Il PM Narducci legge il verbale (pagg. 3-4) del 12 maggio 2006 che lo stesso Manfredi aveva reso dopo dichiarazioni fornite ai Carabinieri di Roma quale persona informata sui fatti. Trascrivo: “Mi viene chiesto come poteva essere falsato il sorteggio arbitrale tanto da poter predeterminare gli abbinamenti arbitri-partite così come emerso e se in merito a tali aspetti possa avere in qualche modo conoscenza di specifiche circostanze. Rispondo affermativamente nel senso che ora intendo spiegare. Nel corso degli anni le sfere sono sempre state le stesse e con il passare del tempo le stesse presentavano visibili segni di usura. In particolare a causa dei difetti di apertura e chiusura delle sfere, nel corso dei sorteggi le stesse venivano battute per terra per aprirle e proprio tale azione meccanica aveva provocato con il passare del tempo una perdita della vernice nella parte della rigatura per l’avvitatura di ciascuna semisfera (erano palline di metallo laccate con vernice colorata, ndACB). Tale mancanza della verniciatura differiva da sfera a sfera per grandezza della chiazza. Tale usura riguardava in modo particolare le sfere di colore giallo contenente i biglietti indicanti gli arbitri mentre erano di numero inferiore quelle verdi e rosse che presentavano tali segni distintivi. Generalmente l’estrazione delle sfere avveniva prima delle partite e poi dell’arbitro ma non so indicare le volte in cui è avvenuto il contrario o in cui l’azione è avvenuta in contemporanea. Al sorteggio venivano portate un numero di buste corrispondente a seconda della stagione ad un numero di fascie in cui venivano suddivise le gare ovvero se il sorteggio prevedeva che le partite fossero suddivise in un dato numero di fascie. A tale numero corrispondeva naturalmente un medesimo numero di arbitri divisi per tale fascia. I sorteggi mediamente duravano poco, tra i 10 e i 15 minuti circa, e si svolgevano in un’atmosfera solitamente serena caratterizzata anche da pause dovute a scambi di battute fra i designatori e le persone presenti alla designazione tanto da determinare un atteggiamento solitamente amichevole e non certo di rigido controllo. Mi viene chiesto quindi a cosa potesse servire l’inserimento di una pallina gialla caratterizzata da segni distintivi e rispondo che ciò era legato all’esigenza dei due designatori di poter individuare una scelta arbitrale a loro gradita aggirando il sorteggio davanti al notaio. In pratica, il momento importante era rappresentato dalle pause di cui sopra accennato laddove Pairetto da una parte e il giornalista dall’altra rimanevano sospesi con le sfere tra le mani all’interno dell’urna stessa affermando la sfera prescelta o anche dopo che la sfera raccolta era stata portata fuori dall’urna e prima che fosse aperta. In pratica Pairetto, a cui spettava l’onere di scegliere la palla verde o rossa relativa alle partite, nel caso in cui era necessaria abbinare una scelta arbitrale individuata dai designatori, temporeggiva con scioltezza per qualche istante in attesa che il giornalista designato provvedesse a prendere la pallina gialla”.
Viene allora chiesto al Manfredi qualche esempio, perchè nel verbale illustrava la situazione “generale”, senza specificare singole circostanze. “Sinceramente è difficile ricordare i singoli sorteggi. Personalmente ma a mia sensazione una cosa del genere potrebbe essere successa verso la fine del campionato. Era la partita che praticamente decideva quel campionato stesso che era un Milan-Juventus preceduto da tantissime polemiche perchè fu squalificato se non ricordo male Ibrahimovic (ricorda bene, ndACB) per prova televisiva quindi Ibrahimovic che era allora tesserato per la Juventus saltava quella partita quindi si decideva la stagione e a sensazione posso dire di..”, al che il PM chiede “A sensazione?”, e il Giudice Casoria afferma “eh, e mo’ spieghiamo.. Sensazione in che senso? Su che è fondata questa sensazione”. Continua Manfredi: “Mmm.. dal momento in cui ho assistito al sorteggio però non sono in grado di dire con certezza se si è avverato o no, ma è sicuramente una sensazione..“. Altra interruzzione della Casoria: “Vabbè, qual è l’evento che le ha fatto avere questa sensazione..?”, e risposta: “Mi ricordo.. mi ricordo, non so se ci sono le immagini essendo un sorteggio sicuramente aspettato da tutti… mi ricordo.. mi ricordo che secondo me il designatore Bergamo nel momento in cui è uscita la partita Milan-Juventus, nel momento in cui il giornalista si apprestava a scegliere la pallina per abbinare l’arbitro mi ricordo che tossì. Ora io ripeto non so se possa essere provato davanti all’immagine però è un mio ricordo“. Al che il PM chiede: “Questa è l’unica circostanza che lei rammenta e sulla base della quale lei fa questo tipo di considerazione per quel sorteggio?”