No, ma in fondo se ci pensi dopo 5 anni di università si spera che un laureato abbia un minimo di competenza, che ovviamente dovrà completare con la pratica.
Ora non conosco la situazione spagnola, ma in Italia si potrebbe quasi dire che buona parte dei laureati in giurisprudenza sia provvista di una preparazione insufficiente e le persone preparate sono piene di nozioni teoriche che per un buon 80% sono inutili. Per citare Alpa un laureato sa cos'è un contratto, ma non sa scriverlo; un po' come dire che un informatico conosce i linguaggi di programmazione, ma non sa programmare.
In soldoni se alle spalle c'è una solida preparazione universitaria, l'abilitazione conta veramente poco. Ad esempio l'abilitazione per medico in Italia è relativamente semplice, questo perché il laureato in medicina si è fatto un culo così per 6 anni, con una preparazione invidiata in mezza Europa.
Per quanto riguarda la professione forense invece c'è una continua tensione per privare di ogni valore la laurea e infatti se passa la riforma dell'ordine avrà un volore pari, né più, né meno, a quello della carta su cui è stampata.