la città da 90 100k non è una città![]()
la città da 90 100k non è una città![]()
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bnet profile
come minimo ci aggiungo anche torino e bologna. ma direi qualsiasi centro dai 500k in su.
il postino di merda non mi trova mai a casa ovviamente e mi lascia gli avvisi di recapito del cazzo.
e via a far la fila la mattina coi pensionati e gli immigrati, che debba ritirare una multa o un pacco col dildo comprato su ebay.
Last edited by Randolk; 21st October 2011 at 22:02.
Spoiler
io ho un mezzo portinaio, comunque se foste dei cittadini sapreste che è peggio di così. Per raccomandate e stronzate ok, ma per i pacchi a milano anche se abiti dentro una posta se non ti trovano a casa te lo devi andare a prendere all'ufficio generale che è in un posto in culo a dio (nel senso che a prescindere da dove abiti è in culo a dio)
però mi fa ridere come il problema principale di chi non è di città e si affronta alla città è il non poter far brum brum con la macchina e andare alla posta.
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bnet profile
Piu che altro penso siano esempi quello della posta e del traffico... Esempi di problemi ai servizi chesi hanno nelle città...
Magari invece di fare ironia su qualsiasi cosa potresti spiegarci quali (sempre che tu ne abbia) sono i problemi che tu riscontri nella tua vita a milano, se non ti rovina troppo la "media ironica".
Love Sucks... Real Love Swallows...
Io non ho fatto ironia, io ho provato a partecipare al topic con qualcosa di significativo ma tutti han continuato sull'affascinante discorso del non trovo parcheggio e la posta è un inferno.
Il punto non è la macchinina e la posta, che sinceramente non mi paiono elementi fondamentali della vita quotidiana (e anzi, il fatto che vengano considerati tali da qualcuno è segno di chiusura mentale, di essere "provinciali"), ma l'ambiente nel quale uno è inserito. Cioè gli stimoli e le possibilità. Incontrare persone diverse, fare cose nuove, acquisire un'apertura mentale, sono tutte cose che sono incoraggiate da un ambiente eterogeneo. Il che non vuol dire che se abiti in un paese sei un mongoloide, ma che abitando in città hai molta più probabilità di avere stimoli interessanti. Se invece stai sempre con 10 stronzi simili a te che vogliono fare il contadino, l'idraulico e prendere la fabbrica del padre ok, ci sta, però bho.
Poi entrano in gioco fattori sociali ed economici, più il paese è piccolo più le differenze economiche si notano meno, a milano avere una casa bella è una eredità (non penso che nessuno della mia generazione se ne potrà mai comprare una tipo), se uno deve abitare in un buco di merda solo per stare in città non ne vale la pena, però non so quanto valga la pena neanche fare il pendolare ogni cazzo di giorno per andare a lavoro.
Io a milano ci stavo benissimo da studente fancazzista mentre ultimamente mi stava un po' stretta la mia sistemazione, ma era più un discorso di casa e di posto di lavoro che altro.
Quel che posso dire è che ora sto per più di metà settimana in una cittadina di 50k stronzi MA lavoro in un ambiente giovane di persone di tutte le nazionalità, quindi anche se la città in sè non offre tantissimo (anche se comunque lugano è ben messa) sono contento. Se facessi il panettiere con altri 10 luganesi mi sparerei un colpo però
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bnet profile
Ma per curiosità un esempio pratico di tutti questi stimoli e possibilità di incontri in ambiente eterogeneo? A me pare che il tuo discorso possa adattarsi solo per quanto riguarda l'ambiente di lavoro (o accademico) perché in altri frangenti è naturale che ci si circondi sempre e comunque di persone simili a noi, quindi alla fin fine tutta questa eterogeneità non la vedo. Non mi regge neanche tanto il discorso che nelle piccole città i rapporti sono forzati perché io vivo qui da quando sono nato e chiaramente conosco solo una piccola parte della realtà cittadina proprio per il discorso di cui sopra.
Ripeto se parli esclusivamente di ambiente lavorativo allora non posso che essere d'accordo e non fa una piega, ma per tutto il resto e per quello che mi sembra fosse il filo del discorso non credo cambi poi molto tra una grande città od una piccola città.
le tue amizie, le tue esperienze mentre cresci, sono condizionate dal numero e dal tipo di persone con le quali hai a che fare. È semplicemente una questione numerica non altro, avere un solo liceo con 20 stronzi in classe che abitano tutti a 15 km di distanza uno dall'altro (situazione che trovi a piacenza non a canicattì) o 30 licei con 6 sezioni 30 è diverso.
