"Mi fa male che a parità di industriali stramiliardari, un operaio tedesco guadagna 2.800.000 lire al mese ed uno italiano 1.400.000. Ma per l’altro 1.400.000 dov’è che va a finire? Allo Stato, che ne ha così bisogno.
Mi fa male che tra imposte dirette e indirette un italiano medio paghi – giustamente! per carità – un carico di tributi tale che se nel medioevo le guardie del re l’avessero chiesto ai contadini sarebbero state accolte a secchiate di merda.
Mi fa male che l’Italia, cioè voi, cioè io, siamo riusciti ad avere, non si sa bene come, due milioni di miliardi di debito.
Si sa, un vestitino oggi, un orologino domani… basta distrarsi un attimo e si va sotto di due milioni di miliardi!
Questo lo sappiamo tutti. Ce lo sentiamo ripetere continuamente. Sta cambiando la nostra vita per questo debito che abbiamo.
Ma con chi ce l’abbiamo? A chi li dobbiamo questi soldi?
Questo non si sa. Questo non ce lo vogliono dire. No, perché se li dobbiamo a qualcuno che non conta… va be’, gli abbiamo tirato un pacco ed è finita lì. Ma se li dobbiamo a qualcuno che conta… due milioni di miliardi! Prepariamoci a pagare in natura."
" Mi fanno male le oscillazioni e i rovesci misteriosi dell’alta finanza. Più che male mi fanno paura, perché mi sento nel buio, non vedo le facce. Nessuno ne parla, nessuno sa niente: sono gli intoccabili. Facce misteriose che tirano le fila di un meccanismo invisibile, talmente al di sopra di noi da farci sentire legittimamente esclusi. È lì, in chissà quali magici e ovattati saloni che a voce bassa e con modi raffinati si decidono le sorti del nostro mondo: dalle guerre di liberazione, ai grandi monopoli, dalle crisi economiche, alle cadute dei muri, ai massacri più efferati."
Vediamo chi indovina in che anno è stato recitato a teatro questo pezzo...