. Risposta: “Guardi, il sorteggio… ho sentito prima che rileggeva il mio verbale.. è sempre stato a differenza di quanto comunque lì ho dichiarato e anche sottoscritto prima il sorteggio della pallina della partita e poi il sorteggio della pallina dell’arbitro da parte del giornalista. Ripeto, se poi nel frattempo è mai successo di una eventuale irregolarità fatta da questa prassi io non grado di dirlo, posso dire che la maniera per cui – mi sembra di ricordare fu la domanda che mi fu posta – si poteva tra virgolette aggirare il discorso del sorteggio era quella che non so se bene o male ho descritto nel verbale che ha letto il dott. Narducci”. La Casoria allora – come me – va in confusione. E afferma: “E cioè?”. E lui: “Cioè se effettivamente si riusciva… il giornalista riusciva a scegliere la pallina dell’arbitro prima che fosse scelta la pallina della partita. Questo è, secondo me, l’unica maniera per truccare il sorteggio, ecco”. Anche Narducci allora ci capisce poco, come me. E giustamente vuole venire al punto: “Dunque in occasione di quel sorteggio?”. Risposta: “In quel sorteggio sicuramente.. (poi ci pensa e dice.. “non sicuramente”, ndACB) mi ricordo di questa tosse nel momento in cui fu scelta quella pallina”. La Casoria: “Charisca meglio, non abbiamo capito il colpo di tosse che incidenza aveva?”. Risposta: “Ma guardi, io non..”. La Casoria: “No, no. Lei, nella sua sensazione.. sentiamo! Il colpo di tosse quando avvenne?”. Risposta: “Nel momento in cui il giornalista scelse la pallina abbinata a quella partita (e cioè, stando alle dichiarazioni appena rilasciate, DOPO che Bergamo aveva già scelto la sua, ndACB). Però il sig. Bergamo poteva.. cioè.. poteva capitare soprattutto nel momenti cruciali della stagione in particolare nel momento in cui erano attaccati dai giornalisti o che le cose non erano andate bene poteva avere anche.. una cosa nervosa.. per cui poteva tossire, ecco” (quindi magari la tosse gli è scappata? ndACB).
Allora Narducci, sicuramente contrariato perchè quest’ultima frase ritratta tutto il discorso precedente, già peraltro poco chiaro, afferma giustamente: “Mi scusi Presidente procedo a contestazione”. E cita quanto lo stesso Manfredi dichiarò sempre ai Carabinieri il 28 maggio 2006: “Torno a spiegare per farmi comprendere meglio la prassi regolare che Bergamo e Pairetto avrebbero dovuto osservare durante le fasi dell’estrazione delle palline. Pairetto doveva estrarre le palline relative alle partite. Si voleva che Pairetto doveva leggere il bigliettino relativo alla partita di calcio sorteggiata e solo in quel momento il giornalista scelto, che si trovava a fianco di Paolo Bergamo, avrebbe dovuto a sua volta estrarre la pallina contenente il nome dell’arbitro, così poi da poter determinare il regolare abbinamento partita-arbitro”. Quindi prosegue: “Sia in occasione dell’incontro Milan-Juve, sia in occasione di quest’altra gara di quel campionato – lasciamo stare per un attimo adesso di quale gara si tratta – mi sono accorto che Gigi Pairetto, magari contestalmente colloquiando con qualcuna delle persone presenti in sala, non aveva fatto la prescritta operazione da prassi, ma aveva indugiato ed aveva poi estratto realmente la pallina e letto il bigliettino della gara solo dopo che aveva notato quale era la pallina concretamente presa nelle mani dal giornalista”. E prosegue: “Cioè dunque le dice che al di là del colpo di tosse in questa circostanza ed in un’altra che lei non riesce a collocare esattamente nel tempo, aveva notato una variazione della prassi”.
Risponde Manfredi: “Praticamente.. essendo comunque il giornalista a scegliere la pallina dell’arbitro.. il tergiversare era.. gli piaceva comunque mettere la mano dentro e girare in attesa della scelta del Pairetto della pallina della partita, quindi il tergiversare io lo intendevo dire.. magari mentre il Pairetto stava per prendere la pallina nel frattempo già il giornalista ha messo la mano dentro l’urna e girato le palline degli arbitri e scelto la pallina che avrebbe estratto dopo comunque che Pairetto avesse scelto la pallina della partita. Non so se sono stato chiaro.. (’nzomma! ndACB).