Ma non vi devo convincere io della cosa e non mi interessa neanche farlo anche perchè chi è abituato in un modo o non ha esperienza diretta non cambierà mai idea. Da canto mio ho sempre abitato in una grande città e spesso ci si accorge di chi viene da fuori, o ad esempio la mia ragazza si è trasferita a piacenza 5 anni fa e il suo giudizio sul piacentino medio è in linea rispetto a quello che sto dicendo io. Conosco poi molti che da fuori si sono spostati in città e non tornerebbero più indietro, attualmente non conosco nessuno che ha fatto o vuole fare il contrario (se non per motivi prettamente economici, ripeto, non confondiamo il vivere in città col vivere in un buco di merda quando fuori puoi comprarti una villa).
Tante persone = tanti stimoli + maggior stress, ma il maggior stress (che dipende molto da dove vivi e lavori) lo senti quando inizi a lavorare, almeno per i primi direi 25 anni di vita hai solo vantaggi.![]()
Last edited by Hador; 22nd October 2011 at 00:30.
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bnet profile
Francamente trovo anch'io il discorso casino/traffico ridicolo.
Io ho la fortuna di abitare a 10 minuti in moto da piazza del duomo (15 se la prendo comoda), e non vivo in centro. Sono fondamentalmente convinto del fatto che la città sia viva, che cresca, che sia in continua evoluzione, mentre che il paesello sia immobile ed imperturbabile nella sua campana di vetro.
Questo non è per forza negativo, anzi ad esempio già qualcuno ha citato riguardo i rapporti interpersonali la difficoltà di mantenerli in città, ma è dovuto più al fatto che i continui stimoli e le tante nuove vie che ogni giorni ci si aprono davanti disperdono le persone, non a presunte distanze insormontabili o impossibilità di trasporto. Pur io penso con nostalgia all'idea di nascere in un paese e morirci a 80 anni con gli amici che ho lì da una vita, è un pensiero struggente e sfido chiunque a non commuoversi, ma è anche vero che io me la immagino come una vita di avventure : nato nel mio paesello, dopo aver passato la mia infanzia e adolescenza con le stesse persone e nei soliti posti, partirei e andrei lontano, vivrei esperienze che quel posto mai potrebbe regalarmi. Allora si, che sarebbe dolce l'idea del ritorno, di rivivere le emozioni di quando ero bambino e di constatare, che in fondo, da qualche parte nulla è cambiato. Le stesse persone, le stesse situazioni che si ripetono all'infinito, è un pensiero che piace a tutti, è come avere un punto saldo nella nostra vita, almeno uno, sul quale costruire tutto il resto.
E allora si, mi sarebbe piaciuto avere una base solida, un porto da da cui partire e a cui poter sempre fare ritorno. Ma solo per spiegare le vele di nuovo, o per ammainarle per l'ultima volta.
Nessuno, e i commenti dei "paesani" lo dimostrano, vorrebbe venire al mondo e crepare nello stesso posto.
La città è un continuo nascere invece, non muore mai, le tue idee, le tue emozioni, vengono amplificate dall'eco di una moltitudine di persone con le tue stesse convinzioni, non devi conformarti a nulla se non a te stesso, perchè intorno a te già c'è qualunque cosa potresti desiderare o che potrebbe realizzarti. Nella pratica questo si traduce in mostre, eventi internazionali, luoghi di incontro, di divertimento, manifestazioni ed altro ancora; nella mentalità si traduce in un'apertura totale a ciò che ti sta intorno, perchè non ti sei mai dovuto scontrare con i dogmi che quasi pietrificati sembrano non indietreggiare mai, nè essere messi in discussione, nelle piccole realtà. Quando le cose arrivano in campagna, sono già vecchie, non sono peggiori. E per chi viene dalla città sono di conseguenza stantie, per questo chi ci è nato non riuscirà mai ad abituarcisi. La vita nei piccoli centri non è nè migliore, nè peggiore di quella della metropoli, è differente. E diverse sono le persone che la vivono, diverso è proprio il loro modo di vivere, di approcciarsi alla realtà che li circonda.
La città non ha limiti, il paesello ne ha tanti. Ma chi sta dentro i limiti non li vede, chi ne sta fuori, non li tollera. Probabilmente quello che il cittadino cosmopolita non coglie è che proprio ciò che lui ritiene dei limiti insopportabili ed opprimenti sono dei valori inestimabili per il ragazzo di provincia, che a questi non sarebbe mai in grado di rinunciare (e per questo a mio parere mi trovo d'accordo con Hador quando dice che crescere in città "faccia bene").
P.s. Personalmente poi, io sono un sognatore, e niente mi spaventa di più della routine del paesello. Io sogno con i videogiochi ma anche con i libri, ci sono pagine che mi emozionano solo a rimembrarle, e tante, tante volte, mi sono trovato, immobile, a Milano, davanti a Piazza della Scala, seduto in Piazza dei Mercanti, per le vie del centro tra Palazzo Reale e Foro Bonaparte, o ancora in galleria, in Montenapoleone, in piazza Cinque Giornate ed in molti altri posti, a ripensare a chi, cento o duemila anni fa, percorreva i miei stessi passi, ma animato da convinzioni diverse.
