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Thread: Sensibilità

  1. #61
    Nazgul Tirith's Avatar
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    Mar 2004
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    Manicomio
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    Sia inteso che non voglio entrare nel merito di questa discussione.

    Kratos, forse non hai capito il senso stretto della parola terrorismo, o forse non l'abbiamo capita noi come te la vuoi spiegare.
    Io capisco cio che te vuoi dire se vuoi attaccare un "fazione politica" la attacchi direttamente e non attacchi il popolo ma..

    Nell'essenza stessa della parola terrorismo e' racchiuso il senso delle loro azioni.

    Il terrorismo mediante, stragi, omicidi di personalita' di spicco, sequestri etc, mira a creare un forte danno ad uno stato (o simila).
    Usano quello che e' l'effetto di creare un "grosso danno" alla popolazione (morti, feriti, distruzione di edifici etc) ma e' un danno diretto, la loro conseguenza indiretta e' mirare a reclamarlo in nome di una loro "Bandiera/Fazione" per rivaleggiare lo stato/ente/etc contro cui e' fatto.

    Per porti un esempio, l'11 settembre (non stiamo a divagare sul fatto che sia stato un complotto o meno per fare la guerra od altro). L'11 Settembre dei "terroristi" han attuato questo sistema per uccidere migliaia di persone e reclamarlo al nome di Al Quaeda, Bin Laden.
    Il Risultato qual'e' stato? In America in quegli anni la popolazione ha sviluppato un forte "odio" verso il medio-oriente la cultura mediorientale in generale, creando quello che e' stato un forte squilibrio del allora fragile status equo che c'era in medio oriente (oddio non che si possa proprio chiamare "Status Equo"), portando 2 guerre e tutto quello che ne e' conseguito e ne consegue.

    Quanti durante gli anni di piombo si cagava in mano di fronte ad un "Sinistroide comunista?" anche solo di pensiero?

    Mio padre da giovane si e' tatuato le sue iniziali sulla spalla con un disegno. B.R.

    Durante una vacanza in centro Italia e' stato tenuto fermo ad un posto di blocco per DUE ore con i Poliziotti che fra un po si cagavano in mano piu di mio Padre.

    Questo e' il terrorismo.
    "not even death can save you from me..."


  2. #62
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    Quote Originally Posted by KratosITA View Post
    Terroristi rossi per non dire neri verdi viola e rosa.
    E io non ti dovrei dire che sei un pirla coi paraocchi???? Guarda, mi scuso sul termine, ma non ne conosco altri adatti. (cit.)
    Non c è peggior sordo di chi non vuol sentire (cit.)
    Dai aprimeli sti occhi allora, ti aspetto.

    Occhio che però io degli anni di piombo sfortunatamente ne so, e di cazzate da blog non ne dico, parlo di fatti e di processi.

  3. #63
    Lieutenant Glasny's Avatar
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    Quote Originally Posted by Razj View Post
    Allora, cos'è la democrazia? Quali sono i principi democratici alla base del sistema? Penso che siamo tutti d'accordo che democrazia significa prima di tutto il rifiuto dei dogmi di qualsiasi tipo, proprio a ragione del principio maggioritario che muove ogni decisione democratica.
    La democrazia sana (perché si sa al mondo esistono molte forme di governo che si professano tali ma poi in realtà sono corrotte fino al midollo) è relativismo, continua discussione e messa in gioco di ogni principio. Nulla è assoluto in democrazia, la stessa Costituzione è il simbolo di quello che dico, non esistono diritti assoluti; gli stessi diritti inviolabili dell'uomo professati dall'art. 2 Cost. incontrano il limite del rispetto degli altri diritti - lo stesso principio del Favor Rei è dimostrazione della continua relatività della Democrazia - anche in ambito penale, perfino situazioni passate ormai in giudicato e quindi come si dice esaurite non sono assolute ma relative.
    Esistono principi democratici, non dogmi democratici.

    Fateci caso, la legge, perfino la costituzione che è la grundnorm alla base di tutto è rivedibile in ogni suo campo (coi dovuti accorgimenti). Assolutismo e verità assolute sono antagonisti della democrazia.
    Quindi se siamo d'accordo su questi presupposti è facile capire come una scelta che può essere quella della pena di morte - in quanto tale irreversibile - sia in contrasto con quanto detto fin'ora, senza dilungarsi troppo.

