In realtà il linguaggio non serve a comunicare la realtà ma la crea.
Ti faccio un esempio pratico: i colori.
Ci sono una infinita moltitudine di colori, la gamma va dal nero al bianco con milioni di sfumature all'interno.
Ci sono dei popoli che non hanno parole per indicare ad esempio le sfumature del blu: quelle che per noi italiani sono blu, turchese, celeste, azzurro, carta da zucchero, etc... per altri (anche popoli europei) non esistono. Esiste il blu, blu chiaro e blu scuro. Il risultato è che per loro non esiste il "turchese". Non fa parte della loro realtà.
Però loro percepiscono le diverse sfumature ma non avendole "indicizzate" nel linguaggio, nel pratico è come se il "turchese" non facesse parte della realtà.
Il linguaggio quindi, possiamo dire che la crea la realtà, gli da una forma. Il linguaggio indicizza la realtà ed in quanto uomini, senza questo "indice linguistico" non potremmo definire la realtà stessa. Per l'uomo è fondamentale il linguaggio, ogni volta che si scopre qualcosa di nuovo la prima cosa è dargli un nome, una definizione linguistica.
Non credo che siamo spugne, perchè la realtà, alla fine, è quello che esiste per l'uomo ed è quello che l'uomo crea.
L'immaginazione stessa (come diceva S. Agostino) e tutto quello che è immaginabile è comunque parte della realtà. Entra a far parte della realtà perchè fa parte del linguaggio. Un drago è realtà? Io credo di si, perchè un drago da noi ed un dragon in Inghilterra alla fine conducono allo stesso significato. E' chiaro che non parliamo di realtà tangibile, i draghi non esistono ma sono comunque figure reali, ne puoi parlare con altre persone come se parlassi di un tavolo. A livello linguistico i draghi esistono, eccome se esistono.
Certo, ci sarebbe da parlare ancora per parecchio tempo...