Questo è Martino Manfredi, e questa è la sua testimonianza circa il “colpo di tosse”. Naturalmente non troverete niente di tutto ciò sui giornali, ma solo bugie, riassunti mal fatti e false accuse.
questa è una trascrizione integrale, presa da un blog perchè ovviamente sui giornali si trova poco o nulla, di una parte di ciò che ha detto quel mentecatto.
Il PM Narducci legge il verbale (pagg. 3-4) del 12 maggio 2006 che lo stesso Manfredi aveva reso dopo dichiarazioni fornite ai Carabinieri di Roma quale persona informata sui fatti. Trascrivo: “Mi viene chiesto come poteva essere falsato il sorteggio arbitrale tanto da poter predeterminare gli abbinamenti arbitri-partite così come emerso e se in merito a tali aspetti possa avere in qualche modo conoscenza di specifiche circostanze. Rispondo affermativamente nel senso che ora intendo spiegare. Nel corso degli anni le sfere sono sempre state le stesse e con il passare del tempo le stesse presentavano visibili segni di usura. In particolare a causa dei difetti di apertura e chiusura delle sfere, nel corso dei sorteggi le stesse venivano battute per terra per aprirle e proprio tale azione meccanica aveva provocato con il passare del tempo una perdita della vernice nella parte della rigatura per l’avvitatura di ciascuna semisfera (erano palline di metallo laccate con vernice colorata, ndACB). Tale mancanza della verniciatura differiva da sfera a sfera per grandezza della chiazza. Tale usura riguardava in modo particolare le sfere di colore giallo contenente i biglietti indicanti gli arbitri mentre erano di numero inferiore quelle verdi e rosse che presentavano tali segni distintivi. Generalmente l’estrazione delle sfere avveniva prima delle partite e poi dell’arbitro ma non so indicare le volte in cui è avvenuto il contrario o in cui l’azione è avvenuta in contemporanea. Al sorteggio venivano portate un numero di buste corrispondente a seconda della stagione ad un numero di fascie in cui venivano suddivise le gare ovvero se il sorteggio prevedeva che le partite fossero suddivise in un dato numero di fascie. A tale numero corrispondeva naturalmente un medesimo numero di arbitri divisi per tale fascia. I sorteggi mediamente duravano poco, tra i 10 e i 15 minuti circa, e si svolgevano in un’atmosfera solitamente serena caratterizzata anche da pause dovute a scambi di battute fra i designatori e le persone presenti alla designazione tanto da determinare un atteggiamento solitamente amichevole e non certo di rigido controllo. Mi viene chiesto quindi a cosa potesse servire l’inserimento di una pallina gialla caratterizzata da segni distintivi e rispondo che ciò era legato all’esigenza dei due designatori di poter individuare una scelta arbitrale a loro gradita aggirando il sorteggio davanti al notaio. In pratica, il momento importante era rappresentato dalle pause di cui sopra accennato laddove Pairetto da una parte e il giornalista dall’altra rimanevano sospesi con le sfere tra le mani all’interno dell’urna stessa affermando la sfera prescelta o anche dopo che la sfera raccolta era stata portata fuori dall’urna e prima che fosse aperta. In pratica Pairetto, a cui spettava l’onere di scegliere la palla verde o rossa relativa alle partite, nel caso in cui era necessaria abbinare una scelta arbitrale individuata dai designatori, temporeggiva con scioltezza per qualche istante in attesa che il giornalista designato provvedesse a prendere la pallina gialla”.
Viene allora chiesto al Manfredi qualche esempio, perchè nel verbale illustrava la situazione “generale”, senza specificare singole circostanze. “Sinceramente è difficile ricordare i singoli sorteggi. Personalmente ma a mia sensazione una cosa del genere potrebbe essere successa verso la fine del campionato. Era la partita che praticamente decideva quel campionato stesso che era un Milan-Juventus preceduto da tantissime polemiche perchè fu squalificato se non ricordo male Ibrahimovic (ricorda bene, ndACB) per prova televisiva quindi Ibrahimovic che era allora tesserato per la Juventus saltava quella partita quindi si decideva la stagione e a sensazione posso dire di..”, al che il PM chiede “A sensazione?”, e il Giudice Casoria afferma “eh, e mo’ spieghiamo.. Sensazione in che senso? Su che è fondata questa sensazione”. Continua Manfredi: “Mmm.. dal momento in cui ho assistito al sorteggio però non sono in grado di dire con certezza se si è avverato o no, ma è sicuramente una sensazione..