    Inoltre, per quanto riguarda le decisioni del popolo: il popolo non è infallibile, il "popolo" è quanto di più relativo esista, non dovrebbe essere vox populi vox dei ma vox populi vox hominum. Primo perché il popolo, in OGNI occasione in cui è per così dire titolare anche di istituti di democrazia diretta come il referendum non è TUTTO il popolo, ma una parte, sia pure maggioritaria.
    Secondo, perché come ho detto prima la voce del popolo non è la voce di Dio ma è una voce fallibile e negli ordinamenti moderni fin troppo malleabile.

    Se vi interessa l'argomento vi consiglio di leggere qualcosa di Kelsen a riguardo.
    Sulla definizione di governo democratico si può discutere per giorni interi. Tanto per dirne una, un vero sistema democratico non può avere essere umani al governo, in quanto l'essere umano è limitato e ragiona per interesse personale, e quindi pur essendoci un controllo democratico attraverso il voto privilegia sempre i suoi interessi personali piuttosto che quelli collettivi.

    La pena di morte però ha poco a che vedere con questo discorso, riguarda invece più una considerazione sull'essere umano considerato recuperabile o meno in casi estremi, e sull'accettazione delle conclusioni del sistema giudiziario al punto di permettere la pena di morte. Se hai un buon sistema giudiziario e credi che alcuni esseri umani non siano recuperabili, accetti la pena di morte.

    La contrarietà della stragrande maggioranza degli italiani alla pena capitale deriva non da questioni religiose o morali, ma dal fatto che nel nostro paese la giustizia funziona malissimo.
    Waiting for nothing
    AKA Ganondorf - Lista giochi giocati dal 97 a oggi in spoiler :
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  4. #64
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    Quote Originally Posted by Razj View Post
    Non mi pare di confondere principi democratici con valori morali (che poi sinceramente non vedo perché non si possano confondere dato che la democrazia come dice anche Zagrebelsky spesso viene spinta dal senso di "carità" come ricerca del bene maggiore per la società -> art. 3 Cost. e derivati, per esempio).
    In ogni caso il mio discorso era basato sulla relatività di ogni scelta politica e non, in regime democratico, non mi sembra che la relatività sia poi tanto un valore morale

    proprio perchè la democrazia, essendo rappresentazione, ed essendo una forma di governo, e come tale rispecchiante esigenze contingenti, è affetta dalla relatività dei valori, è insensato parlare di principi della democrazia, come se ne fossero propri e stop. La democrazia è un mezzo, come tutte le forme di governo, per peresguire dei fini, tra i quali questi valori morali. Le uniche cose che in democrazia non possono cambiare sono le regole funzionali di base (separazione dei poteri), se non entro certi limiti, per il semplice fatto che cambiate quelle non sarebbe più democrazia ma sarebbe un'altra forma di governo.

    Tu citi Zagrebelski ma a mio parere a sproposito, quel "spesso" definisce il limite del tuo discorso, se tu parli di "principi della democrazia" questi ci devono essere sempre e non spesso altrimenti sono solo valori eventuali che possono o meno essere abbracciati da uno specifico ordinamento.

    Il punto è il "peso" che si dà alla parola principi, in buona sostanza.

  5. #65
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    Quote Originally Posted by Pazzo View Post
    proprio perchè la democrazia, essendo rappresentazione, ed essendo una forma di governo, e come tale rispecchiante esigenze contingenti, è affetta dalla relatività dei valori, è insensato parlare di principi della democrazia, come se ne fossero propri e stop. La democrazia è un mezzo, come tutte le forme di governo, per peresguire dei fini, tra i quali questi valori morali. Le uniche cose che in democrazia non possono cambiare sono le regole funzionali di base (separazione dei poteri), se non entro certi limiti, per il semplice fatto che cambiate quelle non sarebbe più democrazia ma sarebbe un'altra forma di governo.

    Tu citi Zagrebelski ma a mio parere a sproposito, quel "spesso" definisce il limite del tuo discorso, se tu parli di "principi della democrazia" questi ci devono essere sempre e non spesso altrimenti sono solo valori eventuali che possono o meno essere abbracciati da uno specifico ordinamento.

