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Vicende giudiziarie
Nel giugno 1997 Feltri è stato condannato in primo grado dal tribunale di Monza con Gianluigi Nuzzi, per diffamazione a mezzo stampa nei confronti di Antonio di Pietro, per un articolo comparso sul Il Giornale il 30 gennaio 1996, in cui si sosteneva che negli anni di Mani Pulite "i verbali finivano direttamente in edicola e soprattutto all'Espresso".
Nel gennaio 2003 è stato condannato dal tribunale di Roma, insieme a Paolo Giordano, su richiesta di Francesco De Gregori, per avere travisato il pensiero del cantautore su Togliatti e sul PCI in un'intervista del 1997 pubblicata sul Il Giornale, di cui Feltri era direttore.
Il 14 febbraio 2006 è condannato dal giudice monocratico di Bologna, Letizio Magliaro, ad un anno e sei mesi di carcere per diffamazione nei confronti del senatore Ds Gerardo Chiaromonte (scomparso nel 1993). La condanna si riferisce ad un articolo comparso sul Quotidiano Nazionale alla fine degli anni '90, secondo il quale il nome del senatore compariva nel dossier Mitrokhin.
Il 2 luglio 2007 è assolto dalla quinta sezione penale della Corte di Cassazione dall'accusa di diffamazione nei confronti dell'ex PM Gherardo Colombo per un editoriale pubblicato su Il Giorno nel 1999, nel quale, in contraddizione con quanto affermato dallo stesso Feltri ne Il Giornale del 25 novembre 1994 (non ho mai scritto che Di Pietro e colleghi hanno graziato il Pds: che prove avrei per affermare una cosa simile?), si accusava il pool di Mani Pulite di aver svolto indagini esclusivamente su Silvio Berlusconi e non più sugli ex comunisti. La sentenza di assoluzione si riferisce al diritto di critica garantito dall'articolo 21 della Costituzione della Repubblica italiana.
Il 7 agosto 2007 è condannato assieme a Francobaldo Chiocci e alla società Europea di Edizioni spa dalla Corte di Cassazione a versare un risarcimento di 45 mila euro in favore di Rosario Bentivegna, uno degli autori dell'attacco di via Rasella, per il reato di diffamazione. Il quotidiano Il Giornale aveva pubblicato alcuni articoli, tra i quali un editoriale di Feltri, nei quali Bentivegna era stato paragonato a Erich Priebke.
Polemiche sulla credibilità
La credibilità dell'attività giornalistica di Feltri è stata messa in dubbio da un articolo del settimanale L'Espresso del 2 settembre 2009, in cui si sostiene che sui giornali diretti da Feltri sono apparse negli anni diverse notizie non corrispondenti a verità o completamente inventate. Tra queste uno "scoop" sul caso Moro risultato falso, la notizia sulla diffusione della lebbra in Sicilia, un'intervista al cantante Francesco De Gregoriper cui fu anche condannato, una presunta sparatoria della scorta di Oscar Luigi Scalfaro contro un elicottero dei vigili del fuoco.
Anche nel caso degli articoli del 2009 pubblicati dal Giornale su Boffo lo stesso Feltri ha ammesso, mesi dopo le dimissioni di Boffo, che la nota da lui pubblicata in cui si riferiva che Boffo era un "omosessuale attenzionato", non corrispondeva in realtà al contenuto degli atti processuali a suo carico. Dopo il "caso Boffo" e l'attacco a Fini Giorgio Bocca ha accusato apertamente Feltri di fare con Il Giornale un "uso terroristico dell'informazione" al servizio della politica di Silvio Berlusconi. Lo stesso Bocca aveva precedentemente affermato a proposito di Feltri, in maniera decisamente critica, in una puntata di Annozero (24 settembre 2009): «a me in un'intervista al Manifesto è stato chiesto cosa penso di Feltri e io ho risposto che non penso niente perché ci sono dei personaggi che mi fanno paura e di cui è meglio non parlare».