Nelle città si è fatta la storia, e sempre si farà. E' per me un'idea così grande ed una suggestione talmente potente da non farmi rimpiangere null'altro.
Last edited by Lio; 22nd October 2011 at 01:24.
la città mi fa cagare
cioè mi piace passarci una giornata o tot gg di vancaza ma viverci mai
odio il traffico, la confusione e la gente
vivo in un paese di 3k anime, e ben ci sto, sono vicino (5/10km) a centri piu grandi (25k/30k persone) che hanno quello che a me serve; inoltre in 30/60min sono in centro città (padova, verona, vicenza, ferrara, mantova)
inotlre gli appartamenti mi fan cagare
x andare al lavoro devo farmi 90km al gg (ma faccio car pooling con altri miei colleghi) ma tutti su strada a scorrimento veloce (mezzora ci sono), nn mi pesa eccessivamente
x la posta, quando compro qualcosa me la faccio spedire direttamente in azienda, e cmq se devo andare in posta nn c'è mai nessuno![]()
Last edited by Slurpix; 22nd October 2011 at 09:43.
frega 0 se la mia squadra ha gli scarpari in campo ma ha il bilancio in pari onestamente, io pago l'abbonamento per vedere una bella squadra giocare a calcio, non per fappare sul bilancio in pari.
In mancanza di regole è così è inutile girarci intorno, chi lo fa è solo perchè non vince un cazzo e deve attaccarsi a qualcosa..![]()
io propendo per la città media, personalmente sono stato a milano, ho fatto la vita un po' del laureando o neolaureato lì e non ci vivrei mai. Poi dipende dai gusti e dalle città.
Il paesello troppo piccolo, fermo ed isolato no. la cittadina piccola/media in espansione si.
io mi farei una vissuta di una 15ina d'anni in una metropoli
milano non mi attrae, il resto del nord è una vera merda squallida.
roma ci ho già vissuto e so che ci starei bene ma non posso per una serie di situazioni.
resta l'estero
15 anni a barcellona/madrid
da fare base
le città medie sono le più vivibili, quindi finirò la vita qui, anzi ancora meglio nel mio paese in costiera (sole mare e campagna = cazzo duro)
E forse è par questo che mi piace...![]()
non capisco il discorso di hador sull'eterogeneità... cioè capisco che un paese da 10-20k abitanti non abbia quella caratteristica ma già un posto con 90k come pc con due università come la cattolica e il politecnico un bel po' di eterogeneità te la portano. stesso discorso per una piccola città come parma.
hador, saranno piccole ma sono sempre città che ti danno opportunità lavorative (non come milano o roma obv) ma non sono nemmeno paesini dove le opportunità sono quasi esclusivamente attività familiari.
e soprattutto non hai lo stress degli spostamenti. cioè per me solo a pensare di essere costretto a usare uno scooter o una bici o la metro perchè se no ci metto 1 ora a fare 5km in macchina è pura follia... non dico che non mi piacerebbe usare bici o mezzo pubblico ma è proprio il dover essere costretto che non sopporto.
poi mi dite che le città grandi crescono... boh io prima di parlare di milano che cresce direi di rifare almeno la viabilità. non c'è una rotonda che sia una!!!! 30m semaforo, 30m semaforo, 30 semaforo... e via.quello si che è qualcosa di retrogrado mica il paesino lol!!! capisco i tram ma cazzo una soluzione va trovata.
non perchè ci vivo ma la città piccola >100k ma < di 200k è il top. hai tutto e non vivi stressato o "costretto" e non ti togli possibilità.
stesso discorso per il paesino perchè cmq ti puoi spostare e per comè l'italia in 20minuti sei arrivato in una grande città.
uno svantaggio del paesino è che forse vivi senza privacy... tutti sanno tutto di tutti.
io sono di trieste, 200k abitanti ma citta' nell'anima per la sua storia, sono andato a studiare a milano ed in erasmus a lisbona (sui 2 milioni entrambe). poi ho passato un anno scarso a lubiana, capitale della slovenia, un po' piu' grande di trieste come abitanti. dopodiche' londra e ora firenze.
firenze ci si sta bene, anche se il traffico e' assurdo per la dimensione... ma piu' di 2 anni qua non ci voglio stare. se non fosse che lavoro e quindi la maggior parte del tempo sono cmq la', mi sposterei anche prima.
nelle citta' si conoscono tante persone che in una cittadina non si incontrerebbero mai. lo stesso vale per le esperienze. e cosi' si cresce.
ci vogliono pero' piu' soldi, questo di sicuro.
ps: nelle "citta' " piccole ci si annoia.