    Il punto è il "peso" che si dà alla parola principi, in buona sostanza.
    quindi secondo te la relatività di ogni fattispecie in un ordinamento giuridico democratico non è un principio di quest'ultimo?

    cmq se si inizia a parlare di principi e del loro "peso" non si finisce più

    edit: cmq lo "spesso" è perché nella realtà delle cose lo stato fa fatica a seguire i suoi stessi principi costituzionali, vedi appunto l'art. 3 e tutto quelo che ne deriva ad esempio in ambito di previdenza sociale

  6. #66
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    Quote Originally Posted by Razj View Post
    Se vi interessa l'argomento vi consiglio di leggere qualcosa di Kelsen a riguardo.
    si ma consigliare kelsen devi anche consigliare come la teoria del diritto puro di kelsen fu un fallimento con santa pace di ogni positivista.

    la piu grossa e reale critica che viene fatta a kelsen e ne snatura gli scritti al punto da considerarlo una lettura fine a se stessa e non risolutiva e' che lo stesso kelsen che appunto e' ritenuto il padre del positivismo alla fine della sua teoria non riusci a non cadere nel giusnaturalismo (sic!) non riuscendo a trovare niente se non un entita suprema da cui le norme alla fine promanano

    Per redenrlo papale anche ad i non addetti ad i lavori in modo semplice: nel positivismo giuridico Hans kelsen e' il maggior esponente ed il dibattito per tanto tempo si e contrapposto tra due ipotesi

    da un lato ci sono i positivisti che reputano il diritto tale in quanto tale, vero in quanto vero, la norma e' DOVER-ESSERE e relativa in quanto non interessa nessun fondamento di verita' ne attinenza all essere e crea una cosiddetta norma superiore una catena di piramidale che risalendo si arriva alla, norma fondamentale o GrundNorm come la definiva, praticamente un dio da seguire che esiste perche esiste e basta.
    Questa fu la sua debacle teorica che oltretutto arrivo in uns econdo tempo quando ormai la creazione della supernorma o idea dlla supernorma era l'ultima cosa da poter inserire nella sua teoria

    Questo in contraposizione al giusnaturalismo che prevedeva, per farla breve appunto che il diritto fosse una cosa naturale che promana dall uomo, le norme dedotte dalla natura, che pone l'uomo e non le norme al centro del dibattito norme che nascono dal comportamento umano, il diritto non deriva da un dover essere o ancora peggio da dio o una supernorma, ma dall'uomo dal semplice essere e dai comportamenti dell uomo: le leggi sono cosi lo strumento per fare in modo che venga attuato tale comportamento comune e da tutti o dalla maggiorparte della comunita sentito.

    la maggiore critica che viene esposta alla teoria del diritto puro di kelsen e' appunto il non avere mai spiegato la norma fondamentale se non come una sorta di "Atto di fede", "un esiste perche esiste" ed essere qualcosa di dovuto per forza di cose, una retifica forzata per completare la sue teoria di diritto come "dover essere giuridico"
    Secondo kelsen cui non c'è nessun tipo di rapporto tra diritto e società, nessun legame tra le leggi naturali e il diritto, per dimostrarlo arriva ad indicare l'esistenza di un essere superiore alla punta della sua piramide da cui promana diventando cosi piu moralista dei moralisti giusnaturalisti.
    Inventando un artifizio indimostrabile come una divinita' non comprendibile dall uomo in alcuni tratti che esiste perche deve esistere e basta, quindi diventando ancor piu giunaturalista degli stessi giusnaturalisti che per anni ha contraddetto, dato che la norma superiore o GrundNorm, da cui tutto nasce per kelsen puo a ben diritto essere anche il semplice diritto naturale, anche esso esiste perche esiste ma promana dall uomo, dalla natura da cui promana la teoria giusnaturalista
    Kelsen passa a buon diritto come un ipocrita, leggere i suoi scritti e' piacevole per i ragionamenti per chi ne e' interessato, ma alla fine e' lo stesso kelsen che rivela al suo lettore che per anni ha solo scritto cazzate diventando senza rendersene conto padre del giusnaturalismo che battagliava...

    questo per farla semplice e farci seguire anche da altri.

    Kelsen era un coglione una vita di teorie positiviste per poi trovare risposta in DIO, pffff
    Last edited by McLove.; 5th August 2009 at 15:47.
    Non ho mai rivolto a Dio altro che una preghiera, molto breve: "Dio, rendi ridicoli i miei nemici". E Dio l'ha esaudita. -Voltaire-

  7. #67
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    probabilmente ho sbagliato a citare kelsen in quell'ambito anche perchè non mi riferivo al criterio della validità formale che è in effetti un cane che si morde la coda, mi riferivo più che altro ad alcune affermazioni proprio riguardo al relativismo della democrazia

    cmq per quanto riguarda il discorso che fai ti do ragione ma si potrebbe dire che la grundnorm di uno stato non è una norma per la quale deve essere presupposta la validità in quanto finale ma potrebbe trovare il fondamento in una norma superiore come il diritto internazionale (la norma fondamentale poi sarebbe in realtà la consuetudine internazionale), ma vabbè la chiudo qui perchè non sono in grado di andare oltre nel discorso dato che alla fine è un loop

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