decerebrato di Facchetti, come al solito notizie del genere passano in sordina
ROMA, 10 giugno - Un rivolo di Calciopoli, lontanissimo dai riflettori del tribunale di Napoli. Eppure davanti al Giudice di Pace di Lecce, avvocato Cosimo Ro chira, c’era un pezzetto non indifferente della storia pro cessuale che ha sconvolto il calcio nel 2006: undici abbo nati del Lecce chiedevano 165,78 euro di danni a Mog gi e De Santis per le dome niche trascorse al Via del Mare a guardare due gare molto presenti nei faldoni napoletani, Lecce-Fiorentina e Lecce-Juventus e sanzio nate dal giudizio sportivo. Chiamata in giudizio con i due presunti cupolari, la Ju ventus. Ecco che il 14 maggio (proprio l’anniversario di Pe rugia- Juventus?) il giudice di pace leccese ha respinto la ri chiesta formulata il 30 otto bre 2006. Interessante la motivazione resa pubblica in queste ore con la quale Ro chira spiega la sua decisione, che è - in assoluto - la prima sentenza di un tribunale del lo Stato sulle vicende di Cal ciopoli intese come illeciti sportivi. Il giudice Rochira non ritiene che il comportamento pro cessuale della Juventus «che non si presentava a rendere interrogatorio formale, non può far ritenere come am messi i fatti dedotti, poiché i fatti di cui al procedimento sono riferibili ad altra gestio ne ». Insomma: che la nuova Juve non abbia partecipato al processo di Lecce non è stato ritenuto rilevante. Il problema per chi accusava Moggi e De Santis è che «non è stato in alcun modo prova to il fatto descritto», ovvero niente combine tra Moggi e De Santis, niente cupola per due dei cupolari di spicco del processo di Napoli (anche se De Santis per un vizio di for ma dovrà attendere una nuova udienza preliminare). Eppoi «il Giudicante non ri tiene inoltre pienamente uti lizzabili le sentenze rese da gli organi di giustizia sporti va essendo quest’ultimo giu dizio strutturalmente diver so rispetto al giudizio ordina rio. Né si ritiene - ecco il bello - che le intercettazioni telefo niche richiamate nel corso del giudizio (ma non ce ne so no proprio per Lecce-Juven tus, mentre per Lecce-Fiorentina favorirebbero la Fio rentina e non la Juve, ndr) possano avere valenza pro batoria, non essendo utiliz zabili in un procedimento di verso da quello nel quale es se sono disposte». Traduzio ne: niente prova di un patto Moggi-De Santis, considera to il braccio armato dell’ex dg dai pm di Napoli; inutilizza bilità delle intercettazioni in altri procedimenti che non sia quello penale di Napoli. Ma questa era stata una del le eccezioni principali respinte senza tema da Caf, Corte Federale, Arbitrato Coni e perfino Tar. «Il processo spor tivo s’è basato tutto su inter cettazioni inutilizzabili in al tri procedimenti se non in quello di Napoli»,- dice l’av vocato Silvia Morescanti, legale dell’ex arbitro. Ecco poi Paco D’Onofrio, del collegio legale di Moggi: «E’ la prima sentenza che esclude un pat to illecito tra Moggi e De Santis: non c’è la prova og gettiva ed effettiva di quel l’illecito consumato che ha portato alle condanne sporti ve pesanti per i tesserati e la Juventus: cade anche il pre supposto dell’utilizzabilità delle uniche prove su cui si sono basati i giudici per mandare quasi in C la Juve!»
ARBITRATO CONI - Intan to il 16 giugno Alessandro Moggi, Franco Zavaglia e Pasquale Gallo discuteran no il loro arbitrato di fronte al Tribunale dell’arbitrato Coni contro le pesanti squa lifiche comminate dalla Figc.