“. Altra interruzzione della Casoria: “Vabbè, qual è l’evento che le ha fatto avere questa sensazione..?”, e risposta: “Mi ricordo.. mi ricordo, non so se ci sono le immagini essendo un sorteggio sicuramente aspettato da tutti… mi ricordo.. mi ricordo che secondo me il designatore Bergamo nel momento in cui è uscita la partita Milan-Juventus, nel momento in cui il giornalista si apprestava a scegliere la pallina per abbinare l’arbitro mi ricordo che tossì. Ora io ripeto non so se possa essere provato davanti all’immagine però è un mio ricordo“. Al che il PM chiede: “Questa è l’unica circostanza che lei rammenta e sulla base della quale lei fa questo tipo di considerazione per quel sorteggio?”. Risposta: “Guardi, il sorteggio… ho sentito prima che rileggeva il mio verbale.. è sempre stato a differenza di quanto comunque lì ho dichiarato e anche sottoscritto prima il sorteggio della pallina della partita e poi il sorteggio della pallina dell’arbitro da parte del giornalista. Ripeto, se poi nel frattempo è mai successo di una eventuale irregolarità fatta da questa prassi io non grado di dirlo, posso dire che la maniera per cui – mi sembra di ricordare fu la domanda che mi fu posta – si poteva tra virgolette aggirare il discorso del sorteggio era quella che non so se bene o male ho descritto nel verbale che ha letto il dott. Narducci”. La Casoria allora – come me – va in confusione. E afferma: “E cioè?”. E lui: “Cioè se effettivamente si riusciva… il giornalista riusciva a scegliere la pallina dell’arbitro prima che fosse scelta la pallina della partita. Questo è, secondo me, l’unica maniera per truccare il sorteggio, ecco”. Anche Narducci allora ci capisce poco, come me. E giustamente vuole venire al punto: “Dunque in occasione di quel sorteggio?”. Risposta: “In quel sorteggio sicuramente.. (poi ci pensa e dice.. “non sicuramente”, ndACB) mi ricordo di questa tosse nel momento in cui fu scelta quella pallina”. La Casoria: “Charisca meglio, non abbiamo capito il colpo di tosse che incidenza aveva?”. Risposta: “Ma guardi, io non..”. La Casoria: “No, no. Lei, nella sua sensazione.. sentiamo! Il colpo di tosse quando avvenne?”. Risposta: “Nel momento in cui il giornalista scelse la pallina abbinata a quella partita (e cioè, stando alle dichiarazioni appena rilasciate, DOPO che Bergamo aveva già scelto la sua, ndACB). Però il sig. Bergamo poteva.. cioè.. poteva capitare soprattutto nel momenti cruciali della stagione in particolare nel momento in cui erano attaccati dai giornalisti o che le cose non erano andate bene poteva avere anche.. una cosa nervosa.. per cui poteva tossire, ecco” (quindi magari la tosse gli è scappata? ndACB).
Allora Narducci, sicuramente contrariato perchè quest’ultima frase ritratta tutto il discorso precedente, già peraltro poco chiaro, afferma giustamente: “Mi scusi Presidente procedo a contestazione”. E cita quanto lo stesso Manfredi dichiarò sempre ai Carabinieri il 28 maggio 2006: “Torno a spiegare per farmi comprendere meglio la prassi regolare che Bergamo e Pairetto avrebbero dovuto osservare durante le fasi dell’estrazione delle palline. Pairetto doveva estrarre le palline relative alle partite. Si voleva che Pairetto doveva leggere il bigliettino relativo alla partita di calcio sorteggiata e solo in quel momento il giornalista scelto, che si trovava a fianco di Paolo Bergamo, avrebbe dovuto a sua volta estrarre la pallina contenente il nome dell’arbitro, così poi da poter determinare il regolare abbinamento partita-arbitro”. Quindi prosegue: “Sia in occasione dell’incontro Milan-Juve, sia in occasione di quest’altra gara di quel campionato – lasciamo stare per un attimo adesso di quale gara si tratta – mi sono accorto che Gigi Pairetto, magari contestalmente colloquiando con qualcuna delle persone presenti in sala, non aveva fatto la prescritta operazione da prassi, ma aveva indugiato ed aveva poi estratto realmente la pallina e letto il bigliettino della gara solo dopo che aveva notato quale era la pallina concretamente presa nelle mani dal giornalista”. E prosegue: “Cioè dunque le dice che al di là del colpo di tosse in questa circostanza ed in un’altra che lei non riesce a collocare esattamente nel tempo, aveva notato una variazione della prassi”.
Risponde Manfredi: “Praticamente.. essendo comunque il giornalista a scegliere la pallina dell’arbitro.. il tergiversare era.. gli piaceva comunque mettere la mano dentro e girare in attesa della scelta del Pairetto della pallina della partita, quindi il tergiversare io lo intendevo dire.. magari mentre il Pairetto stava per prendere la pallina nel frattempo già il giornalista ha messo la mano dentro l’urna e girato le palline degli arbitri e scelto la pallina che avrebbe estratto dopo comunque che Pairetto avesse scelto la pallina della partita. Non so se sono stato chiaro.. (’nzomma! ndACB).