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Thread: ricerca vs panini al lampredotto

  1. #16
    Hador's Avatar
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    gli investimenti sono sempre principalmente pubblici, la cosa degli investimenti privati è una minchiata bersaniana. Sicuramente c'è più controllo su come vengono usati questi soldi (manco troppo), ma soprattutto ci sono più soldi. In italia magari vinci un bando di progetto, poi non ti danno i soldi però... sapete quanti soldi lo stato deve al politecnico, che anticipa di tasca sua? Non pochi.
    Il problema in italia è semplicemente economico e di gestione - è demenziale sia come e quanto viene pagata la gente, sia come funzionano i bandi e le assunzioni. E questo perchè si vuole dare una impostazione statale all'università, dove i programmi e le regole non le decidono le singole università ma lo stato, e sta roba ovviamente non funziona un cazzo.

  2. #17
    Master Chief Petty Officer laphroaig's Avatar
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    gli investimenti in ricerca sono prevalentemente pubblici quasi in qualsiasi università, tranne forse quelle americane private. il fatto è che un misero 7% di finanziamento privato pare una cazzatella, solo che il 7% di certe cifre son soldi e ci camminano i progetti.
    ora, io sostengo che senza ricerca, soprattutto di base, muori. anche in un Paese che ha una storia imprenditoriale fatta di piccole e medie imprese innovative. dico storia perchè le cose stanno cambiando anche qua. però mettere quattrini a pioggia in un sistema che non funziona non è la strada. possiamo piangere, battere i piedini ma le università che creavano sedi distaccate a nastro, moltiplicavano cattedre, creavano professori associati/a contratto/saltuari/nonmivedimacisono/sostituiscoquellodiprima ecc ecc non ce li siamo certo inventati. è sempre il solito problema: non ci sono soldi, o sono usati male. o come è più probabile tutti e due, che è il caso peggiore in quanto il più difficile da risolvere senza tagliare teste.
    Laphroaigh - Briton Friar - Army of Wolves - Merlin

    wow Karaqualcosa Laphro UD Priest

  3. #18
    Lieutenant Commander Galandil's Avatar
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    A me sembra piuttosto che l'articolo, per quanto ovviamente troppo specifico e di parte prendendo solo questa tizia ad esempio, voglia + che altro dimostrare (come se ce ne fosse bisogno) che in Italia l'università è LAMMERDA, e che un paese che non fa ricerca (da quella di base, a quelle più settoriali e specifiche) è un paese che ha un futuro bello che morto.

    Però alcuni di voi subito ad attaccare la tizia, che alla fine da quel poco che si capisce, non è manco poco contenta di essere andata a vendere panini al chioschetto della famiglia. Boh, certe volte non vi capisco davvero...

  4. #19
    Hador's Avatar
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    Quella del funzionamento baraccoso delle università è vero ma non è il problema principale.
    In tutto il mondo la posizione da professore è da "baronato", la tenure per definizione è una posizione intoccabile. Negli stati uniti, l'unico lavoro che non prevede il licenziamento è il professore universitario, l'unico modo per licenziare un prof è chiudere tutto il dipartimento in cui lavora. Ma negli stati uniti, e in altre parti del mondo, c'è selezione e formazione PRIMA (in europa anche troppa atm, ma qua ci si dilunga) - capita che la posizione la prenda il cojone, ma è raro. Inoltre le università fanno la cresta sui soldi dei progetti, che poi gestiscono i prof in autonomia, quindi da un lato l'uni è interessata a prendere gente forte che porta tanti progetti=soldi, dall'altro lato i prof potendosi gestire i soldi (per pagare dottoranti, post doc, comprare roba etc in autonomia) sono interessati a chiedere progetti e a portarli a termine per poter avere stelline sul curriculum da mostrare per chiedere più soldi.

    Sto sistema ora è sbilanciato, comunque ci sono enormi problemi nel sistema di finanziamento della ricerca, dove molti sono portati a pubblicare tanto e male piuttosto che poco e bene perchè il numero può contare più della qualità, però funziona meglio di quello che c'è in italia, dove il sistema dei concorsi è semplicemente demenziale e come in tutti gli ambiti pubblici in italia, non c'è una minima di meritocrazia e di responsabilità personale sulle scelte economiche.

    Detto ciò c'è da dire che trovarsi a 35 anni nel mondo della ricerca con un contratto a termine è una cosa aimè normale in europa, la figura del ricercatore a tempo indeterminato era una pseudo anomalia, che ovviamente invece di essere trasformata in un qualcosa di intelligente (sul modello americano, dove ogni tot hanni hai una valutazione e dopo 5 o 7 non ricordo prendi la professorship) è stato eliminato del tutto...

  5. #20
    Scappato di Casa Palur's Avatar
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    l'investimeno privato nella ricerca è inesistente.In italia eh.

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